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giovedì 29 ottobre 2009

Ai potenziali autori di Blanc




Ogni settimana ricevo parecchi libri di poesia da amici, da editori e da autori che non conosco. Dopo averli sfogliati, organizzo due torri: la più bassa aspetta di essere ripercorsa, meditata con più attenzione. La più alta viene riposta in libreria a documentare la frenetica attività del poetese contemporaneo. Via email, inoltre, mi arrivano raccolte inedite oppure, soltanto, una rosa di poesie, tutte da commentare e, magari, da pubblicare. Per non dire dei blogger-poeti che mi vado a cercare direttamente in rete, come nel caso dell'ultimo post. Insomma: per stare dentro le ragionevoli aspettative degli autori, ogni settimana dovrei leggermi almeno un centinaio di testi, analizzarli e scriverne scientemente. Di fatto, non riesco a commentare più di 2-3 libri al mese, oltre che un paio di inediti. 4 o 5 poeti in tutto. Chiedo dunque agli autori di avere un po' di pazienza se del loro libro, in Blanc, non si vede traccia, anche se magari sono passati 3 o 4 mesi dalla spedizione. Probabilmente qualcosa uscirà ma, se non succede, potrebbe essere banale distrazione, vista la pila di libri buoni che nel frattempo si è accumulata.



Dietro a tutto ciò, rimane comunque una domanda, cui chiedo a tutti un parere: presupposto che la prima fase della poesia in rete si sia conclusa (mappatura della poesia italiana di autori non ancora del tutto emersi; messa in circolo di nomi canonici), in che cosa consisterà la seconda fase? Ha ancora senso continuare a presentare autori, che magari girano di blog in blog, con un nomadismo spesso solo virtuale? E ancora: di che cosa dovrebbe occuparsi un blog di poesia che voglia staccarsi dall'impronta dopolavoristica dei migliaia d'altri siti tendenzialmente autoreferenziali?

48 commenti:

  1. Ecco, questa è una delle ragioni
    per cui non mando mai niente di mio
    da leggere in giro :)
    Per quanto riguarda la domanda sulla
    mission del sito, io credo che la diffusione della buona poesia sia sempre un lavoro da incentivare.
    Gli autori presenti,in questo sito in particolare,sono sempre interessanti. Certamente non tutti
    incontrano i miei "gusti" poetici,
    ma danno uno spaccato della attuale poesia contemporanea.
    Se potessi dare un piccolo suggerimento, aprirei una sezione
    nuove proposte, dove pubblicare
    opere di veri esordienti, magari con una cadenza mensile o una cosa del genere.
    Come sempre, ringrazio per questo luogo e per l'opportunità di conoscenza offerta.
    Vincenzo

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  2. l'idea delle nuove proposte mi sembra interessante. E' anche vero che non di rado posto autori alla loro opera prima.

    grazie per i suggerimenti

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  3. Come sai, il lavoro che tu stai facendo da tempo è di grande qualità, ed è vero che hai spesso pubblicato anche autori agli esordi o quasi. Blanc, di per sè, sta dunque svolgendo la sua funzione e non vedo motivi di cambiarne radicalmente l'assetto, o almeno questa è la mia opinione.
    Il seguito: un passo lo hai appena compiuto con Senza Riparo, che è già un importante passo oltre, non solo la proposta ma la metabolizzazione, la mappatura delle coordinate.
    Dal mio punto di vista i passi successivi dovrebbero uscire dalla rete: un incontro, su carta o - meglio ancora - di persona, una occasione di confronto e di esposizione: questo mi sembra che sia il seguito naturale, anche se so benissimo che è molto più facile a dirsi che a farsi.
    Ovviamente con l'aiuto di chi accetta di collaborare, e credo che sarebbero in molti.

    francesco

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  4. che cosa intendi per "incontro"?

    gugl

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  5. qualche idea al volo - posto che secondo me non c'è niente di male ad andare avanti come fai tu, proponendo sempre nuovi autori con schede di presentazioni brevi ma meditate - direi: tagliare sull'amichevole, sui "ciao caro", "carissimo", "il mio caro amico e poeta", sulle battute, su tutto ciò che dà un senso - appunto - di dopolavoro o di salotto. lasciare da parte la mappa e determinare percorsi: determinazione di correnti, identificazione delle loro caratteristiche, collegamento alla tradizione letteraria. in generale: trattare l'argomento con la massima serietà e la massima "fiducia". selezionare pochi autori e approfondirne criticamente il lavoro. anche proponendo saggi organici lunghi. non per l'ansia di proporre un canone, ma per amore della loro poesia. che a un certo punto si decide contare più del resto, rappresentare un'idea di poesia che possiamo elaborare criticamente e che pienamente ci convince.

    ciao!
    lorenzo

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  6. Caro Lorenzo, io credo che un blog abbia una natura più familiare della rivista e necessiti della cortesia quale tonalità che lo attraversa. Hai ragione che a volte si esagera nelle smancerie (però qui è accaduto di rado). Sulla lunghezza degli approfondimenti ho sempre pensato che non siano auspicabili, proprio per il mordi e fuggi della rete (pare che un lettore si fermi in media su di un sito circa 20 secondi). Però, se fosse pensare alla rete come ad una memoria fissa facilmente consultabile (e lo è), allora scrivere veri saggi non sarebbe sbagliato. Certo il ritmo dei post cambierebbe di molto (uno al mese?). Ciò abbasserebbe inevitabilmente le presenze quotidiane (cosa che invero non sarebbe così drammatica). A meno di non fare un blog collettivo, per cui i saggi sarebbero più frequenti. tuttavia il blog non si presta, come un sito, alla flessibiltà dei links eccetera.

    parliamone.

