tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post2882159352827168367..comments2023-11-10T15:49:14.658+01:00Comments on blanc de ta nuque: Luisa Pianzolaguglhttp://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comBlogger15125tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-4041745400995466662008-11-23T17:20:00.000+01:002008-11-23T17:20:00.000+01:00Caro Vincenzo, grazie per questo tuo commento. io ...Caro Vincenzo, grazie per questo tuo commento. io credo che il concetto di "messaggio" sia assai problematico in generale, e ancor più nello specifico della comunicazione poetica. Che cosa comunica infatti la poesia? forse sarebbe megli odire che "la poesia mette in comunione", e "si comunica, si gioca interamente nel singolo testo". Non dunque "messaggio" nella bottiglia-poesia, ma, forse, l'aprirsi della singolarità che siamo nello scarto imprendibile della parola che si versa qui, adesso; come dice Luisa: poesia è pensiero nel suo farsi, nel suo darsi all'attenzione di un pubblico attento, come qui su Blanc, per fortuna.<BR/><BR/>guglAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-29348673012761001302008-11-23T16:00:00.000+01:002008-11-23T16:00:00.000+01:00Suggerire (e magari anche depistare), farsi stupir...Suggerire (e magari anche depistare), farsi stupire dalla scrittura (l'autore stesso, dico) che, misteriosamente, è costruita da, ma costruisce essa stessa il pensiero. Ingredienti per me basilari, caro Vincenzo, in poesia.<BR/>Beh, quando ci sono scambi come questi, mi riconcilio con i blog e credo che, grazie alla rete, qualcosa sia davvero cambiato, nella fruizione di un testo o nella condivisione di un'idea. Cioé: da una parte, la facilità e automaticità del pubblicare qualunque cosa in rete corre il rischio (per me molto presente) di banalizzare e depotenziare un'opera, rendendola più superficiale e indistinta dal magma mediatico che scorre a fiumi da tv e pc. Dall'altra, la rete offre l'incomparabile possibilità di incontrarsi, a cervelli e spiriti, come mai prima era stato possibile, in modo ineffabile ma tuttavia pregnante. Basta volerlo, basta non subire, cercare di resistere e rimanere il più possibile vigili e coscienti. luisa p.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-59088604704248955612008-11-23T13:20:00.000+01:002008-11-23T13:20:00.000+01:00Grazie stefano per questa proposta.Cara Luisa, cer...Grazie stefano per questa proposta.<BR/>Cara Luisa, cercherò le tue nuove poesie nel web per vedere se noto differenze con queste. Certo è che<BR/>che anche il poeta come la meteria si possa trasformare, ma io credo<BR/>che l'essenza dello scrivere rimanga: cambiano i modi, ma i messaggi rimangono i medesimi. Bello il concetto del riportare in superfice e al tempo stesso essere al centro. Farlo senza exploit, senza picchi, è la cosa difficile.<BR/>Creare stupore con cose semplici, magari creanado nuovi percorsi o nuovi ordini, per dire, svelare o meglio ancora, secondo me, per indurre suggerendo. Per questo, amo particolarmente poesie come queste lette.<BR/>vincenzoVincenzo cellihttps://www.blogger.com/profile/07817186472923337206noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-21174641262446722332008-11-23T12:01:00.000+01:002008-11-23T12:01:00.000+01:00Al lettore: posto un paio di testi di Luisa, scrit...Al lettore: posto un paio di testi di Luisa, scritti nel 2007 e usciti nell'antologia di Liberinversi "Leggere variazioni di rotta" (Le Voci della Luna, 2008):<BR/><BR/>"Si vive meglio nel fallimento oscuro, nella caritatevole assenza di illusioni che mette quel sentore sapido tra i denti e la lingua. Da questa posizione, guardando in su, il cielo è un fondo incatramato che ripara, schiaccia verso il basso insacca nell’ombra. E lì il respiro insiste, la catena massacrante scivola leggera sulle scapole che non sembra vero. Non conviene salire di grado, non pare bello disseppellire il capo con un colpo astuto della nuca.