venerdì 15 ottobre 2010

Capitani, poeti, Cittadini...


Il primo Ottobre 1994, con un manipolo di giovani, Giuseppe Conte occupò pacificamente la Chiesa di Santa Croce a Firenze e, dopo la lettura rituale de I Sepolcri del Foscolo davanti alla tomba del poeta, lanciò il seguente messaggio, sul quale meditare, non soltanto perché sembra scritto oggi, ma soprattutto per l'energia romantica che lo pervade (con tutta la violenza implicita che una sacralità così vissuta può contenere). 




Capitani, poeti, Cittadini del glorioso Comune di Firenze, siamo qui a Santa Croce per riaffermare il primato della poesia: dove meglio che qui, nella città di Dante, davanti alle tombe di Alfieri e Foscolo? Non abbiamo altre armi che il linguaggio, i simboli, la forza dello spirito. Ma si spiritus pro nobis, quis contra nos? Lo spirito, l'energia spirituale. In Italia è esistita una classe politica e intellettuale che ha commesso dei veri e propri crimini contro lo spirito, e che va giudicata, processata e bandita innanzi tutto per quello."Il dott, il ricco ed il patrizio vulgo" descriveva così Foscolo la classe dirigente dei suoi tempi. Non molto è cambiato: ed ecco uomini di cultura che hanno ridotto la cultura a gioco, moda, ricamo, idiozia, esibizionismo; che hanno diffuso, nei casi migliori, una cultura senza fede, senza valori, incapaci di slanci generosi, di avventure spirituali. Ed ecco politicanti senza dirittura, senza tensione etica, senza spinta ideale, che hanno ridotto la politica a baratto, sopraffazione, scandalo, corruzione, insozzando il termine stesso di democrazia e di repubblica. Ed ecco una borghesia indebolita, instupidita, involgarita, tutta sponsor e spot, diventata la meno civile e colta d'Europa. Avevamo sperato che dalla caduta nel fango della prima repubblica nascesse il nuovo. Lo aspettiamo ancora. La poesia contiene la verità del futuro e del sogno. Aspettiamo, Capitani, poeti, Cittadini del glorioso Comune di Firenze, di vedere la democrazia rinnovata nella carne e nel sangue, la repubblica riprendere le sue virtù, il rigore, l'orgoglio, la dedizione, il sacrificio. Dal fango della prima repubblica molti ranocchi sono saltati sulle sponde della seconda che deve ancora nascere. I ranocchi che gracidano più forte fanno i ministri. C'è il Ranocchio Paffuto Abrogatore, quello che vuole abolire i Licei, e che la poesia qui dichiara e solennemente ribattezza Batrace Minchione. Il ranocchio più grosso fa il ministro portaparola: è il Rospo Megafono Schizomorfo, nemico mortale della poesia, che ha trasferito a destra l'atteggiamento mentale della sinistra borghese cinica e nichilista: niente vale niente, tutto è vero e il contrario di tutto, universale è la spazzatura. Capitani, poeti, Cittadini del glorioso Comune di Firenze, la poesia non è "contro", voi lo sapete, la poesia è "per". La poesia sogna, inventa, crea il futuro, da capo e di nuovo. La poesia è per una cultura che ritrovi la propria energia spirituale, larghezza di orizzonti, libertà da ogni dogma e da ogni moda, gusto dell'avventura individuale, e gioia insurrezionale. Per una politica in cui l'Italia rinasca, ritrovi identità e grandezza.VITTORIO ALFIERI ci insegni la fierezza individuale, anarchica e combattiva, la fede nella forza di palingenesi della poesia. UGO FOSCOLO ci insegni a tornare al culto delle memorie e dei miti, della storia e della bellezza. GABRIELE D'ANNUNZIO ci insegni che la poesia, il suo nobile sogno, può ambire a tenere una città come lui tenne Fiume, con ministri che erano poeti venuti dal Giappone o dal Belgio, con una Costituzione, la Carta del Cornaro, che è un capolavoro di ordine spirituale e di libertà. Si spiritua pro nobis, quis contra nos? Ma noi sappiamo che l'Italia che rinasce non può non allargare le braccia al Mondo! All'America di WALT WHITMAN, alla sua democrazia immensa e carnale, naturale e cosmica. Sappiamo che Vittorio Alfieri ebbe in mente di fondare qui a Firenze un ordine cavalleresco, i Cavalieri dell'Ordine di Omero: chi potrebbe a miglior diritto farne parte di Whitman, o nel nostro secolo di BORGES e di JUNGER? a lui indirizzo un saluto reverente, che queste parole arrivino sino a Wilflingen. L'Italia si apre ai continenti! Allarga le braccia verso l'Africa e l'Asia, da dove viene la parola inflessibile dell'Islam, e quella modulata e flessibilissima del Buddhismo o del Taoismo. La poesia è "per": per una concezione eroica e spirituale della politica, ma che abbia coscienza del primato della libertà e della pietà. Per rifare la tempra, il nerbo degli italiani. Non abbiamo più eroi. Quando ho cercato eroi per cantarli, sono dovuto andare lontano, verso uno dei pulsanti cuori cattolici d'Europa, in Irlanda, e ho trovato il Bobby Sands, suicida per sciopero della fame nel carcere di Mazein Ulster, nella primavera del 1981, eroe della libertà, del sacrificio, della dignità umana, che sia benedetto il suo nome. La poesia per riaffermare il suo valore oggi è in rivolta. Siamo qui a Santa Croce a lanciare una sfida. Siamo pochi, senza sponsor, come si dice orribilmente oggi in un paese dove sembra necessario lo sponsor anche per respirare, ma con una passione di fuoco, e il fuoco si propagherà. Ci sono arrivati messaggi diversi, toccanti, insperati. Capitani, poeti, Cittadini del glorioso Comune di Firenze, le nostre armi sono il linguaggio, i simboli, la forza dello spirito. Si è detto che la poesia sia sconfitta, che lotti almeno e affermi, della sconfitta, l'inalienabile nobiltà. Sia gloria alla poesia, per sempre gloria.

