Una possibile tassonomia del poetico italiano potrebbe essere questa: c'è Milo De Angelis e ci sono quelli che a lui s'ispirano (si metta al posto di De Angelis qualsiasi altro fuoriclasse). Fra coloro che s'ispirano, ci sono i futuri fuoriclasse e quelli che rimarranno allievi. Al livello degli allievi, stanno gli autori con vocazione certa, ma che non s'impegnano per crescere e quelli che leggono molto e hanno qualche vocazione. Questo livello vede almeno 800-1000 poeti in circolazione. Sotto di loro ci sono autori che hanno un'idea di poesia mutuata nei rioni, a scuola, fra gli amici, ascoltando le canzoni, autori che hanno qualcosa da dire e che lo dicono andando a capo. Fra questi, ma di rado, qualcuno entra nei 1000. Gli altri, continuano invece a dire quello che hanno da dire e sono, per difetto, almeno 50000 (mettiamo 70 per comune - in Italia, di comuni, ce ne sono più di 8000). Fra i 1000 poeti riconosciuti, molti - dicevo - "assomigliano a": già questo fatto dovrebbe farci riflettere e obbligarci alla prudenza. Dovremmo studiarli meglio, vedere se è un nostro abbaglio oppure se davvero sarebbe meglio leggere l'originale. In quest'ultimo caso facciamolo e scaliamo i poeti 'somiglianti' nel livello sottostante. Rimarranno 50 autori? Bene questi saranno i poeti che dovremo promuovere, far conoscere in rete e in piazza, a scuola e in fabbrica. Sarebbe un atto utile alla poesia e toglierebbe molta confusione in giro.
Chi decide i nomi di questi 50? Risposta: quante antologie sono uscite negli ultimi trent'anni? Quanti nomi ci sono, fra i viventi, che tornano con frequenza? Partiamo da loro e stiamo con le orecchie aperte.
concordo piena-mente.
RispondiEliminaanzi, io sare anche sotto i gli 800-1000...
e ben sopra i 50000 che vanno a capo.
però è un post sacro-santo.
I am confused....(e.)
RispondiEliminaCapirai e chi se carica su 'e spalle 'sto popo' de fardello, detto alla romana?
RispondiEliminapepe
beh...mi ricordo di un articolo di C. Sinicco su Absolute Poetry
RispondiEliminahttp://lellovoce.altervista.org/article.php3?id_article=395
che era un tentativo in tale senso.
anche se relativo ad un periodo specifico, comunque uno sforzo già notevole
RispondiEliminaSecondo me quell'articolo è emblematico, scatenò così tante polemiche da far capire, se mai ce ne fosse bisogno, che non è facile SELEZIONARE, si rischia sempre di lasciar da parte qualche nome che merita
RispondiEliminaInoltre si ottiene il sicuro effetto di scoraggiare poeti in crescendo e Voi tutti m'insegnate che la poesia è un continuo continuare alla ricerca dell'architettura perfetta
Di tutta la provocazione la cosa più saggia (la provocazione, peraltro non è mai saggia) mi sembra l'esortazione finale.
arriva sempre il momento, però, nel quale bisogna decidere/scegliere/schierarsi....e non dire per evitare di scoraggiare...mi pare davvero un "vogliamoci tutti bene"....
RispondiEliminapoi la poesia non è saggia...la poesia è altro.
tu li sai? se li sai fuori i nomi! a.
RispondiEliminala poesia non è saggia
RispondiEliminanon volemose bene
la guerra infuria
massacrateli tutti
mi rendo conto che il dibattito non mi riguarda, i criteri con cui sarà svolto sono già polemici, la provocazione è già riuscita, i giudici sullo scranno, i giudicati in fila, tutto è profondamente vero
mia cara anto io non sono nè tra i giudici, nè tra i giudicati, dunque mi astengo e la guerra è tutta vostra
dipende da quali vuoi
RispondiEliminai nuovi
i fuoriclasse
e questo è quello che deve fare la "militanza" nel contemporaneo. se i 50 fossero 150, beh: io sarei già contento.
RispondiEliminale antologie... ci provano, ma non sono scienza esatta. c'è molto lavoro sporco di base che va fatto prima di arrivare all'antologia, ma è un poco come nella vita di tutti i giorni, tutti vogliono il posto in banca, nessuno raccogliere le patate alle 5 di mattina.
matteo fantuzzi
il problema non mi sembra quello di fare i nomi, ma di leggere seriamente i soliti noti. Quanto tempo perdiamo a leggere le poesie in rete di molti aspiranti poeti? quanto più fruttoso sarebbe il tempo se gli aspiranti, invece di leggere i "tentativi poetici" degli altri aspiranti, leggessero seriamente i soliti noti?
