‹‹"È compito (magari superstite) / della poesia contestare strangolare calpestare" (R. Roversi)
"Terzo: / hai il diritto di parlare liberamente / finché non sarai abbastanza stupido / da provarci davvero" (The Clash)
[...] ciò che più caratterizza il selvaggio rispetto alla letteratura è proprio il rapporto instaurato tra quest'ultima e la vita. Un rapporto che la critica non si è ancora preoccupata di studiare trattandolo con sufficienza. Infatti, mentre per la "letteratura-istituzione", come la chiama A. Guglielmi, questa strada critica coincide al massimo con il biografismo — non ci può essere rapporto arte/vita con individui che passano la vita a scrivere o che vivono in funzione della scrittura —, per la letteratura antagonista questo rapporto diventa fondamentale, è il vero nutrimento dell'opera. Che del resto ci sia insofferenza o atteggiamenti da "non capisco" su questo tema è facilmente dimostrabile. I pochi non selvaggi che hanno agitato il problema non sono stati presi molto sul serio. Penso a Balzen, Penna, Roversi, Zavattini, Pasolini, Majorino. Pochi riconoscono ad esempio che questa frase di Balzen ("Un tizio vive e fa bei versi. Ma se un tizio non vive per fare bei versi, come sono brutti i versi del tizio che non vive per fare bei versi".) non è uno scioglilingua, ma un concetto che sottende una scelta, di vita, di stile, di scrittura, e sovverte canoni e regole interpretative. Questo perché la società letteraria è così lontana dalla vita, snobisticamente lontana, da guardarla con sufficienza dall'alto per paura di sporcarsi di terra, di fango...››
Claudio Galuzzi (1957-1998) in abiti-lavoro, quaderni stagionali di letteratura operaia, 1986, n.10, p.627
oggi, stefano, se partiamo con l'assimilare la società letteraria alla società tout court (e non mi sembra un'eresia, soprattutto se per società letteraria s'intende quella "istituzionale"), è anbche vero il sovvertimento della frase finale che pressappoco potrebbe diventare: la società non vuole sporcarsi le mani con chi vive la poesia.
RispondiEliminasi sono d'accordo. credo li separi i concetti di "utile" e di "funzione del linguaggio". forse la loro relazione è perduta per sempre dalla fine della società cortese (che pure era una piccola parte della società medioevale)
RispondiElimina... mentre un poco di terra e fango non fa male, anzi. sempre per stare alla frase finale
RispondiElimina(ehm, ero matteo fantuzzi)
RispondiEliminaterra, fango e badile, la schiena piegata, ogni tanto :-)
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