tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post5363871530860552202..comments2023-11-10T15:49:14.658+01:00Comments on blanc de ta nuque: Lidia Rivielloguglhttp://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-59158172867716272622007-12-24T17:20:00.000+01:002007-12-24T17:20:00.000+01:00Qualche rapida considerazione. Raccontare, oggi, n...Qualche rapida considerazione. Raccontare, oggi, non significa rappresentare le cose (viste) come sono, poiché è possibile conoscerle meglio attraverso altri strumenti, più esatti delle parole; raccontare significa esprimere o cercare di esprimere il senso di esse. Raccontare vuol dire dare un senso; uno fra i possibili, forse, ma un senso. Molta poesia di oggi sembra invece solo lo specchio deformato del presente, di un mondo senza memoria, cioè senza passato; la rappresentazione delle cose viste in una luce senza chiaroscuri, come all’imbrunire, quando il sole è appena tramontato e non ci sono più ombre, ovvero, mancano le emozioni, oppure sono frantumate e sclerotizzate in un gergo del poetico anti-poetico, post-post-post avanguardistico. A volte, però, la poesia aspira anche a qualcosa di più: non vuole semplicemente raccontare, ma essere la mimesi stessa della vita; vuole salvare quel che vede, o ha visto, e ha l’ambizione di dire la vita così com’è, senza volerle trovare (dare) un senso “ulteriore”, “altro”. Non è cosa facile e non sempre ci riesce. Quando accade è solo in virtù dello stile. È il caso di “Neon 80”, questo poemetto di Lidia Riviello, recente vincitore del Premio Delfini. La geografia è quella degli anni 80, fatta di luoghi standard, luoghi senza ombre, senza chiaroscuro, immersi nella non-luce di un pensiero debole e disimpegnato, quello della generazione del ‘tutto-detto’, ‘tutto-fatto’, ‘la-rivoluzione-è-finita, l’hanno-fatta-altri, guarda-com’è-finita’, ‘hanno-già-pensato-tutto, l’hanno-anche-ripensato’, ‘a-noi-non-resta-niente-altro-che-questa-selva-di-non-luoghi', 'il nostro è il tempo in cui cominciano a farsi adulti insieme a noi i primi feticci della società del consumo’, ecc. ecc.<BR/>Chi individua nella levità il maggior difetto di questo poemetto, credo che sbagli. Forse è vero che il contenuto sarebbe potuto essere più denso e pregnante, ma, in fondo, la ‘levità’ è frutto della rapidità e della fluidità di questa ricognizione, primo gradino di un’ascesa anche dolorosa. Si tratta, in altre parole, della prima stazione di un viaggio, che si annuncia lungo e doloroso, di consapevolezza e di approfondimento di un periodo della nostra storia recente che Lidia Riviello sente – e questo almeno si avverte senza riserve – con grande intensità e che vuole ritrovare e indagare con serietà e con tutta la severità di cui è capace, insomma con determinazione (in fondo quegli anni ottanta furono il tempo della sua crescita, della primissima adolescenza, quando cioè si comincia a sperimentare il mondo; il tempo del suo fiorire, della sua primavera, mentre altro appassiva, e del suo acquisire consapevolezza di sé e della vita.<BR/>Il passato si può rivivere per virtù della memoria e della poesia: per virtù della memoria, con la saggezza di chi viene storicamente dopo; per virtù della poesia, con la trepidazione e l’imprevisto di chi è contemporaneo. In “Neon 80” c’è trepidazione e imprevisto. Piccoli difetti sono ancora certe durezze dello stile, altrimenti convincente e già maturo. Per finire in modo semiserio,a me sembra, tutto considerato, che il maggior difetto del poemetto sia proprio l’avallo.