domenica 2 maggio 2010

Idee per la poesia in rete

                                                       Photo credit: Konstantinos Kottinis



Il recente dibattito intorno alle potenzialità dei blog, per una diffusione più capillare della poesia e una maggiore razionalizzazione delle piattaforme, ha dato interessanti risultati. Posto gli interventi più significativi che ho raccolto principalmente in Blanc de ta nuque e in Universopoesia, nella speranza che questo articolo diventi il punto di partenza acquisito su quanto resta da fare, e ci si concentri sul seguito, anziché tornare – come capita da anni, oramai – sempre sulle medesime questioni: pianti greci, guerre fratricide, esibizioni di competenze.

Dato per acquisito quanto sostiene Mario Bertasa nel suo  blog  ("le nuove comunità di sapere internettiane generano processi culturali in grado di lasciare un segno non solo se sono animate da “teste fini”, ma anche se acquisiscono consapevolezza della natura del mezzo entro il quale si muovono, coi suoi limiti e i suoi punti di forza, e i suoi margini di ottimizzazione tecnologica. In tale senso ben venga la percezione, più o meno oggettiva, di una crisi dei blog di poesia: condividere un’ampia riflessione sulle ragioni della crisi e le prospettive per un suo superamento è innanzitutto un’azione di crescita di consapevolezza. E di abbattimento dei vari deliri di onnipotenza che in rete hanno visto circolare troppi profeti di una web revolution che avrebbe finalmente conquistato le masse colpevolmente abbandonate dall’editoria tradizionale. [...] I blog collettivi sono quelli che sicuramente rischiano di più in termini di spinta progettuale: contenitori generici o testuggini d’assalto? In tale prospettiva trovo che vada sicuramente riqualificato il modello del blog con un unico gestore, o al limite con una piccola redazione di tipo piramidale o radiale. [...]Tuttavia il modello suddetto è efficace solo se offre un'alternativa al "monologo plurale" (recupero l'ottima definizione che l'amico Federico Zuliani dà delle discussioni in rete: somme di monologhi), attraverso uno sguardo autorale/filologico che, per quanto individuale e autonomamente marcato, anziché orbitare attorno alla propria poetica, presti ascolto e attenzione alle differenti, e spesso molto differenti, poetiche con le quali entra in relazione"), ecco alcune proposte su che cosa fare dentro la rete e fuori:
Fabiano Alborghetti: Non so più dove e quanto tempo fa, ma abbozzai l'idea di creare una piattaforma apolitica apartitica e condotta da gente davvero seria, sulla falsariga del sito WWW.CULTURACTIF.CH
Un'uscita mensile dove proporre on line:
- i libri di poesia del mese o usciti nel mese (pochi e selezionati).
- una overview di voci da varie regioni italiane per capire cosa accade nelle altre regioni.
- l'indice delle riviste (serie) di poesia che escono.

Giuseppe Cornacchia: Riprendo l'idea di Alborghetti di un portalone tipo quello svizzero, che migliori il PoeCast di Vincenzo Della Mea e raccolga gli ultimi venti-trent'anni di esperienze anche cartacee, gli ultimi sviluppi audio-video, editoriali e quant'altro. Sarebbe - o dovrebbe essere - un passo operativo coagulante sul quale convogliare discussioni ed energie comuni. I costi di gestione del server, degli spazi, degli aggiornamenti, delle risorse di banda. Immagino si aggirino intorno ai 500-1000 euro l'anno, a farlo per bene su base volontaristica. Un certo indirizzario ce l'ho, chi e' interessato lo dica e cerchiamo di fare un passo avanti, per ciò che riguarda la sistemazione della rete.

Giacomo Cerrai: Una delle cose che avrei voluto dire, e che non ho detto, è infatti la necessità di passare, per quanto riguarda la poesia sul web, da una rete interconnessa ma inconoscibile (nel senso che necessita comunque di una comunicazione a priori es:indirizzo) a qualcosa che può essere mutuato, un po' alla larga, dalla cosiddetta Internet delle cose (IoT). Ovvero un sistema che metta in relazione (o raccolga) gli "oggetti", tutte o quasi le risorse poetiche attualmente disperse in rete (ad esempio le decine e decine di ebooks o numeri di riviste in copia digitale, nonché gli altri "oggetti" poetici come video, interviste, letture e così via). Che lo si chiami portale o altro è lo stesso. Al di là delle comprensibili differenziazioni (poetiche, estetiche, canoniche) quello che bisogna combattere, analogamente a quella scolastica, è la dispersione poetica. Si può tentare di fare un UbuWeb italiano, o una Poepedia su una piattaforma aperta e collaborativa di tipo wiki, o altro, sono tutte idee, parliamone. Ma questo è il versante tecnico, e non dico mica che sia facile, dico però che sarebbe un sogno che l'editoria canonica non si può permettere. Poi c'è un discorso di coordinamento delle iniziative, come queste di Aprile. E c'è il problema endemico della visibilità, dell'individualismo (e non parlo certo della singolarità artistica, sacrosanta), dell'avere l'ultima parola. Il problema, come in politica, è chi farà un piccolissimo passo indietro per costruire una comunità niente affatto virtuale, anzi piuttosto "pesante". Wikipedia non è una struttura ma "gira" su un software relativamente semplice che si chiama Mediawiki (ce ne sono altri) e che può essere ospitato in un qualsiasi spazio, anche di quelli gratis. Il problema però, come sanno quelli che fanno Wikipedia, è la gestione, l'amministrazione, il controllo di veridicità, i filtri per impedire che il tutto diventi una enorme discarica abusiva poetica...

Margherita Ealla: Credo che la proposta di Giacomo relativa ad una "Poepedia" sia quella che più si avvicina all'utilizzo della rete per quello che è. Inoltre è una proposta concreta e fattibile, consente una concentrazione delle energie e non la dispersione in rivoli. Questo senza grandi aspettative di numeri (di lettori), perché insomma la lettura, soprattutto della poesia, è un piacere, ma un piacere lento.

Giuseppe Cornacchia: Il PoePedia mi pare un'eccellente idea, tra l'altro a costo quasi zero se inserito nella piattaforma wiki.

Vincenzo Della Mea: Mi piace abbastanza anche l'idea di Poepedia, però vuole dire mettersi un po' da parte, donare quello che si sa non solo su se stessi. Wikipedia ha già da un sacco di tempo un portale letteratura che comprende anche una categoria di poesia: quanti di noi hanno contribuito in qualche modo?

