Pochi sanno che negli anni novanta ho suonato il basso elettrico con un certo impegno. Il risultato sono stati alcune registrazioni in proprio con i Danny Rose, una traccia in un CD prodotto da una locale da ballo del Veneto e low fi, il disco di Andrea Mazzacavallo uscito nel 2002 per le edizioni Edel. Fra gli ospiti c'è anche Ares Tavolazzi.
Così ne parla Rockit: “Le prime personalità ‘ingombranti’ che vengono in mente ascoltando il lavoro sono quelle di Giancarlo Onorato, Marco Parente e Tricarico; ci sembra infatti che il protagonista di “Low-fi” abbia la stessa attitudine dei tre colleghi appena citati, ma i risultati finali sono indubbiamente altri, sicuramente personali, forse perché qui ci sono maggiori richiami alla tradizione (Conte su tutti) e un modo di intendere la sperimentazione in maniera diversa. Un incrocio, insomma, tra nuovo e vecchio che ci sembra ampiamente riuscito, soprattutto in tracce come l’iniziale “Alcolica domenica”, la successiva “Cianca stancia” (che ricorda certe cose dell’ultimo De Andrè), “Tony”, “Tonino, la moglie e l’amante” (brano dall’incedere tipico che caratterizza molti episodi di Conte), “?” e “Lappa Milano” (qui emerge prepotentemente l’ombra di Parente), e tutte le altre, nessuna esclusa. Quindi, almeno per questa volta, è tutto l’album ad essere oggetto di apprezzamento e non singole tracce; e ci auguriamo che Andrea Mazzacavallo bissi quanto prima, mantenendosi sui livelli attuali."
Così non è stato. Credo che Andrea faccia altro ora, però è stata un'esperienza importante e, se mai leggesse queste righe, ci tenevo a dirglielo.
però eclettico!
RispondiEliminanell'album suonano 4 bassisti (in brani differenti, ovvio).
RispondiEliminagià, i capelli lunghi...
io sapevo :-)
RispondiEliminavoc?
RispondiEliminaanch'io sapevo, stefano. ci sono ancora, penso spesso a te con immutato affetto. gio
RispondiEliminaAnche un mio caro amico si diletta a suonare il basso, talvolta, viva tutti i bassisti !
RispondiEliminaCiao da Fadipao.
ciao gio, che piacere! (gio che non è giò turra: lo dico per i visitatori)
RispondiEliminafedipao i bassist isono strani, ma non come i batteristi:-)
Stefano, continuo a trovare similitudini al ribasso. Dopo la corsa (a proposito: mezza in 1h53...), anch'io ho suonato il basso, ma decisamente male, e solo con amici, al massimo per amici. E con i capelli corti.
RispondiEliminascusa. ero io. a.
RispondiEliminavincenzo credo che dobbiamo conoscerci. in verità ci siamo scambiati qualche parola a Montiglio, un anno fa... forse se avessimo avuto in braccio una chitarra la cosa sarebbe stata più duratura.
RispondiEliminaanto se iquella che sapeva. Si sa: tu sai sempre tutto:-)
e il notaio conferma
RispondiEliminaah, sì, stefano, anch'io sapevo :)
RispondiEliminaanzi, credo sia una delle primissime cose che mi dicesti :)
ora faccio rosicare qualche ragazza qui presente: fra un paio di settimane incontro Stefano :DDD
.... e però, stando solo ad una ventina di kilometri uno dall'altro, ancora non ci siam fatti un duo basso elettrico-flauto traverso (magari con la Conte alla tastiera....): free jazz o Inter-Play, così tanto per coltivare la creativity....Ciao
RispondiEliminaGiovanni
ah! a proposito di poesia e musica.....per gli anglofoni (o per chi non ha grosse difficoltà a leggere l'inglese) raccomanderei il sito del poeta americano David Budbill www.davidbudbill.com; all'interno, oltre a qualche brano del cd in cui duetta con il bassista jazz William Parker (il cd è "Zen Mountain/Zen streets"), e altri in cui c'è anche il percussionista hamid Drake, c'è anche il link alla sua newsletter alternativa THE JUDEVINE MOUNTAIN EMAILITE: A Cyberzine
RispondiEliminaAn On-line and On-going Journal of Politics and Opinion. Una chicca direi: poesia, musica, critica, politica. Ciao, Giovanni
giovanni, ti pareva se non ci indicavi un sito musicale senza lo ZEN in mezzo:-))))
RispondiEliminami piacerebbe fare un trio con voi, ma credo di essere fuori allenamento.
