tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post6786904288096954957..comments2023-11-10T15:49:14.658+01:00Comments on blanc de ta nuque: La poesia verbo-visuale di Armando Bertolloguglhttp://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comBlogger39125tag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-2731546441549727792013-01-17T11:07:18.680+01:002013-01-17T11:07:18.680+01:00Postilla:
tra le persone che sono intervenut... Postilla:<br /> tra le persone che sono intervenute <br /> in questo dibattito, ce n'è una in<br /> particolare, che mi sembra giusto<br /> ringraziare anche<br /> pubblicamente -in privato l'avevo già<br /> fatto a suo tempo-. Lo faccio ora,<br /> grazie al commento di Roberto, che mi<br /> ha fatto ritornare qui.<br /> Si tratta di Sergio Zanone.<br /> Grazie ancora Sergio,<br /> tu hai voluto lasciare in questo<br /> spazio un commento<br /> talmente approfondito, che vale<br /> come una tua Introduzione/ <br /> Presentazione alla mia poetica.<br /> Sei un po' avvantaggiato, è vero,<br /> perché mi conosci da un sacco di<br /> tempo. Tra l'altro sei stato proprio<br /> tu a convincermi, nel 1995, ad esordire<br /> in una esposizione pubblica. <br /> La tua generosità è sempre sorprendente,<br /> anche in questa occasione.<br /> <br /> Un caro saluto,<br /> con tanta gratitudine,<br /> Armando BertolloAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-91624352060660436522013-01-13T18:09:50.864+01:002013-01-13T18:09:50.864+01:00Caro Roberto Bertoldo,
non posso che ringraziarla ...Caro Roberto Bertoldo,<br />non posso che ringraziarla di cuore<br />per questo suo interessamento.<br />E questo grazie va anche a te Stefano lo hai<br />reso possibile.<br /><br />Rinnovo il mio saluto,<br />Armando Bertollo.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-49196266153239282942013-01-12T15:36:47.125+01:002013-01-12T15:36:47.125+01:00mi fa piacere che il post su Roberto Bertoldo abbi...mi fa piacere che il post su Roberto Bertoldo abbia dato vita a questo scambio e queste possibili sinergie.guglhttps://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-26316600589532721992013-01-12T15:03:38.392+01:002013-01-12T15:03:38.392+01:00Gent. Armando, molto interessante quel "nulla...Gent. Armando, molto interessante quel "nulla" «sorgente di segni», con implicazioni filosofiche importanti. Approfondirò. Per ora ho parlato ad Accattino di lei e l'aspetta, trova i suoi recapiti telefonici nel sito http://www.accattino.it/.<br />Al di là delle vostre enormi differenze, sarebbe opportuna la presenza di Armando Bertollo nei cataloghi e nella mostra che Adriano sta allestendo. Un caro saluto. RobertoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-91462032953993914712013-01-12T11:53:09.152+01:002013-01-12T11:53:09.152+01:00Caro Roberto,
la ringrazio di questo suo commento....Caro Roberto,<br />la ringrazio di questo suo commento.<br />Mi fa piacere che abbia colto la mia intenzione<br />di tentare una 'poesia visiva' o 'poesia totale',<br />nella quale la parte verbale non venga meno al "suo<br />dovere espressivo autarchico ancorché irrealizzabile".<br />La mia 'utopia' è poi, a partire da questo,<br />quella di scoprire le relazioni verbo-visuali che si possono realizzare quando gli spazi tra le parole e <br />le frasi diventano sorgenti di segni; di un linguaggio<br />nascente, fatto di linee di forza che ha qualcosa a che <br />fare con una percezione linguistica originaria, che attinge all'archetipo della visione e del significato.<br />Strada facendo, nella mia ricerca sul segno visuale, ho conosciuto, oltre alla tradizione praticata prima e dopo<br />Mallarmé (Un coup de des... 1897), gli interessantissimi appunti di Paul Klee (lezioni al Bauhaus raccolte in "Teoria della Forma e della Figurazione") che possono essere considerati lezioni<br />di estetica e filosofia 'scritte' sperimentando e ragionando con il linguaggio segnico, visivo. Poi ho incontrato anche quello straordinario e misterioso testo<br />che sta alla fonte del taoismo e della scrittura cinese<br />che è I Ching, il Libro dei Mutamenti.