Giuseppe Cornacchia: Vincenzo, ciao, il PoEcast è di sicuro il punto di partenza in questo discorso. Da parte mia, non avendo più urgenze di scrittura in proprio, posso dedicare energie a questo attivismo comunitario internettiano, anche per attività di coordinamento & smistamento. Se Vincenzo e' in linea e mette a comune le sue idee, dal di dentro, sul suo aggregatore, cerchiamo di capire le possibili evoluzioni: macroblog, archivio statico, portale multimediale. Alcuni ci hanno già provato: Luca Paci con la sua rete "anarchica", Stefano Massari con le varie incarnazioni di Land, i progetti audio/video su alcuni blog e siti (ad esempio Vico Acitillo), le edizioni clandestine tipo quelle di Ansuini o Venerandi. E i piccoli editori nati praticamente in rete di cui si diceva sopra. Rilancio auspicando la partecipazione delle riviste cartacee: se il New Yorker offre l'abbonamento annuale digitale (un anno, cioe' 47 numeri + tutto l'archivio dal 1925 a $ 39.95), non capisco perché le nostre non possano riversare i loro, di archivi, online. In ogni caso, per tornare a PoEcast, una prima miglioria sarebbe indicare, nella colonna di sinistra, i link alle riviste cartacee con sito online, sperando che prima o poi riversino in rete gli archivi o almeno parte dei contenuti. Una seconda miglioria sarebbe indicare, sempre sulla sinistra e dove ora hai il PoDcast, una selezione dei video presenti su youtube e simili, del tipo di quella presentata da Aglieco. La ciliegina poi, e qui mi fermo, sarebbe dotare il sito PoEcast di un forum, magari della famiglia vBulletin, così da renderlo dinamico e interattivo. Capisco che un sito dinamico richiederebbe attenzione molto maggiore, ma potresti avvalerti di "moderatori" o "co-amministratori". La piattaforma wikipedia mi pare già in parabola discendente, ad essere onesto, e un sito proprietario consente ancora il controllo migliore su contenuti, contributi e progettualità complessiva.

Luigi Bosco: Riguardo PoeCast (o eventuale altra piattaforma): credo bisogna definire bene cosa vuole essere. Solo italiano? europeo? internazionale? solo ed esclusivamente poesia? o anche critica e antologia e storiografia? Più ampio è il sito più alte sono le probabilità di successo più elevato è l'impegno ovviamente (ma si possono creare sotto-domini per ogni Paese, ad esempio, o per ogni Categoria (poesia contemporanea, Critica, Antologia, Storiografia, Classici etc. e darlo in gestione ad un responsabile). Quindi, senza andare troppo lontano, ciò che aggiungerei al poecast è sicuramente una lista di categorie. Tra l'altro: vuole essere solo un raccoglitore di post scritti altrove oppure vuole trasformarsi in una fonte diretta? Se lo scopo è creare uno strumento che contribuisca alla cultura poetica, c'è bisogno di qualcosa in più di un aggregatore di notizie (UTILISSIMO!). Sicuramente va aggiunta una sezione video ed una libreria virtuale (con testi ed ebook downloadabili o leggibili direttamente on line da piattaforme come issuu.com o scribd [il primo è migliore] ). The least but not the last, una grafica più "accattivante" ed intuitiva ed una mappa in XML per le search in google (o simili). Più che un forum (troppo complicato e impegnativo sia per il gestore che per gli utenti) io opterei per i commenti stile blog ed una buona organizzazione di link interni stile wikipedia. Sono d'accordo sulla necessità di avere un servizio di hosting autonomo (è a pagamento ma vale davvero una cifra accessibile). [...] A proposito di reperibilità del blog come il tuo, quello di Marotta, Atelierpoesia e molti altri (tutti quelli nella mia blogroll): ciò è stato complicatissimo. È accaduto o attraverso il passaparola oppure sbirciando nei blogroll altrui. Il posizionamento di vari blog di alta qualità è davvero scarso. Cosa dovuta a fattori quali: altri blog essendo testate hanno uno studio SEO (Search Engine Optimization) molto più ampio; molti blog (tipo il tuo e Rebstein) si appoggiano a piattaforme gratuite di hosting su cui si può lavorare davvero poco sul codice HTML e roba simile o con i plugin. Quindi si: nel momento in cui si pensa ad un gran contenitore Papà dei migliori blog di e sulla poesia presenti nel web, oltre ad un disegno chiaro, ad una mappatura del sito semplice e leggibile sia all'utente che a google, c'è bisogno anche di posizionare bene il tutto. Ma, ripeto, a mio avviso è secondario o è qualcosa che deve andare di pari passo alla presentazione del progetto in contesti non virtuali. [...]Altra cosa utile sono le liste TopBlog (tipo Wikio, Technorati, Liquida etc.). Anche quelli sono motori di ricerca per argomento.

Francesco Terzago: credo che i problemi si attestino a più livelli, viviamo nel web 2.0, dovremmo creare un sistema aggregato, un aggregatore di blog e e-magazine che consenta in un sol colpo di avere davanti una vetrina della situazione letteraria italiana emergente, ma che allo stesso tempo raccolga, di più generazioni, le riflessioni, parlando in termini pratici, per la fantascienza esiste un sito strutturato davvero bene, http://www.fantascienza.com/magazine/home/ appunto - servirebbe qualcosa di analogo per la poesia. [...]Un altro discorso sarebbe poi da fare a riguardo di come il poeta italiano contemporaneo rappresenta il suo lavoro, io senza troppe difficoltà posso sostenere che il poeta italiano contemporaneo vive di miti deceduti e lontano dal presente, basta fare una analisi semiologica sull'aspetto tipografico dei libri di poesia che si stampano in questo paese per capire quello di cui sto parlando. se la nostra è una 'comunità', di poeti di critici di appassionati è necessario che si discuta subito i termini di sviluppo di un luogo dove questa comunità conviva, una 'agorà', dove confluiscano tutti i nostri percorsi poetici, le nostre riflessioni ecc., qualsiasi sia il nostro modo di intendere poesia e il mondo della poesia.

Marco Bini: tra gli spazi on-line che hanno funzionato meglio (a mio avviso) e che ho potuto visitare ed apprezzare, molti svolgevano un'attività più vicina a quella di una redazione (fosse essa di molte o una sola persona) rispetto a quella di un disordinato luogo dove i contenuti si accatastano. Insomma, credo che un modo efficace per produrre contenuti sia quello di organizzarli, e questo non è possibile in un contesto di totale orizzontalità ed equivalenza di tutto ciò che viene proposto. Se dietro ad un blog o a un sito ci fosse il lavoro di più persone, ognuna con una specifica responsabilità (e oggi questo è molto più semplice visto i mezzi che abbiamo), gruppo che produce periodicamente qualcosa di simile ad una rivista on-line (ho visitato diversi siti stranieri che propongono cose di questo tipo), allora il lavoro meditato di quella redazione non acquisterebbe un po' più di autorevolezza rispetto ad uno meno, diciamo... "professionale"?

