Prima vita (Fara 2009) è titolo complessivo ed incipit, e sorprende: non va infatti intesa in quanto primizia, vita come prima scelta, bensì quale conseguenza della resa alla vita ordinaria, ad essere parte, come bene scrive Francesco Tomada in prefazione, "di una struttura sociale molto più grande di lei", sotto il segno dell'integrazione. Eppure, sottotraccia, brulica la spinta a deviare, almeno a livello interiore e ad elaborare strategie di sopravvivenza, usando la leva dell'ironia e dell'autoironia. L'originalità si gioca nell'attrito tra i due livelli e nella capacità di farci sentire che il gioco che ne deriva è lasco, oscillazione in cui stare. La poesia che scrive la Crozzoletti occupa questo spazio, tra ciò che lei è per necessità (madre, moglie, lavoratrice) e ciò che avrebbe potuto essere (punk, ladra, intellettuale). Nessuna delle due dimensione è praticabile senza dolore; per fortuna che nel loro punto di contatto si apre appunto una crepa, un lasco - come nei pedali delle vecchie biciclette - dove il tempo smette di avanzare e tutto può essere ripensato, detto come se fosse per la prima volta. La prima vita è la poesia nata sotto il peso della solita vita e della vita non praticata, è la poesia in quanto pratica insolita dello slancio vitale.
PRIMA VITA
D'accordo mi arrendo:
accetto di vivere
la prima esistenza che viene
proseguo stonata
con l'inutile forza che mi contraddistingue
gratto i muri tanto per fare
meglio che essere
assolutamente contemplativa
guardo le stelle
e non trovo significati
guai ad essere beatamente infelici
REINCARNAZIONE
Ci sarà un'altra vita
per sopportare tutto questo dolore
ci sarà un'altra vita
per portare a termine il mio destino
Un'altra vita
per elevarmi
un'altra vita
per consacrarmi
Nel frattempo
grazie Steve Kilbey
grazie Wim Wenders
grazie
consolante selciato di libri
Ci sarà un'altra vita
per drogarmi
per essere maestosa
e per fottere il mondo
con grande soddisfazione
TRE VITE
Ho avuto tre vite
Una di beata
inconsapevole essenza
slegata dal resto
appartenente a tutto
La stessa vita che ora
vedo nei passi di danza.
di mia figlia
Poi una vita
con dolori che smembrano
il cuore
La durezza del mondo
lo stridore dei passi
voler diventare
voler rimanere
Vietato esistere
per il gusto
E le ansie vomitate
addosso ad amici
di buona volontà
con l'ottimo supporto
di cure artificiali
L'ultimo pezzo di strada
lo percorro cercando
una casa
tra corse, soste e bestemmie
Cinque marce
eternamente in anticipo
Uniche soste previste
per infarti o tumori
La casa è sempre
un isolato più avanti
o si trova in una via
già percorsa
A TU PER TU CON LA POESIA
Allora, anima bella,
giochiamo con le parole
o con i significati?
Uniamo
ondeggianti vorticose
frasi sensuali
spremiamo il verbo
ricamiamo i pronomi
o seguiamo il sentiero in pianura
consegnando al pensiero il suo
ruolo filosofo?
Troviamo un nome
o sondiamo l'essenza?
