giovedì 27 febbraio 2020

Tre poete del Venezuela: Reginato, Bonnet, Verde



nel cielo del venezuela viaggiano
Tre poesie tra le nuvole

Introduzione di Erika Reginato

Sono nata e ho studiato a Caracas, città delle nuvole, quelli che sfiorano il monte Ávila che è nel nord della nostra città. Ho capito che ogni poesia è un viaggio, possiede una individualità, un attimo, un paessaggio. Ogni poesia ha un legame tra cielo e terra. Questo è il linguaggio del viaggio, dell’essere libero che si muove con la purezza della parola chiara, sottile, vera. Questa è la poesia che ci unisce in questa realtà venezuelana che viviamo con nostalgia e con molta attenzione. Dice la scrittrice spagnola Maria Zambrano che “la poesia è una confessione”. Di questa confessione parte la verità, quella immagine che non possiamo nascondere e che accade in ogni verso con la forza di un lampo. Questa è la poesía venezuelana, quella che attraversa il mare dei Caraibi, galeggia nel fiume del Amazzonia e vive ogni nuvola di quiete o tempesta di Caracas. Queste sono le mie traduzione delle poetesse che hanno condiviso con me questo istante della creazione in Venezuela  tra la  lontananza della patria che rimane negli angoli più amati: Graciela Bonnet (argentino-venezuelana) scrive nell’incontro con la poesia: “ricordi, immagini, ciò che sembra essere...”,  e  Carmen Verde che dice stupita:  “Sedermi a scrivere, tiene il mio mondo”.






Erika Reginato
(del libro En la costa de cacao, Sulla Costa di Cacao)

XI
DOVE NASCONO LE NUVOLE


Riconosco il luogo dove nascono le nuvole
il filo sottile che mi sostiene.

Soffio con la forza dell'infinito
il cuore delle nuvole,
la cicatrice sulla pelle.

Coprimi con il suono della mezzanotte
un viso misericordioso
aprirà il nostro cielo.

Entrerò nel proibito
per trovare la quiete nell’acqua
nell’ assenza del mio corpo
imparerò a respirare:   
                                lascia che tocchi
                                il marmo delle nuvole...

Allora arriverò un’altra volta
attraverserò la tempesta
per scriverti della perla
che ho visto quando sono stata assente
quelle notti.




XI
DONDE NACEN LAS NUBES


Reconozco el lugar donde nacen las nubes
el hilo delgado que me sostiene.

Soplo con la fuerza del infinito
el corazón de las nubes,
la cicatriz en la piel.

Cúbreme con el sonido de la medianoche.
Un rostro misericordioso
abrirá nuestro cielo.

Entraré en lo prohibido
para encontrar la calma del agua
en la ausencia de mi cuerpo
aprenderé a respirar:
      deja que toque
                              el mármol de las nubes...

Entonces llegaré otra vez
atravesaré la tempestad
para escribirte de la perla
que vi cuando estuve ausenté
aquellas noches.



Erika Reginato (Caracas, 1977). Poeta, saggista e traduttrice italovenezuelana. Laureata in Lettere (Universidad Central de Venezuela). Ha pubblicato in spagnolo Día de San José (1999-2001), Campo Croce. Antología poética (2008) e il saggio: Cuatro estaciones para Ungaretti (2004). In Italia, versione bilingue Campocroce 2000-2007(2008), Gli Eletti (Los Elegidos, Raffaelli Editore, 2013), Giorno di San Giuseppe (Raffaelli editore, 2016). Ha tradotto e pubblicato in versione bilingue: Antologia poética Milo De Angelis, (2007), Davide Rondoni. El bar del tiempo y otros poemas (2008),  Caminos del agua. (Antologia di poeti italiani contemporanei, 2008), El trazo infinito del universo. (Antologia di 28 poeti italiani del secondo Novecento, 2013). Borsa di studio dalla Ambasciata d’Italia in Venezuela (Centro di Poesia Contemporanea dell’Università degli Studi di Bologna, 2009-2010). La sua poesia è stata riconosciuta con il Premio Internazionale “Città di Marineo 2014”. Le sue poesie si trovano nelle antologie italiane: La nuova poesia dell’America Latina (selezione del poeta Loretto Rafanelli, 2015) e Giovane poesia latinoamericana (selezione di Mario Meléndez, Rafaelli editore, 2015). Il suo ultimo libro bilingüe è En la costa de cacao. Sulla Costa di Cacao. (Kalathos editoriale, Madrid, 2018).








Graciela Bonnet

LE NUVOLE 

Ci siamo sdraiate sulla spalla sul pavimento di cemento. Era un pomeriggio d’estate, quasi immobile. Non si sentiva nessun rumore. Le foglie degli alberi si battevano soavemente, in armonia perfetta.  
Per ore abbiamo visto il cielo altissimo e le nuvole correre una dietro l'altra con la brezza lieve.  
Un’ altra volta ho pensato che il cielo fosse l'oceano, e le nuvole, le onde che si ripetevano identiche una dopo l'altra, come il tempo che non importa se esista o sia una invenzione.
La vertigine mi prese e l’ho ricevuto con gioia. È stato bello sentirsi cadere verso l’alto, verso l’insondabile. Ero finalmente in quella spiaggia serena, dove nulla succedeva. Non poteva esserci niente di meglio o peggio, soltanto essere in quel luogo camminando sulla sabbia, affondando i piedi nella riva umida, disegnando le mie impronte.
A volte una sirena mi chiamava da lontano ed io le rispondevo, gioiosa come una bambina piccola.



