mercoledì 24 maggio 2017

Le due poesie presentate a Bologna in Lettere

Le due poesie presentate a Bologna in Lettere. La prima versione, che qui è da ritenersi definitiva, la trovate in Le volpi gridano in giardino. Ringrazio Enzo Campi per l'ospitalità.

                     

                      Voglio dire


Batto il tempo con i chiodi e cerco rime
sopraffine come nice / camice, ano / gozzano
per fare festa freudiana e ancora godere
della parola fantola, per quanto crudele
forse, e malata. E poi, sia detto con chiarezza
rompe di più Caparezza, l'effervescenza
della sua catena non interrotta di motti, o l'odore
lungo del pastore, lurido d'erbe e d'animali
che la poesia civile, oggi, di più il camallo
stramazzato che la politica, spesso, io comunque
adesso, muovo da porta nuziale, attraverso il canto
cauto, lo sformo, seguo, della teoria dei giochi
il suo programma solidale, anche se poesia
tende a / stampa per / niente, a volte, come del resto
il tentacolo senza spettatore, il naufragio
di cui siamo spettri, fragili plettri.  


E dunque mi chiedo: meglio D'Elia, il poeta
che chiama padre Pasolini, o Lina, la bianca pollastra
di Saba, regina serena tra le braccia di Dio?
Ed è più degno il legno o l'amianto, il corpo teso
del discobolo o quello che muove all'obolo
il marmo o il karma, o la Marna, invece, che è roccia
sedimentaria e la prima forma di trincea precaria
dove ricevere la qualità dei tempi e far poesia
come ripete, in Laborintus, il caro estinto
alla vigilia della rivoluzione (linguistica, almeno
e meno fascista dunque) quando al cottolengo
si votava, e senza vergogna, pare. D'altro canto
nemmeno il comunismo s'ha da fare, in quel frangente
ma da dire, appunto o, meglio, in contrappunto
s'ha da smontare.


Però, davvero, ancora mi domando
se questo paravento abbia un senso, se questa messa
in pena valga la cera e quanto o invece
buchi meglio lo scherno l'impiego crudo del vero
con corpi monchi e scalpi o la ferocia
che fa da linfa alle feste del potere
dalle undicimila verghe alle centoventi
di Salò, baionette antiborghesi, vero, anche se poi
tutto rapprende in solida bolla e lancio editoriale.


Eppure la borghesia, forse, per quanto
piccola, e il proletariato e l'ospite indesiderato
sono comode figure, semplificazioni che sporcano
di meno. Ideologie, appunto, tare. O almeno, così pare
se questo il mondo teme e non invece
come credo, la bestia oscena, il maschio
disumano lanciato contro la femmina
motrice, chimera che spaùra perché più dell'uomo penetra
più di lui domina la scena. Forse di questo stiamo parlando
anche quando cantiamo l'amore o la vittoria al palio
quando chiediamo se val bene questo
quello o l'erba in mezzo, come a beato confine
poetando.


Come vedi mi cito, mi chioso
con tutto il corpo che posso, scopro la voce, le voci
che come a Giovanna mi sparlano dentro, per liberare
la faglia, così che spiffero e buio e quanto rimane da dire
come da botte larga escano fuori o da bottega
ch'è un fare felice, se campana, per esempio, nasce
da terra ed ingegno, come in un film di Tarkosvkij
o da una poesia di suo padre, dove "l’erba come un flauto
- d'improvviso - cominciava a suonare".


Io credo, davvero, che di traverso
si metta comunque l'uomo, non il verso
e che quanto piace al mondo sia greve, unto
come l'amaro Belice e la calce viva sui corpi
a Dachau. E credo, anche, alla complicazione
radicale, che non è un partito
ma un'idea, un segno d'affetto verso il vero
e, il mio, un omaggio a Sanguineti.
Complicazione, dico, non sabotaggio, ronda
o l'invasione del Sudeti, bensì il volo
suadente di Palomar dentro l'onda o il radente
suo scrutare l'infinito, l’ascolto dell'amore tuo
nervoso e di chi ancora respira laggiù, lumino
zoppo dei morti, cuore remoto.



Incanto



compro corpo smontabile per serate
a villa certosa. e termometro vaginale
pininfarina. cerco macchina per lavanda
gastrica, massima riservatezza.

regalo la primavera araba o permuto
con risorgimento italiano. compro regolo
ostetrico per gravidanza democratica.
parto domani: affittasi libertà vigilata.

Vendo foto di marilyn per atti impuri. regalo
se serve, vento e vasellina. compro la vita agra
senza ricetta o scambio con donna letale.
insegno a scendere le scale tenendomi al laccio.

smonto teoremi e piccole chiese. sbanco terra
promessa. cerco garanzie sulla morte di Dio.
offro collezione in plastica di falle e reliquie
praticamente eterne.

cerco tempo che non aspetti. e spazio nei cuori.
cerco a come amore, b come seconda chance.
offro correzione onanista a maternità sgradita.
presto le dita a personalità monca.

compro fumo afgano con rudere. no corpi
carbonizzati né madri o piccoli bastardi. vendo
gagliardetto fascista e ritratto del presidente.
missile intelligente cerca mina brillante.

seleziono razze. no negri o gialli. no ebrei.
seziono gemelli e profili ariani. cerco pelle
da conciare per magnifico gilè. e denti per
bottoni. elimino gratis vicini di casa.

offresi compagnia casta a signora perversa.
regalo topolino bianco sodomita, vera occasione.
cedo parete nord per carezze artiche.
cerco lingua ruvida che solluccheri. no yeti.

scrivo poesie e porcate. regalo balbettio
d'amore a legionario di bergerac. insegno carattere
orale, anale e cuneiforme. uomo pigro offresi
per pausa pranzo.

scambio glicemia con colesterolo. presto
referenze all'uomo invisibile. pratico inseminazione
padana. mezzano disposto ad ingoiare veleno,
vende storia commovente.

baratto collera di amleto con collirio. e ghetto
con gatto, gitto con altro verbo arcaico.
compro sentenza d'assoluzione o scambio
con la fine di questo incanto. cedo la parola.




Stefano Guglielmin






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