<BR/><BR/><BR/><BR/><BR/><BR/>*<BR/><BR/>Questo so, eravamo massa informe uniformemente amalgamata e gentile prima che ci facessero a pezzetti e tu fossi tu e le parole i gesti le figure tremolanti soverchiassero la gioia. Soppesare divenne l’esercizio, valutare il tempo come risorsa schifosamente progressiva. Cose che passano restano, per esempio la grammatica e il buio che ne deriva".<BR/><BR/>le differenze ci sono, ma anche qualche somiglianza, per esempio il piglio assertivo dei versi-frase.guglhttps://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-12352427024238190452008-11-22T18:04:00.000+01:002008-11-22T18:04:00.000+01:00Cara Silvia, eh lo so, questi sono testi diciamo u...Cara Silvia, eh lo so, questi sono testi diciamo un po' "classici", ma del resto non mi è dispiaciuto che Stefano li abbia "riesumati" (e d'altra parte fanno parte di una pubblicazione del 2006, anche se alcune cose risalgono agli anni '90....) In ogni caso, sai com'è, anche per i poeti vale il detto: ogni scarrafone è bello a mamma soja... ;-) luisa p.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-62998417784265851712008-11-22T16:12:00.000+01:002008-11-22T16:12:00.000+01:00senza nulla togliere a questi testi, quelli nuovi ...senza nulla togliere a questi testi, quelli nuovi (che son riuscita a leggere) mi piacciono di più...<BR/>sono in attesa del libro!<BR/><BR/>ciao luisa!<BR/>s.silviamontihttps://www.blogger.com/profile/02821517336330004787noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-34400281403148851802008-11-22T01:55:00.000+01:002008-11-22T01:55:00.000+01:00Un blocco da cui scaturiscono vertigini, il diaman...Un blocco da cui scaturiscono vertigini, il diamante?<BR/>Agglomerato di carbonio, ben allineato e coerente, e lo sfolgoramento dopo il lavoro.<BR/>Direi così, toccata e "ragionata" da molte sfaccettature di Luisa, eh si, Luisa, un nome che mi importa.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-9003358094491679152008-11-21T10:05:00.000+01:002008-11-21T10:05:00.000+01:00sì, fai bene a precisarlo. e, come dici tu, non c'...sì, fai bene a precisarlo. e, come dici tu, non c'è mai un vero superamento di una forma, bensì il suo avvicinamento per tentativi. Ogni passo in avanti è uno scarto di lato e una più ardita prospettiva sulla verità che ci in-forma.<BR/><BR/>guglAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-12877160061750205352008-11-20T23:22:00.000+01:002008-11-20T23:22:00.000+01:00Grazie a tutti per le belle parole. Stefano, rigua...Grazie a tutti per le belle parole. Stefano, riguardo all'uscire dalla sensibilità romantica, e alla ricerca che sto facendo nel mio ultimo libro (un lavoro successivo a quello finito da un pezzo e in uscita tra un anno circa), vorrei ricordarti che, tra questa cosa in preparazione e i testi da te qui pubblicati,c'è appunto il libro in uscita, da cui sono state tratte delle selezioni pubblicate qui e là (antologia Liberi in versi, La Clessidra, siti online), nel quale già mi sintonizzo su una lunghezza d'onda sensibilmente diversa (taglio narrativo, verso lungo ecc). Cioè, voglio dire: lungi da me il rinnegare questi testi pubblicati sul tuo blog, ma fanno parte (nella "forma", e qui ci sarebbe da fare un discorso interminabile su forma e contenuto) di una mia fase di percorso leggermente superata. (Che poi, mi vien da ridere: perché uno si arrabatta a cambiare, a cercare, a esprimersi in ritmi, tempi, modi diversi, e invece poi, in fondo, scrive sempre le stesse cose, anzi la stessa cosa. E forse, a ben guardare, nello stesso modo). luisa pianzolaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-48388907579505810032008-11-20T19:57:00.000+01:002008-11-20T19:57:00.000+01:00due ottime analisi. Grazie!gugldue ottime analisi. Grazie!