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giovedì 27 agosto 2009

Corporea



Finalmente, con Corporea. Il corpo nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese (a cura di L. Magazzeni, F. Mornile, B. Porster e M. Robustelli, Le Voci della Luna, 2009; prefazione di L. Borghi, disegni di F. R. Pinzari), che segue Gatti come angeli. L'eros nella poesia femminile di lingua inglese (a cura di L. Magazzeni e A. Sirotti, Medusa 2006), il lettore medio italiano esce dalla convinzione secondo la quale la Sexton e la Plath siano state le uniche maledette anglofone. Con questo libro ci rendiamo invece conto di quanta vasta sia la fiumana femminile che fa incontrare la scrittura con lo spazio imperscrutabile del corpo, concepito quale prima cittadella organizzata non soltanto per sopravvivere all'assalto del potere fallocentrico, ma anche per incontrarlo sul terreno dell'emozione, dell'intelletto e della reciproca intimità.
La donna che emerge in queste pagine rivendica l'autenticità del proprio orizzonte, con le sue crepe, i suoi trofei, e denuncia la superficiale disponibilità degli architetti colonizzatori, incapaci di pazienza, rigidi nei modi e genitali nell'organizzazione del piacere, laddove, come scrivono le curatrici, "una delle tesi fondanti di questa raccolta è che la sessualità femminile non si identifica esclusivamente con la genitalità, ma anzi attraversa l'intera esistenza della donna con tutte le metamorfosi che vive il suo corpo: menarca, gravidanza e parto, allattamento, menopausa". Corporea, infatti, divide in capitoli tali esperienze, cui aggiunge desiderio, amore e disamore, invecchiamento, malattia, violenza, separazioni e risentimenti, dal punto di vista delle 33 autrici, nate tra il 1911 e il 1965. Ciascun capitolo è prefato da un breve testo critico, che indirizza la comprensione della problematica proposta.


The Cruellest Season
Brenda Porster

"April is the cruellest month..."

Only slightly joking,
I said you were
my cruellest season
you never would
quite get the point,
although you could
- great sperm-whale of the mind -
spout flashy geysers of remembered verse.

Not so long after
I understood
how earth might not desire
the softening rain,
her pain
at penetration, the stretch-marked crust's
slow smoothing to the touch
of liquefying fingers,
the shyness of green shoots
just daring to suggest -
while toughened roots
already presage
oncoming drought.



La stagione più crudele
Brenda Porster

"Aprile è i! mese più crudele..."

Scherzando, ma solo un poco,
ti ho detto che eri
la mia stagione più crudele
non hai mai voluto
capirlo del tutto,
sebbene tu sapessi
- grande capodoglio della mente -
schizzare vistosi geyser di versi a memoria.
Non molto tempo dopo
ho capito
come la terra possa non desiderare
la pioggia che ammorbidisce,
il suo dolore
mentre vi penetra, la crosta smagliata
che si spiana lentamente al tocco
di dita che sciolgono,
la timidezza dei verdi germogli
che osano appena insinuare -
mentre radici indurite
già presagiscono
siccità imminente.

Traduzione di Andrea Sirotti


The Thief
Dorianne Laux

What is it when your man sits on the floor
in sweatpants, his latest project
set out in front of him like a small world, maps
and photographs, diagrams and plans, everything
he hopes to build, invent or create, .
and you believe in him as you always have,
even after you set your coffee down
and move toward him, to where he sits
oblivious of you, concentrating
in a square of sun —
you step over the rulers and blue graph-paper
to squat behind him, and he barely notices,
though you're still in your robe
which falls open a little as you reach
around his chest, feel for the pink
wheel of each nipple, the slow beat
of his heart, your ear pressed to his back
to listen — and you are torn,
not wanting to interrupt his work
but unable to keep your fingers
from dipping into the ditch in his pants,
torn again with tenderness
to the way his flesh grows unwillingly
toward your curved palm, toward the light,
as if you planted it, this sweet root,
your mouth already an echo of is shape —
you slip your tongue in his ear and
he hears you call him away
from his work, the angled lines of his thoughts,
into the shapeless place you are bound
to take him, over the bridges of bone, beyond
borders of skin, climbing over him
into the world of the body, its labyrinth
of ladders and stairs — and you love him,
with equal measures of expectancy
and fear and awe, taking him with you
into the soft geometry of the flesh, the earth
before its sidewalks and cities,
its glistening spires,
stealing him back from the world he loves
into this other world he cannot build without you.


