Due poesie degli anni Cinquanta tratte da La tigre assenza (Adelphi 1991). Nell'ultimo verso della prima, Cristina Campo cambiò "camicia" con "tunica", probabilmente per una più tenebrosa concordanza vocalica con "fuoco". Il titolo della seconda rinvia all'ultima residenza londinese di Simone Weil.
È rimasta laggiù, calda, la vita,
l'aria colore dei miei occhi, il tempo
che bruciavano in fondo ad ogni vento
mani vive, cercandomi...
Rimasta è la carezza che non trovo
più se non tra due sonni, l'infinita
mia sapienza in frantumi. E tu, parola
che tramutavi il sangue in lacrime.
Nemmeno porto un viso
con me, già trapassato in altro viso
come spera nel vino e consumato
negli accesi silenzi...
Torno sola
tra due sonni laggiù, vedo l'ulivo
roseo sugli orci colmi d'acqua e luna
del lungo inverno. Torno a te che geli
nella mia lieve tunica di fuoco.
Elegia di Portland Road
Cosa proibita, scura la primavera.
Per anni camminai lungo primavere
più scure del mio sangue. Ora tornano sul Tamigi
sul Tevere i bambini trafitti dai lunghi gigli
le piccole madri nei loro covi d'acacia
l'ora eterna sulle eterne metropoli
che già si staccano, tremano come navi
pronte all'addio...
Cosa proibita
scura la primavera.
Io vado sotto le nubi, tra ciliegi
così leggeri che già sono quasi assenti.
Che cosa non è quasi assente tranne me,
da così poco morta, fiamma libera?
(E al centro del roveto riavvampano i vivi
nel riso, nello splendore, come tu li ricordi
come tu ancora li implori).
l'aria colore dei miei occhi, il tempo
che bruciavano in fondo ad ogni vento
mani vive, cercandomi...
Rimasta è la carezza che non trovo
più se non tra due sonni, l'infinita
mia sapienza in frantumi. E tu, parola
che tramutavi il sangue in lacrime.
Nemmeno porto un viso
con me, già trapassato in altro viso
come spera nel vino e consumato
negli accesi silenzi...
Torno sola
tra due sonni laggiù, vedo l'ulivo
roseo sugli orci colmi d'acqua e luna
del lungo inverno. Torno a te che geli
nella mia lieve tunica di fuoco.
Elegia di Portland Road
Cosa proibita, scura la primavera.
Per anni camminai lungo primavere
più scure del mio sangue. Ora tornano sul Tamigi
sul Tevere i bambini trafitti dai lunghi gigli
le piccole madri nei loro covi d'acacia
l'ora eterna sulle eterne metropoli
che già si staccano, tremano come navi
pronte all'addio...
Cosa proibita
scura la primavera.
Io vado sotto le nubi, tra ciliegi
così leggeri che già sono quasi assenti.
Che cosa non è quasi assente tranne me,
da così poco morta, fiamma libera?
(E al centro del roveto riavvampano i vivi
nel riso, nello splendore, come tu li ricordi
come tu ancora li implori).
preferisco quelle di ali. voglio dire che queste sono noiose. a.
RispondiEliminaomnia munda mundis
RispondiEliminaanto!!!
RispondiEliminama che ti metti a dire?
però m'hai fatto ridere, le tue battute sono al fulmicotone
Rileggo le poesie già lette stamattina.
Sono belle e a tratti sembrano volare per poi planare su un fondo piano di tristezza.
Forse mi sbaglio Stefano, tu saprai correggermi allora, ma in certi punti di svolta l'autrice usi espressioni...come dire, convenzionali.
E poi mi dà un senso d'inquietitudine, sconforto, porta a ritrarsi più che a compartecipare quel verso
"Cosa proibita
scura la primavera."
raggelante di veto e sangue.
mi dispiace ma non conosco cristina campo, fabry leggendo e rileggendo queste due poesie non posso fare altro che ribadire che preferisco quelle di ali! :-)))))) filanto
RispondiEliminaTutto è puro per i puri o niente è puro per i contaminati? nel senso che non capisco niente? ti sbagli voc, capisco la buona poesia. ho un talento innato :-)))) non so dire perchè, come quando un vino mi va giù che è un piacere e capisco che mi piace e ne berrei ancora anche se non ne conosco il vitigno, l'anno, il nome, la cantina, il retrogusto se già di frutta o d'altro. vinanto
RispondiEliminaho scritto apposta che queste poesie sono state composte prima della neoavanguardia. ora non si può più scrivere così.
