tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post953550921194763462..comments2023-11-10T15:49:14.658+01:00Comments on blanc de ta nuque: Ma le prefazioni servono?guglhttp://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comBlogger56125tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-70072260333127376702010-09-24T11:29:22.053+02:002010-09-24T11:29:22.053+02:00condivido quanto dice Fabiano (magari con una comp...condivido quanto dice Fabiano (magari con una compresnione amggiorea alla posta di Carifi, che comunque ha dato molto ai neofiti).<br /><br />interessante l'idea di Lisa: scrivere le prefazioni alle seconde edizioni, per certificarne il valore. tuttavia, se diamo ascolto a questo proposito, perdiamo il lavoro di ricerca fatto dal prefatore. Lavoro che diventa chiave interpretativa utile a molti.guglhttps://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-1902479064145315522010-09-24T06:33:29.748+02:002010-09-24T06:33:29.748+02:00(...proseguo)
sono pertanto contro le prefazioni ...(...proseguo)<br /><br />sono pertanto contro le prefazioni "carta carbone" e melense (leggiamo la posta di Carifi, su Poesia, per renderci conto quello che intendo - spesso ne appaiono stralci esilaranti)<br />spesso scritte solo per leccare l'ego del poeta.<br />Quelle sono un danno, ma lo è anche la pubblicazione dei quelle poesie. <br /><br />Però ci va un bel distinguo: opere che meritano di essere lette contro l'elogio del tinello.<br /><br />Fabiano.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-49666406072270098702010-09-24T06:28:33.425+02:002010-09-24T06:28:33.425+02:00@ Lisa:
"Fabiano: se un testo per cui ti vien...@ Lisa:<br />"Fabiano: se un testo per cui ti viene richiesta una prefazione ti lascia del tutto indifferente, la scrivi o dici all’editore chiaro e tondo- per me questa roba non è un granché - e declini l’invito? A quel punto allora ti è mai capitato di vedere lo stesso testo prefato da altri e pubblicato ugualmente?"<br />Per ora no, non mi è mai capitato. Devo ammettere che magari qualche libro mi ha convinto meno, ma<br />comunque ne meritava una lettura anche per la costruzione oltre che per il corpo poetico. Ma credo -per ora- di essere stato fortunato o attento ad accettare solo cose delle quali sapevo le fondamenta.<br /><br /><br />C'è però un bel passaggio, Lisa, nel tuo intervento successivo e che vorrei proprio portare a galla. Quando scrivi: "certe prefazioni sembrano ritagliate su un altro testo (...)"<br />Quelle mi sono capitate in mano, prefazioni che potrebbero andare bene per 20 autori diversi e non aggiungere o togliere nulla. Io personalmente le chiamo "carta carbone".<br />Molto personalmente però ti dico che quando lavoro ad una prefazione -ed ora ho anche asciugato il linguaggio- sono molte le opere che metto in parallelo nel discorso che seguo per entrare nel corpo poetico dell'autore di cui scrivo.<br />Quando scrissi la prefazione all'autrice svizzera Sabina Naef (vertigine lieve, Kolibris) ho lavorato convocando una serie di testi, oltre a quelli dell'autrice che poco avevano a che fare con la poesia. Qualche titolo per darti un idea: Freud, l'interpretazione dei sogni; Adler (La psicologia individuale); Piaget (La formazione del simbolo nel bambino); Ricci, Bitti, Zani (La comunicazione come processo sociale); Adler (cos' è la Psicologia Individuale).<br /><br />Per scrivere la prefazione di Antonio Bassano (L'imperfezione dei cardini - Le Voci della Luna) oltre ad avere lavorato pr mesi e mesi con l'autore (posso quasi dire che l'ho scoperto...)le fonti involontarie sono state anche: - Plessner Helmut, Antropologia dei sensi, Cortina Raffaello, Milano, 2008<br />- Gehlen Arnold, L’Uomo. La sua natura e il suo posto nel mondo, Feltrinelli, Milano 1983<br />- De Fanis Maria, Geografie Letterarie, Meltemi,Roma, 2001<br />- Deleuze Gilles, Francisc Bacon. Logica della sensazione, Quodlibet, Macerata, 1995<br />- Davis Mike, Geografia dell’espressione, Mimesis, Sesto San Giovanni, 1997<br />- Augè Marc, Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità, Eleuthera, Milano, 2009<br />- Pusterla Fabio, Il Nervo di Arnold, Marcos y Marcos, Milano, 2007<br />Tutte fonti che sono libri che