La ladra
Dorianne Laux

Che dire quando il tuo uomo siede a terra
in tuta, con l'ultimo progetto
dispiegato davanti come un piccolo mondo, piantine
e foto, diagrammi e mappe, tutto quello
che spera di innalzare, inventare o creare,
e tu in lui credi come hai sempre fatto,
perfino dopo che posi in terra il tuo caffè
e vai verso di lui, nel posto dove siede
dimentico di te, e si concentra
in un quadrato di sole —
cammini sui righelli e la carta azzurra dei diagrammi
per accovacciartigli dietro e lui lo nota appena,
benché tu stia ancora in vestaglia
e questa cada giù, aprendosi un po' mentre arrivi
a circondargli il petto, avverti la ruota
rosata dei capezzoli, il battito lento
del suo cuore, con l'orecchio contro la sua schiena
ad ascoltare, e tu sei lacerata,
non volendo interrompergli il lavoro
ma incapace di trattenere le dita
dal tuffarsi nella trincea dei suoi calzoni,
di nuovo squarciata dalla tenerezza
al modo in cui la carne senza volerlo gli cresce
verso il tuo palmo piegato, verso la luce,
quasi tu l'avessi piantata, questa dolce radice,
la tua bocca già un'eco della sua forma —
ti sfugge la lingua nel suo orecchio
e il tuo richiamo udito lo distoglie
dal suo lavoro, dalle linee ad angolo dei suoi pensieri,
fin dentro al luogo senza forma dove sei costretta
a condurlo, sopra i ponti di osso, oltre
confini di pelle, e gli ti arrampichi sopra
dentro al mondo del corpo, al suo labirinto
di scale a gradini e a pioli — e tu lo ami,
con dosi uguali di aspettativa,
timore e stupore, portandolo con te
dentro la morbida geometria della carne, dentro la terra
prima dei suoi marciapiedi e città,
delle sue guglie scintillanti,
riportandolo via dal mondo che ama
dentro quest'altro mondo che non può edificare senza te.

Traduzione di Fiorenza Mormile


What Was Lost
Alice Ostriker

What fed my daughters, my son
Trickles of bliss,
My right guess, my true information,
What my husband sucked on
For decades, so that I thought
Myself safe, I thought love
Protected the breast.

What I admired myself, liking
To leave it naked, what I could
Soap and fondle in its bath, what tasted
The drunken airs of summer like a bear
Pawing a hive, half up a sycamore.
l'd let sun eyeball it, surf and lakewater
Reel wildly around it, the perfect fit,
The burst of praise. Lifting my chin
l'd stretch my arms to point it at people,
Show it off when I danced. I believed this pride
Would protect it, it was a kind of joke
Between me and my husband
When he licked off some colostrum
Even a drop or two of bitter milk
He'd say You're saving for your grandchildren.

I was doing that, and I was saving
The goodness of it for some crucial need,
The way a woman
Undoes her dress to feed
A stranger, at the end of The Grapes of Wrath,
A book my mother read me when I was
Spotty with measles, years before
The breast was born, but I remembered it.
How funny I thought goodness would protect it.
Jug of star fluid, breakable cup —

Someone shoveled your good and bad crumbs
Together into a plastic container
Like wet sand at the beach,
For breast tissue is like silicon.
And I imagined inland orange groves,
Each tree standing afire with solid citrus
Lanterns against the gleaming green,
Ready to be harvested and eaten.


Cosa è andato perso
Alida Ostriker

Quel che ha nutrito le mie figlie, mio figlio,
rivoli di beatitudine,
la mia giusta intuizione, la mia sicura informazione,
quel che mio marito ha succhiato
per decenni, tanto da pensarmi
al sicuro, pensavo che l'amore
proteggesse il seno.

Quel che ammiravo di me stessa, col piacere
di lasciarlo nudo, che potevo
insaponare e carezzare nel lavarlo, e assaporava
l'arietta ebbra dell'estate come un orso
che da zampate a un alveare, salito a metà di un sicomoro.
Ho permesso al sole di scrutarlo, a cavalloni e acque di lago
un vorticare selvaggio attorno a lui, la perfetta misura,
il prorompere dell'elogio. Sollevando il mento
allungavo le braccia per indicarlo alla gente,
esibendolo tutto quando ballavo. Credevo che questo orgoglio
l'avrebbe protetto, era una specie di scherzo
tra me e mio marito
quando leccava un po' di colostro
fosse anche una goccia o due di latte amaro
diceva Lo stai mettendo da parte per i tuoi nipotini.

Lo stavo facendo, e stavo salvando
la sua parte migliore per qualche necessità cruciale,
il modo in cui una donna
si slaccia il vestito per nutrire
un estraneo, alla fine di Furore,
un libro che mia madre mi lesse quando ero
tutta macchiata di morbillo, anni prima
che il seno mi nascesse, ma io me lo ricordavo.
Che buffo il pensiero che la bontà l'avrebbe protetto.
Boccale di liquido stellare, fragile coppa.

Qualcuno raccolse i tuoi frammenti buoni e cattivi
li mise insieme in un recipiente di plastica
come sabbia bagnata sulla spiaggia,
dato che il tessuto del seno è come il silicone.
E io m'immaginai degli aranceti lontani dalla costa,
ogni albero ritto in fiamme con massicce lanterne
di agrumi contro il verde scintillante,
pronti per essere colti e mangiati.