RispondiEliminacome dice Matteo, poi - chi se la sente - faccia anche un lavoro di sottobosco.
c'è l'insana tendenza a pensare che tutto quello che si fa sia innovativo, in realtà al 99% è background di chi ha preceduto, e se riesci a dare quell'1% di novità, beh non è poco. il problema è quando si crea una copisteria di dimensioni enormi: cioè ad esempio se usciranno 10.000 libri simil-de angelis.
RispondiEliminaquando mi capita di partecipare a incontri ecc. di solito dico "se devo leggere uno che copia chissachì, beh preferisco leggermi l'originale" e tra parentesi non si pensi che l'innovazione sia per forza degli autori antologizzati: pensate a pagnanelli o cacciatore che ahimé non si fila nessuno. ma anche pensate a tanta poesia degli attuali 40 enni senza benzoni... e potrei andare avanti.
matteo fantuzzi
"leggessero seriamente i soliti noti?"
RispondiEliminase io volessi leggere seriamente i soliti noti ma non sapessi chi sono questi noti, cioè se questi noti sono noti a tutti tranne a che a me, cortesemente, potreste dirmi, voi che sapete chi sono i noti, i nomi di questi noti che non mi sono noti? insomma, come chiedevo poco prima: fuori i nomi per favore così vado in libreria e faccio la scorta. buoan domenica a tutti a.
buona :-)
RispondiEliminaA parte che sarei d'accordo sul principio, siamo certi che le antologie curate da X non accolgano poeti che ad X assomigliano?
RispondiEliminafuoriclasse:
RispondiEliminaMilo De Angelis
Giancarlo Majorino
Giovanni Raboni
Franco Buffoni
Fabio Pusterla
Ermanno Krumm
Patrizia Cavalli
primi nomi che mi vengono in mente,ce ne sono altri...però non voglio farti svenare in libreria...per ora.
nuovi:
Fabiano Alborghetti
Livia Candiani
Francesca Serragnoli
Tiziana Cera Rosco
Stefano Lorefice
Francesco Osti
Elisa Biagini
anche qui...sono i primi che mi saltano in testa...alcuni facili da reperire...per altri buonafortuna.
Ma che significa nuovi? Nuovi nel senso che aggiungono o tolgono qualcosa alla storia della poesia o semplicemente nomi che da poco si affacciano alla ribalta?
RispondiEliminapepe
nomi che trovo interessanti, e secondo me, aggiungono qualcosa.
RispondiEliminacioè non vanno semplicemente a capo, e non rimasticano il già detto.
Molta più umiltà. Che bello sport italiano stilare classifiche! Ma stilare classifiche è un atto che non costa fatica. Altra cosa è leggere veramente i libri, senza pregiudizio di sorta, e senza pensare che, chi ha scritto sia automaticamente un grande. Leggere e specchiarsi nei libri. E parlarne, che è gesto difficile perché richiede pazienza, lavoro, fatica, e intelligenza, e sensibilità. Molti autori non esistono perché nessuno ha mai parlato veramente dei loro libri. Non stimo chi redige classifiche, mi dispiace. E' un gioco al massacro che non serve a nessuno e fa venir fuori molti malumori. Sono malumori, spesso, sacrosanti.
RispondiEliminaIl compito della Rete, se ne ha uno, è molto più democratico di quello delle riviste e dei giornali, che hanno ristretto i confini alla poesia. Ma per questo è più difficile. Di critici veri no nce ne sono più, e anche fra quelli stimati mi capita spesso di respirare un vertiginoso calo dell'attenzione. O di leggere formulette magiche. Per favore. Provocazioni di questo genere, chi sono i più bravi, i veri poeti, la Rete dimostra che non servono. Mettiamoci a lavorare. Punto. Un alto compito aspetta, di questi tempi, più a chi legge che a chi scrive.
Sebastiano Aglieco
Caro Seb,
RispondiEliminahai detto tutto e niente col tuo commento...anzi sei caduto in un eccesso opposto...speculare.
"Il compito della Rete, se ne ha uno, è molto più democratico di quello delle riviste e dei giornali, che hanno ristretto i confini alla poesia."
RispondiEliminaconcetto forte e chiaro, sul quale bisognerebbe prendere più coscienza.
Caro anonimo, dovresti approfondire. Il tuo è un commento troppo semplice.
RispondiEliminaSebastiano Aglieco
Mi chiedo perché mai dovremmo promuovere solo poeti viventi, per poter stringer loro la mano, invitarli a colazione, interloquire con la loro casella e-mail? Ci sono molti poeti che ormai non figurano più nelle antologie (per quanto ci si possa fidare della scelta antologica, io, per esempio, diffido dei tanti amichetti di Cucchi & company). Penso a Costa o a Beltrametti, a molti altri che amo, tutti fuori solo perché hanno avuto la disavventura di morire?
