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sabato 10 aprile 2010

Vita e senso di un Blog



Ci si prepara per un aprile assai crudele, in cui fioriranno due lillà: l'uno a Vimercate, il 17, con un vivaio sopraffino di piante rare e men rare (La poesia nella rete), l'altro a Verona, la cui corolla s'interrogherà sull'evenienza che "la poesia – come scriveva ieri Alessandro Assiri in Universopoesia, il blog di Matteo Fantuzzi - rappresenti ancora un’educazione intellettuale e si possa continuare ad esprimere come forma della conoscenza" (C'era una volta la poesia online). Cercherò di essere presente in entrambi e magari di relazionare gli eventi in un blog collettivo che sta per nascere e di cui farò prossimamente parola. Da questa triplice evenienza, difficile dire che la deriva dei blog di poesia imperi (cfr Fantuzzi), che il suo requiem sia da scrivere subitamente. Semmai, è da osservare che l'infante, le petit blog, non è stato ancora battezzato, messo seriamente in piazza dalla polis. E' quest'ultima, piuttosto, la moritura, la cagna che vagola tra le fabbriche-tombe del nord-est, nei parlatoi televisivi, nei bar dove stazionano i senzalavoro, ad upupare insomma nelle terre morte nostrane, in cerca di spettacolo e consenso, mentre nella rete – non ovunque, certo – il discorso sulla poesia è attivo, stimolante, tanto da diventare reale, appunto, nei due prossimi appuntamenti.
Non si vuole, qui, discutere sulla natura dell'ideal-Blog, quale sia la sua essenza; semmai, parafrasando Aristotele, s'intende partire dai modi in cui quell'uno si mostra, anzi – restringendo ancor più – dal modo in cui Blanc si coniuga e vive, evitando sbrodolamenti autoincensori. Dunque: sono convinto che un blog sia l'effetto di una scelta; esso infatti non prende la parola da solo e non la cede; se si spegne o se invece continua a dare frutti, dipende dalla dedizione dell'autore, dalla fiducia che egli ripone in questo mezzo, dato un obiettivo. Se uso il blog per far conoscere la mia poesia (funzione vetrina), difficilmente arriverò al bersaglio. L'editoria che conta, infatti, disistima la rete perché non la conosce; e la critica, per suo conto, ci passa saltuariamente, spesso solo per sponsorizzarsi. Le mani le lava fuori, là dove può far carriera. Se invece uso il blog per farmi conoscere, per farmi ammirare, rischio di perpetuare l'assunto foscoliano: "tu sarai altamente lodato, ma spento poscia dal pugnale notturno della calunnia". Per farla breve: la via scelta da Blanc de ta nuque ha come fine la didattica della poesia in generale e la sua divulgazione, in special modo se italiana e contemporanea. Obiettivo chiaro quest'ultimo, ma che andrebbe meglio definito, giacché dove cominci il contemporaneo è questione assai dibattuta. Diciamo allora che qui si fa incontrare storia e cronaca, nella misura in cui è il brusio delle voci che si susseguono nel presente ad essere la vera sostanza di Blanc, quel brulichio di testi che mensilmente si affacciano sul mercato e che hanno bisogno di una prima scrematura, di una lettura sintetica ma non grossolana in grado di orientare il lettore e lo stesso autore. Quei testi che forse, fra qualche anno, entreranno nel dialogo critico più importante, oppure che saranno dimenticati. Lascio appositamente fuori dai post i poeti canonizzati, che meriterebbero un discorso critico più articolato e che comunque hanno già garantiti i loro spazi pubblici importanti (ma neanche tanti, invero, visto che nemmeno i quotidiani più noti dedicano alla poesia più di uno o due articolo l'anno).
Che il lavoro svolto su Blanc abbia un senso, lo ricavo per esempio dai risultati del verbale del Concorso "Beppe Manfredi per la Poesia Edita Opera Prima" (premiazione domenica 18 aprile), la cui giuria (Giorgio Bàrberi Squarotti, Elio Gioanola, Valter Boggione, Beppe Mariano, Gian Piero Casagrande, Gianni Menardi, Ada Firino) non conosco personalmente e quindi non posso dire di averla influenzata in alcun modo (vero che qui c'è un cappello sull'ultimo libro di Bàrberi Squarotti, ma credo che lui nemmeno lo sappia). Insomma, quanto si evince dalla graduatoria è che molti dei premiati sono in relazione con Blanc o con me: Patrizia Puleio ha vinto con Prove di sorriso, dell'editrice puntoacapo, di cui mi pregio essere, con Mauro Ferrari e Massimo Morasso, direttore della collana "Format"; la terza classificata è Alessandra Conte, con Breviario di novembre (Raffaelli 2009), libro al quale ho scritto la prefazione e che ha già vinto il premio Gozzano; quarta è Anna Ruotolo (vincitrice del premio speciale "Silvia Raimondi"), il cui testo sarà recensito su Blanc fra qualche settimana, secondo palinsesto deciso mesi fa; settima è arrivata Stefania Crozzoletti, recensita nell'aprile 2009. Infine, al nono posto è giunto Spaccasangue di Iole Toini, uscito per Le Voci della Luna, nella collana "segni" da me diretta.
Chiamo dunque vivo un blog che s'intrecci con la realtà, che dialoghi con essa, che sia causa di eventi non virtuali; un blog che abbia dei lettori che pensano reale l'incontro con la poesia; un blog attento a quanto accade in rete, che non si sottrae al confronto. Ed è ben noto agli internauti che non guardano il dito bensì la luna, che Blanc non è l'unico a respirare bene di questi tempi. Certo si potrebbe fare meglio, sfruttando di più le opportunità tecnologiche offerte dalla piattaforma. Benvengano blog dove video e sonoro sono attivi, dove i links tengono aperti canali con editori e quotidiani importanti. Da parte mia, faccio quello che posso, con le mie elementari competenze informatiche, con i miei limiti intellettivi e i sempre troppo pochi libri letti.