<br />Da lì, credo, sono ripartito per ritrovare quell'economia del segno, puramante visiva ed emozionale, che cerca di trasformare un testo tipografico spazializzato, in qualcosa di diverso, in un 'corpo' verbo-visivo, in un 'organismo' estetico leggero, galleggiante,<br />fluttuante, che con-fonde spazio e tempo, parola e segno. Che vanno tendando un'improbabile danza sul Nulla.<br /><br />Adriano Accattino non l'ho mai contattato, ma cercherò di farlo quanto prima.<br /><br />Grazie ancora e un caro saluto<br />Armando Bertollo <br /> <br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-79396226202384479352013-01-10T00:21:04.077+01:002013-01-10T00:21:04.077+01:00La “poesia verbo-visuale” era ancora in auge quand...La “poesia verbo-visuale” era ancora in auge quand’ero ragazzo e molti dei giovani poeti che frequentavo la praticavano (scusate il bruttissimo verbo). Purtroppo a quel tempo trovavo quella poesia troppo “facilona”, piena di giochi fini a se stessi, fatto che non era tale in Marinetti, del quale era piuttosto la teoria (la teoria e non i contenuti) ad essere ‘forzatamente’ controcorrente. Quando cominciai a fare un po’ il critico militante, più per dovere che per vocazione, la poesia verbo-visuale evidenziò a me stesso, più di altre tipologie poetiche, i miei limiti di critico: compresi di non avere non la capacità di essere imparziale ma la capacità, che trovo invece in Stefano, di usare la mia preparazione tecnica per penetrare il linguaggio di poesie di questo tenore. Questa “poesia totale” (Bonacini) esplica, come bene suggerisce Stefano, l’analogia, mira dunque, forse, ad una riduzione della suggestione, che è invece lo strumento principe della ‘poesia totale’ puramente verbale. In particolare i testi di Armando Bertollo che leggo qui sono una piacevole e positiva sorpresa rispetto alle mie antiche conoscenze di poesia visiva (e di poesia sonora, come risulta da quanto dice Stefano riguardo la loro lettura in pubblico), anche se la sorpresa la so trovare, e questo mio limite è quello di cui parlavo prima, solo nella parte verbale, mai disgiunta, come invece accadeva in molti dei poeti della mia gioventù, e a Marinetti se non altro perché Marinetti era più orientato sul sonoro, dal suo dovere espressivo autarchico ancorché irrealizzabile. Sarebbe interessante che Bertollo, se già non l’ha fatto (ma non mi pare), si mettesse in contatto con Adriano Accattino che nell’ultimo decennio ha organizzato incontri, mostre e convegni sulla poesia verbo-visuale degli ultimi cinquant’anniRoberto Bertoldonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-83507941319211063212010-06-20T23:09:51.480+02:002010-06-20T23:09:51.480+02:00Si legga la Trentatreesima serie della “Logica del...Si legga la Trentatreesima serie della “Logica del Senso” di Deleuze , in cui viene ribadito proprio questo concetto: “ I clinici che sanno rinnovare un quadro sintomatologico fanno un' opera artistica; viceversa, gli artisti sono clinici, non del proprio caso, nemmeno di un caso in generale, bensì clinici della civiltà”. Le parole poetiche di Bertollo nascono per prime in quanto qualitativamente materiche, scompostamente oggettuali, passione e carne; sono i rumori che decantano spontaneamente dalla profondità del corpo-caos , che salgono e diventano voce allorquando riescono ad organizzarsi sulla superficie del foglio dilatando il proprio significato attraverso linee di congiunzione e disgiunzione , incroci semantici , aggregazioni e disgregazioni che rappresentano l 'effetto di ciò che costituisce il substrato