Oliveiro Girondo è un poeta che ha segnato profondamente la mia formazione, in particolare questa poesia, che s’intitola “L’impasto”
Non solo
il floscio fondo
gli ebbri letti limi tellurici tra fanali seni
e i loro licheni
non solo il soligracido
le prefughe
il dispari sparito
l'approfondimento
il tatto incauto solo
i concordi abissi degli organi sacri dell'orgasmo
il gusto del rischio in germoglio
del rito nero all'alba col suo sgranchiarsi pieno di passeri
e neppure la brama
i sospiretti solo
né il fortuito diale fato
o gli autosondaggi in pieno plesso tropico
né le exloro in meno né l'indedalo
ma il vivo impasto il totale impasto pieno
il puro impuro impasto che mi riduce le calette la cuorcina
tesa le testarde viti femmine
l'impasto
l'impasto con cui aderì i miei ponti
Gina Maneri, nella sua tesi di laurea, scrive che Oliveiro Girondo (1891-1967) fu, insieme a Jorge Luis Borges, uno dei maggiori esponenti dell’Ultraismo argentino, movimento poetico sviluppatosi in Spagna intorno agli anni ’20, fondato dal poeta e traduttore Rafael Cansino Assens insieme a Guillermo de Torre, a cui aderì subito tutta una generazione di scrittori. I principi fondamentali dell’Ultraismo erano la rifondazione di tutte le avanguardie mondiali, la soppressione della punteggiatura, la rivendicazione del valore visivo – tipografico della poesia, la preferenza per le immagini indirette e duplici, secondo lo stile cubista, e la predilezione per l’umorismo. Questo movimento ebbe stretti rapporti con il Surrealismo”.
l'ostrabismo, cara! :D
RispondiEliminadi questo qui non dici nulla, Stefano? intendo a proposito di parte della tua formazione.
certo, Viviani, si sa:-). ma di Girondo, meno.
RispondiEliminacomunque tu parti favorito, visto che hai letto Logoshima:-)))
vero, stefano! Infatti non l'avrei mai detto se avessi letto il solo Come a beato confine.
RispondiEliminaperò da come ho impostato questo blog, si potrebbe dire, no?
RispondiEliminabe', direi che lo si potrebbe dire soprattutto dai primissimi post, quelli sulla poesia visiva e dintorni.
RispondiEliminaUn giorno ci sarà qualcuno che si sarà ispirato a Stefano Guglielmin...
a questa tua ultima mossa, mon ho una contromossa:-)
RispondiEliminabella poesia, secondo me si vede che ne sei stato ispirato.
RispondiEliminaper il resto te e Voc che vi capisce è bravo! ;)
che = chi
RispondiEliminaCESARE VIVIANI da L'ostrabismo cara, 1973
RispondiEliminalo strale stanato e per scommessa
l’ombretto bagnato nella fucina ho
trovato piegata e piagata col liquido
tuo giovereccio
questa indemoniata o indemoniato
non so che perché è stato più
un balzo che altro, ecco perché
assortivano molto le catenelle
perché le bacche filtravano rosso
e spingi e malta
ti vedevano i lutti
per questo col limote di un opossum
non più belava esitata fusione
il gelato il pelato ospite anziano
distillato dal mosto
quello tentato stasa per dire
a quel punto ho visto quale era
Cesare Viviani
Poesie 1967-2002
antologia, introduzione di Enrico Testa
Oscar Mondadori
Intanto un saluto di dovere, anche se un po' in ritardo :)
RispondiEliminaPoi questa poesia è una scoperta; ho sempre apprezzato le soluzione ricercate eppure ironiche.
Dicevate di Viviani Cesare? L'ho scoperto recentemente e la sua è tra le opere che leggo più volentieri.
Ciao
Simone
Ombramara: hai visto che hai capito il nostro idioletto? E poi hai scelto, Di viviani, una bella poesia. brava.
RispondiEliminaSimone: grazie per il transito. fa piacere avere lettori e amici come te. Di viviani che cosa leggi? E' molto cambiato, infatti, negli anni.
Fabry, sapere che tu, dopo 25 ore di lavoro, ancora hai la forza di venirmi a trovare, fa di te un santo. anzi un Santo! Però, e questa cosa tutti la pensiamo, anche saper dire di NO, a ciò che non è necessario, è segno di santità (vedi le agiografie:)
"saper dire di no a ciò che non è necessario"
RispondiEliminasei saggio golf
"la fermezza di saper dire no quando è necessario"
è un'altra e connessa perla di saggezza
se frequentandoti cresco ancora, come hai detto da fabry, diventerò anch'io come Artur: smisurata :)))
ali, ma tu non sei già ovunque?
RispondiEliminaComunque sarei molto felice se alcune case editrici cominciassero a seguire con più attenzione Stefano Guglielmin e a dargli lo spazio che veramente merita (nonostante lui prediliga i margini, forse per tensione naturale), perché secondo me è molto più di un poeta da 7 + (tanto per riprendere una formula usata qualche tempo fa da Marco Merlin).
grazie Voc. 7+ la dicevano cochi e renato negli anni settanta:-)
RispondiEliminaAli, maturano anche le nespole:-)))) (scherzo eh!). Essere saggi, comunque, implica stare nella misura, sentirsi sempre al proprio posto e dunque, come scrive lao tze, non essere in pericolo.
Rita, bel poeta Girondo, no?
Fabry, a dieta? spero sia calibrata.
fabry, intollerante al grano e all'uovo? accidenti! è dura!
RispondiEliminabe', l'Italia è stata appena sufficiente: mi sa che i nostri (?) sono ancora indietro nella preparazione, un po' appesantiti; spero che con la Repubblica Ceca siano al 100% (USA permettendo, sabato prossimo)
direi che la difesa ha fatto acqua e l'attacco non l'ha trasformata in vino:-)
RispondiEliminabeh, ma a noi non im-porta:-)
RispondiEliminagugl, è una nazionale di calcio, non una comunità di beati!
RispondiElimina