ho letto e che comunque creano un bagaglio che nonostante me, ritornano perché aderenti al discorso in corso (scusa il gioco)<br /><br /><br />Ad esempio, per la prefazione al poeta scozzese Tom Leonard (ancora Kolibris edizioni), ho preso 1 settimana per andare a leggere ogni recensione, commento, notizia disponibile in rete ed ogni intervento fatto dall'autore (interviste). Poi mi sono anche letto tutti i testi che ho reperito (spesso con difficoltà, perchè o non si trovavavno o erano scritti in un inglese davvero complesso). Credo che parte di quelle ricerche comunque siano poi in qualche modo apparse nel mio scritto, specie la voce stessa dell'autore intesa come pensiero di fondo, la linea ch'egli segue per scrivere.<br /><br />Non è però un copiare, attenzione, quanto lavorare di ricerca e nel rispetto del testo da prefarre.<br /><br />FabianoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-83447424214020967352010-09-23T21:06:15.213+02:002010-09-23T21:06:15.213+02:00a me le prefazioni stanno bene: dalla seconda ediz...a me le prefazioni stanno bene: dalla seconda edizione in poi. credo che ogni libro debba essere letto da tutti con le stesse difficoltà, gli stessi nodi, interrogativi, perplessità. ciò vale per la poesia come per il romanzo. dalla seconda edizione una praefatio significa che il libro aha avuto una certa fortuna e che pertanto merita di avere una valutazione critica, l'individuazione di alcune linee interpretative. da ogni prefazione dovrebbero essere eliminate le smancerie e possibilmente non dovrebbe essere compilata dall'amico quasi inevitabilmente sbrodoloso. certe prefazioni sembrano ritagliate su un altro testo che tu ti chiedi "dove cazzarola ha letto ste cose questo? boh!" e non sai se sei tu ad avere le traveggole o se i critici hanno un dio tutto loro. e questo non è bello in nessuno dei due casi.lucyhttps://www.blogger.com/profile/04605501375330039559noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-6332346209354497032010-09-23T20:26:08.730+02:002010-09-23T20:26:08.730+02:00cara Lisa, come vedi il tuo commento non è andato ...cara Lisa, come vedi il tuo commento non è andato perso (era finito nelle spam, per ragioni misteriose anche per me).<br /><br />tornando alla tua questione: in teoria ogni libro dovrebbe meritare di essere letto. Un buon editore ragiona così. purtroppo, molti editori, per sopravvivere, pubblicano anche opere di media qualità.guglhttps://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-6999022755621076082010-09-23T19:27:19.142+02:002010-09-23T19:27:19.142+02:00Avevo scritto qualcosa di più articolato...ma cred...Avevo scritto qualcosa di più articolato...ma credo che sia andato perso. Ci tengo comunque a ringraziare sia Stefano che Fabiano per i chiarimenti.<br /><br />grazie<br />lisaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-7465617960097421662010-09-23T16:54:55.423+02:002010-09-23T16:54:55.423+02:00Sono più che d’accordo quando si dice che un’opera...Sono più che d’accordo quando si dice che un’opera debba meritarla una prefazione (ed era un po’ il succo del mio primo commento), anzi aggiungo che debba meritare anche la pubblicazione. Che l’iter che conduce ad una prefazione si snodasse con varie metodologie l’avevo intuito ma non ne avevo certezza e ringrazio dunque sia Stefano che Fabiano per le loro risposte. Il punto che mi lascia perplessa però è l’uso della prefazione come “passepartout”, io in qualità di autore, in particolare se fossi esordiente, sarei presa da seri dubbi sulla reale bontà e maturità della mia opera, e mi tirerei indietro se mi fosse posta come condizione. <br />E avrei una domanda per Fabiano: se un testo per cui ti viene richiesta una prefazione ti lascia del tutto indifferente, la scrivi o dici all’editore chiaro e tondo- per me questa roba non è un granché - e declini l’invito? A quel punto allora ti è mai capitato di vedere lo stesso testo prefato da altri e pubblicato ugualmente?<br />L’esempio che tu mi porti di Ghezzi riguarda un autore che non è al suo debutto se non erro, e che è supportato in questo suo nuovo libro già da una casa editrice che, seppur piccola, con la sua collana di poesia sta puntando su scelte precise e di qualità, che possono essere più o meno condivise ma che forse forse possono rassicurare più di una prefazione che non sempre riesce ad evitare quella sensazione di stare andando in realtà ad appuntamento al buio.