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  7. E se il problema fosse diverso?
    E se effetivamente ci fosse una iperproduzione poetica, una valanga, una marea, un oceano di carta che per forza di cose non è leggibile né lavorabile né -per dirla come va detta- ha ragione di esistere.
    In carta, in libro, finisce/confluisce un numero spopositato di pattumiera. Romanzi, poesie, saggi. Sopratutto poesie.
    Il problema vero, è che si pubblica troppo e troppa robaccia. L'editore dalla sua dice che deve pur campare e che risponde semplicemente alle esigenze di mercato.
    E non si può nemmeno cercare di arginare perchè non è arginabile, né procedere per stroncaturte feroci perchè richiedono attenzione e questa deve essere convogliata verso i prodotti buoni.

    Stefano, tu in BLANC e altri blog 8e siti) seri, fate un ottimo lavoro. Date spazio, cercate, offrite, proponete, analizzate. E accade che questo lavoro sia premiato da pubblicazioni (il tuo recente saggio SENZA RIPARO, quello che fu per Liberinversi LEGGERE VARIAZIONI DI ROTTA, etc...)
    Dappertutto non si può arrivare.
    Restare però fedeli ad un lavoro critico serio si.

    Mi viene però in mente una controclassifica: una volta al mese, più siti contemporaneamente, che pubblichino una classifica del peggio apparso in poesia. Uno la scrie (anche a turno) e tutti i siti/blog amici la pubblicano.
    Potrebbe essere un primo -inutile, so- passo per sfrondare.

    Che poi, si sa, la maestra della scuola elementare di Usmate Carate piuttosto che di Poggibonsi continuerà a farsi pubblicare i pensierini, librini che invaderanno la posta di qualcuno o le redazioni di blog e riviste... Ma almeno un primo passo per togliersi di dosso questo pidocchiame lo si sarà fatto.
    Fabiano

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  8. mediocri libri di poesie ce ne sono tanti, ma anche tanti lettori pronti a difenderli. aprire una discussione us quetso aprirebbe una voragine senza controllo, temo.

    forse è più facile fare una graduatoria dei più belli (ma vedi la ferocia con cui è stata discussa la graduatoria di pordenonelegge, su Nazione Indiana, verso la metà di ottobre).

    Il mezzo non facilita i confronti.
    gli editori sono spesso, solo, commercianti.
    furoi dalla rete, si continua a considerarla frutto di una masnada di dilettanti.
    i rapporti tra blogger sono, ora più che mai, poco permeabili.

    non vedo sviluppi.

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  9. si,
    forse hai ragione. Tolgo il forse.
    fabiano

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  10. Eccomi di ritorno.
    Sono d'accordo con Lorenzo che il passo successivo debba essere qualcosa di più della proposta, quello su cui ho dei dubbi è che il blog sia il luogo giusto per farlo: mi sembra che per tipo di lettura, contatti, consultazione, il blog sia di per sè qualche cosa di rapido (usa-e-getta mi suona davvero torppo male!), non è un libro, non è un'antologia.
    Blanc fa ciò che deve in modo egregio, io penso, ed ha anche la cadenza giusta nel proporre gli autori, più o meno settimanale.
    La critica, di norma, è giusto che segua altre vie, la rivista, il libro.
    Cosa intendevo per incontro, mi chiedi. Secondo me niente può sostituire l'incontro fisico (non biblico!) tra gli autori. Ho avuto la fortuna di partecipare ad alcuni festival all'estero, in cui gli autori vivevano assieme per alcuni giorni. Questo da un lato favoriva la divulgazione, perchè alle letture c'era molta gente, e dall'altro stimolava un confronto vero, una reale conoscenza.
    L'ho detto e lo ripeto, so che è un'idea molto ambiziosa, ma credo che, se si vuole fare un passo oltre, sia necessario uscire dalla rete.

    Francesco

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  11. naturalmente ci vuole i finanziatori per i meeting. per esempio, gli incontri di Alpe Adria che facciamo a Caorle, a maggio - due giorni -, hanno sempre un buon pubblico. Il volontariato lo escludo.

    in ogni caso, mi piacerebbe che riflettessimo sulla funzione dei blog di poesia. magari indicando anche quali funzionano bene, perché.

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  12. Certo, il volontariato è escluso.

    Sui blog: secondo me la funzione è presentare autori validi e secondariamente - ma solo secondariamente, perchè questo passaggio va affidato ad altre strade - fare critica. La critica nel blog è la selezione degli autori da proporre.
    A me piaceva moltissimo Liberinversi, che in effetti assomiglia a Blanc e non a caso c'entravi anche tu. Cioè: selezione vera alla base e tempo di esposizione adeguato per ogni autore. Sinceramente non so se e come andrà avanti, ma non sentivo l'esigenza di cambiarlo, mi sembrava ottimo così.

    RebStein di Francesco Marotta è uno splendido blog, e non solo di poesia. Io fatico a seguire i post perchè sono tanti, ma il suo lavoro è eccellente e di valore.

