Pagine

venerdì 25 maggio 2012

Kevork Topalian




Kevork Topalian, Caracas, 1969. Dottore in Lettere, ha pubblicato: Lampara de oscuridad (Lampada di oscurità) Centro di studi latinoamericani Romulo Gallegos [CELARG], Caracas, 2008). Le sue poesie sono state scelte in diverse antologie e riviste nazionali e internazionali . Collabora con la revista digitale: http://paisportatil.com/

Scrive Erica Reginato, che ha tradotto anche il testo qui presentato: 
"Topalian ha studiato poesia con Igor Barreto ma il rapporto studente-professore si  prolungava nel caffè universitario dove la conversazione partiva dalla esistenza arrivando fino ai viaggi. L'urlo buio si scopre tra le ombre della architettura  che si nascondono al poeta. E' un camminare senza fare rumore, si sente appena il peso del respiro, ma un camminare veloce in una salita dove solo il destino ci raggiunge. Il ponte divide la città dove si ferma l'uomo cattivo o la cattiveria e la posta senza destinatario. Sotto il ponte, corre il fiume, il suo rumore è la paura. Il centro di tutto il fiume nero che solo brilla quando i fari avvertono il pericolo. Senza dubbio è questa la notte della città di Kevork Topalian e bisogna arrivare al mattino senza lasciarsi andare."




La città

I
Va il fiume tra le colonne che sostengono
parte della notte sotto il ponte;
scivolano, dividono e spezzano in multipli
sezioni agenti di un esercito d'ombre
alla  ricerca di qualche concetto oscuro
generato nello sconvolgimento. Si tende l'arco
del ponte ogni volta che incontra la notte
a quell'ora non c'è nessun corpo ad attraversarlo;
invece scorrono sotto le correnti lettere e missive
non contabili, ignorate
indirizzate con giustizia da mittenti
senza trovare destino. In fila la luce
dei fari raggiunge e illumina
il breve passo della posta fluviale
nel corso notturno del fiume in discesa.
Buste chiuse e laccati
di commissioni mai ricevute,
tinta sciolta per l'acqua,
l'umidità del viaggio senza arrivo:
notizie, promesse, intenzioni
mantengono continua la corrente,
l'assenza di memoria del senza senso.
Succede anche nel trascorrere del giorno
che la sensazione crescente dello scorrere
sorprenda il viandante,
che transita con la morte nei vicoli.
Nel momento in cui si spostano, gamma di grigi
dal bianco fino al nero, la scoprono.
Sorgono vaghe forme, silhouette nate
da se stessa, salgono alla strada ipnotizzate,
ubriache di foschia opaca: la polvere li confonde
con la sua materia, inganna. 
Non lasciano dietro le strade
gli angoli transitati:
man mano che il viandante e la morte
si spostano, rimangono nella memoria,
quello che resta svanisce (simile è stata la fortuna
dell'antico tranvai).
Basterebbe il minimo scintillare
per sbagliare l'incrocio e camminare
nell'improbabile direzione opposta,
quella dell'eco dei suoi passi.
Prima sentirebbe d'essere rimasto indietro,
un po' alla volta sempre più indietro,
sino a sparire;
allora non sarà più lui forse la sua ombra:
un sogno occultato
tra l'angolo dove dorme
lo sconosciuto abitante
di chissà quale altro tempo, lo saprà solo Dio.
Nella notte del vivere
in una notte da se stesso
perso
nel riparo
della identità
opalescente;
in qualche occasione
più chiara e familiare
emerge
un'ombra
trapassata nella vigilia.

(frammento del libro inedito Un testo in rovine).
 

8 commenti:

  1. sono una amante della poesia, mi piace questo rumore del pericolo che troviamo nelle lettere anonime che attrarvesano la città ma anche le nostre vite.
    anonimo r

    RispondiElimina
  2. un'anonima particolare:-)

    RispondiElimina
  3. Questo poeta è davvero una scoperta importante.
    Sono lieto di esser capitato qui per caso.
    :-)

    RispondiElimina
  4. Vedo che come Poeta vengo ignorato...

    RispondiElimina
  5. Tengo que dar las gracias a Érika --siempre tan hermosa-- por haber hecho extraños y sonoros para mí mismo estos versos, producto del idioma italiano que nace de su pluma. Es un honor estar en esta página que expone tan buena poesía. También te agradezco a ti, Stefano, por incluirme entre estos autores. Saludos desde Venezuela.

    RispondiElimina
  6. Grazie a te, Kevork, per averci regalato la tua poesia.

    RispondiElimina
  7. Hermosas imágenes de una ciudad que parece deshacerse a medida que avanza el poema…fascinante mirar el poema en unos caracteres italianos que atinarán ecos y penumbras en una lengua divina . Bravo! poeta caraqueño Kevork Topalian! una venezolana orgullosa.

    RispondiElimina
  8. ciao venezolana orgullosa, bienvenida su Blanc.

    RispondiElimina