<br />Per me in conclusione, e mi scuso per la lungaggine, il problema di prefazione sì o prefazione no non è il vero nocciolo della questione che risiede invece unicamente nella valenza che questa assume, se un testo merita è giusto che gli si faccia anche un monumento o se non altro ci si adoperi affinché possa reggersi da solo, anche se per/con affetto è inutile invece tirarne su con basi d’argilla. <br />mi scuso ancora.<br /><br />grazie<br />lisaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-10926654881610989662010-09-23T11:12:01.027+02:002010-09-23T11:12:01.027+02:00@ Lisa
dici" Quello che non so è dove nasce u...@ Lisa<br />dici" Quello che non so è dove nasce una prefazione, quale sia questo passaggio che segue la chiusura di un testo. La richiede l’autore? L’editore? il testo? Il lettore? a me manca la dinamica di questo passaggio, la sua sequenza temporale."<br /><br />Dipende: a volte è l'autore che interpella qualcuno che stima. <br /><br />A volte è un prefattore che crede così tanto in un autore da proporsi per la prefazione (o postfazione (magari dopo un grande lavoro assieme per trovare la giusta strada, rettificare errori, limare, fare editing) <br /><br />In alcuni casi, ad esempio, è stata la casa editrice a interpellarmi per scrivere su un autore (che non conoscevo e che ho quindi studiato)<br /><br />A volte ci sono libri che nascono senza, vedi l'ultimo di Massimo Gezzi (L'attimo dopo - Sossella)<br />sia perchè non è necessaria, sia perchè l'autore forse non la desidera perchè il corpus poetico dice già tutto e li deve restare il lettore.<br /><br />Infine credo che per un autore inedito e che arriva alla prima pubblicazione, la prefazione (o postfazione) può essere una sorta di viatico/passaporto per accedere "al mondo" e come dice Silvia (je t'adore) avere una sorta di marchio di garanzia e suscitare quindi quella attenzione che magari non avrebbe se il libro fosse "nudo".Fabianohttp://www.fabianoalborghetti.chnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-55300200338076438612010-09-23T09:34:52.842+02:002010-09-23T09:34:52.842+02:00io concordo con silvia monti, la prefazione dovreb...io concordo con silvia monti, la prefazione dovrebbe essere un marchio di qualità. <br />e talvolta i retropensieri sono tutti nostri, magari sotto non c'è niente. è possibile che sia così?<br />tanto più che poi basterò aprire il libro per capire se c'è un lavoro dietro o una semplice raccomandazione...<br />...credo. e spero - per vari motivi.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-51603224406070302702010-09-23T07:38:31.875+02:002010-09-23T07:38:31.875+02:00Anche secondo me, la prefazione dovrebbe essere un...Anche secondo me, la prefazione dovrebbe essere una conferma del valore dell'autore. Talvolta invece,come dice Mario, il nome noto prefà solo per amicizia (e spesso scrive due parole in croce, e povere).<br /><br />@ lisa: la prefazione la può chiedere l'editore o l'autore. in italia c'è il costume di farla gratuitamente. Qualcune dice che sia un malcostume. In ogni caso, pagarla o meno, non influisce sulla qualità della stessa.guglnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-60287679318947084422010-09-23T01:11:08.627+02:002010-09-23T01:11:08.627+02:00Quello che non so è dove nasce una prefazione, qua...Quello che non so è dove nasce una prefazione, quale sia questo passaggio che segue la chiusura di un testo. La richiede l’autore? L’editore? il testo? Il lettore? a me manca la dinamica di questo passaggio, la sua sequenza temporale. Penso anche che una bella prefazione che mantenga il giusto equilibrio fra prefatore-opera-autore-opera-lettore sia uno strumento per liberare la mente al lettore predisponendolo ad aprirsi alla lettura, così come una postfazione può aprire un varco verso riflessioni autonome e non indotte. Il punto è che l’enorme quantità di poesia edita o anche semplicemente proposta ci sta abituando ad una tipologia di prefazioni che paradossalmente sembra potersi adattare ad introdurre tutto e tutti diluendo così la sua funzione, a volte anche la sua credibilità. A volte adottano un linguaggio accademico eccessivo, a volte sembrano un puro esercizio di stile, altre sembrano buttate giù quasi uscissero da una catena di montaggio.