34 commenti:

  1. e non è la prima volta stefano, catasto ed altra specie, che tu mi hai prefato e che è passato da questo blog, ha vinto il terzo premio del concorso Città degli Acaja - Dedicato a Beppe Manfredi nel 2006. ciao antonella

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  2. le cose sono due: o io porto fortuna (ma non mi risulta) oppure voi siete bravi ed io ho solo occhio.

    buona domenica!

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  3. complimentandomi con tuti i poeti citati vorrei dire che in genere le cose sono tre, fortuna, occhio (e quindi leggasi bravura 1), e bravura 2, qui e nella vita è una questione di alchimia, di ricetta, se hai solo i due ingredienti: bravura 1 e bravura 2 e non c'è fortuna la pasta non si impiatta. buon appetito! ciao antonella

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  4. Una piccola cosa, che mi piace sottolineare: ho avuto il piacere di conoscere tutto lo staff del Premio Manfredi e devo dire che sono persone limpide e indipendenti. Non a caso, credo, emergono lì i lavori di qualità, come non a caso passano qui.

    Francesco t.

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  5. lunga vita a blanc de ta nuque! ciao antonella

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  6. non conoscevo il premio. mi fa piacere, Francesco, che tu dica questo.

    ciao Anto, buon appetito anche a te.

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  7. Il fatto che esista un blog valido e interessante come blanc de ta nuque dimostra che non ha senso parlare di morte dei blog. Dipende da chi li fa, dal suo impegno, dalla sua onestà e serietà. E allora è anche giusto che alcuni blog muoiano...
    Mauro Germani

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  8. Sembra che in questo periodo ci si interroghi parecchio (in ambiti anche parecchio diversi dalla poesia, o forse neanche troppo ;-)
    Ben venga chi solleva il bitume dell'appiattimento mediatico. Ben vengano i blogger che, avendo e sapendo conservare il senso, sanno proseguire il cammino.
    Ciao. Kat

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  9. grazie per l'incoraggiamento.

    Chiaro che, come si dice in Universopoesia, la campagna va fatta su molti fronti contemporaneamente, pur sapendo che capitale e lavoro hanno da sbrigare problemi più urgenti. Il fatto è che se la storia fosse un paradiso, lo stesso la poesia non troverebbe posto, mancando in esso la consapevolezza della morte e dell'esilio. in questo stato (di morte e esilio) bisogna agire, e cioé: insegnare a morire e, nel contempo, a leggere, nelle nostre parole, la resistenza a questa necessità.