del pensiero ( il participio incorporeo, l' azione del divenire e della trasformazione, il fiat di esclusiva competenza del poeta ) .E' questa una azione che il poeta compie contemporaneamente all' interno e all' esterno del substrato spaziale ( l' incorporeo spazio interno alla superficie , l' incorporeo spazio esterno alla superficie, indipendenti dalla sua volontà). La struttura organizzativa che ne scaturisce diventa quindi, allo stesso tempo , cristallizzazione e possibilità . E' cristallizzazione in quanto costituisce lo scheletro , la proiezione della struttura mentale corrispondente di Bertollo ( visione olistica globale dell' immagine all' interno di un tempo-Kronos che la rende immutabile nel presente : si pensi allo sternuto , in cui le linee , le parole e i punti paiono raggruppati nel voler simulare l' atto esplosivo dello sternuto) . E' possibilità in quanto la ramificazione rizomatica suggerisce altrettanti percorsi di lettura di un testo poetico in cui , come diceva Giò Ferri, l' immagine diventa una vera e propria mappa mentale che garantisce una certa possibilità di movimento in un mondo altrimenti sconosciuto .<br />Un arrivederci alla prossima presentazione del tuo nuovo libro di poesie.<br /><br />(seconda parte, Sergio Zanone)<br /><br />20 Giugno 2010Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-61502192629925176052010-06-20T23:08:32.059+02:002010-06-20T23:08:32.059+02:00Caro Stefano
Ho notato come i commenti inviati d...Caro Stefano<br /><br /><br />Ho notato come i commenti inviati da appassionati, da poeti e da critici letterari sulla poesia verbo-visiva di Armando Bertollo tendano , nel tuo Blog , a considerare questa poesia soprattutto sotto l' aspetto formale ed estetico, in particolare ponendola in relazione alla nuova sensibilità gestaltica scaturita a partire dal movimento Futurista . Conoscendo personalmente l' autore, vorrei però evidenziare un altro aspetto dell' opera di Bertollo che forse non è stato ancora sufficentemente considerato : a mio parere la poesia verbo-visiva di Bertollo si rivela proprio sulla superficie bianca, il foglio , che rappresenta il piano speculare di proiezione di ciò che si svolge contemporaneamente nella profondità del corpo e nell' altezza dell' intelletto supervisivo del poeta. Il foglio è cioè il “limite”, il piano di confine in cui i sintomi “assumono la propria forma” , vengono letteralmente metabolizzati , incorporati, digeriti ed eiettati dal pensiero logico-razionale dell' autore. Virtualmente ciò che esiste di corporeo si colloca al di sotto del piano del foglio, ciò che esiste di spirituale si colloca al di sopra del piano del foglio; i sintomi in quanto eventi si attuano e realizzano il proprio “senso” sulla superficie del foglio. Tuttavia non esiste una irriducibile dicotomia tra ciò che sta sotto e ciò che sta sopra , tra corporeità e spiritualità ; Bertollo attraverso la sua poesia supera il dualismo Platonico per avvicinarsi piuttosto al pensiero stoico, per cui vi è un “unicum et continuum” , un corpo-intelletto spazializzato in cui ai sintomi dolorosi della carne corrispondono e fanno eco i sintomi nevrotici del pensiero . I sintomi della carne si organizzano sulle strutture sintomatiche del pensiero e viceversa i sintomi psichici ( non dimentichiamo infatti che Bertollo ha lavorato per un certo periodo anche in case di cura per i malati mentali) acquisiscono significato solamente quando si fondono con i sintomi organici. Il foglio rappresenta il momento in cui il cerchio si chiude, il presente in cui lo spazio “schizoide di profondità” e lo spazio “repressivo di altezza” convergono nella relazione che dona loro il “senso” dell' esistere. Bertollo trae parte della sua forza poetica dal pensiero post-strutturalista della scuola francese cui è affine, mi riferisco in particolare a Deleuze , a Lacan , a Blanchot: “Estrarre , al contrario, dai sintomi ( sintomi della carne e sintomi del pensiero, aggiungo io) la parte ineffabile dell' evento puro - come dice Blanchot , elevare il visibile all' invisibile, - , portare azioni, e passioni quotidiane quali mangiare, cacare, amare, parlare, morire fino al loro attributo noematico”. <br />(prima parte, Sergio Zanone)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-29640050851911393292010-05-20T08:59:41.188+02:002010-05-20T08:59:41.188+02:00caro Armando,
