tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post5018240823946509365..comments2023-11-10T15:49:14.658+01:00Comments on blanc de ta nuque: Scritti nomadiguglhttp://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-79180613219006580472009-11-29T11:34:32.215+01:002009-11-29T11:34:32.215+01:00quello che stavo cercando, graziequello che stavo cercando, grazieAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-22033437937823883372008-04-16T09:03:00.000+02:002008-04-16T09:03:00.000+02:00ma ne hai una copia da vendermi, o devo ordinarla ...ma ne hai una copia da vendermi, o devo ordinarla ad Anterem? Ciao! GTZAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-68769160113478720342008-04-01T12:09:00.000+02:002008-04-01T12:09:00.000+02:00parole molto vere, da meditare a lungo. grazie!gug...parole molto vere, da meditare a lungo. <BR/><BR/>grazie!<BR/>guglAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-29887384904775793002008-04-01T09:25:00.000+02:002008-04-01T09:25:00.000+02:00Paolo, condivido completamente quanto scrivi. Erra...Paolo, condivido completamente quanto scrivi. Errare, ossia compiere errori. Andare anche verso l'errore. Un errore cotruttivo, però. Per provare e riprovare. Capire meglio la lingua. Essere al suo servizio e al contempo esplorarne i limiti e le possibilità. Aspettare che la lingua si riveli ma anche non essere passivi di fronte a lei.<BR/>Un progettarsi, insomma per e nel linguaggio, e - vero - costruire la proprio casa, fragile. Essere, infine, sempre disposti a ricostruirla, incessantemente.<BR/>Silvia ( Comoglio)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-40272096177689317422008-04-01T09:07:00.000+02:002008-04-01T09:07:00.000+02:00interessante come “errare” sia anche “compiere err...interessante come “errare” sia anche “compiere errori”; come l’errore sia infrazione di regole; e come la poesia orchestri un “barbarismo” o un attento errare che è sempre tendere le maglie del linguaggio a un certo limite, limes, confine, e valicare; quindi provocare la stasi della regola e farla ancora errare fino a una nuova dimora formale; e come siano questi atti di erranza linguistica a definire da cosa sradicarsi e dove ritrovare ospitalità: sradicarsi dalla lingua bruciata nel giorno, o abbandonare la dolce casa classica della lingua passata, e ritrovare asilo nella capanna d’erba di una lingua nuova, messa insieme ogni sera, con quattro sassi e stecchi <BR/>paolo (donini)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-36276424875550976972008-04-01T07:55:00.000+02:002008-04-01T07:55:00.000+02:00e tutto questo si vede poi nella umiltà di ospiti ...e tutto questo si vede poi nella umiltà di ospiti come voi (e non lo dico per adulare) <BR/><BR/>guglAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-10602479204548295272008-03-31T22:10:00.000+02:002008-03-31T22:10:00.000+02:00Un grazie innanzitutto a Stefano e Francesco: a St...Un grazie innanzitutto a Stefano e Francesco: a Stefano per questi testi davvero molto belli e a Francesco per averli postati. <BR/>Errare è forse la condizione propria dell’uomo. E se da un lato può sembrare un cercarsi all’infinito o l’ espiazione di una colpa, dall’altro è però anche - soprattutto? - possibilità di cercarsi, di superare il momento dato interrogandosi sulla propria presenza e identità. E’ un essere sempre in fieri, un formarsi attraverso la molteplicità, mettendo in gioco il proprio io che vive e si apre nel e col linguaggio. Sradicarsi è anche una necessità, per comprendere meglio le proprie origini, se e quale sia il principio che ci fonda e si manifesta ospitandoci o facendosi ospitare. Come accade con la lingua, il linguaggio.<BR/>Silvia ComoglioAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-7161487574506256132008-03-31T11:04:00.000+02:002008-03-31T11:04:00.000+02:00molto belli i testi di Stefano sul nomadismo; è u...molto belli i testi di Stefano sul nomadismo; è un tema che sta a cuore, cruciale, in riferimento alla lingua: dove si radica la lingua del poeta, da cosa espatria? "Un uomo deve innanzitutto sradicarsi", scriveva Peter Handke, e tuttavia un grande esule come Josif Brodski scrive “la condizione di uno scrittore in esilio somiglia a quella di un cane o di un uomo catapultato nello spazio dentro una capsula (somiglia di più a quella di un cane, naturalmente, perché nessuno si preoccuperà mai di recuperarti). E la tua capsula è il tuo linguaggio” forse potremmo togliere la precisazione “in esilio” ed estendere questa condizione a quella del poeta tout court il cui lavoro è trovare (trobar) una lingua; il nomadismo fatto di transiti per luoghi coniuga l'erranza e temporanee ospitalità, contumacie e ritorni per lingue, sublingue, sintassi, ritmi, logoi <BR/>paolo (donini)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-62969022622523911422008-03-30T23:19:00.000+02:002008-03-30T23:19:00.000+02:00qui siamo a livelli alti, irraggiungibili, ma legg...qui siamo a livelli alti, irraggiungibili, ma leggeremo :-) ciao antonellaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-39997556981559290292008-03-30T21:31:00.000+02:002008-03-30T21:31:00.000+02:00ho già visto, poi leggo beneho già visto, poi leggo benealiventohttps://www.blogger.com/profile/14551443692083688174noreply@blogger.com