    I più famosi li trovo anche più dispersivi e non sempre di grande qualità. Ma non sono un grande intenditore...

    frncsc

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  13. Prendendo spunto dal tema dell'incontro di Francesco, mi rivolgo a Stefano: e se la facessimo, questa uscita, naturale prosecuzione del percorso, dal virtuale al reale, blog-libro-autore in carne ed ossa? Propongo un incontro tra poeti di blanc (e poeti in proprio). A Milano. O dove volete voi. O dove si può. Dove dar voce a poesia di qualità. Luisa

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  14. Blanc è uno dei pochissimi siti di poesia che sfoglio. Esattamente sfoglio, con il cursore, se qualcosa mi attira mi fermo, altrimenti corro oltre. Di Blanc mi piace la presenza di autori alle prime armi e di Blan non mi piace la presenza di autori alle prime armi: è come ascoltare l'accordatura degli strumenti prima di un concerto, è emozionante per circa 40 secondi, poi vuoi ascoltare IL concerto. In questo sito, come altrove nei siti, manca IL concerto, manca l'opera. C'è una sorta di spettacolarizzazione del processo del fare poetico, è una vetrina. Credo che a ciò non ci sia soluzione: una vetrina è una vetrina; non può e non deve essere altro.
    Con gratitudine per il lavoro di S. Guglielmin, perché questo blog è una buona vetrina.
    eko.

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  15. ciao a tutti, mi permetto di intervenire nella discussione, intanto per fare un brevissimo elogio dell'opera poetica complessiva di stefano svolta in questi anni, dai tempi pre-blog ad adesso. scambio e conoscenza mi sembrano le parole più adatte per descrivere questo impegno che, penso, rimarrà tale anche dopo le scelte che stefano deciderà di fare o di non fare in futuro. personalmente sono entrato tardi e con riluttanza a frequentare, comunque molto saltuariamente, alcuni blog, tra cui blanc. le smancerie le si trovano sempre, ma sono d'accordo con stef riguardo la natura anche familiare che uno scambio di questo tipo viene naturalmente ad assumere. importante non esagerare ed esserne sempre consapevoli. non mi piacciono i giudizi troppo definitivi e netti su cos'è buono oppure no in poesia, vedo ancora troppa partigianeria, campanilismo e spirito settario nel mondo della poesia italiana, cosa contro cui sia io che stefano ci siamo sempre, nel nostro piccolo, battuti, per esempio con gli incontri di poesia/poesie a schio, città in cui entrambi ci siamo trovati a nascere e a vivere e che mai prima aveva conosciuto una proposta di questo tipo. penso che si debba essere più aperti al confronto delle esperienze, alla creazione di un circuito che possa essere o diventare sovra-campanile, per abbracciare una dimensione nazionale(intanto)rivolta ad offrire collaborazione, scambio e appunto conoscenza ulteriore tra poeti e non. so che posso apparire ridicolo o ingenuo, ma una cosa, come per esempio, poetry ireland, in irlanda o la presenza di un ente riconosciuto che offra a tutti la possibilità di entrare in un circuito per pubblicazioni, reading, convegni e quant'altro lo trovo ormai necessario in italia per uscire dal circuito chiuso delle varie parrocchie poetiche, e conseguentemente per poter liberamente scegliere o decidere la propria appartenenza o non-appartenenza. l'italia purtroppo è un paese in cui le amicizie fanno il bello e cattivo tempo in ogni campo, lo sappiamo, a scapito dell'impegno, della serietà e della qualità, e molti appena avvertono questo nell'aria se la danno giustamente a gambe levate. non so a cosa possa servire questo mio intervento, se la seconda fase di cui parla stefano sia rivolta fuori dalla rete oppure no. per ora vi saluto caramente e ringrazio ancora stefano per il suo lavoro. roberto

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  16. lorenzo carlucci31/10/09 12:20

    stefano: sono d'accordo che in linea di principio il lavoro di approfondimento andrebbe fatto altrove, magari su qualche rivista specializzata seria. ma lì il livello delle "smancerie" è anche peggio che nei blog (ovviamente in forma diversa). e non esiste una comunità scientifica solida e attenta.

    a fabiano, che scrive: "la maestra della scuola elementare di Usmate Carate piuttosto che di Poggibonsi continuerà a farsi pubblicare i pensierini, librini che invaderanno la posta di qualcuno o le redazioni di blog e riviste..."
    non so che lavoro fai tu, ma saprai che diversi importanti poeti europei del secolo scorso insegnavano alla scuola dell'obbligo, e saprai anche che a scrivere pattume di poesia sono anche professori universitari, ricercatori universitari, giornalisti, etc. commento un po' snob, il tuo.

    ciao,
    lorenzo

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  17. apena posso commento,. intanto, consiglio chi posta di firmarsi con chiarezza.

    Se non erro, hanno commentato:
    "fravcesco" Tomada
    "fabiano" Alborghetti
    "Lorenzo" Carlucci
    "Luisa" Pianzola
    "Roberto" Cogo

    invece "Vincenzo" e "Eko" credo di non conoscerli, ma apprezzo molto il loro intervento, come quello degli altri amici sopraindicati.

    a dopo

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  18. Marghe ealla31/10/09 13:55

    Il lettore. Sempre più cliente. Mi viene in mente l'iniziativa di una
    casa editrice francese (non ricordo il nome) sul “conquistati o
    rimborsati” rispetto determinati libri in promozione (per avere il
    rimborso, in buoni acquisto, occorreva allegare allo scontrino la
    motivazione, una specie di attestato di lettura insomma.

