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lunedì 2 novembre 2009

Poesia e Blog (a proposito di una controversia)



Il saggio che presento uscì, leggermente tagliato, con il titolo Canone vs. Blog, negli Atti della Fiera dell'editoria di poesia, a cura di C. Daglio, M. Ferrari (La Clessidra, Novi Ligure 2007, pp.59-60); lo ripubblico sia per continuare la riflessione del post precedente e sia per entrare nella discussione aperta da Gilda Policastro (Il Manifesto) e Carla Benedetti (Primo amore). Si tenga conto che nel mio saggio si pone l'accento esclusivamente sui blog di poesia.




1. Lo sfondo

Questo saggio nasce dalle ceneri di un gossip letterario, nato su autorevoli quotidiani nell’agosto 2006, per l’intrattenimento marinaro dei lettori annoiati sotto gli ombrelloni. La questione è nota (ma forse già dimenticata); così la riassume, a caldo, Claudio di Scalzo su Tellusfolio: «Tutto parte da un’intervista, registrata da Florinda Fusco, dove Nanni Balestrini afferma che “Per fortuna c’è Internet che permette di far circolare ovunque, e rapidamente ed economicamente, le poesie di tutti”. Prosegue rilevando il magma che compare sul web, la pazienza che ci vuole per trovare gli autori validi ma anche la possibilità di dialogo con chi scrive usando siti personali e blog e mail e così via. [...] Successivamente Paolo di Stefano, sul Corriere della Sera [...] ha chiesto l’opinione sulla questione al poeta Giuseppe Conte che orficamente ha tagliato la testa al ragionamento di Balestrini ravvisando nei poeti da web degli “esibizionisti” conditi con “materiale inerte”. [...] Da queste lamentele di individui ben nutriti e allattati dall’editoria prende il via Umberto Eco su L'Espresso (17 agosto, 2006: "Dove mandare i poeti") [...] il quale afferma – chiosando i conti di Conte sulla residua nobiltà di Madama Poesia – che il corpo della meschina sul web è composto da dilettanti senza arte né parte e che neppure può essere selezionata non esistendo la severità di riviste di settore atte a farlo – come un tempo la gloriosa Fiera letteraria – e dunque che forse è il caso di non dare troppo spazio a questo oceano nelle stanze della cultura».


2. La questione

Sul tavolo, dunque, una questione complessa, giacché coinvolge la neoalfabetizzazione informatica, l’utilizzo di internet quale via per l’apprendimento e l’aggiornamento continui, l’identificazione generica di poesia lirica e interiorità, il proliferare incontrollato della poesia in rete. Proliferare che spesso ignora tradizione e convenzioni fornite dalla società letteraria, la quale perde così d’autorevolezza e dunque di potere sulle magnifiche sorti e progressive della poesia. Ma non di questo si vuol discutere qui: non della necessità di controllare la poesia in rete; non del sarcasmo dei poeti e dei critici laureati (e neanche dei disarmanti limoni poetici che si possono leggere navigando); e nemmeno si intende verificare per quale singolare sorte, la poesia (epica, didascalica, satirica, burlesca, epigrammatica eccetera) sia diventata (quasi esclusivamente), nella modernità, poesia lirica. Qui piuttosto si cercherà di informare intorno al fenomeno poesia italiana nei blog e di interrogarsi sulla relazione fra il canone tout court e alcuni poeti particolarmente seguiti in rete.



3. Blog di poesia

Come molti sanno, il termine anglosassone «blog» deriva dalla contrazione di «web» con «log» (quest’ultimo rinvia alla forma-diario, il logbook, appunto). Si tratta di una pagina infinitamente lunga, fornita spesso gratuitamente da un hosting (Splinder, Blogger, Wordpress, Blogitalia etc.) nella quale ciascuno può inserire, oltre a collegamenti con altri siti (links), testi, foto e, se tecnicamente esperto, audio e video. La particolarità del blog, a differenza dei siti genericamente intesi, sta nella possibilità data a chiunque di commentare il testo pubblicato, con tutti i rischi e i vantaggi che ciò comporta: sabotaggi linguistici da un lato, occasione di incontro e confronto dall’altro.