il tuo albero genealogico non si esa...caro Armando,<br />il tuo albero genealogico non si esaurisce lì. però è (quello) un inizio importante, e poi tutta (o molta) poesia verbovisiva deve qualcosa a quel periodo e a quel (quei) movimenti. avevo citato anche Forma 1, per esempio.<br />rinnovo i miei complimenti, soprattutto per l'alto livello dei tuoi testi che sanno vivere senza troppi 'padri' del passato! <br /><br />un abbraccio<br /><br />alessandro ghignoliAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-82762984865448931472010-05-19T23:22:03.406+02:002010-05-19T23:22:03.406+02:00"temo il pericolo della ridondanza"
mi s..."temo il pericolo della ridondanza"<br />mi sembra ottima la tua risposta<br /><br />quando poi dici<br />"Nel mio caso la 'relazione' tra i<br />due codici linguistici"<br /><br />ecco mi fai venire in mente per la tua opera che comprende scrittura verbale e visuale, il concetto di tensore (che nel caso matematico è proprio un linguaggio atto ad associare vettori, le tue linee di forza (rappresentate spesso graficamente dalle tue punte acutangole) se vuoi.<br />ma, ripeto, sono pippe che mi faccio<br />grazie davvero, ciao!margherita eallanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-48766257523357025592010-05-19T10:54:09.887+02:002010-05-19T10:54:09.887+02:00Caro Stefano,
scusami tanto per lo 'Stafano...Caro Stefano,<br />scusami tanto per lo 'Stafano'<br />nella risposta a Mario.<br />Un abbraccio, Armando.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-91391416043929787182010-05-19T10:47:33.871+02:002010-05-19T10:47:33.871+02:00A Paolo:
mi piace la tua lettura 'urbana',...A Paolo:<br />mi piace la tua lettura 'urbana',<br />come 'paesello' alternativo (e iro-<br />nico) ad altre più 'pesanti' e 'in-<br />vadenti' urbanizzazioni, o 'presen-<br />ze fisiche' dir si voglia.<br /><br />A Roberto:<br />non ti preoccupare, ti permetto di<br />rivelare la mia tendenza paranoide.<br />L'importante è che non riveli il<br />segreto dell'arancia.<br /><br />A Margherita Ealla:<br />molto interessanti le tue osserva-<br />zioni. Potrebbero anche essere mo-<br />tivo o inizio di una tua personale<br />ricerca sull'uso integrato della <br />scrittura verbale e visuale.<br />Nel mio caso la 'relazione' tra i <br />due codici linguistici vuole volu-<br />tamente essere un po' spiazzante,<br />temo il pericolo della ridondanza.<br /><br />Un Caro saluto e un grazie a tutti,<br />RICORDANDO ANCHE EDOARDO SANGUINETI<br />Armando BertolloAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-63674668117735457542010-05-19T10:39:02.522+02:002010-05-19T10:39:02.522+02:00Armando, adesso ti resta da rispondere a Margherit...Armando, adesso ti resta da rispondere a Margherita.guglhttps://www.blogger.com/profile/00938097066075766521noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-40854183514068224872010-05-19T10:14:21.863+02:002010-05-19T10:14:21.863+02:00Cari amici,
rientrando solo ora nel blog (Ste-