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  10. Credo che siamo a un giro di boa. I primi che hanno incominciato sono stanchi ed è evidente che, spazi dove una volta si faceva salotto in pianta stabile, diciamo, non rivestono più l'azione di traino che avevano. Molti, per onestà, hanno dichiarato la stanchezza e hanno chiuso. Altri si trascinano ma probabilmente sono coscienti che il lavoro da fare si è esaurito. Io proporrei al gestore di Poecast, per esempio, di rinnovare completamente l'aggregatore di poesia, avendo anche il coraggio di spulciare liberamente qua e là e di verificare realtà nuove, magari alle prime armi ma con sangue giovane nelle vene che mostrano voglia di fare... Poi chiaramente ho un'idea mia su questa crisi dei blog - che secondo me poco ha a che fare con facebook ma è un'idea un po' cattiva e qui non la dico
    Sebastiano

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  11. tienila per sabato :-)

    anch'io ho un pensiero sull'argomento: non è che ad essere in crisi sono i blog dei giovani anni 70 che non hanno più padrini che li spingono avanti o che si aspettavano i grandi riconoscimenti del pubblico?

    se è una cattiveria, ditemelo.

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  12. A me, personalmente, piace un luogo (di carta o virtuale poco importa) dove si mantenga una cospicua dose di silenzio, di capacità di elevarsi su un certo brusio infastidente (aumentato, bisogna ammetterlo, dalla rete). Perché il web, pur nel suo preziosissimo esercizio di comunicazione trasversale, antielitaria, ha il non trascurabile difetto di tendere a depotenziare lo strumento poetico in sé (la parola), la sua capacità intera di colpire la sensibilità percettiva (non solo il pensiero) di chi legge depositandosi nella sua memoria.
    Ma d'altra parte non saprei rinunciare alla rete (e del resto, questa caducità della parola scritta sull'acqua della comunicazione virtuale dice molto della poesia contemporanea, della sua dolorosa problematicità).
    Ecco perché cerco luoghi di poesia che vivano in rete, ma con il massimo di silenzio e autonomia possibile, che non mi facciano sentire i lacci e lacciuoli di qualcosa che con la poesia non c'entra nulla, che mi facciano respirare aria fresca, non viziata dalle dinamiche avvilenti del dò ut des ecc. Questo luogo, Blanc dico, lo sento abbastanza così, e quindi lo frequento volentieri. Ciao Gugl, luisa p.

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  13. grazie, Luisa. cosa manca a Blanc affinché quel "abbastanza" sparisca?

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  14. Sono del tutto d'accordo con Luisa, del tutto. E poi, come si diceva già, ci deve essere una selezione di valore, che almeno in parte è naturale. Alcuni sopravvivono perchè sono meglio, tutto qui.
    Sul fatto che poi molti blog (ma non ne farei una questione di annate) muoiano perchè non danno agli autori il riconoscimento sperato, sono d'accordo con la tua che non è una cattiveria.

    Francesco t.

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  15. gianluigi cannella12/4/10 22:10

    ... la rete arriva anche da Ramallah caro Stefano si dalla Palestina W il Tuo Blog e anche gli altri - ... perchè attraverso una rete si può ancora vedere è sentire ma attraverso il muro è difficilissimo... ciao Stefano sono
    gianluigi cannella un abbraccio

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  16. Caro Stefano, lo ammetto, ho voluto lasciare l'"abbastanza", rileggendo il testo, perché non volevo cascare nella solita "lode sperticata", in qualche modo volevo renderlo più credibile... ;-) E comunque, "abbastanza" lo so che assume un valore spesso riduttivo... ma se ci pensi bene significa molto... cioè, che di una certa cosa se ne possa disporre a sufficienza (in questo caso, libertà, aria fresca e respirabile, autonomia di giudizio ecc), in un mondo dove le carenze di tutti i tipi, guardandosi attorno, sono sconfinate, a me pare una grandissima cosa!!! Abbracci, luisa p.