Michele Ortore: Credo che, per uscire dal circolo vizioso in cui sono entrati molti lit-blog, una buona idea sia quella di convogliare le energie verso dei prodotti culturali concreti. [...]Lasciando perdere Facebook, ottimo strumento di diffusione e informazione, ma inadatto a qualsiasi tentativo di dirimere e organizzare le pubblicazioni, e non volendo cestinare la risorsa blog, da cui credo possano venire ancora delle soddisfazioni, penso che una buona via di mezzo sia la creazione di una rete fra più siti di poesia, che si propongano di arrivare, periodicamente, ad un risultato più "ufficiale". Può trattarsi di una rivista on-line sul modello delle cartacee (su questo concordo totalmente con Bini), ma anche di un reading, dal vivo o, perché no, in streaming: ci sono un'infinità di strumenti del web che vanno ancora indagati, che magari hanno fallito singolarmente, ma che in sinergia potrebbero dare altri risultati.

Chiara De Luca: quanto a facebook, se sfruttato al meglio, è uno strumento potente, che favorisce una diffusione rapidissima di spunti, notizie, informazioni, è utile a rilanciare i post che compaiono nei blog, a condividerli e diffonderli e a diffondere le nuove uscite editoriali, articoli, recensioni. non è un orticello chiuso, di amici e amici degli amici. io sono in contatto con più di tremila persone, ne conosco personalmente poche decine, se qualcuno mi chiede l'amicizia l'accetto, non gli chiedo di chi sia amico, e in questo modo conosco altre persone con cui evidentemente c'è qualche punto di contatto, interesse in comune, poi ogni mezzo dipende da come lo usi, al centro c'è l'inventiva. Da facebook sono nate per me collaborazioni, progetti comuni che si sono concretizzati in libri, occasioni di reading e convegni, linfa per la mia casa editrice e per me come autrice. [...] Quello che manca è una collaborazione tra realtà vicine, che preferiscono ignorarsi vicendevolmente mentre insieme sarebbero una vera potenza.

Matteo Fantuzzi: Indispensabile comunque a meno che non ci si rivolga a un ambito prettamente tecnico la necessità di rapportarsi col territorio che significa in buona sostanza legarsi a chi all'interno di un'area quotidianamente lavora in ambito di promozione sociale e civile, oltre che chiaramente in ambito culturale.

Andrea Temporelli: C'è bisogno di frequentarsi come persone, di conoscersi. Dal vivo. Se si è ancora vivi, e non già schiacciati dalla nuova povertà che ci regala questa terribile ricchezza di mezzi della nostra epoca.

Francesco Tomada: Alcuni fra gli incontri più belli che mi sono capitati sono stati proprio nelle scuole, ma erano rivolti a gruppi poco numerosi di studenti - diciamo una classe alla volta - e privilegiavano un approccio diretto: lettura di qualche testo prima dell'incontro, e poi uno scambio vero di impressioni, domande, dubbi, critiche anche dirette. Per fortuna gli studenti hanno una schiettezza, e spesso una profondità quasi ingenua, che con il tempo a volte si perdono, ed è allora possibile effettuare un approccio quasi "sperimentale" con la poesia, che certo va studiata, ma va anche "provata" sulla propria pelle. Se, almeno per aree geografiche, fosse possibile proporre un progetto in questo senso, con la disponibilità di alcuni di noi, io mi ci spenderei volentieri. Però, da parte nostra soprattutto, ci vuole disponibilità vera a mettersi in gioco, e deve essere un gioco senza rete.

Claudio Di Scalzo, a proposito dell'Olandese volante (prossimamente in rete): il sito va verso la carta stampata, stando in rete. Saranno impiegate le altre tecnologie. il sonoro, la Tv, l'Ipad, e cercati rapporti con l'editoria di qualità, anche grandi e medi editori. Ospiteremo, per questo, Blog e siti anche di editori, il modello è il New Yorker.  Grafica chiara, essenziale, testi brevi, immagini. Infine: archiviazione dei testi innovativa e per grandi temi. Si tratta di portare un minimo di ordine, anche come archiviazione, contributi, lettura. Il percorso inverso al decostruzionismo totale dove siamo immersi.Tra barbarie elettronica oscena e spolverio continuo di zucchero sui cinque sensi, a cui i poeti, anche su FB, stanno dando il peggio di sé.

Alborghetti: io ho creato L'UNICO programma di diffusione della poesia in una web radio in Svizzera. Il format prevede una prima parte, “La voce di Gwen”, dedicata ad una voce della poesia contemporanea con letture di testi alternati ad un percorso esplicativo sulla poetica dell’autore affrontato. Seguono le rubriche “A parer nostro”, consigli di libri di narrativa scelti dalla redazione e “A me gli occhi”, consigli di libri di poesia per voce di svariate librerie del Cantone Ticino, interpellate appositamente. Quando possibile, LA VOCE DI GWEN lascia lo studio e registra dal vivo. Ogni puntata è poi riascoltabile nella sezione Podcast ed ascoltabile ovunque, con disponibile una breve scheda informativa dell’autore, tutti i libri affrontati, la tracklist completa dei brani musicali che accompagnano l’emissione e con i link attivi per una immediata lettura o ascolto per andare oltre oltre il confine della puntata

Luigi Nacci: con Lello Voce e Gianmaria Nerli, abbiamo pensato ad uno spazio multiforme dal titolo Absoluteville, una sorta di portale costituito da più blog, in cui si discuterà di critica, di poesia straniera e poesia italiana, e in cui saranno coinvolti anche autori e critici che solitamente non sono sul web. Tra breve in rete.