8 commenti:

  1. Chissà dove ero il 1 ottobre 1994. Vivevo nel Mugello - a poca distanza da Firenze - con ampi problemi di sopravvivenza e precariato. Ho incontrato molti eroi in quegli anni, disoccupati, cassintegrati, stagionali, gente in fuga e gente ferma nel restare al suo posto: nessuno gridava. Gli eroi sono silenziosi, è difficile vederli. Di solito stanno tra gli invisibili della terra. A volte sono anche poeti, ma i poeti quando li incontrano non ci capiscono più niente. Gli eroi non sono romantici: sono come tutti, ma hanno il coraggio affilato dell'umiltà.

    Grazie per lo spunto Stefano.
    nadia agustoni

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  2. Un polpettone retorico, trombonesco, fascistoide. Irricevibile e indigeribile. Non ho mai sentito, in tutti questi anni, levarsi da questo "coretto" una sola voce contro il regime piduista e liberticida che si è radicato in questo paese. Altro che eroi, valori dello spirito, proclami e cazzate del genere...

    Ciao Stefano, buona domenica.

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  3. Chiedo scusa, era scappata anche la firma di fronte a questa brodaglia.

    francesco marotta

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  4. @ Nadia: come dice Francesco, in questa caso specifico, si respira un'aria pericolosa, dove la retorica imbriglia e fa belle idee potenzialmente liberticide.

    gli eroi, tuttavia, sono una categora dello spirito molto amata dai romantici, poi trasformati, dai nazionalisti otto-novecenteschi, in martiri per la patria (ma non quella che ci fa crescere, bensì quella che vorrebbe annientare le altre patrie)

    un caro saluto ad entrambi

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  5. patetico! caro Stefano scusa la brevità del mio dire. ma proprio non sento e non posso (non so?) provare altro.

    grazie per ricordarci che non siamo così.

    un abbraccio

    alessandro ghignoli

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  6. rimane il fatto che alcune poesie di conte sono di grande valore (ci tengo a dirlo)

    ciao Ale.

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  7. Non conoscendo il poeta, difficile giudicare l' intenzione in un discorso che potrebbe essere stato composto e recitato in modo autocommiserativo, alla maniera "burlesque".

    Un saluto a tutti
    Sergio Zanone

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  8. credo invece che l'intenzione sia proprio "eroico-mistica"

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