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  17. Sì, Luisa, ho inteso. Grazie a te, a Francesco e a Gianluigi, in viaggio in Israele (beato lui).

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  18. ...Posso fare solo un piccolo appunto al blog (ma non a come lo gestisci tu, se mai a come interagiamo noi lettori)? Mi pare che manchino, in generale, i commnenti negativi. Agli autori che presenti, intendo. Faccio un esempio. La poesia di Chiara Daino a me personalmente non piace (molto brava, troppo "virtuosa", per me). Ma mi sono guardata bene dallo scriverlo. E questo, principalmente, perché preferisco, se scrivo di qualcuno, scriverne in termini positivi. Altrimenti lascio perdere. E così mi pare facciano anche gli altri visitarori del sito: leggendo i commenti al post con le sue poesie, si leggono solo gradimenti. Ora, poiché la poesia di quest'autrice è molto "forte", di quelle che suscitano amore o odio, per intenderci, mi pare molto strano che il post abbia registrato solo l'amore. Insomma, per farla breve: forse siamo tutti un po' troppo "educati", "timorosi"? e di che?, di inimicarci qualcuno?... Cioè, mi pare sia molto più "comodo", esprimere giudizi positivi, che negativi.. Forse perché se dici "mi piace", nessuno ti chiede più di tanto perché, mentre se dici "non mi piace" senza specificare a dovere, piove una valanga di esortazioni a motivare ecc... Capisco, d'altra parte, che lo sforzo di un sito web (e chapeau a chi ci riesce, come te, perché si sa, il blog ha porte aperte a tutti e i mascalzoni sono sempre in agguato) sia di mantenere sempre il livello dei commenti a un grado di civismo, rispetto, correttezza ecc.... Tuttavia, non posso non cogliere, in questa un tantinello eccessiva "mansuetudine" di noi commentatori, un collegamento con quanto letto recentemente su un quotidiano, dove qualcuno parlava della critica attuale, che sta perdendo la capacità di "stroncare".... Insomma, forse con un pochino di mordente e coraggio in più, da parte di noi commentatori (ma sempre, ovvio, mantenendosi su un piano di non gratuità e correttezza ) il blog ne acquisterebbe maggiore "tridimensionalità", cioè, un po' di ombra, insieme alla luce, ne migliorerebbe il chiaroscuro, la plasticità... ;-) luisa p.

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  19. *Lo spazio è un attore a tutti gli effetti* sia uno spazio teatrale, sia uno spazio virtuale.

    E *lo spazio* recita [e pretende] la sua parte. Più che di *vetrine virtuali*, parlerei di *palcoscenico*, ma è una deformazione soggettiva.

    E deformando la dis.ænima vedo e vivo: chi agisce e chi recita. Chi subisce e chi reagisce, nonostante.

    La Superba, capitale del *mugugno*, pratica - da sempre - l'arte del "lamento per il lamento", quella "frittura di aria" che giustamente condannava Marotta in altri spazi/siti...

    Per quel che riguarda il mio misero mio - vorrei crollassero più muri [virtuali e non] e il dialogo con l'altro fosse. E fosse con OGNI altro.

    E la punta polemica rimane: troppe volte [e non è il caso né di blanc de ta nuque, né La dimora del tempo sospeso, né...] ho visto saltare in massa i commenti dei "non addetti ai lavori", ho visto evitare "gli spettatori".

    E solo Malcom McDowell è in grado di "recitare di spalle".

    EN PASSANT,...

    E ammiro e approvo le iniziative di chi stimo e provo pena per la pletora che paupula e solo piaga pixel di verbo sterile

    E ancora: grazie Luisa. *Tutto quel voglio* è solamente dialogo, l'opportunità per crescere e per confrontarmi. Ronnie James la benedica ["non sono qui per piacervi" m'improntò papà Carmelo, ma questa è un'altra storia]: la mia parola ha bisogno di critiche costruttive.

    Certo - non si sono manifestati pareri negativi ma solo perché Stefano *modera i toni* e non considera gli Anonimi che anonimi non sono mai - nei blog di Poesia.
    Pure, le assicuro, sono stata scannata in pubblico blog - praticamente ovunque.

