Rivolgersi agli ossari. Non occorre biglietto. Rivolgersi ai cippi. Con più disperato rispetto. Rivolgersi alle osterie. dove elementi paradisiaci aspettano.
[...]
E si va per ossari. Essi attendono gremiti di mortalità lievi ormai, quasi gemme di primavera, gremiti di bravura e di paura. A ruota libera, e si va.
un lutto così, non sai, Stefano da dove iniziarlo, non vogliamo ci lasci ma la sua poesia già ci sovrastava ed era allattamento, amore, gioia della scoperta,vita, di poesia. Non posso parlarne,il dolore non ha voce. MariaPia Quintavalla
Quando muore un poeta, di questa importanza e soprattutto a questa età (per cui si suppone abbia detto ciò che poteva dire e il meglio di questo), credo che il lutto, il dolore, riguardi solo i familiari. Un poeta comincia a scomparire fisicamente e "felicemente" da quando i soi libri riescono a parlare per lui. La sua presenza mondana si allontana con la morte,ma è un accidente puramente e paradossalmente formale. Non è che con lui muoia il suo metodo, la sua grandezza. Questo è il sovrumano dell'arte che ha qualcosa in comune con la storia della religione alta. Ed è ora, con lo slacciamento definitivo da ogni compromissione terrena, che la sua poesia da sola, può rendere tutto il valore di sè e tracciare confini. Cristina Annino.
Ciascuno patisce come può la perdita di una persona cara. Se questa ha vissuto con pienezza, il dolore è meno forte. Per quanto mi riguarda, non conoscevo di persona Zanzotto, però lo leggo sempre con passione e voglia di capire. E le cose che ha scritto rimangono, non muoiono.
Mi rammarica soltanto che la televisione populista abbia coinvolto la politica nella celebrazione del lutto, mentre gli studiosi non sono stati interpellati. In questo modo si è ucciso la sua verità scomoda,addomesticando il suo pensiero, per niente conciliante con il leghismo e il buonismo ideologico.
sì,Stefano, si poteva almeno far parlare il giornalista Marzio Breda, che lo ha seguito per gran parte della sua vita. Zanzotto non ha purtroppo ricevuto il nobel, ma ha nobilitato la nostra cultura non solo con la sua originalissima ricerca in poesia, ma soprattutto con l'incisività del suo spirito civile sempre vigile. e' per spiriti come quello di Zanzotto che mi sento orgogliosa di essere italiana. Annamaria Ferramosca
Buonasera. Sono stato una volta in visita dal carissimo Zanzotto e se vi può far piacere eccone il resoconto, di cui ho dato lettura il 10 ottobre in occasione del suo compleanno. Mai a immaginare...
voglio condividere con voi tutti il lutto che ci ha colpito, ma, parafrasando Cristina, penso che"la morte (di un poeta grande come lui) è un accidente puramente e paradossalmente formale". Rileggiamolo e lo avremo sempre vicino. lucetta frisa
per dire che tanti anni fa un'amica mi mise in mano un libro di Zanzotto (e ancora mi dolgo per non aver acquistato tempo dopo da un antiquario ambulante a Monselice un pacchetto pregevolissimo di editio princeps zanzottiane) e mi disse: "Penso che con questo poeta potresti andare d'accordo." E aveva ragione, da allora siamo andati molto d'accordo, fa sempre piacere quando ci si avventura per una strada impervia, quanto il fare poesia senza dare nulla per scontato, e si incappa in qualcuno che prima di te ha già ripulito un tratto di sentiero che temevi selvaggio
a giorni alterni ma irregolari la morte di qualcuno ci costringe a sottolineare ciò in cui tutti ci assomigliamo, e a sentirci oggi tutti un po' d'accordo con un buon precursore come Andrea Zanzotto - i funerali, da che si celebrano, servono soprattutto ai vivi, si sa...
qualcuno ne approfitta anche per salire sul cadreghino dei discorsi ufficiali, tanto più stonati in un'Italia in cui ministeri e assessorati alla cultura si svegliano solo quando c'è un po' di audience da racimolare - almeno sono costretti a ricordare, quegli impiastroni e malfidenti, che era anche stato partigiano, il buon Andrea
io mi rimango anonimo, commosso, addolorato e parente, perché non di sangue ma di lingua Zanzotto è mio zio, e mi rimango col sorriso sulle labbra di chi ne immagina la serena soddisfazione, riservata solo ai giusti, di poter morire pochi giorni dopo aver avuto in mano, profumata di fresca stampa, la propria voluminosa e fragilissima e luminosissima e labirintica opera omnia
caro Anonimo, la scelta mi pare in sintonia con l'occasione: il silenzio, l'invisibilità è degna degli amici di Zanzotto, di contro al chiasso che fanno i nomi nelle celebrazioni ufficiali. Grazie per le belle parole, ocnvisise pienamente.
un saluto anche agli altri ospiti che, "come sugheri" sulle "acque" raccontano la bellezza del nuoto.
e se ne va un altro irraggiungibile maestro ...
RispondiEliminain muto udire
un modico sentire
per sentito dire
... patire ... agire ...
... agire ... patire ...
in un qualche restare
comunque
un partire
Francesca Monnetti
un lutto così, non sai, Stefano da dove iniziarlo, non vogliamo ci lasci ma la sua poesia già ci sovrastava ed era allattamento, amore, gioia della scoperta,vita, di poesia. Non posso parlarne,il dolore non ha voce.