Per chiudere questa carrellata autorevole, posto quanto ha scritto Stefano Ricci, gestore di Elmanco (si occupa di design), per giustificare la chiusura del suo blog, di natura commerciale, e tuttavia utile anche a noi se vogliamo misurarci con i problemi reali della gestione di uno spazio che richiede molto tempo d'esercizio: "Tanti lettori saranno stupiti, perché negli ultimi tempi sono stati fatti diversi sforzi per potenziare il blog (nuova grafica e template, 15.000 biglietti da visita distribuiti in Italia, belle collaborazioni etc, etc ) e perché maggio 2008 è stato il mese più “cliccato” di sempre, con oltre 40.000 visitatori unici assoluti, 90.000 pagine viste ed un numero di sottoscrittori ai feed quasi raddoppiato. Tuttavia non basta, o meglio, non è bastato per rendere questo sito una dignitosa attività editoriale a tempo pieno. I numeri sono sempre bassi per assicurare entrate pubblicitarie sufficienti da parte degli inserzionisti italiani, e le prospettive di crescita sono troppo oscure per convincermi a mantenere l’impegno dopo due anni e mezzo di pubblicazioni. Curare ELMANCO come ho fatto finora, infatti, è un impegno da almeno 5 ore al giorno, che non lascia molto tempo ad altre più redditizie, ma meno stimolanti, attività. Purtroppo sono giunto alla conclusione che senza scrivere in inglese, senza rendere questo progetto collettivo (e non mi va di chiedere a qualcuno di scrivere per me gratis, oppure di offrire la ridicola tariffa “standard” di 3 euro ad articolo, che non potrei comunque permettermi) e senza investimenti importanti o partnership con altri network, questo non potrà mai diventare un lavoro".

80 commenti:

  1. Finalmente un punto della situazione - grazie Gugl!

    Cercherò di essere breve, scusandomi in anticipo se nonstante tutto mi dilungherò.

    1. Tra le varie proposte di "portale", escluderei lo stile "Wiki". Oltre ai motivi già espressi e che condivido, ritengo che, per evitare che la natura democratica del 2.0 diventi solipsismo patologico e inconcludente, c'è ESTREMO bisogno di limitare la natura orizzontale di questo strumento. La rete internet nasce da algoritmi matematici e teorie sui frattali e studi di statistica del caso e roba simile, tutte basate sul funzionamento delle reti neuronali portate alla luce dalle recenti (anni 60 in poi) scoperte delle scienze cognitive. Il nostro piccolo inutile cervello funziona come funziona proprio per la sua orizzontalità, per le sue connessioni a "rete". Cosa che però non esclude affatto una struttura gerarchica verticale di base e, all'interno della rete stessa, dei gangli principali di scambio di informazione. Ciò che c'è bisogno di fare è appunto la stessa cosa: in ogni ambito (ma a noi interessa in questo caso la poesia) creare dei gangli-cardine che si nutrono di tutte le innumerevoli connessioni della rete a loro volta nutrendole.

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  2. 2. Detto ciò, io proporrei quanto segue: sviluppare di pari passo due risorse importanti e fondamentali, due “gangli-cardine”. Il primo sarebbe Poecast, tenendolo così com’è senza snaturarlo. Semplicemente imbellettandolo un poco a livello grafico e organizzandolo meglio a livello logico (categorie). Un contenitore-raccoglitore-aggregatore di tutto quanto riguarda la poesia in rete. Il secondo ganglio-cardine è un portale dinamico (assolutamente non statico per questioni di massimizzazione SEO e SEM – più un contenuto nel web viene aggiornato più viene ritenuto “vivo” quindi utile alla rete per crescere quindi tenuto in considerazione dalla rete stessa come elemento nutritivo).

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  3. 3. Se mi metto nei panni di un potenziale utente (panni che sono i miei in toto!), il portale di cui sopra lo immaginerei così: home page aggiornata sempre con gli ultimi 10 articoli inseriti; mappa in xml per riconoscimento google e per l’utente, pagina chi siamo etc, CATEGORIE. Tra le innumerevoli categorie, c’è bisogno di riflettere molto sulle principali che, a loro volta avranno delle sottocategorie per autore, periodo, scuola di pensiero, poetica (ma è una cosa che va decisa e pensata con calma e ponderatezza da gente che ne sa a pacchi e questi siete voi non io). Una volta strutturato il portale, la domanda è: come farlo vivere e funzionare?

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  4. 4. Far vivere il portale non credo sia complicato. Il mio blog si appoggia ad un servizio hosting autonomo che costa pochissimo. Visto che di spazio ne ho +infinito e non so che farmene, se mai dovesse nascere tale portale io sono disposto ad ospitarlo aprendo un nuovo dominio nel mio spazio (ovviamente indipendente dal mio blog!) a costo zero: risolto. Il come farlo funzionare è un po’ più complicato ma, come già dicevo in principio, è questione di volontà e VOLONTARIATO.

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  5. 5. Alla luce di quanto detto sopra – gerarchizzazione come limite all’orizzontalità inconcludente, risulta evidente che per un portale del genere, oltre ad avere gente che abbia voglia di farne parte, c’è bisogno di gente che ne sia all’altezza (motivo in più per evitare la WIKI”). Magari posso scrivere bene e senza errori o refusi, chiaro e limpido come un laghetto. Ma mai mi sentirei all’altezza di scrivere un pezzo critico o storiografico o antologico su cui della gente teoricamente si formerà. Siccome in giro c’è gente che invece si sente all’altezza pur non essendolo, questo significa lavorare il doppio per risultati opinabili. Se invece il gruppo di persone in questione sono riconosciute come “autorevoli” nel campo e degne di fiducia, la cosa è molto più pratica.

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  6. 6. Questione tempo-soldi. Anche questo non lo vedo un grosso problema. Molte delle persone che io PERSONALMENTE ritengo come autorevoli possiedono un blog. Su tale blog scrivono degli articoli critici, o delle recensioni o quello che vi pare. Ecco, la soluzione a mio avviso più pratica, sarebbe quella di riunire tali personaggi in una redazione (e sono molti, moltissimi; quindi con un carico di lavoro non troppo alto), dare ad ognuno di loro un “ambito” o “settore” di responsabilità di cui occuparsi e chiedergli di scrivere un articolo alla settimana. Se, supponiamo, le persone della redazione ipotetica sono sette (ma in realtà sono molto più di 7 – ad occhio e croce io ne posso individuare almeno una ventina se non più) già si ha la media di un articolo alla settimana. Cha è ottimo, anche perché – come diceva qualcunio che non ricordo – la poesia è un viaggio che si fa lentamente. Alla fine, chi scrive tale articolo lo scrive per il portale in questione e per il suo blog con link di rimando, così si prendono due piccioni con una fava: si crea contenuto e si crea rete.