    L'unica tristezza è che ben pochi [che sempre ringrazio] mossero critiche ai testi, quasi tutti alla persona.

    E non sono l'unica. E quando "la gente di lettere" insulta solo per il piacere di insultare, le assicuro, un giovane non può che: rimettere.

    E al futuro. E altrove: i propri passi

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  20. sulla stroncatura non credo, a meno che no nsia su un testo osannato dai potenti. allora è necessaria.

    su blanc si è discusso dei testi, con pareri diversi, basta cercare fra i post. Vero che solitamente si concorda con l'autore. Ciò è gradito, in particolare, quando chi commenta lascia lo zampino, esponendosi in un'analisi, sia pur sintetica. E questa capita spesso qui.

    meglio discutere vis a vis, quando le sfumature e il linguaggio non verbale sono attivi, quando si può dialogare senza aspettare ore per la risposta eccetera. chi mi conosce, sa quanto io sia critico con la poesia di chi mi sta di fronte, laddove questi cerchi appunto analisi, riflessione. Possono testimoniarlo gli amici del laboratorio Artemis, a Vicenza, e quelli che mi abitano vicino. Credo che la forma-blog non sia adatta per queste cose delicate.

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  21. Sono andato a rivedermi alcune cose in giro, in particolare su UniversoPoesia di Fantuzzi, ed ho riletto qui.

    In generale sai che penso che la rete sia uno strumento potentissimo, ma sempre uno strumento. Io fatico a leggere poesia in rete, ma la posso scoprire e cercare; secondo me questo resterà sempre lo spazio dei blog in particolare, il loro ruolo. Per farlo c'è bisogno di tempo e coerenza, come fai tu. E questa non vuole essere una lode sperticata, ma una constatazione. O come fa ad esempio Marotta, che sceglie di agire in modo un po' differente: i suoi contributi sono di livello elevato, ma si succedono ad un ritmo che io non sempre riesco a seguire.

    Questo blog è stato anche sede di vera discussione, come nel recente caso di Franzin. E' chiaro che in questo c'è un po' di difficoltà, anche da parte mia. Preferisco esprimere le perplessità parlando di persona, su un sito semmai passo per un saluto, o se qualcosa non mi convince più spesso taccio. Da un lato so che forse non si dovrebbe, dall'altro esistono dei critici di professione sui vari siti, e mi pare che siano già abbastanza.

    Sulla crisi di alcuni blog, fra le altre cose, io penso che si siano confusi, come dicevo, i ruoli: mi sembra che in qualche caso si sia interpretato il blog come il punto di arrivo della poesia, e che i contatti fossero quasi una risposta alla scrittura, ma poi uscendo non ne è rimasto che poco. Inoltre ho l'impressione che, in rete come fuori, ci siano generate cerchie più o meno ristrette di adepti, e che molto di quelli che adesso si lamentano abbiano in realtà spinto in questa direzione per affermarsi. La tua cattiveria, appunto...

    Poi immagino che pochi abbiano quattro ore al giorno per passarsi in rassegna tutti i siti che si occupano di poesia, e dunque ci sia una selezione naturale. Sarà brutale, ma in questa rete infinitamente democratica c'è spazio per tutti ma il tempo manca, e non tutti hanno il rigore per mandare avanti iniziative come questa.

    Francesco

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  22. grazie per l'intervento. quando è cominciato tutto, mi pare che si dicesse: la rete sostituirà il cartaceo. io non l'ho mai detto forse perché vengo e resto ne lcartaceo. o forse perché pensare ad una nuova rivoluzione gutemberghiana (come mi disse una volta il caro Sannelli) mi pare un azzardo ancora prematuro.

    i blog non muoiono perché la carta li uccide, ma perché costano molto lavoro e non danno denari né visibilità fuori dalla rete. Se questa c'è, riguarda il blog di narrativa: lì, pare ci siano gli editori in allerta (lo diceva ieri loredana lipperini su rai 3), ma proprio perché gira denaro e visibilità.