Caro Voc, credo che qui di ragazze che ti invidiano ce siano pochine!
(non so cosa ne pensi il notaio alivento)
lo invidio e lo sai
RispondiEliminasì, lo so :-))))
RispondiEliminachi t'ha detto che io sono quella che sa sempre tutto? sapevo questa cosa :-) me l'aveva detta un passerotto. s'è fermato al davanzale della mia finestra, nel becco un piccolo foglietto, una fotografia in bianco e nero raffigurante un uomo con una nota in testa. ad esempio quando dove e perchè vi incontrate con voc questo non lo so. neppure il passerotto sa niente. curiosa. ciao belli a.
RispondiEliminacon voc ci vedremo al premio anterem, a verona. siamo lì come spettatori, magari anche come mangiatori e bevitori, chissà.
RispondiEliminaadesso mi ricordo: ti avevo spedito una foto che non avrei mai il coraggio di pubblicare qui:-)
una fantastica foto! devi pubblicarla per forza. dài, sii generoso, vuoi forse deludere le tue fans? :-) a.
RispondiElimina(e proseguendo)
RispondiElimina...perchè è giovane e, probabilmente, innamorato, e non soltanto della poesia
:))))
sarà innamorato, ma certo (e per fortuna) non di me:-)
RispondiEliminaanto la foto lasciamola nel suo cantuccio, come una cosa posata e dimenticata...
vabè, come vuoi. c'è una nuova poesia nel mio blog. sei una nota di vincenzina bellina (cugina stretta di vincenzo bellini) ciao vado a messa. a.
RispondiEliminaCiao Stefano, che bella scoperta il tuo blog :)
RispondiEliminaOps, ho dimenticato di firmarmi
RispondiElimina(Sono la numero 89 nella collezione Limina di Anterem :)
grande piacere di averti qui Aida. quando lessi il tuo libro, ho preso i seguenti appunti: macroscopia dell'invisibile vita del sottobosco o di altri luoghi naturali, che diventano allegoria; divertissement linguistico applicato all'armonia del bosco; dialettica eternità/divenire; autrici di riferimento (forse): Milli Graffi e Valduga.
RispondiEliminache ne dici?
Prima di dire permettimi di meravigliare. Innanzitutto per il tuo ordine (come hai fatto a ritrovare così velocemente gli appunti? :) e poi per l'esatta inquadratura dei luoghi e della relativa traslazione. Sì, il bosco, ma non solo, e i suoi abitatori, ma non soli, diventano la metafora dell'uomo e della dialettica alla quale accenni. E la luna. La luna è quasi sempre lì e bene ha fatto Tiziano Salari a metterla in primo piano nella prefazione.
RispondiEliminaIn merito alle autrici di riferimento, ne sono compiaciuta, ma davvero non saprei. Forse abbiamo consonanze in comune, corrispondenze del singolare intelletto femminile.
(Approfitto anche per salutare Elio che ho letto in alcuni commenti e per chiederti se sai di altri autori "anteremiani" che abbiano un blog).
Buona giornata, Stefano :)
sì, saremo spettatori e, forse, mangiatori :D
RispondiEliminaad ogni modo conoscerò stefano e ne sono contento.
ali, mi invidi? ;)
Aida, sono un tipo ordinato (dentro).
RispondiEliminati avevo scritto, ma la tua mail non corrisponde con quella che ho io. rimediamo?
gli anteremiani non hanno un grande rapporto con i blog.
...pure io sono stato invitato il 14 ottobre a Verona. Ma mi sa che dovrò disertare, causa studi universitari, e, oltre as essere sgridato da R. Teti, mi perderò il summit de vojartri! Ciao. GTZ
RispondiEliminaVolentieri, riesci ad entrare nel mio blog e lasciare in un messaggio privato la tua mail? Oppure lo faccio io, qui, dimmi dove :)
RispondiEliminaP.S. A Verona, saluta Ranieri e Flavio e Ida per me, grazie.