<br />.La prefazione con cui mi ha conquistata Jack Spicer è fra le più originali che ho letto. È un apocrifo. Spicer stesso scrive l’introduzione ad “After Lorca” assumendo la voce di Lorca morto già da alcuni decenni. Apparentemente può risultare poco ortodossa ma in realtà ci offre, senza invadenza, la chiave di lettura dei testi che introduce semplicemente diventandone parte nella struttura. Mi colpì, mi affascinò ed è per questo che quando F.Marotta gentilmente le ha ospitate ho fatto precedere alcune traduzioni nell’unico modo che sentivo per quello che la sua lettura mi aveva dato e insegnato: “una poe-fazione”e firmando un apocrifo a suo nome con le mie note biografiche. Questo per dire quanto può dare una prefazione, e quanto ingiusto sia quando fallisce. <br />Personalmente penso che ad una prefazione un testo debba giungere, che debba procurare emozione, e non diventare un ennesimo seme che passa sotto la macina dello straniamento con cui si passa da poesia in poesia, penso che tutto ciò che ruota intorno ad un testo debba essere un atto di verità se non si vuole denaturare il testo stesso che sulla verità dovrebbe poggiare il suo essere. <br /><br />lisaAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-52901825426505622892010-09-22T22:56:10.879+02:002010-09-22T22:56:10.879+02:00@ S.Z.
mi hai dato una grande idea! (non scherzo) ...@ S.Z.<br />mi hai dato una grande idea! (non scherzo) GRAZIE!!!Mario Bertasanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-76719530555249198092010-09-22T22:54:59.979+02:002010-09-22T22:54:59.979+02:00@ Silvia
ma non trovi che molte volte vedere che ...@ Silvia<br /><br />ma non trovi che molte volte vedere che un autore non conosciuto sia prefato da un critico o da un autore conosciuto, purtroppo scatena retropensieri tipo "certo, è amico di Tizio" o "ecco, si è messo alla corte di Caio"?<br /><br />non possiamo negare il malcostume di autori/critici, o sempilcemente critici, che intendono la manifestazione di stroncature o plausi come distribuzione di bollini di consenso/dissenso da appiccicare sul tagliando di raccolta che al momento giusto presenteranno in cassa per ritirare il sudato e meritato premio omaggio fedeltà - e che la prefazione (così come l'inserimento in antologie, riviste, giurie, ecc.) costituisca di fatto un mero strumento di palettatura dei confini di un feudo<br /><br />io vorrei che fosse davvero come tu dici: una sorta di marchio d'origine controllata e protetta, tanto è fragile la biodiversità della poesia. Però il senso del pre-/post-fare è stato messo in crisi proprio da critici e autori di vasto sapere e competenza, che hanno giocato al ribasso le loro qualità intellettuali nel consolidamento di una (presunta) leadership culturale o di un cadreghino fruttifero, proprio nel rovescio della medaglia degli istituti testuali in cui si sono adoperati: se ti scrivo una prefazione, creo un legame...Mario Bertasanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-19573200272958397952010-09-22T20:57:34.116+02:002010-09-22T20:57:34.116+02:00A Mario Bertasa
divertente l' interfazione ...A Mario Bertasa<br /><br /><br />divertente l' interfazione :-);<br />si potrebbe anche pubblicare una poesia come prefazione ad una postfazione.<br /><br />S.Z.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-87960272426790058072010-09-22T19:21:59.150+02:002010-09-22T19:21:59.150+02:00e scusate, non volevo ostentare cultura o nozionis...e scusate, non volevo ostentare cultura o nozionismo, volevo solo dire "eccomi, sono nuova ma sono all'altezza o almeno ci provo"Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-69505243011942990102010-09-22T19:19:03.488+02:002010-09-22T19:19:03.488+02:00grazie a te gugl e a tutti per le discussioni inte...grazie a te gugl e a tutti per le discussioni interessanti. sì, sono nuova a seguire e trovo tutto molto ben fatto. complimenti e a prestoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-63225898984831748332010-09-22T16:43:39.768+02:002010-09-22T16:43:39.768+02:00ringrazio tutti per i commenti. Un saluto particol...ringrazio tutti per i commenti. Un saluto particolare ad Azzurra, che è una nuova lettrice di Blanc (se non sbaglio) assai dotta e che ha risposto molto meglio di me a Vincenzo<br /><br />mi fa piacere che anche Mario e Sergio spezzino una lancia per la prefazione, genere tanvolta annacquato da troppo pressapochismo o irritante per troppo tecnicismo.guglnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-48804127303186122752010-09-22T16:20:34.960+02:002010-09-22T16:20:34.960+02:00per rispondere a stefano (riguardo i suoi cappelli...per rispondere a stefano (riguardo i suoi cappelli introduttivi sul blog) mi vien da dire che quando li leggo lo faccio per la curiosità di sapere cosa pensi tu riguardo all'autore che presenti. <br /><br />la persona del prefatore potrebbe essere un "marchio di garanzia"? mi spiego meglio: se stimo un autore/critico e costui si interessa di un autore mi sento più invogliata a conoscerlo.<br /><br />s.silviamontihttps://www.blogger.com/profile/02821517336330004787noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-86971029131088816542010-09-22T12:57:55.446+02:002010-09-22T12:57:55.446+02:00@vincenzo celli
"...pubblicò la sua opera int...@vincenzo celli<br />"...pubblicò la sua opera intitolata In Calumniatortm Platonis che fu poi stampata in Roma senza nota di anno da due celebri stampatori Pannartz e Sweinhcim autori della prefazione già accennata all'Apuleio redatta nel 1469 dove si afferma che il cardinale avea di fresco intrapresa e compita quest'opera Definsioms Pia tonicae liiros nupcr tcriiere adgrrssus tanta majestate et felicitate egi et Ma essa non doveva [...]“<br />Storia della Letteratura Italiana vol 2 di G. TiraboschiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-30462148464032582272010-09-21T21:53:52.072+02:002010-09-21T21:53:52.072+02:00scusate per il doppio invio del commento, non ho c...scusate per il doppio invio del commento, non ho capito che cosa sia successo...Mario Bertasanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-47440000351843653532010-09-21T21:51:46.755+02:002010-09-21T21:51:46.755+02:00da un po' di tempo sto cullando l'idea di ...da un po' di tempo sto cullando l'idea di autocommentarmi con un'inter-fazione<br /><br />presto spero di potervi sottoporre il risultato dell'esperimento<br /><br />ho un'obiezione al ragionamento di Pegorari: io ho letto diversi romanzi accompagnati da una prefazione: erano tutti accomunati da un dato, l'essere storicizzati rispetto al tempo presente in cui l'editore sforna il suo prodotto librario. Il che non vuol dire solo essere stati scritti nel passato: vi sono romanzi, spesso "di grido", che possono benissimo essere fruiti senza alcuna intermediazione di apparati testuali, nemmeno epigrafi o dediche, altri che invece sollecitano approcci mediati, e ci sono editori sensibili a tali necessità, altri meno<br /><br />scusate se sono generico (di fretta) e non elaboro una casistica bibliograficamente ragionata, ma quest'idea di Pegoraro non credo trovi riscontro nella realtà<br /><br />rimane vero invece che nell'ambito dell'editoria di poesia far uscire libri senza prefazione sia sentito come una dichiarazione troppo spiattellata che "me lo sono fatto da me e ci ho pure investito dei soldi", è purtroppo mentalità pervasiva, per cui la prefazione, prima ancora che essere il "battesimo" di un padrino dalla stima riconosciuta, è troppo spesso sentita come una necessarissima foglia di fico<br /><br />ho in libreria un libro di poesia illeggibile prefato da un autorevole docente universitario (per carità d'animo non faccio nomi né dell'autore né del prefatore), di tale docente ho avuto più volte occasione di verificare la serietà e l'attendibilità e il rigore filologico, che però di fronte alla lettura di tale scombiccherata sua prefazione all'illeggibile libercolo vacillò come un piede argilloso - insomma: una colossale foglia di fico<br /><br />da questa selva ficosa aspra e forte nasce la recondita ragione di questo vivace dibattito, e altrettanto immagino la reazione metodologica di Gugl che condividio in pieno, anche