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mercoledì 1 giugno 2016

Blanc volume 2 è finalmente in stampa (con un inedito)

Il volume due di Blanc de ta nuque è finalmente in stampa. 
La settimana prossima sarà materialmente disponibile.

Nella sezione Poesia italiana contemporanea (un punto di vista), ho scritto un testo introduttivo che cerca di fare i conti con quanto pubblicato su Blanc in questi ultimi anni.

Ne riporto alcuni passaggi, a titolo esemplare.

"Mi si chiede di approfittare dell’occasione, organizzando una sistematizzazione degli orientamenti poetici, per una più sicura mappatura dell’esistente. Ma come  procedere? Per scansione generazionale? Per tradizione riconoscibile? Per stile? Per tematiche? Tutto è possibile, ma credo che, in ogni caso, il risultato sarebbe una semplificazione. Prendiamo per esempio la linea più sperimentale che connota questa antologia. Seguendo il filo cronologico, ci metto: Toti, Balestrini, Blotto, Ponzio, Ranieri, Ratti, Frene, Giovenale, Insinga, Ariot, Furri, Rizzatello, Daniele Poletti, Cava, Lorenzoni. A leggere bene, però, qui dentro ci sono anche poeti come Bonacini, Teti e Caccia, della scuola "Anterem"; come lasciarli fuori? A far due conti, più del 15% dei presenti. Questo è già un dato, che tuttavia ci dice poco sulle singole poetiche. Quale distanza c’è, infatti, tra l’esperimento di Giovenale e quello di Toti? E tra Balestrini e Ratti? Bisognerebbe allora, entro la grande famiglia che la tradizione chiama "sperimentale", creare dei sottogeneri, entro i quali inserire ulteriori differenziazioni. Il rischio, a far bene i distinguo, è di naufragare come il signor Palomar quando guarda un prato o l’onda del mare: si entra in un insieme di insiemi, dove l’insieme base si conserva solamente a patto di stare ad una debita distanza, che trasforma il vero della singolarità in generale approssimazione.

[...]

Una catalogazione originale del poetico contemporaneo potrebbe articolarsi entro questi quattro ordini, dove per esempio lo "stile semplice" tiene i piedi fra il sensibile e l’emotivo (quando avvicina il naif) con una dominante intellettiva, in funzione di controllo, se scelto da autori consapevoli (penso a Fo e a Donati, per esempio, e al secondo modo di Dal Bianco), mentre lo sperimentalismo tende a cavalcare la realtà multi-fratta delle connessioni comunicative trans-individuali e mass-mediatiche, fuggendo l’inganno dell’autenticità. Ancora: l’ermetico e, in generale, il lirismo spinto, che considerano la materia trattenuta dai sensi non abbastanza significante da meritare la riproduzione mimetica, trasformano il reale in stile, che, della materia, è il distillato supremo e l’emblema cifrato, la sua maschera parlante. 

[...]

Per quanto mi riguarda, non è compito di Blanc lavorare sul canone, ma, appunto, sulla poetica, la mia, che è plurale non perché manchi di coerenza, ma perché convinta della relazione essenziale fra parola e situazione, due costellazioni energetiche incontrollabili, dalle quali sboccia il grumo-poesia, il mare-poesia, il tronco-poesia, la ciste-poesia, la pozza che siamo soliti chiamare mondo".


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