    Il problema, cmq, non è solo dato dal fatto che “un libro deve stare
    sul mercato” e che quindi deve darsi consumato in breve tempo, ma
    anche che forse proprio il tempo del libro, in quanto tale, stia
    scadendo.

    Diversi scenari proiettano la fine della cosiddetta era di Gutemberg a
    breve (per es. viene stimato il 2030 circa come data della edizione
    dell'ultimo giornale) e l'avvento o, meglio, l' “evoluzione” di nuove
    modalità di fruizione della parola, che non sarà più stampata, la
    nascita dunque di un diverso “lettore” (che si tratti di lettore, e
    non piuttosto di un fruitore ibrido, è tutto da verificare, poiché il
    corpus (il corpo del reato :)) non sarà semplice sequenza di
    inchiostro su carta, ma un complesso multimediale nel quale la parola
    scritta sarà sempre meno prevalente).

    Quando scrivi: “i nostri lettori sono accomunati da un altro criterio:
    l’età” dici benissimo, ma occorre tenere conto del fatto che “chi oggi
    ha trent’anni e chi ne ha una cinquantina” sono “immigrati digitali”
    (gutemberiani :), se vuoi). Il “problema” sarà immaginare come
    fruiranno la parola “i nativi digitali”, coloro che hanno modalità
    proprie e diverse di acquisizione (c'è sempre una coevoluzione fra
    mezzo e essere umano che lo inventa e usa).

    Forse la parola scritta, così come noi la viviamo su carta, è già
    “finita”, magari rimarrà sempre più di nicchia (certa parola scritta
    già lo è, e questo, per tornare a sopra, il mercato lo sa benissimo).


    Come sempre e cmq, sono mie riflessioni estemporanee, prendile così,
    usa (se vuoi) e getta :)-

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  19. Allora, il vincenzo è vincenzo celli.
    Mi chiedevo quale fosse il motivo di questa riflessione di Stefano.
    più precisamente se fosse dettata
    da una esigenza di cambiamento, di qualcosa di nuovo, qualcosa che andasse oltre la normale motivazione di un sito di poesia a prescindere da come sia fatto e gestito.
    Forse, Stefano si è reso conto che occorre creare un collegamento con il reale? o semplicimente sente dentro di se che questi bolg sono insufficenti per promuovere veramente la poesia?

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  20. @ francesco: presentare autori validi, mi sembra doveroso, ma, credo che la validità dell'autore vada giustificata criticamente, altrimenti la scelta un atto di fede. Liberinversi, postando solamente testi, contava sulla critica prodotta nei commenti, ma non sempre ciò diede risultati esaltanti.

    @ Luisa: l'interazione fra virtuale e reale mi sembra necessaria. Io credo tuttavia che ci sia una linea Blanc, per cui sarebbe fuorviante dire: "i poeti di Blanc leggono le loro poesie"; bene dunque una lettura insieme, ma soltanto perché ci piace stare con un pubblico, piace a me e a te e a tanti altri. Potrebbe anche essere un'occasione per dialogare su questi temi. Ora però dovremmo trovare il posto per farlo. Hai qualche idea?

    @ Eko: dici che dovrei pubblicare gli autori più importanti della poesia italiana contemporanea? Qualche volta si dovrebbe fare, ma non sempre, altrimenti verrebbe meno la funzione politica di Blanc, che vuole essere uno spazio libero dove autori emergenti possano fare esperienza di un pubblico. Probabilmente dovrei fare una selezione più accurata. Ci penserò.

    @ Roberto: il lavoro che abbiamo fatto con Poesia/ poesie è stato importante e forse lo sarebbe ancora se avessimo le energie e i finanziamenti adeguati; importante soprattutto per noi, che abbiamo avuto modo di conoscere fra i migliori poeti italiani in circolazione. Abbiamo invece fallito, come tu stesso hai ammesso qui a casa mia, nei confronti del pubblico, che non è aumentato, anche se è cresciuto, maturando nei gusti e nella consapevolezza. Ciò è comunque lodevole, su questo siamo d'accordo.
    Vero poi che in Italia non esiste nulla di simile a poetry ireland, per cui. come ben sai, rimboccarci le maniche non basta per creare eventi. Forse, il lavoro della regione Friuli (da Pordenonelegge alle attività di Monfalcone e degli Ammutinati) oltre che quello di Alpe Adria a cui sto partecipando (ne parlerò prossimamente), si avvicinano all'idea che abbiamo sull'intervento concreto che dovrebbero fare le istituzioni per promuovere la poesia.

    @ Lorenzo: la comunità scientifica è difficile da realizzare, sia perché, come tu dici, le smancerie imperano e sia perché – secondo me – non si può fare scienza della poesia. Sicuramente, se la critica italiana dialogasse con maggiore impegno (e l'accademia fosse disponibile a incontrare la critica militante), troverebbe una convergenza autoriale, più ristretta dei 150 straordinari poeti italiani viventi. D'altro canto, uno sforzo dovrebbero farlo anche i poeti-blogger, avvicinando con un po' più di umiltà il canone moderno così da rendersi conto che, spesso, la loro poesia fa il verso al verso del verso di tizio o caio.