<BR/><BR/>guglAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-47564359891461517952008-11-20T19:12:00.000+01:002008-11-20T19:12:00.000+01:00Poesia complessa quella di Luisa Pianzola, che uni...Poesia complessa quella di Luisa Pianzola, che unisce una grande capacità di decentrarsi da sé (cosa purtroppo non molto frequente in poesia!) all'amore per una narrazione pacata, eppure tagliente, che spesso si fa quasi apologo, senza dimenticare mai la pietas. C'è bisogno di una scrittura cosi, che vada al fondo delle cose distraendo il lettore con intelligenza sottile; parlando d'altro, soprattutto d'altro rispetto al solito intimismo stanco che non dice ormai più nulla a nessuno. Alessandra PaganardiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-66378488772773373202008-11-20T18:58:00.000+01:002008-11-20T18:58:00.000+01:00La concezione "plastica" di Luisa resta ...La concezione "plastica" di Luisa resta indubbiamente collegata al racconto figurale, mantiene diretti riferimenti alla ‘persona’, ma si avverte una ricerca di stringata sintesi formale, con momenti di espressività particolarmente intensi affidata ora ai connotati anatomici, ora alla materia, ai segni, ai movimenti di essa secondo un sensibilità informale, o a particolari ridotti all’essenzialità emblematica, all’astrazione simbolica, in cui prevale il gesto nello spazio, come per accrescere le valenze e i significati che stanno dietro le apparenze, per accentuare i contrappunti che rendono più discorsive e colloquiali le "masse figurali" nel loro proporsi come elementi di attivazione dello spazio esterno (ambiente, luoghi di relazione e di ‘misura’) e di quello interno (esperienza, memoria, sentimento, intelligenza).<BR/><BR/>Due righe a caldo (magari un poco ingessate...), sperando di non avere male interpretato....<BR/><BR/>Fabiano<BR/><BR/><BR/><BR/>P.S. & O.T. <BR/>Stefano, GRAZIE per la lettura su VDBD !!!!Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-8387282750751811692008-11-20T17:22:00.000+01:002008-11-20T17:22:00.000+01:00cara Luisa, da quanto dici sul tuo ultimo libro, s...cara Luisa, da quanto dici sul tuo ultimo libro, si capisce che stai cercando di uscire dalla sensibilità moderna inaugurata dal romanticismo. E' una operazione necessaria, che, mi pare, Alessandro sta facendo da qualche tempo. Nelle tue parole c'è però dell'altro, che non riguarda soltanto la necessità di dare forma al libro, bensì ha a che fare con la relazione esperienza-memoria, percezione-memoria, in una prospettiva assai sperimentale.<BR/>Sono curioso di leggere qualcosa.<BR/><BR/>un caro saluto anche ad Alessandro.guglhttps://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-16790230176398872142008-11-20T16:49:00.000+01:002008-11-20T16:49:00.000+01:00mi trovo molto d'accordo con la nota critica di St...mi trovo molto d'accordo con la nota critica di Stefano, in un modo o nell'altro i problemi del senso (e del non senso) e della responsabilità del dire sono e restano cruciali per molta della migliore poesia contemporanea, italiana e non, a cui si annoverano senz'altro questi bellissimi testi di luisa,<BR/>grazie per il piacere della lettura,<BR/>un caro saluto,<BR/>alessandro broggiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-21833302487523201032008-11-20T15:44:00.000+01:002008-11-20T15:44:00.000+01:00Caro Stefano, grazie per le tue parole frontali, t...Caro Stefano, grazie per le tue parole frontali, toccanti (nel senso, proprio, che toccano lì dove c'è da toccare). Le poesie che hai scelto (l'aria secca e l'asino, ad esempio) sono tra quelle meno lette, da me, nei reading e maggiormente legate a eventi reali della mia vita (e forse è per questo che non riesco a "leggerle" in maniera distaccata, e nemmeno a valutarle). Il tesoro di cui parli (e di cui parla Ungaretti) è effettivamente quel dono a cui la poesia e il poeta aspirano, anche nelle forme scritturali più sperimentali, lucide, a-liriche, impoetiche. Ad esempio, io sto lavorando a un quinto libro (il quarto uscirà per La vita felice tra un po') nel quale cerco di allontanarmi il più possiible da un concetto di poesia tradizionale, fatta di "picchi", di exploit, dove si ricorda un verso, una parola, e lavoro per creare un mood, un clima, un insieme che colpisca nella sua globalità, nel suo essere (o non essere) totale. Ma poi mi accorgo che, anche lì, limo, taglio, levigo, mi faccio prendere dal "demone delle varianti"... e forse allora solo in questo momento sento davvero di fare poesia. Un abbraccio e buon lavoro, luisa pianzola.Anonymousnoreply@blogger.com