RispondiEliminaAvevo dubitato di te Stefano, meriterei una bacchettata sulla dita. Come ho potuto pensare che avessi lo scopo di scatenare una rissa?
RispondiEliminaPosta in questi termini l'azione diventa proba, è un'azione di purificazione e miglioramento.
E' vero in migliaia scrivono poesie, non è necessario impedirlo ma è giusto fornire, indicare riferimenti certi e certamente rifulgenti contemporanei e non a tutti i lettori e appassionati.
In questo senso è un'azione che io stessa invoco a mio diletto e vantaggio.
A proposito di invoco mi piaceva molto all'inizio il blog di Vocativo proprio per questo, dava riferimenti certi (defunti e non) passati al vaglio di persona preparata. Poi ha preso altre direzioni.
D'altra parte si potrebbe cercare in libreria ma il weblog permette un altro modo di interagire, come dire più attuale, condiviso, moderno e pubblico.
Adesso si parla molto di mappatura, ma tra la mappatura del nuovo e il riconosciuto coralmente non c'è una certa differenza? E' pure vero che il coro dei "riconoscenti" ha debolezze, incertezze e perplessità, ma questo, credo proprio, non sia un problema mio fintantochè rimane elevata la qualità dei poeti selezionati.
In tal senso penso, più che alle antologie, a un bel blog dove si propongono le migliori poesie di questi autori (una alla volta però) con commenti introduttivi, svolgimento dei riferimenti di pensiero e di rimando culturale.
E' un'idea misera? A me servirebbe. Non vado in libreria ed ho bella poesia direttamente a casa.
Ho ripostato il commento ampliandolo e perchè nel precedente c'erano errori di battitura.
RispondiEliminamah, quelli che hanno fatto nomi, hanno postato semplicemente i loro top-ten: ogni Radio con una certa diffusione vanta i suoi top-ten, e questi non sono quasi mai quelli che si sentiranno tra 2-3 anni a questa parte. Non facciamo cose da asilo infantile.Please....
RispondiElimina[...] "Quanti nomi tra i viventi, tornano con frequenza?" [...]
RispondiEliminaNella lista di anonimo, Krumm e Raboni non potrebbero purtroppo far ritorno, dunque "prentendo" anche Scialoja e Caproni, almeno, eh :P
"prentendo" dev'essere un lapsus preterintenzionale, la enne era oltre la mia intenzione :)
RispondiEliminaUhmm, personalmente credo che potrei con scrupolo redigere una lista di almeno 50 poeti contemporanei validissimi, meritevolissimi, unici. e sono nella cerchia dei miei amici, dunque non faccio nomi perché sennò mi parrebbe di "vendere le sementi al giardinetto nei coppetielli di carta di giornale..."
RispondiEliminaOvviamente questo in Italia, dove è da un paio di anni che sono un relativamente rimpatriata….(ovvero che porgo l’orecchio da questa parte), ma, in Inghilterra, dopo quasi un quindicennio di presenza tra poeti e traduttori UK, ne conosco almeno altri 70-80 di poeti dotatissimi, tutti straordinari, …..ripeto, degni di passare ai posteri la loro opera....
Dunque, per me, .le liste di 10 sono inconcepibili e chi le redige, queste "top-ten" da radio locale - ha ragione l'anonimo con la sua metafora musicale – merita egli stesso un altro tipo di "coppetielli", ma lanciatigli contro , con la cerbottana.
Non è un discorso possibile. Non è giusto giocare all’enalotto. E inoltre per sostenere in modo efficace queste top-ten negli ambienti di ricerca che contano, bisognerebbe essere delle autorità.....ascoltate. Sennò, sono fogliettidi carta che possono benissimo essere usati per farsi una canna.
;)
Io Pepe lo metterei nella mia top-ten, così Astremo, e Lucini. E dunque la Farabbi …ma non voglio coppetielli dietro. Dunque mi fermo.
..."nuovi" significa che non sono stati ancora mai usati, Pepe! Mentre gli altri sono di seconda mano. Easy! Ah, l'ultimo prima di questo era mio, ovvio (erminia)
RispondiElimina:)
PS: Pepe sei contento che ti ho messo nella mia top-ten?
Signori e Signore io ho parlato dei primi nomi che mi venivano in mente...non di top ten definitive...e mi pare d'averlo pure scritto...