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  23. Se posso, esprimo la mia opinione su una questione che mi interessa davvero molto.
    Personalmente sono d'accordo con Stefano Guglielmin quando identifica nel "rapporto con la realtà", nel confronto, la linfa vitale di uno strumento come il blog, non solo di ambito letterario.
    E' proprio la possibilità di confrontarsi direttamente con voci diverse dalla propria che rende questo strumento interessante e, a mio avviso, utile per crescere, ampliare le proprie vedute, passare al vaglio le proprie convinzioni.
    E' stato grazie ai blog che ho scoperto poeti che poi ho amato, letto, riletto, di cui ho acquistato i libri, di cui mi sono nutrito e che ho fatto miei nel vero senso della parola. Ed era interessantissimo poter dialogare con loro o semplicemente assistere da spettatore alle discussioni, magari non intervenendo perché il livello sembrava talmente alto da incutere anche un po' di timore reverenziale in un commentatore abbastanza sprovveduto come potevo (e posso) essere io, che iniziavo solo allora a capire cosa significasse cercare di scrivere poesia oggi, cercare di comunicare qualcosa.
    Qualcuno nei commenti precedenti ha posto l'accento sulla mancanza di commenti negativi. Anche a me pare che ci sia una tendenza a esprimere giudizi positivi, magari per non offendere qualche amico o qualche amico di amici, è una cosa da mettere in conto, è normale che sia così. Ma è pur vero che ci sono persone che non seguono questa logica di comodo e che sanno evidenziare quelli che secondo loro sono i punti deboli di un testo, mantenendo la discussione in un'ottica civile e proficua per l'autore. Una di queste persone è il creatore di questo blog, ma come lui ce ne sono tante altre. Grazie a queste persone, grazie alle critiche che ho letto (anche su miei testi) ho avuto la possibilità di superare quello strato di egocentrismo che sempre avviluppa chi inizia a scrivere, comprendendo che una vera crescita la si ottiene soltanto aprendosi a tutte le voci, in particolar modo a quelle discordanti dalla propria. Spesso non sono stato d'accordo con le critiche che venivano mosse, a volte (tante) le ho trovate equilibrate, fondate e corrette, ma tutte sono state utili e tutte mi hanno spinto a leggere e a ricercare.
    E' vero, gran parte dei blog che seguivo ora sembrano ristagnare, come se avessero dato tutto quello che potevano dare. Ma i blog di poesia secondo me non sono morti, lo testimoniano questo in primis ma anche altri, penso a quello di Francesco Marotta, a oboesommerso con il suo interessantissimo "progetto lettura", tanto per citarne alcuni.
    Prima ho sottolineato l'importanza dello scambio, dei commenti, ma non credo sia solo questa l'unità di misura della vitalità e dell'utilità di un blog. Per esempio io leggo molto ma intervengo pochissimo, forse perché ancora mi faccio delle remore, forse semplicemente perché ho poco tempo, forse perché a volte non ne ho voglia. Spesso ripesco post vecchi di 3-4 anni e me li rileggo con interesse. Come me ci saranno tante altre persone che leggono e traggono profitto da questi strumenti. I blog curati con capacità, quelli che sanno interessare il lettore non solo nell'immediato ma anche a distanza di mesi e anni, diventano come grandi raccoglitori, libri miscellanei consultabili all'occorrenza.
    E poi sono convinto di una cosa: meglio vedere un post con pochi commenti ma buoni e articolati piuttosto delle vergognose e incivili risse virtuali a cui spesso ho assistito nel periodo in cui i vari lit blog erano all'apice della loro popolarità.
    Sono stato prolisso e ripetitivo, ma ci tenevo a dire queste cose.

    Matteo Poletti

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  24. caro Matteo, fra le righe sollevi involontariamente una questione che mi intriga da tempo: quanod tu dici che leggendo i blog conosci la poesia contemporanea, mi rendo conto che in verità, i più importanti autori italiani, in Blanc, mancano. E' una scelta che tuttavia dovrei colmare, per quanto possibile. Da 10 anni leggo libri di poesia in un corso a Vicenza (Zanzotto, Luzi, Rosselli, Raboni, Merini, Caproni, Pasolini, Sereni, Porta, De Angelis e tanti altri decisivi del 900) eppure qui non sono presenti. Per un lettore come te, che, se ho ben capito, ha bisogno di essere indirizzato, questa mia è una vera lacuna. Sto pensando a come colmarla.