fan...Cari amici,<br />rientrando solo ora nel blog (Ste-<br />fano vi ha già informato che non<br />possiedo un computer) ho notato <br />con piacere l'ingresso di nuovi<br />commenti. La 'carne al fuoco' è<br />tanta e non posso sottrarmi dal <br />contribuire ancora con alcuni in-<br />cisi.<br /><br />Ad Alessandro Ghignoli:<br />sul Futurismo sarebbe bello discu-<br />tere ancora, ma mi dilungherei <br />troppo. Aggiungo solo questo:<br />l'importante è che i "tratti" che<br />nella mia scrittura te lo ricordano<br />non si trasformino, per qualche <br />lettore superficiale, verticali come sbarre o accecanti come travi<br />nell'occhio. E poi, in confidenza,<br />tutti sappiamo per esperienza, quanto problematici e conflittuali<br />possano essere i legami tra paren-<br />ti. Spero tu non voglia esaurire<br />lì il mio albero genealogico.<br /><br />A Mario Bertasa:<br />confermo quello che ti ha riferito<br />Stafano: la pagina nel suo comples-<br />so verbale e grafico, è lo svilup-<br />po spaziale di un testo che nasce<br />come 'voce', nel quale si fa stra-<br />da l'emergenza dei tratti segnici<br />come scrittura 'altra' che inter-<br />ferisce, interagisce con il testo<br />e lo spazio che ne permettono l'o-<br />rigine. In corso d'opera poi ci <br />vuole un certo 'tempo' prima che testo e segni raggiungano un 'cer-<br />to' equilibrio. E il tempo che oc-<br />cupo nella ricerca dell'equili-<br />brio, probabilmente 'utopico' tra<br />testo e immagine, è quello che mi<br />'appassiona' di più e motiva que-<br />sta mia esperienza con la scrittu-<br />ra. Armando BertolloAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-45066697807908508342010-05-18T18:40:11.655+02:002010-05-18T18:40:11.655+02:00ops mi è partito l'invio,
un caro saluto
ciao...ops mi è partito l'invio, <br />un caro saluto<br />ciaomargherita eallanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-68093568952990651272010-05-18T18:37:37.674+02:002010-05-18T18:37:37.674+02:00nella tua ottima lettura, gugl, mi ha colpito il r...nella tua ottima lettura, gugl, mi ha colpito il riferimento alla "partitura non soltanto ritmica"<br /><br />perché ammetto qualche difficoltà rispetto la mia lettura / visione di qualcuna di queste poesie.<br />Per es. nella poesia "i sassi del greto"<br />mi sarei aspettata dei movimenti e dei segni grafici "tondi" e non acutangoli (come sono tondi le s e i ricci delle r che si rincorrono nelle parole del testo, o nello stesso movimento del sasso volvente in aria e a formare cerchi gettato in acqua).<br />Stessa sensazione per il "finale" (ammesso che quello in fondo sia la fine, ma prendo per buono, per ora, il movimento canonico) della "poesia_intervallo"<br />perché ad un'ottima intuizione dell'occhio come baricentro di un triangolo (di una triangolazione) e di linee acute per la vertigine e l'obelisco ecc..., arrivo a quella spirale-escargot finale, della quale non ritrovo non tanto il segno, scia o bava, quanto non trovo proprio la linea di forza, a meno che il "peso" (il viaggio con la casa) non sia stato così deformante da spezzarne il tratto curvo (ma allora, per ottenere quella specie di angolo freccia, dovrebbe esserci oltre a "spirale" un'altra parola estremante a pungolo).<br /><br />Mi rendo però conto di soffrire, in questo caso molto, la mia deformazione personale, dunque non voglio tediare con pignolerie che servono solo a me per sentire<br />anche perché questo lavoro molto mi affascina (e dunque complimenti!) e trovo diverse poesie viste (piaciute :)) davvero ottime (per es. "non so rivestire" o quelle due de il "teatrino della scrittura" al link indicato).margherita eallanoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-31111554390235385742010-05-17T19:53:30.975+02:002010-05-17T19:53:30.975+02:00caro Marco, benvenuto in questa casa.
il verbo-vi...caro Marco, benvenuto in questa casa.<br /><br />il verbo-visuale è praticato poco, qui, amche per ragioni do formattazione. spero comunque che ti piaccia anche la poesia lineare.guglnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-25910848824510334122010-05-17T15:38:20.216+02:002010-05-17T15:38:20.216+02:00Ciao Stefano.