RispondiEliminaquanto alle liste...non concordo...io scelgo e dico chi mi piace e non...senza paura di infastidire...o altro. D'altronde...da perfetta sconsciuta, non ne trarrei giovamento...come invece altri, che non si sbilanciano, alla maniera del vogliamoci tutti bene...hanno. Così si tieni in piedi lo "splendido" teatrino del io dico che sei bravo e tu dici che sono brava...e siam tutti contenti....
Poi, personalmente, se posso, io Pepe non lo includerei. De gustibus.
personalmente non credo che l'idea di alivento sia sbagliata...
RispondiEliminaquella di creare un blog di riferimento...
anche se l'idea di mettere dei testi scritti potrebbe risultare alla lunga dispersiva nei tempi
di esecuzione del progetto e di lettura
...
ma ...ad esempio, se su questo blog fossero invitati molti autori ed ad ognuno degli autori fosse dato un suo spazio ...(alla voce "categorie") menzionando i suoi 10 poeti preferiti del momento
(intendi per momento l'anno)
già indicativamente si potrebbero avere dei nomi da approfondire
nel senso...se io ultimamente sono rimasto molto colpito dai testi di un autore x
mi vado a vedere cosa x preferisce
...
un lavoro di stimolo più che di critica
così si eviterebbero anche le infinite e sacrosante polemiche sulle antologie ...etc. etc.
nanoparerevaan
ottimo spunto nano
RispondiEliminaAllora... premetto che sono profana, non mi azzardo a scrivere, ma amo molto leggere poesie.
RispondiEliminaFin'ora mi sono dedicata principalmente alla lettura dei "grandi" nomi, quelli famosi,spesso stranieri, che sono nella storia della poesia o nella storia a prescindere.
E' solo negli ultimi anni che ho adottato un nuovo metodo, ossia quelo di avvicinarmi senza pregiudizi a un libro, ad aprirlo prima di rifiutarlo a scatola chiusa, magari perchè non conosco il nome, o diffidando di una casa editrice modesta.
E sto leggendo spesso autori italiani,recenti e viventi.
Non diffido sempre dei "somiglianti", perchè il fare riferimento a qualche altro autore(cosa ben diversa dal plagio o dalla sterile copia), non è detto che sia un deterrente, se giustapposto. E forse non è detto che i poeti più bravi siano i più diffusi, o quelli il cui nome compaia con più frequenza... non so, magari questa possibilità ce l'hanno solo coloro che hanno anche agganci in campo pubblicitario o editoriale.
Penso semplicemente questo: se una poesia ,quando la leggo, mi trasmette qualcosa, ci riesco a cogliere un rifermento, un'immagine particolare... se poi mi ritorna in mente e mi vien voglia di rileggerla, ecco che quel libro lo acquisto.
Umilmente, Maryrox
nanoparerevaan, ti ho letto sai da fabry, tu ed i tuoi nanopareri!:)
RispondiEliminai miei comunque sono anche più nano dei tuoi e non gareggiamo sul punto perchè vincerei ;)
Avrei voluto far precedere l'idea del blog-riferimento del mio commento precedente dalle parole: facciamo un po' di brain storming.
Sono contenta che l'idea ti sia piaciuta. A ben vedere qualcosa di simile già accade nella blogrete. Anzi sono molti i siti di poesia animati da coautori. Io immagino una condivisine spinta ad un livello più elevato di selezione ed organizzazione preliminare, che poi diverebbe partecipazione e presentazione di poesia nei termini che avevo esposto prima col fine di produrre elementi di riflessione e stimolo per profani e non. Certo in questi termini diventa un lavoro impegnativo, non è detto che autori come Tiziana Cera Rosco, Alborghetti, Sannelli (con Pepe o senza Pepe :)) sarebbero disposti a spendersi in prima persona.
sono d'accordo nell'evitare le classifiche e sono d'accordo nel leggere i somiglianti. il fatto è che motli somiglianti lo sono di secondo o terzo grado: somigliano al somigliante, ma non hanno mai letto l'originale. il fatto è che dobbiamo leggere e conoscere di più i grandi autori: abbiamo letto tutta la Rosselli? tutto De Angelis? tutto Sereni? Tutto Pagliarani? Tutto Sanguineti? eccetera. Non ci piace tutto Sanguineti, tutto Pagliarani eccetera? leggiamone un poco, ma seriamente (non 10 minuti) ma giorni interi. Poi rileggiamo i nostri testi e cerchiamo di essere crudeli con loro, senza pietà. E facciamo leggere i nostri testi, ma in privato, non pubblichiamoli in rete per forza. aspettiamo di raccogliere osservazioni, critiche, complimenti, aspettiamo che siano poesie, non cloni o acqua tiepida. E nel frattempo leggiamoci Fortini e magari anche Cacciatore. E poi torniamo sui nostri testi e cerchiamoci non lo specchio, ma ciò che in loro splende storto, ciò che non ci quadra e che pure sentiamo bello. E via così, senza graduatorie, senza ansia di prestazione, senza facili scorciatoie.