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  7. 7. Il tutto va organizzato logicamente, con una struttura del pòrtale obbligatoriamente user friendly. Anche per questo io posso dare una mano (ho molti amici designer, SEO e roba simile a cui potrei chiedere una mano a costo zero).
    Questo per quanto riguarda la struttura. Per ciò che concerne i contenuti, il discorso è molto più ostico e lungo. Se ne può parlare nel momento in cui si decide di iniziare. Perché inizieremo, no?
    Un abbraccio a tutti
    Luigi

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  8. Dimenticavo di dire che in tutto questo non va assolutamente dimenticata l'importanza della rete carnale di corpi che si toccano da vicino nel medesimo percorso verso la poesia. In primis la SCUOLA e le Università, poi i reading, le serate estive in piazza, le conferenze etc. Ma vi immaginate che bello se fosse davvero fatto bne da diventare strumento di aiuto per una educazione a livello scolastico (ora che nelle scuole pare stiano entrando i pc)? Vabbè, sto andando davvero avanti con la fantasia ma è più forte di me: tutta questa faccenda mi mette un gran entusiasmo :)

    Tra le altre cose (ma anche qui siamo avanti, però lo dico ugualmente) per quanto mi riguarda posso essere d'aiuto facendo da ponte per eventuali incroci collaborazioni tra italia spagna (dove attualmente vivo) ed inghilterra (dove ho vissuto per tre anni ed ho conosciuto un paio di personaggi interessanti). Questo sarebbe bellissimo anche (magari hanno voglia di far rete anche loro :) )

    Me ne vado sul serio ora :)

    L

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  9. caro Luigi,hai l'entusiasmo che contagia :-)

    secondo me, quello che dici potrebbe funzionare. Ci voglion un paio di ingegneri che facciano funzionare il tutto assieme a te. Giuseppe Cornacchia e Vincenzo Della Mea sarebbero perfetti.

    Perché non ti metti in contatto con loro? GiusCo passa di qui ogni tanto. vioncenzo un po' meno.

    Vediamo che cosa dicono?

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  10. Fatto - ho mandato una mail a GiusCo via nabanassar ed ho lasciato un commento a Vincenzo perché non sono riuscito a trovare nessun contatto mail. Ho detto ad entrambi di fare un salto qui, leggere il post e farsi un'idea a riguardo.

    Per quel che posso fare, resto a disposizione.

    L

    (Non il mio, ma l'entusiasmo in generale è contagioso :) è un ottimo antidoto ad un temperamento depressivo congenito :) )

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  11. a mio avviso, OK per gli ingegneri per eventualmente ristrutturare o allargare il Poecast.

    Per un portale, andrei su qualcosa di più snello, perchè altrimenti il lavoro cadrebbe tutto sulle spalle di pochi e diverrebbe ingestibile.


    Fabiano Alborghetti

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  12. al di là del entusiasmo, anche condivisibile di Luigi, credo siano necessarie prima di tutto due cose: portare ed estendere questa discussione al di fuori dei frequentatori abituali della rete e individuare un unico luogo di confronto per evitare di dispedere in più spazi potenzialità di idee e contributi
    un caro saluto

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  13. @ Fabiano: per la mole di lavoro, è giusto partire pian pianino un passo alla volta. Nel momento in cui la "redazione" o gruppo di lavoro che dir si voglia risulti abbastanza ampio, in quel momento si può pensare di ampliare il portale. Come dicevo, se mi limito a contare solo le persone che stanno partecipando a questa discussione (se davvero hanno voglia di impegnarsi) sono più di venti. Nemmeno il corriere della sera ha una redazione così grande (ovviamente questa è un'iperbole) :)

    @ Alessandro: io personalmente l'ho detto a chi non sapeva dell'iniziativa. Per lo spazio, intendi spazio virtuale o fisico? (A prescindere, si: ci vuole che ci si concentri tutti in un unico luogo. A tal proposito, si potrebbe aprire una wiki, un google group con mailing list oppure un blog .wordpress dove concentrare tutti gli interventi. Oppure semplicemente scegliere un luogo già esistente e concentrarci lì tutti).

    L

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  14. Provo a spiegare cosa intendo per mappatura, lasciando una copia di un intervento pubblicato anche altrove e credo Stefano che sia giusto adoperarci per cercare un unica piattaforma di lavoro.



    Credo che nella parola mappatura emozionale vi sia espresso molto di quanto in corso di discussione in questo periodo negli spazi in rete che si occupano di poesia. Quando uso il termine mappatura, mi piacerebbe che il suo significato comprendesse veramente l’esigenza che c’è di rispecchiarsi territorialmente nelle realtà che all’arte e al poetico fanno riferimento e supporto. Penso sia necessario costruire una cartografia dei locali che offrono occasioni e spazi d’incontro, di librerie che lavorano onestamente avendo ancora riguardo e amore verso il libro, di locali dove la poesia e l’arte possano essere non solo corollario per 4 consumazioni in più, ma sedi di movimento di opinioni culturale. Non basta pensare che la poesia sia costruire aggregatori di chi in rete se ne occupa, questo è un progetto necessario e giustissimo solo ed esclusivamente se tiene conto del fatto che esiste un panorama esterno alla rete molto più vasto, dove risiedono tutte le potenzialità che ogni forma di espressione rappresenta. Nel tentativo di dare un’iperspazialità alla poesia e all’arte tutta, ci dimentichiamo che nessun artista è per l’iperspazio, ma per il territorio, per il saper dove andare. Intendere l’arte oggi vuol dire cercare di comprenderla nella sua percorribilità , nelle sue figurazioni urbane dove gli spazi diventano connessione. Questa è una mappatura, un portare a conoscenza quello che nella molteplicità sembra latitare, ma è solo sovraffollato. Solo in queste interconnessioni tra luoghi reali e spazi virtuali, solo ponendoci davanti a questa polisensualità dell’esperienza artistica e poetica possiamo tornare a leggere ciò che accade, tornare a orientarci in questa saturazione percettiva. A questo forse e solo a questo serve una mappatura, come piccolo supporto per liberarci da questa logica del felicemente inutile.

    Un caro saluto

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  15. I contenitori sono appunto contenitori, il contenuto diventa una scelta e chi lo cura quotidianamente e' una persona che dedica del tempo, che dunque va pagata. Per questo dicevo i 500-1000 euro annuali.

    In Italia ci sono decine di comunita' poetiche piu' o meno larghe e attive, soprattutto su base volontaristica, che mai sono entrate in contatto col mainstream ne' con noi. Il punto e' che tali "comunita'" sono amatoriali.

    Ora, la professionalita' e' un modus comunicativo che separa le istanze personali da un prodotto finito. Non tutti accettano quel che "professionalita'" in senso occidentale impone quando ci si rapporta ad un pubblico esterno, che dai poeti viene invece visto come "comunita'" invece che fruitori o clienti.