LAS NUBES 
(poesía inédita) 

Nos acostamos de espaldas en el piso de cemento. Era una tarde de verano, casi inmóvil, no se escuchaba un solo rumor. Las hojas de los árboles se batían suavemente, en armonía perfecta.  
Durante horas estuvimos viendo el cielo altísimo y las nubes que corrían una tras otra con la brisa leve. 
Pensé otra vez que el cielo era el océano, y las nubes, las olas que se repetían idénticas una tras la otra, como el tiempo que no importa si existe o es una invención.  
El vértigo me atrapó y lo recibí con gozo. Era agradable sentirse caer hacia arriba, hacia lo insondable. Estaba por fin en esa playa serena, donde nada ocurría. No podía haber nada mejor o peor, sólo estar en ese lugar, caminando en la arena, hundiendo apenas los pies en la orilla húmeda, dibujando mis huellas. 
De vez en cuando una sirena me llamaba desde lo lejos y yo le respondía, alegre como una niña pequeña.


Graciela Bonnet (Córdoba, Argentina, 1958). Dottoressa in Lettere (Universidad Central de Venezuela). È stata curatrice di pubblicazioni editoriale Venezuela, Biblioteca Nazionale e Consiglio Nazionale della Cultura del paese venezuelano. Scrittrice, è stata ricercatrice in diverse aree della letteratura di classici. Ha pubblicato sempre in spagnolo la raccolta di poesia En caso de que todo falle (editoriale Eclepsidra, 1991). Nel 2013, la casa editoriale Lector Cómplice. e Libretas doradas, lápices de carbón. Lavora come assistente a e incaricata delle gallerie nel Centro August Wilson, en Pittsburgh, Pennsylvania. È anche disegnattrice amateur. http://graciela0bonnet.blogspot.com/






CARMEN VERDE AROCHA

 

CIELO INCOMPIUTO



Uno straccio bianco
Si estende o si arrotola dipendendo
Dall’apparire del desiderio

Il cielo proprio accanto a me
Sagoma trasparente
Conta pianino le dita dei miei piedi

 Ascolto la tua respirazione

L’usura delle fiere del bosco
trabocca la mia voce le mie mani
il mio viso umido

Un cielo incompiuto arriva per noi due
Dipinge i corpi di bronzo
Ci lascia brillanti con pudore ci vediamo

L’incompiuto del cielo
il desiderio di amarti
e non amare allo stesso tempo
è quando ci vediamo negli occhi e piove
Piove tutta la notte senza darci
il tempo di coprirci

Con diritto solo a sentire freddo

L’acqua a volte ci aiuta a finire
il pezzo di cielo che manca.




CIELO INACABADO
(del libro in spagnolo, Canción gótica)


Un paño blanco
se extiende o se enrolla según
aparezca el deseo

El cielo justo a mí lado
Figura transparente
Cuenta despacito los dedos de
mis pies

Oigo tu respiración

El desgaste de las fieras del bosque
desborda mi voz mis manos mi rostro húmedo

Un cielo inacabado viene por nosotros dos
Pinta los cuerpos de bronce
Nos deja brillantes con pudor a mirarnos

Lo inacabado del cielo
el deseo de amarte
y no amar al mismo tiempo
está cuando nos miramos a los ojos y llueve
Llueve toda la noche sin darnos
tiempo a cubrirnos

Con derecho sólo a sentir frío

El agua tal vez nos ayude a terminar
el pedazo de cielo que falta



Carmén Verde (1967).) Dottoressa in Lettere (Università Cattolica Andres Bello). Poeta, saggista, professoressa di lettere, dirige la editorial Eclepsidra dal 1994. Era la cordinatrice la Casa della Poesia Peréz Bonalde e organizzatrice della Settimana Internazionale della Poesia. Tra i suoi libri di poesía scritti sempre in spagnolo: Cuira (1997, 1998), Maddalena en Ginevra (Messico, 1997), Amentia (1999), Mieles (2003), Mieles poesía reunida (2005), En el jardín de Kori (2015), Canción Gótica (2016), Antología Juan Liscano, Poesía selecta (1939-2000 Carmen Verde e Rafael Arráiz Lucca, España 2015).  Tra i suoi saggi: Cómo editar y publicar un lidro. El dilema del autor (Come editare e pubblicare un libro. Il dubbio dell’autore, 2017), El quejido trágico en Herrera Luque, (L’urlo tragico dello scrittore storico Herrera Luque. 1992).



3 commenti:

  1. Sempre sono stata tra le nuvole, non so si era il mio volo ...sognando o semplicemente quando viaggio , vivendo la città... sempre ho tentato di arrivare alla cima del monte Avila, il monte che alligera la contaminazione di Caracas... la mia poesia sempre se ispira nel volo, di tutto il paesaggio che vedevo e nella nostagia di quello che ricordo... invece La poesia di Bonnet, contempla le forme del cielo, il mare o quello infinito che nasce e cresce nella stessa gioia della infanzia e invece la poeta Carmen Verde,scrive del disegno che ha visto nel sogno, quello che a bassa voce sente e la porta a scrivere...

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  2. Dipingere il cielo, quello è il mestiere della poesia...

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  3. Quiero escribir un post en español porque es el idioma en el cual nacieron Los tres poemas. Los mios se escribieron en el vuelo de regreso a casa, esa es mi poesìa. La poeta Graciela Bonnet retoma de su cielo,la vida, de aquel mar el viaje, las emociones son aquel escenario donde el regreso a la orilla solo se siente en una tenue voz de salvación. La poeta Carmen Verde, pinta un cielo, un mosaico incompleto o antiguo, por eso usa el color cobre, el màs brillante de su sueño que deja sobre su piel la claridad del agua profunda.
    La poesía del cielo, es profunda y ligera, delicada y posee los colores del Ser.

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