perché in questo frangente storico forse è l'unico modo per salvaguardare un genere, quello della prefazione, scaduto a sottoprodotto d'una pseudocultura<br /><br />anche a me una volta, dopo aver letto l'introduzione che scrissi di un'amica in un'antologia composta in ua cerchia di studenti di lettere, Silvia Monti chiese: "ma le pensavi davvero quelle cose?", con tanta serenità oggi alla risposta di allora: "sì" aggiungo: "però le direi con un linguaggio il meno possibile marchiato di... prefazionese"Mario Bertasanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-77060189816115039162010-09-21T21:51:43.851+02:002010-09-21T21:51:43.851+02:00da un po' di tempo sto cullando l'idea di ...da un po' di tempo sto cullando l'idea di autocommentarmi con un'inter-fazione<br /><br />presto spero di potervi sottoporre il risultato dell'esperimento<br /><br />ho un'obiezione al ragionamento di Pegorari: io ho letto diversi romanzi accompagnati da una prefazione: erano tutti accomunati da un dato, l'essere storicizzati rispetto al tempo presente in cui l'editore sforna il suo prodotto librario. Il che non vuol dire solo essere stati scritti nel passato: vi sono romanzi, spesso "di grido", che possono benissimo essere fruiti senza alcuna intermediazione di apparati testuali, nemmeno epigrafi o dediche, altri che invece sollecitano approcci mediati, e ci sono editori sensibili a tali necessità, altri meno<br /><br />scusate se sono generico (di fretta) e non elaboro una casistica bibliograficamente ragionata, ma quest'idea di Pegoraro non credo trovi riscontro nella realtà<br /><br />rimane vero invece che nell'ambito dell'editoria di poesia far uscire libri senza prefazione sia sentito come una dichiarazione troppo spiattellata che "me lo sono fatto da me e ci ho pure investito dei soldi", è purtroppo mentalità pervasiva, per cui la prefazione, prima ancora che essere il "battesimo" di un padrino dalla stima riconosciuta, è troppo spesso sentita come una necessarissima foglia di fico<br /><br />ho in libreria un libro di poesia illeggibile prefato da un autorevole docente universitario (per carità d'animo non faccio nomi né dell'autore né del prefatore), di tale docente ho avuto più volte occasione di verificare la serietà e l'attendibilità e il rigore filologico, che però di fronte alla lettura di tale scombiccherata sua prefazione all'illeggibile libercolo vacillò come un piede argilloso - insomma: una colossale foglia di fico<br /><br />da questa selva ficosa aspra e forte nasce la recondita ragione di questo vivace dibattito, e altrettanto immagino la reazione metodologica di Gugl che condividio in pieno, anche perché in questo frangente storico forse è l'unico modo per salvaguardare un genere, quello della prefazione, scaduto a sottoprodotto d'una pseudocultura<br /><br />anche a me una volta, dopo aver letto l'introduzione che scrissi di un'amica in un'antologia composta in ua cerchia di studenti di lettere, Silvia Monti chiese: "ma le pensavi davvero quelle cose?", con tanta serenità oggi alla risposta di allora: "sì" aggiungo: "però le direi con un linguaggio il meno possibile marchiato di... prefazionese"Mario Bertasanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-60015091230067705682010-09-21T21:36:57.094+02:002010-09-21T21:36:57.094+02:00ad Alice, grazie per l'informazione.
Vicenzo c...ad Alice, grazie per l'informazione.<br />Vicenzo celliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-8112124523326271512010-09-21T21:34:03.957+02:002010-09-21T21:34:03.957+02:00a S.Z. lo sapevo che fare battute
è sempre pericol...a S.Z. lo sapevo che fare battute<br />è sempre pericoloso :)<br />adesso mi toccherà leggere il libro<br />prefazione compresa :)))<br />un saluto, <br />vincenzo celliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-90343214367733331362010-09-21T21:31:46.370+02:002010-09-21T21:31:46.370+02:00@vincenzo celli
"Il primo libro in cui compar...@vincenzo celli<br />"Il primo libro in cui compare una prefazione, propriamente detta, è l'Apuleio, stampato da Sweynheim e Pannartz a Roma nel 1469" (cit.)<br />@S.Z. <br />non mi ero affatto offesa. anzi. preferisco le persone dirette ai giri di parole.Anonymousnoreply@blogger.com