RispondiEliminaali, la collaborazine fra poeti, oggi, è fuori tempo. nessuno ha tempo o voglia di fare questo. presentare autori importanti quello forse sì, anche se, dei nomi che ho fatto sopra, trovi tanto materiale in rete e fuori.
RispondiEliminaPepe infatti è avanti di trent'anni: roba per i posteri emancipati. Qui nei nostri tempi e solo un rompi.....
RispondiElimina:)
(Pepe, sei contento?)
Stafeano, parla per te, da quindicia anni collaboro più spesso e con maggiore intensità con i poeti amici e colleghi che con mio marito ( a lui counque va il meglio dell'aspetto collaborativo...)erm..
RispondiEliminaStefano,mi piace questa tua provokazione...stavolta hai fatto davvero centro...(stai raccogliendo dati, spero?!) erm.
RispondiEliminaè una provokazione didattica, un invito alla lettura e all'umiltà.
RispondiEliminaleggere?-You need not teaching me THIS! promise!: leggo talmente tanto gli altri che delle volte pubblico le mie cose senza avere avuto il tempo di rileggerle ---
RispondiElimina;) you must not know about me, BABE?!
Credo che tu abbia ragione da vendere, Stefano ma, radicalizzando, io dovrei chiudere il blog e scriverci su "chiuso per lettura".
RispondiEliminaGli altri resterebbero comunque, magari hanno letto molta poesia d'altri, e, nonostante ciò, scrivono male.
Poi non si trova tutto in rete, Stefano (sapessi quanto ho cercato una poesia di Holderlin senza poterla trovare)non comunque in modo organico.
E poi Pagliarani, Sanguineti, Rosselli sono già "miti", (ti faccio notare che non hai citato Zanzotto, quando passa Vocativo di qui si arrabbierà moltissimo:) rappresentano in ogni caso un'altra sfera di periodo e di sedimentazione dell'opera rispetto ai cinquanta nomi che vorresti selezionare in cima ai quali si potrebbe porre De angelis.
Dici che non è tempo di collaborazione, in effetti probabilmente è così: questo e il tempo del protagonismo, anche per la collaborazione ci vuole umiltà.
ali non si devono chiudere i blog, ma magari lasciare qualche pagina anche ai "miti". se per te Salvia è un mito, fai bene pubblicarlo. magari, cercare miti aoncra più consolidati.
RispondiEliminaerminia(?) leggere e scrivere si danno insieme, lo sai.
e poi tu rientri fra i 1000 no?
de angelis non è incima: mica siamo alle olimpiadi!
RispondiEliminarientro tra i mille, ma....ovviamente essendo tra le prime dieci della (mia) top-ten!
RispondiElimina;)
Ringrazio chi mi ha nominato nel bene e nel male. Che sia un rompi... è cosa ormai risaputa io stesso mi sto letteralmente sulle balle e credo che molti frequentatori della rete appena vedono scritto il mio nome si grattano le suddette o sbuffano borbottando "che palle 'sto pepe me lo ritrovo sempre tra i coglioni!"
RispondiEliminaIo stesso non sopporto quel che scrivo quindi capisco benissimo i miei, innumerevoli, detrattori. Ma per quei pochi estimatori continuo imperterrito a sciorinare "rompicapi dall'incedere vagamente allucinogeno" come scrisse De Angelis dopo avermi selezionato in un concorso.
Il problema secondo me non è fare classifiche ma prestare maggiore attenzione a tutti quei bravi poeti non riconducibili alle solite correnti italiote, e sono tanti e per lo più sconosciuti.
Inoltre valutare se esite quel quid quel lampo indefinibile che rende una poesia degna del suo nome.
Ad esempio Fabiano Alborghetti va molto di moda, in effetti è bravissimo, ha tutte le carte in regola, le migliori intenzioni, un gran talento, ma io quando leggo "l'opposta riva" sento nel profondo che manca qualcosa, qualcosa d'importante che mi faccia esplodere dentro il testo. Tutto perfetto, tutto di elevatissima qualità cos'è che manca allora a quel testo? Ecco dove sta per me il discrimine ed è a questa ricerca che vorrei concentrare tutte le mie forze.
Caro Stefano io da sempre faccio come tu dici. Leggo e rileggo tutti i miei grandi e poi man mano ci aggiungo i nuovi che ritengo importanti.