Pare che – in generale – ci siano più di 60 milioni di blog nel mondo e che, negli ultimi 12 mesi, siano state pubblicate circa 5 milioni di poesie (non sempre inedite, e talvolta le stesse in differenti siti). In Italia, sono almeno 1000 i blog che mettono la poesia in primo piano.1 Per dare le giuste proporzioni al fenomeno, è necessario tuttavia riprendere un dato riferito da Vincenzo della Mea al Workshop “Internet e poesia” di Bazzano (28 aprile 2007): analizzato il traffico del maggio 2006 in otto blog qualificati, risulta che, su un totale di 2761 commenti, ben 2256 sono opera di soli 37 soggetti. Vero d’altro canto che i puri lettori sono molti in rete; nel mio blog, per esempio, commenta meno del 15% dell’utenza giornaliera, che si aggira sul centinaio di unità (dei passaggi senza commento, almeno la metà sono fatti da navigatori occasionali o capitati accidentalmente nel blog). Quei 15 utenti, assidui frequentatori di Blanc de ta nuque, fanno invece parte di un gruppo abbastanza omogeneo di soggetti attivi nei maggiori blog poetici, che probabilmente non supera il centinaio di persone, dall’età media superiore ai trenta, di cultura medio-alta e equamente spartite fra maschi e femmine.

Per quasi tutti questi navigatori, un sicuro punto di riferimento lo forniscono AbsolutePoeGATOR (che assembla anche blog internazionali e legati alla narrativa) e PoEcast, un sito aggregatore specializzato nella poesia, nato nel luglio 2006 e ideato da Vincenzo Della Mea (poeta e ricercatore informatico presso l’Università di Udine - facoltà di Medicina e Chirurgia), che va progressivamente infoltendo gli indirizzi di riviste on line e soprattutto blog (nel complesso, al maggio 2007, una quarantina). Senza entrare nel dettaglio, fra questi possiamo trovare il grande vivaio della poesia lineare del XXI secolo, ma anche accese discussioni di poetica, di critica e di letteratura comparata; in alcuni blog è possibile ascoltare la voce dei poeti (poco esiste, invece, riguardo alla poesia performativa), in altri esaminare pagine ormai introvabili del cartaceo (per esempio articoli di riviste degli anni settanta-ottanta) o leggere poeti che, per diverse ragioni, non sono riusciti a rimanere a galla nell’editoria cartacea. Ma la vera novità rispetto agli spazi tradizionali è, come detto, il dialogo sostenuto nei commenti, un dialogo nel quale, come scrive lo psicoanalista Marco Longo a proposito delle dinamiche di gruppo in rete, «si assiste al costituirsi di una "scena", in cui ben presto si riconoscono gli attori principali, le comparse, il coro, il pubblico (lurkers); oppure si assiste alla "messa in scena" di aspetti della personalità dei singoli partecipanti, cosa evidentemente di volta in volta favorita dal particolare contesto dinamico che si viene a creare in ogni gruppo mediatico».2 Tenendo conto dei dati sinora espressi, possiamo dunque concludere che in Italia, negli ultimi due anni, si è formata una blogsfera poetica molto vivace, composta di 30-35 blog militanti e frequentata assiduamente da un centinaio di persone, alle quali si devono aggiungere altri 80 - 100 lettori occasionali altrettanto competenti, ma che raramente commentano.