Spero di poterti dare del tu.
Sono M...Ciao Stefano.<br />Spero di poterti dare del tu.<br />Sono Marco, il ragazzo conosciuto all'incontro della Valduga a Vicenza.<br />Quello col libro di Barilli "Viaggio al termine della parola".<br />Ho cercato la tua mail ma, non trovandola, ti scrivo qui.<br />Innanzitutto complimenti per questo post su questo poeta visuale, di cui ignoravo l'esistenza.<br />Io, non da molto, ho iniziato questo viaggio conoscitivo nel mondo verbo-visuale ed il fascino di queste ricerche è grande su di me.<br />Spero in futuro ci sia modo e tempo per parlare ancora e ancora di questo universo.<br />Buona poesia,<br />MarcoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-48239252280833293272010-05-17T12:08:46.336+02:002010-05-17T12:08:46.336+02:00un caro saluto all'amico armando e a tutti del...un caro saluto all'amico armando e a tutti del blog di stefano. vi rivelo, e spero che armando non me ne abbia, il lavoro strenuo, direi, al limite del maniacale del poeta sui suoi 'materiali': rivisti, corretti, modificati,spremuti, distillati...per mesi, se non per anni. ho visto di alcuni di loro anche una decina di versioni intermedie prima di giungere al modello finale che soddisfacesse pienamente (chissà se proprio pienamente? questo è il rischio e il pregio di un'opera aperta come questa) l'autore 'funambolo verbo-visivo' caro amico bertollo.<br />roberto cogoAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-33342722841699579952010-05-17T11:27:05.465+02:002010-05-17T11:27:05.465+02:00non credo che "paesello" sia un vezzeggi...non credo che "paesello" sia un vezzeggiativo poco edificante?guglnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-23087588342686265022010-05-16T19:45:38.103+02:002010-05-16T19:45:38.103+02:00Non era una recensione ma un intervento su una ins...Non era una recensione ma un intervento su una installazione e performance di Bertollo e di Angelo Urbani a Verona, si chiama L'utopia della scrittura, credo perchè nel lavoro di Bertollo e Urbani avevo visto il progetto di tracciare il paesaggio con impronte umanistiche, un'impresa in cui l'utopia ha a che fare con il quid laterale che perennemente, zanzotttianamente, scansa, si defila, si sottrae.in termini civici e politici quel quid oggi è la speculazione criminale che ha marcato il paesaggio con la peggiore cifra umana, sfigurandolo invece di educarlo. Per questo il paesello segnico di Bertollo è utopico e concreto, e dovrebbe rientrare a pieno titolo a informare di sé il Piano Regolatore del ... comune di Schio!<br /><br />paoloAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-6192106018492444132010-05-16T17:37:59.832+02:002010-05-16T17:37:59.832+02:00ciao Paolo. tra l'altro tu hai anche recensito...ciao Paolo. tra l'altro tu hai anche recensito "Ribeltà", se non erro. mi pare si trovi in Anterem?guglnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-90948171353343987752010-05-16T17:35:45.110+02:002010-05-16T17:35:45.110+02:00adAlessandro: diciamo la stessa cosa rispèetto all...adAlessandro: diciamo la stessa cosa rispèetto all'innovazione foturista.<br />rispetto al fascismo: le dateparlano chiaro. nel 22, il primo futurismo è già morto da un pezzo, e anche nel 19 quando nasconop i fasci di combattimento.