Per favore meno anonimi mettete una firma pure se nick.
grazie
pepe
Sono d'accordo con Stefano su molte cose, in effetti. Il processo che lui indica mi pare educativo. Mi ero infatti ripromesso in questi giorni di fermarmi, e prendermi un lungo periodo di lettura e scrittura senza esposizione, se non nel confronto con i poeti vicini (infatti son già pentito di aver spedito la mia roba a Tellus....)Non è questione di umiltà, ma di gusto per la ricerca, il tirocinio anche interiore, di vita, oltre che artistico (anzi, proporrei che vi siano dei tutor disponibili per ogni aspirante poeta: qualcuno che ti dicesse "leggi questo e quello, e poi scrivi e confrontati", un po' come suggerisce Stefano...). In fondo la poesia è qualcosa di più che una competizione/esposizione meritocratica. Può essere un lavoro personale fatto insieme ad altri. Forse la "collaborazione tra poeti" non è proponibile,è anacronistica. L'ascolto no.Quello penso si possa avere, se non è troppo. Il luogo? Ogni luogo va bene. Siamo stati alla presentazione del libro di Roberto Cogo venerdì. Non era già quello un luogo di ascolto (al di là del fatto che a volte vi si incontrano razionalizzatori un po' troppo disconnessi....ma van bene anche quelli) e confronto? Non c'erano solo poeti, vivaddio, e per fortuna. C'era varia umanità, in ascolto. E scusate se è poco. Quando si nominano i "grandi" penso sempre che tali siano perché vi è una comunità (di vita, di lettori, di poeti, di affetti, di cittadini, ecc...) che li riconosce, li ispira e contiene. E il poeta a questi e al mondo restituisce il canto ed il senso. Cioè, non vi è l'uno senza l'altra. Anzi, credo che solo dove vi sia una comunità (più fisica che telematica, ma senza snobbare la Rete...), o più comunità assieme ed in forme diverse, si possa esprimere un talento. Anzi: penso che il poeta del futuro non sarà più tizio, caio o sempronio, ma forse una comunità intera che potrà liberare l'angelo e dare voce al canto. sarò naive, ma ci conto. Un saluto, GTZ
RispondiEliminaSi sente quando un poeta ha letto: emerge automaticamente da quello che scrive e ha scritto e soprattutto dalle nuove letture che lo attendono e verso cui freme, tende.
RispondiEliminai poeti che non hanno letto e non leggono non sono tenuti necessariamente a farlo, no.
costoro sono e restano poeti lo stesso, ma che attingono ispirazione e temi dal diretto contatto con il mondo anziché mediandolo tramite intere ed extra-testi di natura culturale.
Se poi questo tipo di poeta sia possibile, esista, è un altro discorso...secondo me nemmeno il poeta dell'età della pietra era poeta naive. C'è sempre un testo, un autore che ne precede un altro...(e per conoscere si può anche non leggerlo, rimanendo come fanno molti a mezza strada tra il poeta colto, d'accademia, che fa col suo gruppo scuola e tendenza, che quasi sempre detta i canoni, e il poeta cosiddetto utopisticamente "naive" che per poetare ha bisogno "solo" della natura e della lingua (cheappunto immediati non sono affatto..) erminia
Erminia, la lingua la scegli scegliendo una tradizione, come grossomodo dice il tuo amatissimo fortini. per far ciò bisogna leggere, secondo me (e anche secondo te, mi pare:-).
RispondiEliminapoesia a comunità si danno insieme ogni vota daccapo, nella poesia singola. e sono reciprocamente terapeutiche. Caro Giò, per quanto riguarda le poesie che usciranno su tellusfolio, non darti pena: se ci sarà approfondimento, da parte tua, ciò avverrà con il ritmo delle stagioni.
Caro Stefano, proprio oggi non ho miti, perchè non ho entusiasmi.
RispondiEliminaDe Angelis è in cima, per dire all'inizio della lista, da qualcuno si deve pur cominciare. E' un poeta del '50, non è neanche poi così più grande di me ed è già così più grande di me.
Salvia l'ho scelto per questo verso che ora copio incollo, desideravo conservarlo, mi sembra denso di significato e di dolore.
"Ho offeso con la mia stupidità
la legge della vita, l’infinita innocenza della sua crudeltà."
Una madre che abortisce, un uomo che uccide una formica, chi si suicida, potrebbero farlo loro e non solo.
Begli interventi quelli di GTZ, Erminia e Pepe. complimenti.
True, ma...si nasce dentro una lingua, mentre una tradizione si può anche negare, opporre, scegliere....e tuttavia, pur avendo io (pre)scelto la tradizione inglese, accademicamente, non posso goderne appieno le infinitissime sfumature come per istinto e per background linguistico fa invece il più illetterato inglese di nascita...how unfair....