Traduzione di Fiorenza Mormile


'Vagina' Sonnet
Joan Larkin

Is "vagina" suitable for use
in a sonnet? I don't suppose so.
A famous poet told me, "Vagina's ugly."
Meaning, of course, the sound of it. In poems.
Meanwhile he inserts his penis frequently
into his verse, calling it, seriously, "My
Penis". It is short, I know, and dignifled.
I mean of course thè sound of it. In poems.
This whole thing is unfortunate, but petty,
like my hangup concerning English Dept memos
headed "Mr/Mrs/Miss" - only a fishbone
in the throat of the revolution -
a waste of brains - to be concerned about
this minor issue of my cunt's good name.


Il sonetto della vagina
Joan Larkin

II termine "vagina" va bene per essere usato
in un sonetto? Non credo.
"Vagina è brutto." Mi ha detto un famoso poeta.
Intendeva, naturalmente, il suono. Nelle poesie.
Frattanto inserisce spesso il suo pene
nei versi, chiamandolo, seriamente, "II mio
Pene". È corto, lo so, e dignitoso.
Intendo naturalmente il suono. Nelle poesie.
Tutta questa faccenda è infelice, ma di poco conto,
come il mio rifiuto per i pro-memoria del Dipartimento di Inglese
intestati "Signore/Signora/Signorina" - solo una lisca di pesce
nella gola della rivoluzione -
un inutile rovello - preoccuparsi della
questione minore del buon nome della mia fica.

Traduzione di Anna Maria Robustelli

17 commenti:

  1. Un'antologia davvero molto interessante, l'ho letta d'un fiato e poi riletta.
    Ottima proposta nel mare di antologie spesso assai banali e/o superflue.
    liliana

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  2. grazie per la conferma. vero del resto che l'editore e le curatrici sono persone di valore.

    gugl

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  3. intanto bentornato! passato buone vacanze? spero sì. l'antologia come giustamente faceva notare liliana è un'ottima proposta spero non si perda nell'oceano delle banalità. corporea sembra raccogliere ogni esperienza dell'essere donna che è certamente legato più di quanto possa accadere agli uomini al fattore corpo per i molteplici mutamenti che accadono nel corso della vita di una donna. Complimenti a tutti. antonella

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  4. passate buone vacanze, sì. grazie! e tu?

    l'antologia conferma l'ipotesi he l'occidente moderno sia attraversato interamente da questo genere di poesia e che ciò sia la cifra di quest'epoca, la quale, elogia il corpo ma solo se liscio e giovane, censurandone gli aspetti della caducità, ossia ciò che lo rende amabilmente umano.

    un abbraccio!

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  5. grazie della proposta... e bentornato
    stefania

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  6. ciao stefano, mi mandi un tuo recapito postale?
    Sebastiano Aglieco

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  7. Ciao Stefano, ben tornato.

    Una gran bella antologia, l'ho letteralmente divorata, scoprendo almeno quattro autrici (per me) sconosciute di autentico talento.

    Di grande spessore gli apparati critici e l'insieme delle traduzioni.

    (Di grande spessore, umano e culturale, la "mano" che regge tutta l'operazione.)

    fm

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  8. sicuramente non avventurose ma ferie serene. e ciò mi basta, anzi, di più, è ciò che desideravo.
    l'autenticità va necessariamente a spasso con la caducità. ne do notizia su vdbd, penso possa interessare le belledonne. un abbraccio a te carissimo
    ciao antonella

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  9. Ciao Francesco. avevo letto il tuo post sul libro. anche per questo non ho messo le due poesie che già hai rilevato tu.

    ciao Antonella, andrò a leggere la tua "notizia".

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  10. giustamente uterina - femminia.
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    Grazie della proposta e bentornato :)

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  11. un'antologia che devo procurarmi,
    dal titolo un po' ambiguo (se si scorpora in "corpo rea" :-))

    le liriche che hai proposto mi sono piaciute molto, soprattutto le ultime due
    così diverse, ma così dense di corpo attraverso le due parti - che però diventano il tutto femminino -:
    seno (narrato in un avanti indietro esistenziale, molto toccante, anche, ma non solo, a fronte di un intervento -forse per cancro)
    e vagina, in una declinazione quasi metapoetica, molto ironica.

    Grazie.

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  12. sì, anche a me piacciono le due ultime poesie, in particolare. grazie per il tuo intervento.

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  13. altri testi da "Coporea" qui:
    http://www.ellisse.altervista.org/index.php?/archives/388-Corporea-Il-corpo-nella-poesia-femminile-contemporanea-di-lingua-inglese.html

    un saluto

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  14. grazie Giacomo. un abbraccio!

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  15. quello che stavo cercando, grazie

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