Vocativo caro, diciamo che vi invidio entrambi, invidio il fatto che v'incontrerete, vi guarderete negli occhi, che vi beerete (perdendovi :)))) l'uno nello sguardo dell'altro, e nella voce e nei gesti.
RispondiEliminaPer tutto il resto vi conosco bene di già, come voi conoscete me, non l'ho detto io "voi naviganti la conoscete bene". Ammetterai in occasione di questa discussione che la conoscenza reale aggiunge qualcosa ai sensi ma non alla percezione dell'intelletto o dello spirito altrui.
sì, è così, ali, non si scopre l'intelletto e lo spirito, però attenzione, alcune cose te le dà solo la conoscenza reale. Per esempio chi mi restituisce l'emozione di quando incontrai la prima volta Francesco Marotta? Ha qualcosa di radicale e dolcissimo insieme, di ieratico e di umanissimo. Non saprei come dire, e se se ne resta affascinati solo dalla scrittura sul blog, non ne potrai sapere niente di più e soprattutto ti viene negata quell'emozione.
RispondiEliminaQuindi l'incontro con Stefano sarà sempre la possibilità di stupirsi di fronte ad un'altra persona.
c'è sempre uno scarto fra la parola scritta e il corpo, un'immedicabile distanza, che non può essere surrogata. Questa volta sarà l'incontro a ridisegnare la relazione; altre volte è la scrittura.
RispondiEliminaIn un racconto di Jabes si dice della consuetudine beduina di non riconoscere l'amico che torna da lontano, così che l'incontro nuovo non dia nulla per scontato.
Che Francesco Marotta sia persona di grande fascino si capisce bene dal modo in cui articola i discorsi dei suoi commenti, specialmente quelli più lunghi nei quali sviluppa, è evidente, quasi all'impronta il suo pensiero, che è ricco, profondo, vario e intenso.
RispondiEliminaNon mi dici niente di nuovo, Luigi, stai confermando la mia idea. L'incontro può soltanto esaltare le caratteristiche che una mente attenta e vigile percepisce già attraverso questo mezzo. In più l'incontro ti permette di vedere il colore dei capelli, (che sempre di cheratina son fatti) degli occhi,(che però hanno sempre un'iride, pupilla e sclera) il portamento(che non sempre corrisponde all'idea che di una persona ci si è fatta), la statura (relativamente insignificante) ecc. e, tra le cose che mi mancano di più nelle conoscenze virtuali, il modo di muovere occhi, mani, braccia, capelli, ogni parte del corpo e l'espressione degli occhi.
Ma la mente è già qui più esposta che mai, salvo casi di scientifico occultamento ovvero di dissociazioni mentali.
Se il 14 o il 22 mi fischieranno le orecchie saprò chi mi pensa e Voi altrettanto. :))
Tuttavia l'immedicata distanza Stefano, è parola che coglie nel segno...
be', ali, se vai sul mio blog e nelle mie scelte quindicinali leggi "la posizione erotica"... credo che ti piacerà molto :)
RispondiEliminacredo anch'io che piacerà ad Ali.
RispondiEliminaOttimo anche Egoyan, che m'invoglia a tornare in atmenia... (ma dal riassunto che fai, non credo che sia ambientato in quella terra.)
casomai ce ne fosse bisogno confermo che avete indovinato, dunque si conferma che ho ragione io :)))
RispondiEliminaclaro che sì:-)))
RispondiEliminaUh, e io che mi aspettavo un post su Bugo, magari sull'album "Dal ci-sei al low-fi"
RispondiElimina:)
Ciao
e chi è Bugo? :-)
RispondiEliminaCaro Gugl, googla! :)
RispondiEliminaBugo è un... boh, cantautore low-fi, molto "cazzone", giocherellone, a volte disimpegnato, altre volte fintamente disimpegnato. Ho assistito a un paio di suoi concerti e davvero c'è da morir dal ridere.
Sue hit sono: "ho messo un piede sulla merda", "casalingo", "pasta al burro"; l'ultimo singolo tormentone è "dov'è il mio gel" :)
Spesso si avvale di sonorità blues grezze, a volte mischiate con qualche effettino elettronico rigorosamente "spurio" e, appunto, low-fi.
Ciao
beh, se è così, caro simone, qualche affinità con il tuo bugo c'è.
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