RispondiEliminaavendo io appreso la lingua inglese ad un certo livello solo dopo i vent'anni, sono automaticamente esclusa dal potere mai diventare poetessa in inglese (e nemmeno traduttrice dall'italiano in inglese). Posso solo diventare anglista e studiosa, ma non artista in quella lingua: a meno che per qualche strana moda, diventi popolare uno stile poetico "da traduzione"....che suoni come una traduzione....
RispondiEliminaali, il testo di Salvia, se lo metti in riga, perde poco: questo potrebbe essere un limite.
RispondiEliminasì, hai ragione erminia, entrambe le tradizioni conviveranno e daranno frutti inaspettati. sul potere non saprei dirti: non comando nemmeno dentro casa mia:-))))
il tempo deciderà i winner...50? mi sembrano troppi per poter entrare nei testi scolastici del domani. Sui 1000 che somigliano a...mi viene da dire che c'è un copia-incolla l'uno dell'altro, un minimo comune denominatore che caratterizza la scrittura dei mille. Mi sembra un appiattimento terrificante se devo essere sincero. Di quei 50 la maggior parte sono appoggiati da cupole,cupolette e cupoloni. A mio avviso la poesia è tutta da rifare. Alla tua provocazione ho risposto con un'altra provocazione. Un caro saluto Marco S.
RispondiEliminaeh, marco, tanta "provocazione". gli uomini die barocco credevano di essere superiori perché, dicevano, saremo pure nani, ma lo siamo sulle spalle dei giganti. io non parteggi per nessuno, ma credo che giganti ce ne siano in giro e sono quasi tutti nelle antologie (non scolastiche, che si fermano a ruffilli!). po ici sranno altri di bravi, ma, per essere giganti, non basta essere bravi.
RispondiEliminaoh, bene. Leggiamo, leggiamo, leggiamo. Ali, non temere, per Zanzotto ci pensa il mio blog ;) (anzi è fin troppo noioso, visto che spesso e volentieri lo tiro in ballo).
RispondiEliminaI giganti ci sono sempre per qualcuno, il punto è che l'universalità non è per nessuno. Se ognuno di noi stilasse la sua top 50 finiamo per giungere a 150-200 nomi diversi. Ora, come si fa a convincere l'altro che la tua top 50 è migliore della sua?
Risposta: l'universale non è per il singolo individuo. Intanto, come dice Stefano, leggiamo leggiamo leggiamo. Penso sia la sola medicina degna di essere presa.
certo sui gusti non si discute, ma se uno come Zanzotto è in 9 antologie su 10 evidentemnte ci sarà una ragione poco soggettiva! (oggi tra l'altro è il suo compleanno)
RispondiEliminaStefano caro, anche tu, qui, ti sei guadagnato il tuo bel can-can di commenti accesi. Non so che dire: fare le classifiche non piace neppure a me: posso dire chi preferisco (vuoi per ragioni di affinità poetico-elettiva che per ragioni estetiche), ma è tutto relativo a "me": è puro dir soggettivo. Lasciamo stare le classifiche: i critici e i lettori dei prossimi decenni (diciamo di quelli che verranno tra 70-80 anni) avranno l'occhio freddo e disinteressato per dirla meglio di noi, la situazione poetica attuale.
RispondiEliminaGianfry
Zanzotto mi sa di casa: di aria di famiglia. Infatti compie gli anni il giorno (non l'anno ovviamente) in cui li compie mia sorella, e sua madre li finiva il giorno in cui li compio io.
RispondiEliminaGianfry ancora
il problema che pogo io, qui, in soldoni è il seguente: se uno mi chiede che autori deve leggere, che cosa gli rispondo? vai nel blog del notissimo il rete pinco pallino e leggi le sue poesie oppure leggi zanzotto, sereni, montale, caproni ecctera?
RispondiEliminaquindi classifiche a parte
RispondiElimina...sapere quali sono gli autori a cui i poeti editi hanno prestato ascolto nell'ultimo anno...
non mi sembra poi un'idea tanto malvagia...
di blog e riviste di critica
credo ce ne siano a sufficienza
...e da lì si possono trarre e si traggono sempre interessanti approfondimenti...
un blog impostato come dicevo nei commenti addietro, vale esclusivamente come traccia da cui attingere eventualmente nuovi autori e nuovi testi...
un po' come dire...attingere
alle letture preferite di quelli che noi consideriamo i nostri autori preferiti...
già da questa discussione ad esempio sono saltati fuori dei nomi che non conoscevo
vaan
vaan hai detto la parola magica: scoprire autori bravi che non conoscevo. anche a questo serve il blog. questo blog.