RispondiEliminaA me piacciono. La prima ha soltanto il "come" che andrebbe ripensato. vorrei far notare (alle due amiche) la coerenza lessicale e la vicinanza a saba e penna.
"Un poeta non parla la lingua ma la medita".
RispondiElimina(Marianne Moore)
"Solo, tu con le parole:
e questa è veramente solitudine".
(Gottfried Benn)
Queste due citazioni (che l'autrice stessa utilizza in uno dei testi più belli che ha scritto: "Gli imperdonabili") - racchiudono (quasi) tutto il senso della poesia di Cristina Campo.
Le ho utilizzate perché penso che facciano piacere anche ad Antonella, alla quale consiglio di leggere la Campo, ma, prima delle poesie, un bellissimo libro di saggi e di prose che si chiama "Il flauto e il tappeto" (che contiene, appunto, "Gli imperdonabili"). Non so se è stato mai ristampato e in quale edizione (penso comunque Adelphi): io ho la prima, del 1971, di Rusconi Editore, nella collana "Cultura Nuova.
Spero che Antonella non prenda il mio suggerimento bibliografico come un "rimprovero". E' solo un consiglio di lettura: "Gli imperdonabili", ad esempio, contiene molte cose che le appartengono.
p.s.
Stefano, mi aspetto, alla prima occasione, qualcosa di un'altra grandissima poeta dimenticata del Novecento: la magnifica Fernanda Romagnoli. Lei, la Campo e la Rosselli hanno scritto alcune delle più belle pagine della poesia italiana del Novecento.
Intanto, altrove, alcuni baldi giovanotti...
fm
grazie Francesco per l'informazione. "Gli imperdonabili" sono usciti autonomamente da Adelphi nel 2002 (n.183 della collana che pubblica anche "la tigre assenza")
RispondiEliminaSulla romagnoli posterò qualcosa quando tornerò dalle vacanze (parto lunedì)
Intanto posto questa bellissima frase della Campo, tratta, appunto, da "Gli impoerdonabili": “La parola del maestro, dice un racconto ebraico, appariva a ciascuno un segreto destinato all’orecchio suo e a nessun altro: sicché ciascuno sentiva come sua, e completa, la storia meravigliosa che egli narrava nelle piazze e di cui ogni nuovo venuto non udiva che un frammento.”
un abbraccio (anche ai baldi giovanotti, se di qui si degnano di passare:-)
Irripetibile anche questa sua definizione dello "stile".
RispondiElimina"...una virtù polare grazie alla quale il sentimento della vita sia nello stesso tempo rarefatto e intensificato. Cosicché, grazie a un movimento simultaneo e contraddittorio, là dove l'artista concentra al massimo l'oggetto riducendolo, come i pittori T'ang, a quell'unico profilo, a quella pura linea dall'alto al basso che è, per così dire, la pronuncia stessa dell'anima, il lettore lo senta in sé moltiplicarsi, esaltarsi in armoniche innumerevoli".
Sido chiunque a ridefinire nella forma di un simile concentrato di intuizione e pensiero.
*
Ti auguro buone vacanze. Se ti capita, qualche volta osserva ciò che vedrai anche con i miei occhi. Per me.
fm
"Sfido chiunque a ridefinire..."
RispondiEliminafm
questa sottile umanità che passa in moto biunivoco da Francesco e Stefano è quanto di più prezioso esiste nel mondo della poesia.
RispondiEliminaAnto, il proverbio era diretto a FAbry, che aveva scritto "una delle voci più PURE", non a te :)
NOn ho il minimo dubbio che tu sappia riconoscere la buona poesia :)
fm: la citazione calza a pennello che la cultura zen.
RispondiEliminacercherò di portare dal montenegro qualche foto interessante.
ciao voc, anima prezisa.
"preziosa"
RispondiEliminaCristina Campo è una delle mie poetesse preferite. Sempre composta, lineare, "a testa alta". L'ho conosciuta grazie alle traduzioni di Carlos Williams e al suo carteggio col poeta e con l'editore Vanni Scheiwiller. Prossimamente nel blog di Fabrizio sarà presentata una mia amica, giovane poetessa, che almeno nel tono e nel portamento assomiglia alla Campo :)
RispondiEliminaCiao
Simone, "nel portamento" vuoi dire che è una bellissima donna come la Campo?