4. Canone e blog

Entro questa cornice, ho voluto verificare quali autori fossero più spesso postati, recensiti, commentati, così da individuare una possibile corrispondenza con il canone contemporaneo, inteso quale rosa di nomi eccellenti imposti/proposti dalla società letteraria a cui è stata riconosciuta autorità.3 A tal fine, ho contattato 27 bloggers interni all’aggregatore di PoEcast, chiedendo loro di indicarmi gli autori viventi sui quali, tra il febbraio 2006 e il febbraio 2007, hanno scritto in rete e/o sul cartaceo con maggior convinzione. Hanno risposto in diciassette,4 fornendomi un ventaglio di 189 nomi: fra questi, ci sono autori canonizzati dai grandi editori (A. Anedda, P.L. Bacchini, F. Buffoni, A. Ceni, M. De Angelis, G. D’Elia, L. Erba, V. Magrelli, G. Majorino, E. Pagliarani, G. Pontiggia, A. Riccardi, A. Zanzotto); nomi presenti in antologie di piccoli editori e/o “militanti”5 (C. Annino, M.G. Calandrone, B. Cepollaro, F. Davoli, P. Di Palmo, F. Ermini, G. Fantato, A. M. Farabbi, M. Ferrari, N. Gambula, M. Giovenale, E. Grasso, M. Gualtieri, R. Lo Russo, G. R. Manzoni, G. Mesa, M.P. Quintavalla, R. Teti, I. Travi), e giovani autori noti ormai al pubblico della poesia tout court (T. Cera Rusco, M. Desiati, P. Fichera, M. Fantuzzi, F. Fusco, F. Matteoni, D. Nota, A. Ponso, M. Sannelli, F. Santi, F. Serragnoli, S. Ventroni, M. Zattoni).

Moltissimi di questi tuttavia non frequentano la rete o lo fanno saltuariamente; circostanza che, nella blogsfera, diventa discriminante: se infatti verifichiamo chi ha ricevuto almeno 3 voti, a rimanere a galla sono soltanto Milo De Angelis e Massimo Sannelli (blogger esso stesso), accompagnati da autori meno noti altrove, ma attivissimi in rete ossia interni a quel centinaio di lettori-commentatori prima indicati. Oltre al mio nome (scelta prevedibile perché nata nell’alveo di un’amicizia che ha mosso, fra l’altro, questa ricerca) sono stati indicati: L. Ariano, C. Babino, F. Centofanti, F. Cerrai, V. della Mea, G. Pepe, D. Raimondi, C. Sinicco, S. Aglieco, F. Alborghetti, G. Fabbri, F. Marotta, S. Massari, A. Padua e A. Pizzo.

La prevedibile non corrispondenza fra Canoni ufficiali e poeti premiati dai blog, offre lo spunto ad alcune considerazioni di merito, a cominciare da quella riguardante la differente natura dei due sistemi. Il criterio d’eccellenza determina infatti l’indole selettiva ed elitaria del canone, mentre i blog, essenzialmente inclusivi e senza proprietà, sono spazi colonizzabili dal basso, attraverso la libera iniziativa e la cooptazione amicale (l’organizzazione delle antologie segue invece regole più complesse, legate al do ut des editoriale, accademico e ideologico, oltre che a scelte d’appartenenza poetica). Anche le finalità sono differenti: non sarebbe difficile dimostrare come le società del capitalismo avanzato, attraverso il canone nazionale dominante, si sforzino di consegnare un’immagine affidabile di sé ai posteri e cerchino in esso un rispecchiamento che sia tendenzialmente edificante, appunto perché gerarchizzato e ordinato,6 mentre i blog sono un arcipelago che agisce orizzontalmente e si espande per via centrifuga, un arcipelago anarchico che rivendica autorevolezza senza chiedere deleghe alla società letteraria, la quale, dal canto suo, non ha interesse ad intervenire nella questione perché ritiene il cartaceo una tappa più prestigiosa del virtuale e sa che questo è il sentire anche della maggior parte degli internauti. Per questa ragione, fra l’altro, gli autori canonici non muovono un dito per essere inclusi nei blog, con ciò amplificando la sensazione che questo spazio libero ed autogestito si stia sempre più rivelando incapace di interagire con le istituzioni territoriali (che hanno un ruolo evidente nella selezione autorevole), mentre la spinta alla verticalizzazione, alla gerarchia meritocratica – nella misura in cui consente di far emergere i valori in campo – pare appunto un esigenza degli stessi poeti in rete.7 Questi differenti aspetti mantengono dunque separati i due ambiti, quello che persegue il modello di tradizione autorevole e la spartizione dei potere attraverso l’emblema letterario, e la blogsfera, che sponsorizza se stessa e i propri autori, in una circuitazione autoreferenziale assai frustrante. Un aiuto, in questo senso, potrebbero darlo le grandi case editrici, se gestissero, ciascuna per proprio conto, uno spazio virtuale, che facesse da interfaccia tra il libro e il dattiloscritto, tra il riconoscimento pubblico di valore e il laboratorio di autori in fieri. Ciò consentirebbe maggiore visibilità ai poeti stimati in rete perché obbligherebbe gli editori a frequentare i blog, così da poter selezionare un ventaglio maggiore di autori appetibili. L’autorevolezza e, paradossalmente, la visibilità sono infatti gli anelli deboli della blogsfera, se, come pare, i blog catalogati da PoEcast e da AbsolutePoegator sono qualificati soltanto per l’utenza internauta e se, come detto, questa non arriva complessivamente alle 200 unità, laddove il pubblico della poesia in cartaceo è perlomeno dieci volte tanto. Vero del resto che gli autori premiati nei blog non stanno a guardare, avendo ognuno pubblicato più di un libro (anche grazie alla piccola editoria di qualità, che promuove autori spesso formatisi nelle palestre-blog) e collaborando attivamente con le riviste in cartaceo.8 È proprio a questi due livelli che le obiezioni avanzate da Conte e Eco s’indeboliscono. L’esibizionismo lamentato dal poeta ligure, infatti, che pure esiste in rete, viene smentito dalla qualità dei libri pubblicati e dalla personalità degli autori citati, che bene emerge nei blog; così come la mancanza di una “Fiera letteraria”, che orienti i lettori, viene in parte superata dall’autorevolezza degli aggregatori e dal tam tam messo in moto dai meetings recentemente svolti.9 Qualcuno potrebbe rimarcare il divario tra l’eccellenza dei nomi che parteciparono alla Fiera e il parziale anonimato dei poeti e dei critici che alimentano la discussione e l’arte nei blog. Difficile contestare; tuttavia si leggano alcune intense discussioni avvenute in Poesia da fare o in Absolutepoetry o in LiberInVersi e la distanza s’accorcerà, ne sono sicuro.10