    Dunque, viste le acute differenze di impostazione, terrei a mente obiettivi minimi, realizzabili. Nel caso: ampliare le categorie del PoEcast (gia' rodato, consolidato e noto), lasciandolo a manutenzione semplice per Vincenzo.

    Un portalino come lo dice Alborghetti andrebbe bene se estremamente sintetico e aperto a soli contributi di livello molto elevato, del tipo di quelli ospitati su rivista specialistica. In tal modo il portalino diverrebbe una "rivista specialistica in rete", dunque un qualcosa di connotato, che varrebbe la pena provare.


    Saluti, GiusCo

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  16. mi pare che la discussione sia già avvenuto. Ora ci vogliono persone disposte a realizzare uno o più progetti.

    Anch'io sono dell'idea di GiusCo, ossia che sia più gestibile un porgetto che parta dall'esistente. come il potenziamento id PoEcast. Ma il sito è di Della Mea per cui dev'essere lui a deciderlo.

    Altre idee ci sono in questo post.

    Si aggiunga quanto dice Alessandro, di cui invero si era parlato qui e altrove tanto tempo fa): chiedere l'impegno di operatori culturali che organizzino incontri sul territorio. L'idea, però, ha un punto debole: chi finanzia i progetti, se le amministrazioni sono sorde?

    il volontariato non è proponibile su scala generale.

    infine, la mia posizione: io intendo proseguire con Blanc e con le mie poesie. voglio cioè fare il poeta che sta attento alla poesia contemporanea e che collabora con differenti realtà poetiche (già lo faccio e ciò non mi dà ulteriore tempo libero).
    Ne consegue che la realizzazione dei progetti su indicati non mi può vedere partecipe se non di sguincio. La vedo invece un'ottima opportunità per i più giovani, che stanno cercando di creare connessioni significative dentro e fuori della rete.

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  17. Seguo con attenzione questa discussione, e per quel poco che posso fare assicuro la mia disponibilità. Ti segnalo solo che le parole che hai riportato a nome di Francesco Marotta in realtà sono mie: Francesco (Marotta) ne avrebbe dette di certo di più acute, vista la sua grandissima preparazione culturale.

    Francesco t.

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  18. Aggiungo una considerazione personale, seguendo quella di Stefano. Le varie "comunita'" poetiche sono grossomodo organizzate in maniera analoga, che siano mainstream (accademia + grande e media editoria), sottobosco consapevole (noi raggruppati nel PoEcast), sottobosco inconsapevole (gli amatori in senso classico). Ognuna fa comunita' con se stessa e porta all'esterno quel che ritiene contare: i mainstream le patenti tradizionali, noi un approccio sul campo, gli amatori il sentimento semplice.

    Ora, come muoverci con i nostri contenitori dipende da cosa stiamo cercando. Unire tutte le comunita' creerebbe in effetti un'aggregazione di qualche decina di migliaia di persone sotto la bandiera "poesia", che potrebbe avere una discreta voce anche in sede di finanziamenti e simili. Questo obiettivo mi appare del tutto fuori portata.

    A me personalmente interessa il talento originale (combinazione inedita di idee/forme gia' assimilate dalla tradizione o proposta di idee/forme ex-novo figlie della post post-modernita') che ritengo equamente distribuito fra mainstream, sottobosco e amatori, visto che l'antropologia e' simile, diverso solo il grado di educazione e di entratura. Il resto (evangelizzazione, diffusione, organizzazione, coordinamento) e' mestiere da operatori culturali e, con tutto il rispetto, ne ho scelto uno differente venti anni fa.

    Saluti rinnovati, GiusCo.

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  19. Probabilmente non considero molte cose e mi sbaglio, però davvero non capisco la questione "carico di lavoro". Voglio dire: scrivere un articolo o un pezzo critico non solo per il proprio blog ma anche per l'eventuale "portalone" che carico di lavoro può mai essere?
    Tra le altre cose, non vi sono scadenze ne fretta, quindi le cose possono essere fatte con i loro tempi.
    Riguardo la gestione del portale: se si escludono le spese di hosting (che potrebbero anche essere zero), quali altri spese si hanno? Gestione di che? Un portale non ha mica bisogno di grande gestione quotidiana, soprattutto se se ne occupa più di una persona. È un contenitore vuoto che va riempito. Cioè una volta alla settimana tutti i collaboratori a turno scrivono un articolo di argomento a scelta opure assegnato e lo postano. Non credo che questo occupi più di tanto tempo. Però, ripeto, sicuramente mi sbaglio.

    Se proprio si vogliono tirar fuori i soldi da questo, si può aprire una "libreria" on-line specializzata in poesia e solo poesia. Fare joint-venture con librerie altrettanto specializzate sul territorio e case editrici (stile ISBF) e tirar fuori qualche soldino da lì. Se si ottimizza il sito e si ricevono molti accessi si pò pensare anche alla sponsorizzazione proveniente da asociazioni culturali e pubblicità di eventi su territorio (per esempio con l'e-.mail marketing: ovvero: visto che al mio portalone ci sono 1000 iscritti tutti interesati alla poesia e tu organizzi una serata, io mando la locandina ai miei 1000 iscritti potenziali "clienti" tuoi e tu mi paghi 50cent. a iscritto e ce ne sono molti altri di esempi).

    Il portalino come dice Alborghetti e Giusco non è una cattiva idea, ma non è nemmeno ciò di cui qui, amio avviso, si sta discutendo. Sarebbe "l'ennesima" rivista specialistica. Non che ciò non sia auspicabile, anzi! però non è ciò che si sta discutendo qui (almeno per ciò che ho inteso io).

    Riguardo all'impegno su territorio: anche qui, se si vogliono ricavare dei soldini dei modi si trovano. Per esempio accordarsi con chi ospita. Se è un bar o una osteria o roba simile, il modo di ricavarci dei soldi si trova. Per i finanziamenti pubblici non ci conterei, soprattuto ora. Se il portale cresce e cresce bene e si riesce a posizionare all'interno delle scuole come "riferimento" in rete sulla poesia, allora si potrebbe puer pensare ad una proposta di finanziamento pubblico oppure si cercano contatti presso le università per un co-finanziamento, ma questo può avvenire solo a posteriori, quando le cose già funzionano.