    @ Margherita: non sei l'unica a profetizzare la fine della galassia Gutemberg. Al momento la galassia impera, malgrado i viaggiatori interstellari italiani siano veramente pochi. Micromega abita altrove. "I nativi digitali" leggeranno Dante sul polso della camicia, linkando una base metal per meglio sorseggiarlo? O una voce suadente canterà loro, in terza rima, le doti sbiancanti del detersivo? Staremo a vedere (o forse già succede). Per quel che ci competere, proviamo a scrivere poesie vere e a leggere quelle che la tradizione ci mette a disposizione.

    @ Vincenzo. Grazie intanto per avere manifestato la tua identità. A muovermi in questo post sono tante ragioni. Anche il fatto che la questione la discuto da anni, in giro (nel prossimo post voglio rimettere in gioco questa ultima cosa, pubblicando un breve saggio che scrissi nel 2007). Per dirla in breve, e per riallacciarmi all'ultima tua domanda, non credo che la poesia sia possibile promuoverla (sarebbe bello, ma mi sembra che ciò non lo possa fare la rete), però penso che Blanc potrebbe migliorare, così da 'soddisfare' meglio i lettori. Qualche idea sta uscendo, tenuto conto che la piattaforma informatica è questa, limitatissima ma facile, per me, da gestire. Altre idee sono le benvenute.

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  21. Ma no, certo, Stefano, lungi da me gli incasellamenti "autori di Blanc" (come ho sempre sofferto di una leggera claustrofobia ogni volta che sono stata presentata come "autrice Lietocolle" ai readings organizzati dalla casa editrice di Faloppio - alla quale, peraltro, sono riconoscente per avermi coinvolto, felicemente, in quegli eventi). Pensavo a occasioni fisiche di incontro, nel segno di una qualità poetica (qualità nelle differenze espressive, preziosa) emersa dal tuo lavoro e dalle voci venute fuori sia da liberinversi che da blanc...(ma anche altri, come no). Sono sincera, dico questa cosa dell'incontro anche egoisticamente, perché è un po' che nn leggo in pubblico, e mi manca un po' quell'adrenalina. ;-). Pensiamoci. luisa p.

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  22. Non intendevo che non ci debba essere lettura critica su un blog, forse mi sono spiegato male.
    Quello che tu fai è corretto: c'è appunto una lettura dell'autore, ma accompagnata dai testi, e di solito un'ampia selezione. Su questo approccio io sono del tutto d'accordo, secondo me è il ruolo del blog.
    Il tirare le somme del tutto invece deve essere altrove, secondo me.
    E' vero che su Liberinversi invece tutto era affidato ai commenti, e questo immagino sia stato uno dei limiti intrinseci del progetto.

    Su Caorle, Pordenonelegge, Monfalcone ci penso su.
    Ed in effetti non cominciamo a distinguere autori-di-blanc e autori-di-non-blanc... mi sembra l'esatto opposto di ciò che serve.

    Francesco Tomada

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  23. @ Lorenzo Carlucci:
    che mi scrive:
    "diversi importanti poeti europei del secolo scorso insegnavano alla scuola dell'obbligo, e saprai anche che a scrivere pattume di poesia sono anche professori universitari, ricercatori universitari, giornalisti, etc. commento un po' snob, il tuo"

    Hai ragione. Mi scuso.
    E poi è spesso preferibile il libro della casalinga a quello del cattedratico...

    ;)

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    sulla promozione -invece- della poesia, siamo (parlandone) sull'orlo del grande pozzo che tutto inghiotte. Ovvero: l'Italia è rimasto un paese di comuni. Questo caccade sia in politica (tutti contro tutti ed ognuno per se) cosi come in altri ambiti, culturali e non.
    Se da un lato si arriva ad eccellenze, l'altro è appunto la bocca del pozzo.
    Per cambiare davvero bisogna scardinare i feudi.
    BLANC in questo senso fa: non è d'appartenenza, non si schiera, ma offre a 360° laddove il tempo e l'attenzione permettono, prodotto buono.

    I blog certo, hanno vita più breve: lo diceva bene anche Vincenzo Della Mea (credo...si, è lui), sollevando la questione della memoria: un blog dovrebbe potersi dotare di una sorta di memoria storica, cosi da potere pescare gli argomenti trattati in passato (Liberinversi lo ha)
    Ma c'è la concorrenza spietata dell'autorevolezza: la carta c'è e viene ritenuta più importante del blog, ed è per questo che la rivista gode di più serietà.
    E questo me lo diceva il curatore di VICEVERSA RIVISTA e CULTURACTIF.CH (sito)
    Su carta raggiunge 2500 persone per 3 aree linguistiche. Su web 200.000.
    Ma la rivista, per quanto limitata in diffusione, è vista ancora come elitaria.
    Come un bene di lusso, insomma: se è per pochi è di qualità. ,Ma al contempo si cerca la massima diffusione....
    Il centro perfetto sarebbe una elitarietà di massa.