1. Alcuni di questi sono collettivi ossia gestiti in multiproprietà. Il caso più significativo è Volobliquo (http://volobliquo.splinder.com/ ) che conta, al momento, 2155 iscritti.

2. Marco Longo, Gruppi di formazione e psicoterapia di gruppo on-line: qualche ipotesi di studio e di possibile applicazione, Articolo presentato al Convegno World Psychiatric Association “Mass-media e salute mentale” svoltosi a Firenze il 4 - 5 Ottobre 2001. Di non facile gestione, il dialogo tra i bloggers richiederebbe comunque la condivisione di un codice etico, che ne regolasse le modalità (così come ha fatto il CyberJournalist.net, elaborando il Code of ethic della Society of Professional Journalists americana, a proposito della gestione delle informazioni nei blog).

3. Come infatti scrive Massimo Onofri, sono due i criteri che sostanziano il canone a partire dal Romanticismo: «un criterio di eccellenza ... che permette l’inclusione di un autore piuttosto che quella di un altro; l’autorità di chi quegli autori include». Id, Il canone letterario, Laterza, Bari 2001, p.17.

4. E precisamente: LiberInVersi, UniversoPoesia, La cugina Argia, La poesia e lo spirito, Carte sporche, La casa del serpente, Erodiade, Vocativo, Sguardo di Transito, Imperfetta ellisse, Georgiamada, Dissidenze, slowforward, Radici delle isole, Oboe sommerso, la costruzione del verso, /enzo/blog/ (a questi va aggiunto i dati relativi al mio blog, Blanc de ta nuque).