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  20. Luigi, capisco cosa vuoi dire. Ho "lavorato" 5 anni in pseudolo.it e 8 in nabanassar.com, dunque quel che metto sul piatto dipende fortemente da quelle esperienze da sottobosco consapevole. Quoto ancora Stefano nell'invitare i piu' giovani a dare forma agli spunti che stanno emergendo, se ne avranno voglia. GiusCo

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  21. Non so, continuo a non vedere le ragioni dei var tentennamenti... Voglio dire: un passo oltre la discussione lo facciamo-non lo facciamo pareva essere stato fatto verso il "lo facciamo". Però ancora stiamo qui a discutere su delle "minuzie" senza che per esempio si sia stilato una lista di persone potenzialmente interessate al progetto. Tutto il resto vien da se una volta partiti (ovviamente il grosso lo si pensa prima). Alla fine se si fa, si fa; se non ci si riesce per svariati problemi insormontabili non credo si sia perso poi così tanto (e non perché lo si faccia alla carlona).

    I giovani? OK. Qui ci sono? Sanno dell'iniziativa? sono interessati? e soprattutto: chi sono i giovani? Gli appassionati della poesia la domenica pomeriggio, i poeti under 35?
    allora cos'era? un lamentarsi di qualcosa che dovrebbero fare altri?
    Uno c'è o non c'è; una cosa si fa o non si fa. Sennò stiamo qui a rotolarci nei fiumi di commenti senza fare nulla...
    Non so...

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  22. Il "lo facciamo" e' questo: Vincenzo Della Mea ci dice se e come eventualmente vuole allargare il PoEcast, a sua discrezione; il nuovo portalino di noi sottobosco consapevole, se fatto pedissequamente sul modello http://www.culturactif.ch/ , e' poi un lavoro accessibile e relativamente semplice, almeno per la parte di scatola. Ma qualcuno vuole provare a farlo su base volontaristica a quel livello? Io no: e' un lavoro professionale che valuto in almeno 1000 euro l'anno, comprensivo di costi di gestione e quotidiana cura. GiusCo

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  23. luigi, noi siamo votati alla carità... tu che ne pensi? sapresti come fare?
    aspetto notizie.

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  24. forse bisgona avvisare gli utenti di Universopoesia: potrebbero essere interessati alle proposte che stanno emergendo.

    Tenete conto che blanc non è un forum per cui la discussione per l'organizzazione dovrebbe essere fatta in un luogo più adatto.

    i costi: se nasce un portale collettivo (sul modello di cui stiamo perlando), credo che "tassare" di 15 -20 euro ciascun blog ospitato non sarebbe un'assurdità.

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  25. Per il luogo di discussione virtuale, appena posso faccio sapere buone nuove.

    Per la questione costi: i modi per tirare fuori qualche soldo ce ne sono a decine (tra cui anche offerte volontasrie e vi assicuro che funzionano e fanno friggere il PayPal). Prima di parlare di come tirar su dei soldi, mi spiegate quali sarebbero le spese concrete da sostenere che non riesco a vederne?

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  26. una puntualizzazione piccola e vogliate leggermi lontano dalla polemica.
    spezzo in più sezioni perchè sarò lungo:



    il portale -che ho già disegnato al 95% - non è un portale puro e nudo con proposte e blabla.
    E' una piattaforma letteraria, di altissimo livello, che deve occorrere-servire a chi si avvicina alla poesia anche – o soprattutto- per la prima volta.
    E deve essere uno strumento serio e fondamentale per chi di poesia si occupa a tempo pieno.


    Avete presente quello che era un tempo ALICE poi trasformato (male) in WUZ ?
    ecco cosa intendo, ma ampliato di 100 volte.

    10 articoli a settimana fanno naufragare il progetto in uno tsunami di pattume e sfido chiunque di noi a leggere 7 articoli ogni 7 giorni + gli approfondimenti + le proposte di riviste + le proposte di emergenti in poesia + le recensioni +...+...+.

    Meno, molto meno c'è da immettere, ma fatto a regola d'arte.
    E -ancora ed ancora- vi invito a voler vedere cosa offre e come WWW.CULTURACTIF.CH: poco, fatto bene, essenziale e mai scontato, attento , non paraculo o trasandato. SERIO.

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  27. Di portali collettivi fatti e creati nel sacro fuoco dell'idea, ce ne sono quanti già? e ognuno offre CENTINAIA di articoli, che alla fine sono i n u t i l i.
    Sono chiasso, solo chiasso. E spesso solo una vetrina per chi ci scrive. Il portale che deve essere creato, deve essere tutto tranne che questo. Deve essere la vetrina per tutt'altro.

    E non concordo appieno con Luigi: mi sembra che ci sia una semplificazione nelle tue parole. Un buon lavoro, non è "scrivere e pubblicare".
    Un buon lavoro e far si che chi per la prima volta si collega al sito, sappia cosa accade in poesia in Italia, quali riviste, dove trovarle, quali editori (seri), sopratutto quali autori, maestri, arrivanti ed emergenti.

    Per la redazione vorrebbe dire seguirne i passi, aggiornare le pagine, le biografie, offrire estratti, pochi ogni mese, per invogliare alla lettura ed alla poesia. Interviste, anche e fatte bene.

    E già questo comporta un lavoro pazzesco, inimmaginabile, ma con una buona piattaforma, facile da gestire.

    La possibilità di offrire una panoramica per regione dei festival e delle letture, con una applicazione che permetta non di ricevere una mail in redazione e poi è quet'ultima che smazza, ma compilare dei campi appositi che andranno a riempire campi che infine saranno, per un lettore, la pagina degli eventi. Che si potrà consultare per regione, provincia, orario anche. E con una applicazione che cancelli gli eventi passati allo scadere della data.
    Questo è un lavoro serio.

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  28. Ci va lavoro per creare una cosa del genere, per creare un portale, che sia inattaccabile per qualità e che resista nel tempo, poco e bene.

    Ci va contattare le redazioni delle riviste per avere il sommario del numero in corso e i dati per rintracciare la rivista se è solo in cartaceo.

    Ci va il contattare le case editrici per avere le novità in uscita.

    Ci va avere una panoramica anche delle traduzioni; cosa esce in traduzione e seriamente in Italia?

    Ci va avere una panoramica listata dei siti che offrono buona poesia (vedi Blanc o LaDimora di Marotta giusto per citarne due a caso) e
    ci va anche avere una panoramica dei siti e blog che offrono discussioni (serie) inerenti la poesia: è quanto accade in Poecast, in parte, strumento pazzesco, assurdamente innovativo (lo consulto io stesso 10 - 15 volte al giorno) ma poco selettivo.
    Ci va sapere quali programmi radio si occupano di letteratura o di poesia.
    Ci va immettere una pagina dedicata gli autori in ordine alfabetico, agli editori, alle riviste, alle radio, ai portali, ai blog, ai siti, alle biblioteche, ai siti di prestito interbibliotecario, agli archivi…
    creare –insomma- le pagine gialle della poesia.
    Ed è un lavoro immane, credetemi, e per farlo bisogna rinunciare all’ego.
    Fare un passo indietro e non usare il sito come vetrina per se stessi.