    Leggendo poi l'intervento di Roberto Cogo, giustissimo.
    Dobbiamo anche avere coscienza del cambiamento del pubblico e dell'attenzione. Lo ripeto ormai da anni. E' l'era della Tv.
    L'attenzione e le abitudini sono mutate. Il DNA dell'attenzione è stato cambiato. L agente non è piu uguale all'immagine che abbiamo della gente, del pubblico.
    In sacche geografiche c'è possibilità di avere manifestazioni e pubblico, in altre non c'è modo di alzare 10 persone assieme o creare un evento o muovere il Comune per far sostenere l'evento.
    E' cambiato tutto e bisogna rendersene conto
    e l'esempio illuminante è lo scritto di EKO quando dice:
    "
    Blanc è uno dei pochissimi siti di poesia che sfoglio. Esattamente sfoglio, con il cursore, se qualcosa mi attira mi fermo, altrimenti corro oltre. "

    Fabiano Alborghetti

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  24. capisco bene ciò che intendi, cara Luisa, quando parli delle maglie strette che messe le scuderie. Anche se queste fanno un lavoro ottimo, come Lietocolle. Fra l'altro, dovrebbero proprio essere (anche) gli editori ad organizzare letture pubbliche. lo fa per esempio Fara editore, anche se - mi perdoni Ramberti - il pubblico non è sempre numeroso. Anche se ho conosciuto Francesco Tomada prorprio ad una lettura veneziana di Fara, dove eravamo entrambi ospiti. Francesco che ringrazio per la precisazione e per il suggerimento. Ho intenzione dicontinuare a postare autori, come dicevo sopra; tu dici che dovrei mettere più testi? (tieni conto che ogni testo mi chiede alcuni minuti per scannerizzarlo, salvarlo, eccetera. A meno che questo non sia un compito che si assume l'autore, dopo che gli ho indicato i testi)

    RispondiElimina
  25. caro Fabiano, quando si diceva: 19 secondi a utente (in vrità lo dice Genna, nel suo blog)...

    spesso, chi non frequenta la rete, non si fida perché la pensa regno dell'impermanenza. Forse non ha tutti i torti, per questo, compattare il materiale in un libro, ogni tanto, non fa male (perso per esempio all'Anotlogia di liberinversi, che tuttavia non gaavuto molti acquirenti. E al libro di Aglieco "Radici delle isole", che raccoglie i suoi interventi critici nel suo blog (e che orta in copertina una tua foto, fra l'altro).

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  26. Ad esempio un indice degli autori per nome sul blog potrebbe essere un primo passaggio semplice ma molto utile.
    Io non credo che servano più testi, perchè comunque un blog è un "trailer approfondito" e non un lavoro intero. E, sinceramente, credo che chi viene pubblicato possa affrontare la fatica di spedirti i testi su file.

    Francesco Tomada

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  27. io la vedo così: i luoghi come Blanc, mi servono per conoscere un pò meglio gli autori. Qui non ci sono solo "trailers" per riprendere un esempio
    cinematografico,ma dei veri "corti" sul film in questione. Oltre ai testi,ci sono anche le schede di Stefano che spiegano ed interpretano già in parte la poetica degli autori ospitati e poi c'è un ottimo clima
    di serietà e correttezza, nel senso
    che difficilmente ho assistito a liti e battibecchi frequenti in altri luoghi. Qui si parla di poeti e delle loro poesie, forse i commenti non saranno moltissimi, ma li trovo quasi sempre molto
    pertinenti ed espressi con educazione e di questo credo ne vada merito a Stefano. Spesso, in altri luoghi, quando ci sono più di venti commenti, assisto sempre a dispute tra gli autori e ripicche di vecchie ruggini che poco c'entrano con le poesie esaminate nel post di partenza.
    Vorrei poi dire, che infine se un
    autore approfondito qui mi piace,
    cerco un suo libro, perchè ricordiamoci che non siamo ancora nel 2030 e penso che si debba poi
    concludere aiutando l'autore che piace, comprando almeno un suo libro.
    vincenzo celli

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  28. in montagna, in montagna!
    è tutta l'estate che ci penso. non c'è luogo migliore, per incontrarsi...

    quanto al resto, forse l'era di facebook qualcosa ha cambiato...

    s.

    RispondiElimina
  29. prendo nota dei suggerimenti.

    Silvia, cosa ha cambiato l'era facebook (lo chiedo perché non frequento l'ambiente. mio figlio, sì, però...)

    in montagna d'estate. O andiamo tutti a leggere poesie a cortina la notte di natale? :-)

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  30. No... quale montagna. Nessuna cornice o contesti stimolanti o suggestivi (distraenti), per la poesia. Anzi, per saggiarne davvero il potere, una grande stanza vuota. E totalmente buia. Pubblico al buio. Contesto possibilmente urbano o suburbano. luisa p.

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  31. purtroppo, come sappiamo bene, quello che l'università italiana non fa, cioè studiare e aprirsi al contemporaneo e offrire opportunità di conoscenza e scambio ai poeti, si è costretti a farlo noi stessi. se la tua ultima pubblicazione critica avesse accesso anche al mondo accademico, e lo meriterebbe, forse qualcuno aprirebbe un po' gli occhi là dentro. ma non è così e non mi sembra che potrà esserlo. incrementare gli scambi, infilarsi in ogni situazione artistica, musicale, culturale è quanto ci rimane da fare sembra, perché la maggior parte della gente'comune' non sa niente della poesia contemporanea, non gli è permesso, non vi gli è dato accesso...i blog di poesia riguardano solo chi questo mondo già lo conosce e lo frequenta e poco più...ma la poesia e i libri di poesia sono molto molto di più. roberto cogo

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  32. Roberto,
    ma la degenerazione, a mio avviso, non è solo riferibile al mancato accesso al mondo univesitario.
    Parliamo -più semplicemente- della reperibilità di un libro di poesia in LIBRERIA.
    Il pubblico qualunque, il lettore comune, messo fermo davanti al banco poesia della feltrinelli, dcapisce cosa accade in poesia in italia oppure storce il naso e se ne va?
    Quel banco di poesia non dice di
    - blog
    - del nostro impegno
    - della poesia emergente
    - di autori ottimi fuori dalle major
    Quel banco di poesia, che è la tangibilità, offre a chi guarda L'UNICA realtà.

