Su TRASVERSALE di Rosa Pierno una lettura critica a due miei inediti, nei quali legge la lotta fra cultura e natura, ed il peso che io pongo nel secondo elemento, nel determinare il destino umano. Natura, infatti, non può che tracimare in un sistema in cui la legge e la morale ingabbiano la vita. Non si tratta tuttavia, come ben rileva Rosa, di banale ribellione alle norme oppure di invito a tornare all'origine, bensì di intreccio metamorfico, di "alchemico potere", in cui i due termini si coappartengono, di una "tessitura" che è nelle cose e nella lingua, dalla quale non possiamo districarci senza amputare qualcosa di vitale. Cultura, in questo senso, non può che partecipare dell'osceno, di quanto, appunto, è fuori scena, nascosto, "da pensare". E la natura, per suo conto, può essere messa in scena soltanto nelle forme proprie alla cultura. Niezsche riconobbe tale fecondità nella fratellanza, propria all'opera d'arte, di dionisiaco e apollineo: "Dioniso - scrive ne La nascita della tragedia - parla la lingua di Apollo, ma infine Apollo parla la lingua di Dioniso". Quell'infine mette in chiaro la qualità del perno che tiene l'opera nell'aperto della comprensione, additando, appunto, nell'oscuro naturale la sorgente che tiene viva la domanda sul senso dell'opera, di generazione in generazione.
"..., tutto, dalla bocca / scuote le tende e nasce": pathos, mediazione, reale e radicale opposizione, imprevedibile e salvifica finzione, ...; quanta verità si avverte in questi versi.
RispondiEliminaGrazie Stefano.
Francesca Monnetti
all'elenco aggiungerei
RispondiElimina"... conciliazione".
Francesca Monnetti
sì, non è un elenco esaustivo :-)
RispondiEliminamai letto Paul Goodman? Ciao GTZ
RispondiEliminano.
RispondiEliminaScopro ora e inediti e lettura, ed è materia sorprendente, cosciente del limite ma fuori dallo schema, su cui riflettere con calma. Ho molto apprezzato.
RispondiElimina(quella "scrofa", poi, che ha la stessa forza della "zanna" di Celan, quella che "governa /dai resti del cretaceo", unita a una perspicuità anche maggiore...)
un saluto,
fabio teti