Mettiamo tutto nel
corpo frullatore
troviamo l'interruttore nella
testa
mescoliamo frasi anima ironia
dolore rabbia comprensione
e dal vulcano facciamo uscire
una piccola perla
che ci faccia sentire
immeritatamente speciali
VECCHIA PAZZA
Vorrei essere stata
una bambina lieve
vorrei diventare
una vecchia pazza
Vorrei una vita in regressione
pensieri morbidi e tondi
che esplodono per diventare
disordinato pulviscolo
danzante
ilare
dispettoso
che solletica il naso di Dio
Uno starnuto cosmico
è il big bang
della mia età matura
FEMMINILE TOMBALE
Dovrei essere tutto
invece non so che essere
una cosa alla volta
La capacità di sovrapporre i ruoli
propria del mondo femminile
in me diventa
calca di apparenti strati leggeri
ammasso di pietre
praticamente una tomba
VERONA, 21-11-2008
Attenzione
alle certezze incrollabili
alle belle case
all'argenteria lucidata
ai prìncipi e alle principesse
alle promesse eterne
ai capelli sempre in ordine
Abbiate cura dei bambini tristi
CAPPOTTO
Oggi ho conosciuto Tizio
indossavo il mio elegante cappotto di lana
non gli ho detto che lo porto da anni
al punto adesso della sinusoide
sorvolo sul passato
non ragguaglio sulle rotte
Vorrei lasciare nell'ignoranza
chi non mi vede da anni:
che dormano tra le pieghe dei calendari
Caio e Sempronio che mi hanno
conosciuta senza occhiali
la faccina stupita da giovane lollobrigida
tutto sommato una bella immagine
di ragazza insicura con moti di ribellione
lasciati a metà
Ci sono lati positivi nelle vite di linee
spezzate si toccano giusto gli estremi
poche le sovrapposizioni
rare le eccezioni
Così posso sempre affermare
che nessuno mi ha mai vista
nel momento di maggior splendore
che è sempre stato prima
e sarà sempre dopo
A tutti mentirò dicendo
che il tempo mi vuole bene
Un amore ricambiato
Stefania Crozzoletti è nata nel 1966 a Isola della Scala (Verona), dove vive. Laureata in Economia e Commercio, si occupa di studi e ricerche economiche. Sue poesie sono state pubblicate nelle antologie della Giulio Perrone Editore Pensieri d'Inchiostro III edizione e La notte. I grandi temi della poesia. La sua raccolta (Non sono un) poeta è stata segnalata nel concorso di Fara Editore Pubblica con noi 2008.
caro Stefano, mi hai fregato sul tempo...
RispondiEliminama mi fa piacere che altri abbiano reputato opportuno dare spazio alla Stefania, che reputo soggetto interessante anche dal punto di vista "umano".
"sdoppiamento di identità"
e forte autocoscienza determinano sin dal titolo quanto tu dici sulla bidimensionalità dell'autrice
e d'altronde ne è testimonianze il testo "Reincarnazione"
"ci sarà un'altra vita
per portare a termine il mio destino
Un'altra vita
per elevarmi
un'altra vita
per consacrarmi"
versi che potrebbero servire come mantra
per tutti quelli che non sono soddisfatti dell'attuale propria dimensione...
un caro saluto a tutte due,
red
caro Red, quando usciranno le sue poesie nel tuo blog, segnalalo qui nei commenti.
RispondiEliminaciao!
gugl
Mi fa molto piacere trovare Stefania qui, a casa di un lettore attento e acuto come Stefano.
RispondiEliminaTrovo la scrittura di Stefania tesa, drammatica, viva. Una bella voce, su cui mi viene difficile dire altro da quanto scritto nella righe che accompagnano il libro.
Brava, molto brava; un lavoro da leggere e da diffondere.
Un saluto ad autrice e padrone di casa (oltre che a red).
Francesco t.
Credo che voi due abbiate una sensibilità comune. Ha fatto bene Alessandro Ramberti a coinvolgerti nel progetto.
RispondiEliminaciao!
gugl
Un caro saluto postpasquale a tutti! Sono effettivamete felice che i versi di Stefania vengano apprezzati e da persone che stimo grandemente. Ad maiora!
RispondiEliminaAlex
Arrivo qui dopo una giornata di prima vita in ufficio...
RispondiEliminaringrazio tutti di cuore, sicuramente non sarò capace di trovare le parole giuste.
Ringrazio Stefano per l'ospitalità e per le sue note di lettura, ho materiale su cui meditare per un po' di tempo. Ho spesso pensato alla poesia come una sorta di "via di fuga", in realtà non vado da nessuna parte, ho (solo?) trovato un territorio vergine,senza sovrastrutture (dove il tempo smette di avanzare, come scrive Stefano...) dove posso guardare a me stessa e al mondo senza filtri, in piena luce. Per fortuna, questo luogo c'è, l'ho trovato...