RispondiEliminaPer semplificare io farei l'opposto: quanti poeti secondo voi sono o sono stati supervalutati?
RispondiEliminaChi se la sente di fare dei nomi?
pepe
Gugl, non ti balena il dubbio che quelli che chiami "giganti" siano in realta' nani sulle spalle di altri piu' giganti? Il canone occidentale ha tre-quattro nomi (la Bibbia, Omero, Shakespeare, Dante) dai quali nascono letterariamente gli altri e, nel Novecento, il solo che mi pare degno di nota e' Celan. Chiudendo qui il discorso facciamo torto a troppa gente? Non credo. ---GiusCo---
RispondiEliminabeppe, stai citando bloom?
RispondiEliminaqual è la soglia minima per essere grande? negare a montale questo grado sarebbe un peccato, perché non leggerlo ci perderemmo qualcosa. inoltre, togliendo il montalismo a quasi tutti i poeti del novecento, resterebbe qualche briciola e qualche pietra prezionsa. con montale resta un'intera miniera.
postilla: degno di nota Celan? vorrai dire: degno di un quaderno intero!
RispondiEliminaSi', proprio Bloom, continuo a credere che la nostra identita' comunitaria passi per cio' che resta dell'Impero Romano (duce compreso), per la commistione col Giudeo-Cristianesimo, infine con l'Illuminismo settecentesco (e un certo accademismo che in realta' ora sta scomparendo). Il Novecento non ci appartiene, ne siamo stati tagliati fuori, l'abbiamo partecipato dal fondo dal palco o come pagliacci. Uno come Montale magari esprime la nostra inconsistenza? Non dubito che abbia influenzato gran parte della poesia europea, compreso il mio preferito Muldoon, che gli dedica piu' di un omaggio esplicito. Attualmente in Italia mi pare che il solo De Angelis possa vantare credenziali simili e noialtri siamo tutti sottobosco.
RispondiEliminagiuseppe, noialtri scriviamo, poi si vedrà:-)
RispondiEliminala nostra identità parte dalla preistoria (jung) e dai greci. abitiamo un albero dalle lunghe radici, la poesia è foglia e il suo destino dipende da molte variabili. vedi la fortuna di dante nei secoli.
sarebbe anche interessante riprendere il tuo # 37
RispondiEliminaquando dici :
"e facciamo leggere i nostri testi, ma in privato, non pubblichiamoli in rete per forza. aspettiamo di raccogliere osservazioni, critiche, complimenti, aspettiamo che siano poesie, non cloni o acqua tiepida."
perché...si pubblica in rete un prodotto finito?
:)
vaan
...perchè si è convinti del poprio prodotto e la rete facilita la comunicazione! Marco S.
RispondiEliminasecondo punto riguarda il lettore della rete. Se io pubblico posso piacere a pinco e non piacere a pluto. E' chiaro che continuiamo a scrivere perchè qualche pinco ci dice che il prodotto è Ok, a qualcuno quindi, piace. Altrimenti cambieremmo tutti mestiere...Marco S.
RispondiEliminase la rete è reale, credo si dovrebbe pubblicare ciò che riteniamo definitivo (poi magari non lo è, ma questo è un altro discorso).
RispondiEliminaSe la rete è una piazza dove discutere insieme del proprio laboratorio, in attesa del cartaceo definitivo, allora benvengano i tentativi.
io però sarei per la prima ipotesi, ma non escludo la seconda, specie per chi non ha molte occasioni di discutere di poesia.
non fanno una piega ne i commenti di marco ne i tuoi
RispondiEliminapubblicare ciò che dovrebbe essere definitivo ma lasciarlo aperto al commento della piazza eventualmente per ritoccare o meno...
mi sembra poco percorribile il pubblicare in privato ( tuo#37 )
...cioè io faccio leggere le poesie ad x ed x mi replica...
va contro le potenzialità della rete
poi per trovare una x disposta ad ascoltarci ce ne vuole...
:)
vaan
la cosa migliore è parlare faccia a faccia, altrimenti quello che là ti dici in mezz'ora, qui, impieghi giorni.
RispondiEliminabeh...questo è senz'altro un limite
RispondiEliminache andrebbe superato anche in rete
...certo
c'è però tra i big, diciamo,la tendenza a "snobbare" un pochino
la base
...come se lasciare un commento in più costasse caro...
tu dirai "perché mai i big dovrebbero curarsi di tutta quella frangia numerica cui si accennava prima...
io penso che
elevare quantitativamente il livello qualitativo della base non possa che giovare alla dimensione della poesia stessa
...sono i buoni vivai a rendere fertile la squadra
..esagero?
vaan
son d'accordo con te.
RispondiEliminaciao