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venerdì 6 ottobre 2006

Omar Kayyam


La saggezza sufi delle sue Quartine è la stessa che governa le nostre illuminazioni. Buongiorno notte!


*

Coloro che furono oceani di perfezione e di scienza
e per virtù rilucenti divennero Lampade al mondo,
non fecero un passo fuori di questa notte oscura:
narrarono fiabe, e poi ricaddero nel sonno.


*

Quando l'ebbro Usignolo trovò la via del Giardino
e ridente trovò il bocciolo di Rosa e la coppa del Vino,
venne, e in misterioso bisbiglio mi disse all'orecchio:
Considera bene: la vita trascorsa mai più, mai più non ritorna.


*

O Hayyām, se sei ebbro di vino, sta' lieto,
se te la spassi con belle dal volto di luna, sta' lieto.
Poi ch'ogni cosa del mondo nel nulla finisce,
pensa che tu sei nulla, e già che sei, sta' lieto.


*

Questi che ora son vecchi, e questi giovani ancora,
ognuno ansioso s'affanna correndo alla Mèta;
ma a questo antichissimo mondo, alfine, nessuno rimane.
Andarono. Andremo. Altri verranno. Ed andranno.


*

In che modo strano passa questa Carovana della Vita:
cògli quell'attimo almeno che passa in letizia.
Coppiere! A che t'addolori del dolor del domani degli altri?
Porta, presto, la coppa, ché sta per cadere la Notte.

13 commenti:

  1. Andarono. Andremo. Altri verranno. Ed andranno.

    come le foglie

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  2. siamo qualcosa di più di una foglia. a.

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  3. nei più saggi, attimo ed eternità sono lo stesso. la domanda è: cos'è "lo stesso"?

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  4. l'attimo e l'eternità? a.

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  5. nell'attimo è racchiusa l'eternità ed è anche l'eternità dell'attimo

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  6. io direi che l'eternità è illusione. L'attimo è ciò che siamo così come siamo. E noi non siamo mai così come siamo, no? In fondo ciò che c'è solamente, è questo istante preciso ed il respiro che consente di esserci. Altro non so. besos, GTZ

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  7. Ma perché dovremmo essere più di una foglia, il centro dell'universo? Non riesco a concepirlo a me pare solo arroganza, antropocentrismo.
    O siamo tutti coinvolti nello stesso destino o non ci sono destini.
    pepe

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  8. "lo stesso" fa essere attimo ed eternità, ma così facendo si ritrae e si conserva. e così il tempo accade. è l'idea di heidegger. proviamo a liberarci anche di questa metafora. abbandoniamo "lo stesso": esistiamo.

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  9. nell'attimo c'è l'eternità, se ogni attimo si riesce a vivere come fosse eterno, la presenza consapevole nel proprio tempo ci fa esistere senza limiti temporali.

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  10. Scusate se faccio un po' il gustafeste saputo (che in genere non è il mio mestiere) ma questi versi sono scopiazzati (e anche malamente) da Qoèlet.
    Omar Kayyam però forse scrisse di meglio. Mi ricordo di una edizione Einaudi ...
    Ciao Gugl, ti ricordi di me?
    Ci siamo conosciuti da Greis, ti avevo scambiato per il motore di ricerca in persona.
    Molto interessanti i tuoi post su quei bellissimi poetacci (Cavallo, Alesi ecc) neocrepuscolari (!). Di Eros Alesi non ricordavo il nome ma ho riconosciuto subito la poesia al padre che avevo letto quasi trent'anni fa in una antologia di Feltrinelli,
    Ciao, torno a trovarti
    ACCIF(st)

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  11. caro Fausto, sapessi quanti poeti, anche contemporanei, scopiazzano dall'Ecclesiaste o si "ispirano" ad esso! l'edizione einaudi la lessi anch'io (in bibliteca della mia cittadina c'era solo quella). poi sindacare sulle traduzioni eccetera c'è sempre tempo...

    la poesia di alesi sul padre è la più famosa. il sito che ho linkato sopra il suo nome è il più completo (su carta non trovi altrettanto)

    piacere di averti qui!

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  12. Di Khayam, guarda cosa si trova dalle nostre parti, in ambiente insospettabile...

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  13. vincenzo, il tuo blog dovrebbe essere letto di più. speriamo che chi passa di qui lo faccia.

    un caro saluto

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