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  25. sempre restando quella che preferisce parlare con le persone in carne ed ossa, non posso non ammettere che i blog (liberinversi e questo, soprattutto) sono stati per me un vero strumento di avvicinamento e conoscenza.
    a cosa?
    alla poesia contemporanea e a certe logiche/illogiche che ci sono in questo universo.
    alle persone, anche.

    quindi credo che la funzione di un blog sia quella di essere una specie di ponte, di tramite tra quello che mi viene proposto virtualmente e quello che cerco, realmente.

    quanto alla questione del dibattito e dei commenti quasi sempre positivi, credo che in parte ciò dipenda anche dalla disponibilità dell'autore. che, spesso, si mostra troppo suscettibile. oppure dal fatto che, come diceva stefano, non è semplice addentrarsi in un lavoro di critica in uno spazio virtuale.

    resta comunque un fatto: i blog di poesia (quelli che sono gestiti con un progetto e un senso) sono importanti. perchè danno spazio a discussioni che nascono intorno a qualcosa che ha un valore critico e artistico, in primis.
    e lo dico pensando a facebook (eh, sì, ci son cascata e lo ammetto) uno di quei non luoghi dove ci si trova amabilmente e spesso per prendersi un aperitivo e far quattro chiacchiere. ma nulla più.
    (e credo sia per questo, che i blog letterari e critici hanno perso lettori e pubblico...)
    s.

    /dopo questo intervento credo non sarò in giro per la rete per un paio di dì...e mi spiace, perchè è un dibattito interessante./
    s.

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  26. Vado di fretta (sono al lavoro)...
    Stefano, quando ho scritto che grazie ai blog ho conosciuto la poesia contemporanea mi riferivo agli autori "non canonizzati". Quelli che tu citi per fortuna li ho studiati e letti! Mi riferivo a quel famoso lavoro di "mappatura" di cui tanto si è parlato sui blog.
    Matteo P.

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  27. caro Matteo, Blanc si rivolge anche a chi non ha avuto la fortuna di studiare gli autori canonici. l'educazione permanente è una grande conquista della modernità che non va lasciata cadere. Anche perché - come ben saprai - non fa mai male rileggere un classico, specie se viene riletto dai contemporanei.

    A Silvia: hai detto bene: il blog fa da ponte. l'importante è che il lettore abbia i pilastri, se li porti da casa, altrimenti il ponte cade, è inutile.

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  28. Sì Stefano, concordo, ci mancherebbe altro! La mia era solo una precisazione, non volevo apparire arrogante. Ovviamente la lettura dei classici è imprescindibile ed è assolutamente interessante la loro "rilettura" da parte dei contemporanei, soprattutto su un mezzo agile e fruibile come può essere un blog che, a differenza ad esempio di un saggio stampato su carta, consente un'interazione diretta con l'autore. Per questo sarebbe interessante vedere realizzata l'idea cui accenni; penso sia costruttivo poter ragionare sulla lettura, sull'interpretazione di un grande autore. E' questo secondo me il grande vantaggio e la grande risorsa del blog. Prima dicevo che i blog ben fatti diventano libri miscellanei consultabili all'occorrenza; ne sono convinto, ma rispetto a un volume presentano il valore aggiunto di un confronto sempre possibile, magari che non si realizza, ma che è presente in nuce in ogni post. Per parlare di un'opera, di un saggio, di un testo, bisogna incontrarsi, in questo modo invece ognuno potenzialmente può intervenire, se lo vuole, e dire la propria. Ritengo sia un grande strumento di diffusione della cultura e di questi tempi non è poco.

    Matteo Poletti

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  29. sarebbe bello che un autore famoso intervenisse in un blog, ma capita di rado, magari per poca dimestichezza con in mezzo (se è anziano) o per diffidenza.

    grazie per gli interventi.