Ringrazio Red per le sue parole: la "forte autocoscienza" aiuta a vedere con chiarezza ma a volte ti porta lontano, troppo lontano... ma sono rischi che si devono correre, o no?
Ringrazio Francesco,non solo per la prefazione ma anche per i buoni consigli e l'incoraggiamento, le sue parole mi sono state preziose.
E infine ringrazio il mio editore, Alessandro, che non ha chiesto "referenze" e mi ha dato la possibilità di pubblicare...
un caro saluto a tutti
stefania
vorrei solo aggiungere il mio apprezzamento della poesia di stefania che non conoscevo. la trovo di una discorsività ricca e vibrante, con accenni amari ma stemprati da una sottile elegante ironia, senza troppo distacco. un versificare compatto e sorvegliato che rimanda a esempi alti di poesia internazionale più che italiana. conosco invece francesco di cui ho che ho iniziato ad apprezzare l'impegno, l'attenzione e il lavoro poetico. un bravo ad alessandro che saluto. e un saluto anche a stefano, dalle antenne poetiche sempre vigili e sensibili. roberto cogo
RispondiEliminaringrazio tutti per l'attiva partecipazione a questo post.
RispondiEliminami sembrano parole molto lusinghiere.
gugl
... parole molto lusinghiere, davvero! Per me, che sono nata insicura, sono un incoraggiamento.
RispondiEliminaRingrazio Roberto per il suo commento, ho avuto modo di apprezzare il suo lavoro proprio in questo spazio e nell'antologia "Dall'Adige all'Isonzo". Spero di poter approfondire, purtroppo la poesia è un amore recente e molti sono gli autori che non conosco (o non conosco abbastanza), tante sono le poesie che non ho letto... spero di poter recuperare
un caro saluto a tutti, al padrone di casa e alle sue antenne poetiche in particolare.
stefania
colpita (sono solo alla prima lettura e mi riprometto di tornare con calma).
RispondiEliminasento energia, in questi testi. ma non sempre, come se stefania non osasse fino in fondo...
mi piacerebbe sapere da stefano se i testi scelti seguono una linea cronologica.
e poi vorrei dire a stefania che questi versi:
"gratto i muri tanto per fare
meglio che essere
assolutamente contemplativa" li ho gustati in tutta la loro ironia e libertà. e te li invidio :)
s.
i testi seguono l'ordine dato da Stefania. non so se sono stati scritti in quest'ordine. non credo.
RispondiEliminatrovi che ci sia una consequenzialità?
gugl
Grazie Silvia, il tuo apprezzamento ha per me un grande valore. Hai visto giusto: anche io penso che in alcuni casi manchi "l'affondo". In realtà Prima vita è un percorso (e così rispondo alla tua domanda sull'ordine cronologico, che ho seguito con qualche eccezione), che parte dall'accettazione della vita, quella che mi è capitata, come unica scelta possibile (l'altra è quella di buttarsi dalla finestra) e dalla ricerca di motivazioni filosofiche prima ancora che personali che diano un senso qualsiasi all'esistenza. A questo punto ho iniziato a scavare, e il lavoro sta continuando.
RispondiEliminaun caro saluto
stefania
solo una precisazione: il percorso non è lineare, anzi è accidentato e forse visto da fuori non sembra nemmeno un percorso. E' forse più corretto parlare di episodi/testi legati dalla necessità di elaborare con i mezzi più disparati quelle che Stefano ha chiamato "strategie di sopravvivenza"
RispondiEliminas.
nturalmnente questo breve florilegio che ho postato non rende giustizia dell'economia del libro.
RispondiEliminala cosa miliroe è aqcuistarlo, gustarlo come si deve.
poi, sulle vie: oltre ala via maestra e alla finestra, c'è la porta, la grande porta d'entrata da cui si può uscire, salutando chi resta.
gugl
mi chiedevo della cronologia dei testi per capire se potesse essere valida l'equazione "più recenti uguale più affondanti"...