5. Per quanto riguarda le antologie dei grandi editori, ho esaminato: M. Cucchi – S. Giovanardi, Poeti italiani del Secondo Novecento, Mondatori, MI 1996; E. Testa, Dopo la lirica. Poeti italiani 1960 – 2000, Einaudi, TO 2005; N. Lorenzini (a cura di), Poesia del novecento italiano. Dal secondo dopoguerra ad oggi, Carocci, Roma 2003; D. Piccini, La poesia italiana dal 1960 ad oggi, Rizzoli, MI 2005. Fra le “antologie militanti”, intendendo quelle che propongono una sorta di anticanone o comunque un canone ricco di novità, troviamo anche quella di un grosso editore (F. Loi – D. Rondoni, Il pensiero dominante. Antologia della poesia italiana 1970-2000, Garzanti, MI 2001), che ha scelto il criterio della poesia che abbia in seno “una domanda dilagante di ascolto” (p.19) e così inserendo coraggiosamente autori altrimenti esclusi dalla rosa. Ho inoltre consultato: AA.VV. Akusma forme della poesia contemporanea, Metauro, Fossombrone 2000; C. Vitiello Antologia della poesia italiana contemporanea (1980 – 2001), tullio pironti, Napoli 2003; G. Fantato (a cura di), Sotto la superficie. Letture di poeti italiani contemporanei (1970-2004), Bocca editore, MI 2004; AA.VV., Parola plurale, luca sossella, Roma 2005, L.Cannillo, G. Fantato (a cura di), La biblioteca delle voci. Interviste a 25 poeti italiani, Joker, Novi Ligure 2006.

6. La questione è complessa. Mi permetto perciò di rinviare il lettore al mio saggio “Canone e finitezza”, pubblicato nella rivista on line “nabanassar” nel novembre 2005; (Ora in Stefano Guglielmin, Senza riparo. Poesia e finitezza, La Vita Felice, MI 2009)

7. Interessante quanto emerso al BlogMeeting di Monfalcone, il 23 marzo scorso, in cui il tema dell’autorevolezza è uscito con forza. Dice Giulio Mozzi: «E’ vero che chi va in rete con auctoritas costruita altrove la mantiene. La costituzione di autorevolezza esclusivamente in rete è avvenuta in diversi ambiti tra i più disparati (per lo più tecnici) ma non per la letteratura. [...] Come si fa a costruire autorevolezza in rete, allora? E’ questione di scienza delle comunicazioni e di marketing. Il fare attività di selezione è senz’altro un primo imprescindibile punto: il fare da filtro». Dal verbale redatto da Massimo Orgiazzi, leggibile nel n.7 della rivista on line “L’Attenzione” http://lattenzione.com/2007/03/30/absolute-blogmeeting/#comment-1106.

8. Queste secondo aspetto è particolarmente evidente nella nuova pagina di “Schede – Poesia” de “L’Indice”, le quali più della metà sono firmate da autori che operano in rete. Nel numero di Maggio 2007, per esempio, su 7 recensioni, 6 sono scritte da internauti: troviamo infatti, oltre alla mia, quella di Giampiero Marano della rivista on line “Dissidenze”, di Gianfranco Fabbri del blog La costruzione del verso, di Luigi Nacci del blog AbsolutePoetry, di Simona Niccolai del blog Santasubito e assidua lettrice in rete, così come lo è Lorenzo Carlucci, particolarmente attivo in la poesia e lo spirito.

9. Sul rapporto fra poesia e blog si sono mosse per prime Macerata (luglio 2006) e Foggia (dicembre 2006), seguite quest’anno da Monfalcone, (marzo 2007) e Bazzano (aprile 2007). Relazioni e foto di quest’ultimo evento si trovano qui: http://poesiainternet.splinder.com/

10. Si legga, per esempio, la discussione serissima (eppure tipicamente bloggeriana, con qualche deriva e, talvolta, l’aspro conflitto tra i discenti) sviluppatasi attorno ad una provocazione di Luigi Nacci sull’intoccabilità autoriale di Milo De Angelis http://lellovoce.altervista.org/spip.php?article941

9 commenti:

  1. Grazie di questo intervento, puntualissimo e pregno di informazioni interessanti.

    Morgan (forse ricordi...)

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  2. marghe ealla3/11/09 17:37

    Ehi, ma che post interessante!
    Mannaggia, dovrei essere meglio addentro le questioni, però provo, che mi stuzzica-

    Credo che la grande “quantità” di blog di “poesia” & affini disponibile in rete, proprio per la natura di quest’ultima, comporti un movimento orizzontale, e dunque per certi versi uniformante di chi scrive / legge cioè in genere in rete, ammesso che si crei o ci si attenda a qualche "canone" (per riprendere il tuo bel titolo), cmq si danno poche fughe (non che questo non succeda con la carta stampata, ma in maniera sicuramente meno evidente)
    Provo a spiegarmi (spero :)):
    chi legge, siccome il video non si presta ad una permanenza sulla lettura, solitamente apprezza ciò che incontra in modo veloce il proprio gusto; nn a caso una delle frasi che trovo spesso nei commenti è : “è nelle mie corde”/”non è nelle mie corde”;
    nella risonanza ci si ri.conosce / amplifica,
    creando una sorta di corto circuito emotivo e conoscitivo (riconosco ciò che già ho conosciuto o sentito) , autoreferenziale in senso allargato a tutti gli utenti del blog.