RispondiEliminaMariaPia Quintavalla
credo che oggi una striscetta nera con le firme di tutti ci stia in ogni luogo che di poesia si occupa
RispondiEliminaun caro saluto
ale
Quando muore un poeta, di questa importanza e soprattutto a questa età (per cui si suppone abbia detto ciò che poteva dire e il meglio di questo), credo che il lutto, il dolore, riguardi solo i familiari.
RispondiEliminaUn poeta comincia a scomparire fisicamente e "felicemente" da quando i soi libri riescono a parlare per lui. La sua presenza mondana si allontana con la morte,ma è un accidente puramente e paradossalmente formale. Non è che con lui muoia il suo metodo, la sua grandezza. Questo è il sovrumano dell'arte che ha qualcosa in comune
con la storia della religione alta.
Ed è ora, con lo slacciamento definitivo da ogni compromissione terrena, che la sua poesia da sola, può rendere tutto il valore di sè e tracciare confini.
Cristina Annino.
Ciascuno patisce come può la perdita di una persona cara. Se questa ha vissuto con pienezza, il dolore è meno forte.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, non conoscevo di persona Zanzotto, però lo leggo sempre con passione e voglia di capire. E le cose che ha scritto rimangono, non muoiono.
Mi rammarica soltanto che la televisione populista abbia coinvolto la politica nella celebrazione del lutto, mentre gli studiosi non sono stati interpellati. In questo modo si è ucciso la sua verità scomoda,addomesticando il suo pensiero, per niente conciliante con il leghismo e il buonismo ideologico.
sì,Stefano, si poteva almeno far parlare il giornalista Marzio Breda, che lo ha seguito per gran parte della sua vita.
RispondiEliminaZanzotto non ha purtroppo ricevuto il nobel, ma ha nobilitato la nostra cultura non solo con la sua originalissima ricerca in poesia, ma soprattutto con l'incisività del suo spirito civile sempre vigile. e' per spiriti come quello di Zanzotto che mi sento orgogliosa di essere italiana.
Annamaria Ferramosca
hai ragione, bisogna essere orgogliosi di esserlo proprio per gli esempi come lui.
RispondiEliminaBuonasera. Sono stato una volta in visita dal carissimo Zanzotto e se vi può far piacere eccone il resoconto, di cui ho dato lettura il 10 ottobre in occasione del suo compleanno. Mai a immaginare...
RispondiEliminahttp://palasciano.blogspot.com/2011/10/per-la-solenne-commemorazione-della.html
…Ma ritengo che per la poesia occorra lasciarsi trasportare come sugheri dalle acque. …
RispondiEliminaMi piace questa frase rilasciata da Zanzotto in
un'intervista...immaginarlo così...trasportato...
Un Saluto.
mm
voglio condividere con voi tutti il lutto che ci ha colpito, ma, parafrasando Cristina, penso che"la morte (di un poeta grande come lui) è un accidente puramente e paradossalmente formale".
RispondiEliminaRileggiamolo e lo avremo sempre vicino.
lucetta frisa
una volta tanto mi tengo in anonimato...
RispondiEliminaper dire che tanti anni fa un'amica mi mise in mano un libro di Zanzotto (e ancora mi dolgo per non aver acquistato tempo dopo da un antiquario ambulante a Monselice un pacchetto pregevolissimo di editio princeps zanzottiane) e mi disse: "Penso che con questo poeta potresti andare d'accordo." E aveva ragione, da allora siamo andati molto d'accordo, fa sempre piacere quando ci si avventura per una strada impervia, quanto il fare poesia senza dare nulla per scontato, e si incappa in qualcuno che prima di te ha già ripulito un tratto di sentiero che temevi selvaggio
a giorni alterni ma irregolari la morte di qualcuno ci costringe a sottolineare ciò in cui tutti ci assomigliamo, e a sentirci oggi tutti un po' d'accordo con un buon precursore come Andrea Zanzotto - i funerali, da che si celebrano, servono soprattutto ai vivi, si sa...
qualcuno ne approfitta anche per salire sul cadreghino dei discorsi ufficiali, tanto più stonati in un'Italia in cui ministeri e assessorati alla cultura si svegliano solo quando c'è un po' di audience da racimolare - almeno sono costretti a ricordare, quegli impiastroni e malfidenti, che era anche stato partigiano, il buon Andrea
io mi rimango anonimo, commosso, addolorato e parente, perché non di sangue ma di lingua Zanzotto è mio zio, e mi rimango col sorriso sulle labbra di chi ne immagina la serena soddisfazione, riservata solo ai giusti, di poter morire pochi giorni dopo aver avuto in mano, profumata di fresca stampa, la propria voluminosa e fragilissima e luminosissima e labirintica opera omnia
caro Anonimo, la scelta mi pare in sintonia con l'occasione: il silenzio, l'invisibilità è degna degli amici di Zanzotto, di contro al chiasso che fanno i nomi nelle celebrazioni ufficiali. Grazie per le belle parole, ocnvisise pienamente.
RispondiEliminaun saluto anche agli altri ospiti che, "come sugheri" sulle "acque" raccontano la bellezza del nuoto.