    E pensiamo che c'è un certo numero di libri di poesia laddove c'è una grossa libreria che magari regala mezzo metro in più.
    In quelle piccole, la libreria nuda e pura ma piccola, la poesia spesso neanche la tiene o si ferma a Catullo e la Merini. Fine.
    Non è che alla gente non è dato accesso.
    Ancora una volta, credo ricollego il problema al fatto che anche volendo ignorare che i libri pubblicati siano troppi,
    non è possibile ignorare che i piccoli editori sono davvero poco o per nulla organizzati.
    Anche qui: ognuno per sé e tutti contro tutti. La guerra dei bottegai.
    Magari, coalizzati come si deve, accesso alla grande distribuzione lo avrebbero.....e questo farebbe si che il libro, la dove si deve trovare ovvero in libreria, c'è.
    Proprio dove la gente si aspetta di trovarlo.

    Creare un sistema DOC come per i vini, un'origine DOCPG per le migliori casi editrici...
    Mah......

    Certo è che non è possibile proporre alle librerie una produzione poetica che supera di 100 volte quella di narrativa.....
    Non imputiamo solo all'ambiente universitario -che ha colpe e tante e grosse- l'estinzione della poesia.

    Fabiano Alborghetti

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  33. domanda:

    quali sono i quotidiani/riviste/giornali che offrono DAVVERO spazio alla poesia? Intendo
    - quelle pubblicazioni normalmente disponibili un una edicola, indi facilmente raggiungibili "dalla massa".
    - ad ogni uscita -fosse anche nel giorno dedicato avente una pagina cultura, è prevista una recensione, una poesia almeno...


    Inizio io.
    - Giornale del Popolo (Svizzera italiana)
    - STILOS (rinato dalle proprie ceneri)
    - La Voce Di Romagna
    - La Voce di Mantova quando ci scriveva Cappi. Ora non più.
    - PULP libri
    - INTERNAZIONALE

    poi ?

    Fabiano Alborghetti

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  34. quello delle università è comunque uno dei problemi italiani, caro fabiano. se penso ai cicli di presentazioni e di letture che si organizzano in europa e stati uniti attraverso una rete solida e dialogante di dipartimenti di letteratura, mi viena la solita rabbia. verissimo quello che dici della possibilità delle piccole case editrici di coalizzarsi e fare pressione insieme per aprire il mercato, per poi magari potersi permettere di diventare anche più selettive. ma vige la regola del campanile come dicevo per le riviste. per fortuna che blog e critici impegnati come stefano, che ringrazio per l'ospitalità, ci aiutino a non perderci troppo in mezzo a questo frammentato bailamme autoreferenziale , che indica comunque, bisogna dirlo, una necessità forte, un'esigenza di espressione - anche se non sempre accompagnata da interesse e curiosità nel legere gli altri. alla tua lista qualche tempo fa si poteva aggiungere anche il giornale di vicenza, ora non più. ciao
    roberto cogo

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  35. condivido la vostra posizione cari amici. sui picocli editori, bisognerebbe sentire la loro opinione. Secondo me, per dirla schietta, coltivare il proprio giardino rende di più che gestirlo in cooperativa. forse dovrebbero trovare accordi dove ciascuno è imprenditore del proprio marchio, mentre condividono il distributore, il quale diventa snodo attivo, anziché mero magazziniere.

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  36. intanto ho cominciato a mettere a frutto alcuni consigli.

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  37. secondo me facebook (mi ci sono, in un certo senso, arresa. da poco) ha creato un non-luogo dove si chiacchera. senza troppe pretese. e ci si mette in mostra facilmente. il blog, la rivista letteraria richiedono uno sforzo ben più preciso, al lettore...

    in montagna d'estate. e si cammina e cammina. poi sì che la poesia vien bene...
    :)
    s.

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  38. montagna o milano, questo è il problema... :-)

    a Milano si starebbe più concentrati, in montagna più sereni...

    qualcuno prova a mettere qualche punto fermo sulla questione? ossi: chi ha voglia di organizzare l'evento?

    gugl

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  39. io posso dare indicazioni per qualche posto adatto, in valtellina.
    anche per più giorni.
    ma ASSOLUTAMENTE non posso organizzare. ho già dato. ci vogliono dei professionisti, per queste cose... :)
    s.