<BR/>FDAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-14339098500707893932007-12-20T17:35:00.000+01:002007-12-20T17:35:00.000+01:00In effetti gli anni ’80 hanno rappresentato tutto ...In effetti gli anni ’80 hanno rappresentato tutto e il contrario di tutto: il superamento delle ideologie e l’inizio di nuove visioni nell’assetto politico ed economico del pianeta; l’edonismo più plastificato e la nascita di movimenti del tutto antitetici come il grunge. A sua volta il gas apre a diverse e opposte visioni nell’immaginario collettivo (dal neon, appunto, sino alle “docce” dello sterminio nazista, solo per citare due poli a distanza siderale). Tale antinomia non poteva non tradursi nella scrittura di questo poemetto, pieno di oggetti e allo stesso tempo versato a indagare nel vuoto di quegli anni, in una ricerca quasi disperata di valori. Così appassionato l’avvicinamento a quel periodo e così inevitabilmente scettico e ironico lo sguardo che, attraverso i versi della Riviello, tornano al lettore. Intimità e rumore di fondo di televisione convivono nello stesso angolo ovattato di una camera che l’autrice riscopre e che, in fondo, appartiene a tutti coloro che in quegli anni sono stati adolescenti, a tutti coloro che, dovendo scegliere tra Spandau e Duran, sentivano di attendere qualcosa di proprio, qualcosa che ancora non c’era. Lidia Riviello ci riporta quel senso di non appartenenza e sembra farlo con il sorriso di chi si è guardato indietro e ha trovato un filo rosso che può unire tempi davvero lontani se osservati attraverso i cambiamenti degli ultimi venti anni. Complimenti a chi ha ospitato questi versi e soprattutto a chi li ha scritti, usando un raro equilibrio, indispensabile per restare su quel filo rosso e poter dire “fatti fummo” per non cadere.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-30131750613661022922007-12-20T15:33:00.000+01:002007-12-20T15:33:00.000+01:00Neon80 è un lavoro poetico interessante sia sul pi...Neon80 è un lavoro poetico interessante sia sul piano linguistico sia sul piano politico. Certo, si può parlare dell'impegno civile perchè c'è una critica seria al consumismo.<BR/>Riviello (figlia non il padre) è molto brava.<BR/>Complimenti<BR/>MAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-52071044872667313432007-12-16T09:05:00.000+01:002007-12-16T09:05:00.000+01:00c'è anche la poesia inutile :-)ma non il nostro ca...c'è anche la poesia inutile :-)<BR/><BR/>ma non il nostro caso<BR/><BR/>guglAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-2876497474237227842007-12-15T18:38:00.000+01:002007-12-15T18:38:00.000+01:00poesia civile, sociale... ma non è poi tutta la po...poesia civile, sociale... ma non è poi tutta la poesia civile...?<BR/><BR/>un abbraccio<BR/><BR/>alessandro ghignoliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-84853204069585565682007-12-13T22:19:00.000+01:002007-12-13T22:19:00.000+01:00poesia civile? forse sì...poesia civile? forse sì...Patty!https://www.blogger.com/profile/16503502228987365260noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-69163166619319302822007-12-13T21:29:00.000+01:002007-12-13T21:29:00.000+01:00la potremmo chiamare "poesia civile".guglla potremmo chiamare "poesia civile".<BR/><BR/>guglAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-77825801751285572082007-12-13T19:52:00.000+01:002007-12-13T19:52:00.000+01:00stupefacente.... un quadro perfetto, un giro a 360...stupefacente.... un quadro perfetto, un giro a 360gradi sulla nostra squallida realtà...reale, così reale che vedi tutto, tutto nitido. <BR/>sorprendente... tutta la storia della gente, tutto quello che ci gira intorno, tutta questa fredda desolazione, questo deserto colmo di futilità, della cenere di un prima che lascia spazio a futuri brevi ed effimeri.tutto illuminato al neon.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-39583278307165727812007-12-13T16:37:00.000+01:002007-12-13T16:37:00.000+01:00la poesia che merita va fatta conoscere. riproponi...la poesia che merita va fatta conoscere. riproponi pure.<BR/><BR/>guglAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-36763053298493918262007-12-13T14:36:00.000+01:002007-12-13T14:36:00.000+01:00bhe...che dire...non potevo questo che riproporlo ...bhe...che dire...non potevo questo che riproporlo sul mio...<BR/><BR/>grazie gugl, bellissimo spunto.<BR/><BR/>mitralikaAnonymousnoreply@blogger.com