    Il movimento orizzontale dunque lo vedo nel “calmierarsi” degli utenti in modi simili di scrivere / leggere (dopo un certo periodo gli autori che scrivono sui blog in compartecipazione tendono, se non già si sono scelti proprio per questo sin dall'inizio, ad “omologarsi”, non credo sia voluto, anzi!, ma che sia proprio nella natura di rete favorire nello stesso tempo la crescita degli autori (innegabile che a fronte del continuo confronto avvenga un miglioramento), ma anche la loro tendenza ad assomigliarsi o, meglio a riconoscersi.
    Proprio per questo problema, ritengo più interessanti i siti con una redazione che cerca, seleziona, presenta gli autori (come Blanc, per es.), ma anche questi siti, soprattutto nel caso in cui sia frequente il loro aggiornamento (e deve esserlo altrimenti i navigatori si disaffezionano), portano a quella che io chiamo ““sindrome da museo”: il troppo (anche magari il troppo bello) in poco spazio in poco tempo a disposizione.
    (Inoltre il post scorre e, specie se complesso, non viene più ripreso, si passa a quello nuovo)
    .
    Altro punto poi, già sottolineato nel post, è quello relativo alla interazione autore-lettore
    (lì la natura o, se vogliamo, il valore aggiunto di un blog o un web magazine)
    spesso sbilanciata nei numeri (tanti post / pochi commenti ,e fra quei pochi, diversi soggiacenti alla compiacenza del do ut des, “fenomeno” visibile soprattutto nei blog personali e condivisi).

    Per quanto riguarda invece l’analisi della “offerta” nella sua capacità di dire il mondo e nella sua specificità tecnico-letteraria ecc.., cioè del suo essere letteratura, beh , a parte che in modo approfondito e specifico dovrebbe essere il lavoro dei critici, dei letterati ecc.., magari dessero un'occhiata in rete, se no che ci stanno a fare :) naturalmente scherzo,
    credo che la narrazione umana si sia così tanto parcellizzata e frammentata che qualcuna di queste forme (altre rispetto alla poesia), per es la pubblicità, oltre a raggiungere più persone, forse addirittura rac -contano più (e arrivano ai più)
    Sono un po’ disfattista, però a chissà, che non si abbia dopo un accumulo quantitativo un salto qualitativo (in genere accade). Quindi anche in rete. Ai posteri….

    Ah gli ipse dixit, gli “intoccabili” ecc..!, rivendico il diritto del lettore di prendere con impertinenza tutto e solo quello che gli pare.

    Ciao.

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  3. l'omologazione mi par avvengo soprattutto quando la qualità proposta è modesta (in gtan parte del blog, dunque). Giusto distinguere, perciò, i blog-diario da quelli che, cone Blanc e altri, cercano di percorrere i molteplici sentieri della poesia, postando anche autori non per forza prediletti dalla "redazione" (che, spesso, è composta da una sola persona, cone Blanc).

    Sui letterati: a me pare che le letture ritiche offerte dai gestori di alcuni blog (molti dei quali si trovano nel poecast di Della Mea), siano a tutti gli effetti autorevoli e professionali.
    Forse sono gli editori che dovrebbero più attingere a questo mercato.

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  4. "letture critiche"

    gugl

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  5. lorenzo carlucci6/11/09 16:04

    mmmh. io non direi di essere particolarmente attivo sul blog la poesia e lo spirito. non ho mai fatto altro che commenti là. raccolta dati interessante però!

    ciao,
    lorenzo

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  6. tieni conto che ho scritto questo testo quasi 3 anni fa.

    gugl

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  7. i'm gonna make my own blog

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  8. Amiable dispatch and this post helped me alot in my college assignement. Thank you as your information.

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