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  40. alcuni punti a cui tengo li inserisco anche io:

    - il blog è oramai uno strumento "antico" e come tale si è abbassata la possibilità di crescita, abbiamo fatto i convegni sul tema, siamo andati nelle università, abbiamo fatto tutto il resto per comprendere il mezzo
    - poi è arrivato facebook, che è un altro mezzo e con la poesia non si sposa bene come ha fatto il blog, anche questo ha decisamente ammazzato il blog, ma che ci deve anche spronare a nuovi livelli di diffusione della poesia
    - anche perché la spinta non viene solo dai blog: diverse riviste militanti che già negli anni 90 lavoravano e che hanno lavorato negli scorsi anni col mezzo telematico se ne sono bellamente ritornati a ragionare sulla carta, si veda la decisione di versodove, quella di atelier, quella di clandestino e avanti così. si è ritornato a fare militanza sulla carta, con tutte le difficoltà che questo comporta
    - secondo me il punto oggi è questo: bisogna lavorare per portare la poesia alla gente. si sono rotti almeno in parte alcuni meccanismi, abbiamo più consapevolezza degli autori, nelle nuove come nelle non nuove generazioni. ora bisogna portare tutto questo a quante più persone possibili: festival, letture, incontri, programmi sui media...

    - questa secondo me adesso è la strada, ma non a milano o a roma, ovunque, a schio, a brembate, a pantelleria, ovunque. ovunque. ognuno deve prendersi cura di un territorio e fare sì che quel terriotorio sia consapevole della poesia che si fa oggi in italia, nelle sue punte di eccellenza.

    - uscire dall'autoreferenzialità. dagli ammiccamenti, dalle pacche sulle spalle, essere meno "italians", e questo forse è il cambiamento più tosto, e anche la stagione dei blog non mi sembra abbia creato scossoni incredibili in questo senso anche se ha fatto vedere tanti potenziali validi. ma questo lo si diceva pure a macerata nel 2006. già al tempo si parlava di "fase discendente", "plafonatura". mo' è arrivata e bisogna lavorare per fare cose sensate

    - l'emilia romagna comunque è terra ospitale, se volete seriamente ragionare su determinate questioni come già in passato qua gli spazi ci sono. si sta lavorando proprio per ragionare sui festival, con un workshop in primavera nel ravennate (dopo Natale lo porteremo in porto). già da ora consideratevi tutti invitati.

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  41. (matteo fantuzzi)

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  42. caro Matteo, quello che dici è sacrosanto e, invero, lo si dice da qualche tempo. a me pare che stiamo uscendo ( a vicenza o parlo o si legge poesia un paio di volte al mese). però mi pare che le istituzioni non siano molto partecipi e nemmeno gli editori.
    manca un vero confronto con i potenti (quelli che decidono gli autori da pubblicare in einaudi, garzanti, mondandori).

    isnomma ciascuno dvrebbe fare la sua parte. tu la fai, per esempio invitandoci per la primavera.
    vdiamo se qualcosa parte.

    ciao!
    gugl

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  43. Sono d'accordo in tutto o quasi con Matteo Fantuzzi. Non so dire di Facebook perchè in questo sono antiquato: indubbiamente ha grandi potenzialità, ma il mio timore è che amplifichi ancora di più quel "mangia e bevi" che è già un po' il limite dei blog, anche di quelli fatti meglio.
    D'accordissimo sugli incontri, sulle letture.
    E sull'italianità ecc., mi viene in mente questo: secondo me, al di là di un sistema culturale poco aperto alle novità, quello che manca è una distinzione di ruoli, che pure altrove c'è. Intendo che se i critici facessero i critici, gli organizzatori gli organizzatori, gli scrittori facessero gli scrittori, forse ci si disperderebbe di meno, e ognuno lavorerebbe meglio, senza aspettarsi necessariamente qualcosa in cambio per ogni invito che fa.
    E' una fesseria?

    Francesco Tom.

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  44. Meglio precisare che il discorso-inviti o critici non era riferito agli autori dei post precedenti, sulla cui integrità non ho nessun dubbio. E' solo un pensiero su come nascono le piccole-grandi clientele, tutto qui.

    ft

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  45. sì,anch'io da qualche parte ho detto una cosa del genere, anche perché per organizzare ci vuole competenza specifica e potere, oltre che tempo.

    gugl

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  46. non è per niente una fesseria caro francesco - a ognuno il proprio ruolo, e rispetto assoluto delle competenze di ognuno, ma questo significa, come matteo giustamente ci ricorda, smetterla tutti con favori e pacche sulle spalle, uscire dal clima provinciale in cui l'italia letteraria sembra essere precipitata e, soprattutto, tenere l'ego sotto controllo. bene parlare, discutere e confrontarsi, bene coltivare la propria area con iniziative e proposte, ma ancora meglio allargare il campo e le prospettive, guardare lontano e oltre, senza preclusioni o chiusure...seguire la spinta dei propri desideri. un saluto a tutti.
    roberto c.

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  47. beh tu hai vicino a te un festival (monfalcone) dove le istituzioni di tutte le parti politiche hanno partecipato eccome. e in fondo ci sono libri di poesia di case editrici medie e mediopiccole che hanno avuto volumi sovrapponibili a quelli di opere della bianca o dello specchio.

    la questione a mio avviso è sempre l'equilibrio, ma anche la serenità di portare a tutti il racconto di un lavoro fertile, perché alla fine la questione è sempre quella di un uso privatistico ed oligarchico delle tematiche e degli interessi o un passo, una voce che costantemente si riporta a un dialogo a un contatto coi fruitori, alla fine secondo me il problema è sempre quello, se è una questione di potere tra 1000 stronzi o la speranza di parlare attraverso la poesia a quante più persone possibili.

    e a quel punto i modi sono davvero illimitati e vale la pena cercarli

    matteo fantuzzi

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  48. grazie Roberto e Matteo per questi ultimi interventi. Mi pae che "rigore sia la parola giusta.

    ciao!

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