RispondiEliminaAnto, al di là della neoavanguardia (che ufficialmente comincia nel 1956), devi leggere la Campo come osservi un ramo piegarsi d'inverno per troppa neve.
ho l'impressione che il commento in inglese di oggi alle 11,29 sia uno spot pubblcitario di un motore di ricerca... chi ne sa qualcosa di più me lo dica, thanks
RispondiEliminaStefano, con "portamento" mi riferivo all'appunto sulla compostezza che traspare dai testi, sullo stare sempre "a testa alta". Comunque Valeria, sì, è una ragazza molto molto carina :)
RispondiEliminaConcordo sul parere estetico sulla Campo :)
Ciao
Avevo notato anch'io la bellezza della Campo :)
RispondiEliminabella anche l'immagine con cui descrivi la sua poesia Golf
grazie ad entrambi, Stefano e Francesco per spunti e suggerimenti
Filanto, ti ringrazio delle parole spese per me, di cuore, perchè so che sono il tuo cuore d'amica, tuttavia condivido la prudenza dei "nostri uomini". Non sono trecento poesie che fanno una poetessa, nè trecento pubblicazioni, è il tempo, la costanza, le vette raggiunte e il riconoscimento corale. E per tutto questo non so se io potrò mai essere, non tanto adesso, ma neanche domani, viva, consapevole, presente.
PS. non è che sia invidiosa, sia ben chiaro, e poi di Voc davero no, ma se qualcuno mi dicesse mai un giorno "anima preziosa" io, non so...forse mi sentirei, per un attimo almeno, felice :)
RispondiEliminaquando penso a voc, mi viene in mente bobi bazlen; lo conosci ali?
RispondiEliminaciao Fabry: anche tu hai questa impressione?
RispondiEliminabisogna dirlo a voc:-)
RispondiEliminadopo gli faccio un post che gli piacerà:-)))
RispondiEliminanon ci crederete, ma a Bobi Bazlen mi paragono (con le dovute proporzioni) io stesso! :D
RispondiEliminami fa molto molto piacere sentirmelo dire, Stefano!
Ali, infatti sentirmi dire "anima preziosa" (superata la filadelfia delle anime belle tedesche di fine settecento e penso per esempio a Jean Paul) mi riempie di gioia :)
sulle anime tedecshe di fine settecento e passa, Voc, hai avuto una intuizione non da poco...
RispondiEliminacome tutti gli artisti sei un veggente:-)))
Stefano sono un discreto conoscitore della letteratura tedesca (specie in ambito poetico, lo si può intuire anche da un intervento nel prossimo faranews), molto di più di quanto non lo sia di quella francese e anglo-americana.
RispondiEliminaSe ci sono dei veggenti (al di là della semplice valenza orfica) nella recente poesia italiana, quelli siete tu, Francesco Marotta, Adriano Padua, Massimo Sannelli, Tiziana Cera Rosco e qualche altro nome (la lista si allunga, ma questi sono i primi che mi vengono in mente).
NAturalmente tengo fuori De Angelis che al momento è al di sopra della sfera della corruttibilità ed è già ampiamente noto (e non è vero che sono belle solo la prima e l'ultima raccolta: io ho un debole per Biografia sommaria).
Io aspetto la prossima raccolta del "vecio" Zanzotto :D che per me resta il più grande poeta europeo (forse sei d'accordo con me, stefano, no? in barba a quello che ha scritto recentemente Manacorda)
su Zanzotto non mi pronuncio (devo pensarci). Devo ancora vetrificare, fra l'altro, se "il sogno di un prigioniero" sia la migliore poesia italiana del secondo novecento. Una cosa è certa: un passo di quella poesia lo avevo messo in epigrafe alle poesie che abbiamo pubblicato su Absolutepoetry (singolare, no?)
RispondiEliminaAnche a me piace molto "Biografia sommaria".
sul canone underground che hai stilato... vedremo come va a finire.
lo sai che fu bobi balzen a presentare dora markus a momtale?
Non conosco Bobi Bazlen. Sono grave? Rimedio questo pomeriggio. Intanto vi informo che la "nuova" Cristina Campo è on-line sul blog di Fabry :)
RispondiEliminaE come non concordare con Voc su Zanzotto? Ha dato un'accelerata all'indagine metapoetica e linguistica che darà i suoi frutti per i lustri a venire. Sono l'unico a pensare che l'iperlettarietà zanzottiana sia in qualche modo consolante e faccia da controcanto al caos della struttura e della voce della sua poesia? I riferimenti letterari sono gli unici appigli certi, voglio dire.
Ciao
sì, Simone forse hai ragione. però a volte, per me, Zanzotto è troppo cerebrale. la "calda vita" gli è estranea anche se - mi pare, forse, un poco, chissà - esiste!