RispondiEliminaanche perchè le prime tre le trovo più "efficaci" delle altre.
propongo uno scambio di libri...
s.
stavo pensando anch'io ad uno scambio di libri. Va bene se ti contatto all'indirizzo e-mail che trovo sul tuo blog?
RispondiEliminami farebbe un grande piacere leggere il tuo ultimo lavoro, di cui ho già sentito parlare molto bene...
grazie
stefania
cara Stefania, se vai in Blanc a domenica 4 gennaio 2009, trovi un mia scheda sul libro di Silvia
RispondiEliminaciao e grazie per la partecipazione
gugl
mi vergogno a scrivere qui, sono rimasta estasiata, e un filo sconvolta..voi siete di un altro pianeta..parlo di chi scrive il blog, di chi lo segue e commenta, parlo di stefania. (sono arrivata qui inseguendo marina mariani), vorrei avere una maggior propietà di linguaggio per esprimere quello che sento, ma almeno lo sento.
RispondiEliminacomplimenti
Lou
grazie a te per l'entusiasmo che trasmetti gentile signora.
RispondiEliminaottima la Mariani come poetessa e splendida persona.
gugl
A caldo, dopo una sola lettura, sento di dire che l'autrice merita tutto il nostro interesse: leggerezza apparente, impennate d'ironia, capacità (rara) di guardarsi vivere.
RispondiEliminaComplimenti a Stefania
(che mi accingo a rileggere subito)
Antonio Fiori
ciao Antonio. Apprezzo molto la tua partecipazione a Blanc.
RispondiEliminagugl
dai testi emerge chiarissima come una richiesta di pace, attraverso la disincantata accettazione del proprio "giardino".
RispondiEliminaPer sopravviversi, quasi ...
Colpita molto da questa voce: attuale e - a tratti - ironica. Sono felice di essere passata di qui.
Un carissimo saluto a Stefano e a Stefania
Non so se sia poesia quella che scrivo, personalmente la chiamo semplicemente scrittura. Poesia, anzi poesia tragica, acuta,re-ferente, sostanziale, elementale è quella della vita. Chi prova a cementarla in versi si cimenta in una guerra senza scampo e via d'uscita a meno che, non si trovi una crepa, una anche piccola frattura e da lì si passi a dimenticare se stessi, il proprio minuscolo mondo, lasciando che prenda tutto il cosmo in un solo movimento del piede, mentre cavalca l'universo.Ma non è questo che cavalcano eco-nomia e politica e società, putroppo, si vive di tanti falsi specchi e le allodole sono altro.
RispondiEliminaGrazie della lettura,fernanda
Si, anche io ho pensato che nelle poesie di Stefania ci siano molti affondi "spezzati". Stefania dice di vedere la poesia come un luogo, ma credo non la veda come un luogo reale, una possibilità concreta. Ecco perchè sostiene che l'altra soluzione sia "buttarsi dalla finestra". La sua rassegnazione (o claustrofobia, rabbia, sconforto) è reale e non "poetica": per sé ha ironia da vendere, come se volesse sdrammatizzare se stessa un po' prendendosi in giro; per il mondo conserva un bonario umorismo che sembra giustificarlo, facendo perdere d'importanza o di peso le ribellioni che la spingono a sostare nella poesia. È che Stefania sembra aver portato la poesia nella realtà, piuttosto che la realtà nella poesia. Così, alcuni slanci vengono interrotti, perchè le loro regole sono sottoposti alla forza di gravità. Tutto ciò, se non ho detto castronerie, fa sicuramente parte della poetica di Stefania, che, però, io non mi sento capace di apprezzare. Anzi, meglio: sento il bisogno di rifiutare, per una visione (esigenza) totalmente differente.
RispondiEliminaPoi però leggo Tre vite e penso che la mia sia solo codardia.
Una lettura davvero concreta.
Luigi