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  30. A me servirebbe una sezione
    Blanc de ta nuque "classic"
    Ad esempio, gli autori che tu citi Stefano e naturalmente anche altri,
    potrebbero trovare posto a cadenza periodica, magari uno ogni mese, per poter approfondire maggiomente i loro scritti, attraverso un link sulla home page. Credo poi che gli autori in questione potrebbero intervenire anche personalmente,
    una volta constata la serietà dell'iniziativa. Mi viene in mente la formula "incontro con l'autore"
    da adattare naturalmente al web.
    Già che sono qui :) volevo chiederti Stefano, come mai in home non c'è uno spazio per gli ultimi commenti postati. Non che la cosa sia di vitale importanza,
    vista la pulizia della home di Blanc, ma che permetterebbe di rimanere aggiornati anche sui commenti ai post più vecchi qualora ci fossero.
    Scusami se mi sono permesso
    e grazie ancora per questo luogo.
    vincenzo celli

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  31. Ps: visto che hai citato Sannelli in un commento precedente, notavo come anche Chiara, virgoletta con gli asterischi :)
    un saluto a tutti.
    vincenzo

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  32. caro Vincenzo, la piattaforma "blogger" non consente divisualizzare i commenti nel modo in cui dici (o forse sì, ma non saprei come fare)

    per il resto: mi costerevve troppa fatica convincere i poeti ritrosi a intervenire, anche perché spesso non li conosco di persona e nemmeno via mail.

    una scheda è possibile, ma è anche vero che se su google tu scrivi, per esempio, "Andrea Zanzotto" o "Giovanni Giudici" trovi parecchie pagine, mentre se scrivi i nomi dei poeti che posto, li trovi qui e in poche altre parti.

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  33. @ Vincenzo Celli:

    Gentile Vincenzo, Daino userebbe volentieri le borchie al posto delle virgolette e attende fiduciosa il segno tipografico che traduca il metallo del suo forgiare frasi... E gli asterischi sono quanto di più puntuto la tastiera offra.
    E ancora: Daino usa anche le parentesi quadre perché detesta tutte le forme tondeggianti e, se potesse, non userebbe mai le relative. E mille altre manie che non riporta per non tediarla e non tediare gli altri lettori.
    Solo, Daino la prega: non la accomuni a Sannelli - che ha detto/scritto tutto e il contrario di tutto circa lo strumento virtuale [Daino ricorda l'addio del citato Sannelli alla Rete con tanto di Lettera aperta al popolo del Web e alla Repubblica delle Lettere. E ricorda il Sannelliano decretare "chi è in rete non esiste". E la memoria di Daino è ferrea e i di lei neuroni trovano quanto meno + incoerente + il trionfale ritorno Sannelliano in Rete... Ritorno segnato da patetici attacchi personali, indegni della sua presunta purezza d'animo].
    Questo per chiarire, si spera, per l'ultima volta l'annoso parallelo che la lega, strozzandola, a Sannelli. E si scusa con Stefano per la parentesi [sentita e dovuta e come autore e come persona]

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  34. un caro saluto a tutti!

    (Appena me la sento di dire la mia cerco di non tacere le critiche, e se esse sono tali in quanto anche organiche e correlative a delle lodi, non vedo mai perché no)

    ((E' vero, certo, che la conoscenza personale dell'autore cui ci si rivolge può influenzare il tono del commento: per esempio, l'ultima, sapendo che Chiara Daino teme il filo di lama della mia penna, ho usato il coltello dalla parte del manico per rivolgerle la mia critica sulla deformazione simbolica di un personaggio del suo singolarissimo recente lavoro, e ne è nata una discussione illuminante per entrambi, anche se, è vero, nella frettolosità tipica dei tempi di lettura al pc potevano apparire sembrare solo lodi e ammiccamenti sperticati!))

    Quanto al resto del dibattito in corso, sperando di contribuirvi in qualche modo, ho inserito un nuovo post sul blog di PoesiaPresente:
    http://www.poesiapresente.it/blog/10-blog/70-sempre-aspettando-il-convegno-di-vimercate-di-cui-al-post-precedente.html
    (se non ci si arriva cliccando qui, si provi a cliccare sul mio nome in testa a questo commento)

    Se tutto va bene, allora, ci si INCONTRA a Vimercate...

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