<br />rispetto ai soviet: marinetti fu un divo fra i cubofutiristi, l'egofuturismo e i gilejani russi nei primi anni dieci, cioè in pieno zarismo. nel 1914, quand omarinetti andò in russia, i futuristi ad accoglierlo furono quattr ogatti. addirittura qualcuno voleva accoglierlo "a uova marce". (cfr. L'avanguardia russa, a cura di S.Vitale, Mondadori, p.XXVII)<br /><br />a Bertasa: Bertollo, paradossalmente non possiede un computer, per cui in attesa che risponda di persona, ti dico quanto so: lui prima compone il testo, autonomamente (un testo lineare, intendo). poi ne individua le tensioni, che intrinsecamente possiede, Infine, il lavoro grosso, sta nello spazializzarle. un lavoro che dura mesi, anche di più.guglnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-36797135412584946812010-05-16T17:23:11.368+02:002010-05-16T17:23:11.368+02:00Quando Bertollo impiega il termine umanizzazione i...Quando Bertollo impiega il termine umanizzazione indica forse il punto di rottura rispetto agli ‘ismi precedenti che pur si potrebbero intravedere ma a mio avviso molto lontani sui crinali del suo paesaggio umanistico. Di umanesimo del paesaggio parlerei a proposito di questo luogo fisico e mentale che segni e parole vanno a mappare sul foglio, di progetto antropologico; quello di cui non c’è traccia in Bertollo è semmai la fiducia per non dire l’entusiasmo per le forze e i dinamismi, le meccaniche, le cinetiche, gli aditi bellicosi o produttivi. La sua perlustrazione verbale sul clivo grafico è quella di un pedone immerso ora in una ruralità bianca, nella pastorale insensata che persiste nel caos delle speculazioni (edilizie), ora in una urbanità che assume le buone maniere di una sottile pedagogia ed anche – si veda la biografia del poeta – di una ginnastica ammannita al pensiero dalle tenaci figure di equilibrio e ricaduta di linee e figure. Mi pare che la sua ricerca abbia più a che fare con una irrinunciabile corporeità del poetico, tanto affine al dato fisico da ridurlo a un paesello essenziale di linee, triangoli, curve, trattini ma senza poterlo mai rinunciare, pena lo spalancarsi del vuoto sotto il piede del verso. In questo la sua ribeltà smette la sintesi della “libertà ribelle” per prendere la compulsione di una beltà ri-vista, atto che appartiene non più alla poesia ma all’arte visiva. Vi è dunque una tangenza improvvisa che slitta il lavoro di Bertollo sul piano dell’arte e lascia la parola su campi bianchi, sotto punteggiati cieli a fischiettare la sua insufficienza.<br /><br />Un saluto ad Armando, solingo verbo-ginnasta dell’olimpiade visuale<br /><br />PaoloAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-28438973.post-81457630133445572462010-05-16T15:25:30.165+02:002010-05-16T15:25:30.165+02:00al di là di quanto sopra, vorrei fare una domanda ...al di là di quanto sopra, vorrei fare una domanda ad Armando Bertollo. Noto che la costruzione grafica delle sue pagine è frutto di due passaggi successivi (almeno per quel che ne ricavo dalla definizione delle immagini): il primo, quello della battitura a macchina del testo, distribuito sulla pagina in modo non lineare; il secondo, quello del tracciare linee, sovrimpresse al percorso segnico-significante del testo, per indurne altre strategie di comprensione. Ebbene, questo doppio passaggio è tale anche nella fase di gestazione del testo, oppure parole e linee nascono già nell'elaborazione scrittoria (nella fase, per così dire, di stesura dello scartafaccio) con questo tipo di coesistenza intrecciata, quindi i due passaggi successivi di battitura del testo e tracciatura degli elementi grafici sono tali solo per ragioni di "messa in bella copia"?Mario Bertasahttp://www.poesiapresente.it/blognoreply@blogger.com