RispondiEliminagrazie per l'informazione fabryana
Roberto "Bobi" Bazlen (1902-1965), singolare e geniale figura di intellettuale triestino, amico di Saba e di Joyce, fu colui che fece conoscere a Montale l'opera di Svevo. Montale, con i suoi articoli, costruì la fortuna critica di Svevo stesso. Racconta Montale: "Fu soprattutto un impareggiabile suggeritore e suscitatore di sempre nuove inquietudini intellettuali e morali". Sul giovane Montale esercitò una influenza straordinaria facendogli conoscere, oltre a Svevo, Kafka, Musil e i triestini Giotti e Bolaffio. Bazlen, durante la sua vita, non volle pubblicare nessuno dei suoi scritti, alimentando l'alone di mistero attorno alla sua figura ma, al tempo stesso, relegando la sua fama presso piccole cerchie di intellettuali e appassionati di letteratura. Negli ultimi decenni si è cominciato a parlarne più diffusamente (Daniele Del Giudice ha dedicato il suo primo romanzo "Lo stadio di Wimbledon" alla figura di Bazlen e alla sua scelta di rimanere nell'ombra) e a pubblicare i suoi scritti
RispondiEliminaCiao Rita! :)
RispondiEliminaVoc, l'anima è preziosa in senso soggettivo per chi tale la definisce, quella bella dovrebbe essere oggettivamente bella, ma, nel caso in specie parla gugl, allora io preferisco preziosa molto di più
scusa non posso mica solo farmi corteggiare, qualche volta devo pur replicare in tema e tono ;)
mi piacciono molto i vostri rimandi per somiglianza/analogia, consentono di allargare il campo e tracciano linee di possibili sviluppi di approfondimento e conoscenza.
RispondiEliminaAvessi tempo...vi nuoterei come un pesce, invece di sguazzare al pari di un'oca...o ranocchia? :)
Ahahah, Stefano, non verificare quale sia la più bella poesia italiana del '900! Il fatto è che per me lo è del mondo intero! :D Il sogno del prigioniero è solo un mio vezzo. Ci sono particolarmente legato, per varie ragioni che non sto qui ad elencare. Fermo restando che in qualsiasi modo avrei indicato una poesia di Montale (non nascondo che è il poeta che più ammiro del '900 tutto, più di Eliot, Pound, Rilke e chi ci volete mettere voi), avrei potuto dire L'anguilla (per restare a La Bufera) o indicare con sorpresa, forse, di molti le 3 sezioni di Notizie dall'Amiata.
RispondiEliminaSì, sapevo che Bobi aveva presentato la Markus a Montale :)
Simone, non ti preoccupare, era uno che viveva nell'ombra (la qual cosa non è forse meravigliosa?)
ali, grazie della precisazione "bella" e "preziosa". Detto da stefano preferisco mille volte preziosa :)
non ho volutamente letto tutti i commenti a queste due splendide poesie , punto altissimo della nostra letteratura ,mi sono fermata esterefatta dopo i primi 10. Per cortesia signorina che chiamano Anto segua il consiglio di leggere Cristina Campo e magari anche qualche altra grande scrittrice ,mi fa veramente male sentire le sue parole non è possibile dire della Campo che è noiosa ,magari cjhe non le piace perchè non la rappresenta ,perchè è pien di sofferenza di qualcos'altro ma non di noia , grazie e buona lettura , Tiziana Curti
RispondiElimina"ho scritto apposta che queste poesie sono state composte prima della neoavanguardia. ora non si può più scrivere così."
RispondiEliminaLa poesia è morta? Caro Guglielmin, devo dire che seguo il tuo blog con interesse ma queste due righe non le ho mai digerite. Ora, tardo, trovo la voglia di scriverti le mie ragioni: 1. chi può dire, in poesia o in prosa, cosa si può o non si può scrivere, o in che modo? Nessuno, nemmeno Benedetto Croce (che pure lo fece, meritando le mie antipatie) o l'illuminato Contini.
2. ed è il punto fondamentale, come puoi affermare che questo tuo assioma sia frutto dell'avvento delle neoavanguardie? Cosa rappresentano codeste velleità avanguardistiche rispetto all'immensità dei grandi autori, delle Opere che sopravvivono nei millenni? Il misero flutto al cospetto d'un Oceano infinito. Chi legge Sanguineti avendo a disposizione Alighieri, Omero, Virgilio, d'Annunzio, Carducci (a cui, ovviamente, nemmeno Cristina Campo s'avvicina)? Non io, caro Guglielmin. Ad ogni modo sappi che ti stimo, un abbraccio, Ivan.
sì, la mia espressione è manichea. ma un blog è un'arena, non un simposio di letterati.
Eliminagrazie per la stima.