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  29. Per pubblicare a nastro e senza filtri, apro un blog con 20 "autori" che pubblicano quello che gli passa per la testa e va bene così. Non è caricare un foglio word o un Pdf e ciao.

    Ci va anche un filtro, ci va il lavorare seriamente ed affiatatamente con persone che si sentono regolarmente e si confrontano e delle quali ci si fida.

    E ci va che il libraio che vuole sapere tutto sulla poesia non solo consulti il portale per trovare tale e talaltra edizione ( e ci va un motore di ricerca interno che filtri), ma sappia che il portale esiste, e sappia che tramite il portale può avere anche la possibilità di REPERIRE quei libri, perchè un altro punto, infine è come procurarsi queste benedette edizioni fantasma di poesia. Che nessun libraio sa trovare o vuol trovare.
    E così deve saperlo l'editore, la rivista, il festival, il comune di vattelapesca.

    Sopratutto, deve arrivare al lettore e deve essere fatto PER il lettore, che sia questo neofita o addetto ai lavori.
    Deve essere fatto bene, curato bene, offrire bene, poco, apoliticamente, apapartiticamente e bene.

    Di spazietti aperti a cappella, in rete, ne abbiamo a centinaia. E non sono le mailing list che fanno la poesia. Vogliamo davvero cambiare qualcosa?
    Facciamo ma sul serio, senza minchiate.
    Think tank.

    ( P.S. e non ho nemmeno finito di spiegare del tutto come deve essere il portale….).

    Fabiano Alborghetti

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  30. Fabiano, ho appena finito di stilare un abbozzo del progetto che se vuoi mi passi un contatto e te lo mando. Forse non ci crederai ma ho utilizzato le stesse parole che hai usato tu.
    Chi ha detto che deve essere una vetrina per chi scrive? Io non credo di averlo fatto, anzi. Per quanto mi riguarda gli articoli possono essere tranquillamente anonimi.
    Le mie intenzioni sono identiche a quelle che hai elencato: strumento con i controcoglioni (passatemi un termine "poetico") che sia per il lettore non per chi se la canta e se la suona. Soprattutto per il neofita 15 che va a scuola e di poesia non ne vuole sentir parlare. Un angolo di discussione critica e seria sulla poesi, fatta da chi sa quello che dice. E se rileggi bene quello che io personalmente ho scritt, ho detto che vanno cercate persone autorevoli e di cui ci si può fidare.
    Il portale che immagino io ha un'anima critica e didattica soprattutto, non di vetrina di presentazione o roba simile (una mia risposta ad un tuo commento credo sia stata "il portalino rischia di diventare l'ennesima rivista e non è questo ciò di cui stiamo discutendo).

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  31. Anche per quanto riguarda la quantità mi sono espresso come tu ti sei espresso: poco perché la poesia è lentezza, credo di aver scritto. Se ho fatto l'esempio delle 7 persone in redazione un articolo al giorno etc è per evitare che qualcuno tirasse fuori il discorso del carico di lavoro (cosa che è accaduta ugualmente e a mio modo di vedfere senza ragioni). Tra l'altro la quantità è un problema relativo, poiché se lo strumento che costruiamo vuole essere didattico, nessuno baderà mai alla data dell'articolo perchñé quell'articolo sarà sempre utili ed attuale. L'idea è quella di una enciclopedia poetica.
    Ora non so se non ci si intende per il mezzo di comunicazione o perché io mi esprimo male, ma non vedo molte differenze tra ciò che hai detto ora e ciò che personalmente io ho detto fin'ora.

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  32. Sinceramente e con vena molto polemica ed anche antipatica ma giusto per smupvere un po' le acque che sembra si stiano impantanando: prima c'èra il problema che tutto era sparso e c’èra bisogno di sinergia, poi c’è stato il problema di come fare la sinergia, poi c’è stato il problema carico di lavoro, poi i costi (che ancora nessuno mi ha detto quali siano), poi la palla è diventata bollente e si è iniziato a parlare di giovani... io non capisco: sta roba si vuole fare si o no? Ci si vuole mettere in gioco ed impegnarsi e provarci almeno si o no?
    Se la risposta è no, il discorso finisce qui. Se la risposta è si: allora iniziamo a fare, perché quando uno a voglia davvero di fare qualcosa i problemi pensa a risolverli alla meglio che può e non ad utilizzarli come “scusa” per non partire. Sembriamo la sinistra italiana – e non credo ci sia bisogno di spiegare la metafora.

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  33. Tra l’altro, molti interventi ribadiscono la necessità di tenere unite le voci in un solo luogo per non creare dispersione. Ho proposto di aprire un blog di discussione SOLO ed ESCLUSIVAMENTE per questa discussione, dove postare gli aggiornamenti e commentare. Nessuno ha detto nulla: né si ok, né è una idiozia. Nulla.
    Tra l’altro: dove sono tutte le persone che in un modo o nell’altro hanno aperto lo stesso dibattito sul loro blog? Poi ci si lamenta del solipsismo, di facebook, della morte dei blog, della gente brutta e cattiva che non ama la poesia e quando abbiamo finito con le lamentele e le critiche diciamo che tocca ai giovani.
    Mi dispiacerebbe molto se tutto questo dovesse risolversi in un nulla di fatto, in un aver tirato la pietra ed essere rimasti a guardare come si formavano i cerchi fino a scomparire di nuovo.
    Se il portale lo hai già disegnato e hai voglia di metterlo a disposizione, c’è chi è interessato alla cosa. Per tutte le questioni tecniche si risolve se si può, sennò s’è fatto il possibile. Ma non vedo perché fasciarsi la testa prima di rompersela. Non si può mai sapere quel che può accadere. Magari viene davvero bene e qualcuno ci da 4 soldi per costruire il motore di ricerca interno o dio sa solo cosa. Ma cavolo, prima del motore di ricerca superfigo, io piuttosto mi preoccupo di scrivere qualcosa per degli studenti e poi di andare a presentarglielo, leggerglielo.
    La mia disponibilità resta intatta. Per tutto il resto: salto il giro.
    Luigi

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  34. margherita ealla3/5/10 22:33

    quanti interventi! per adesso leggo. Mi sento molto in linea con le considerazioni di GiusCo
    e c'è qualcosa nel rilievo sul motore di ricerca che mi gira in testa,
    solo che sono cotta, e non fa testo..
    insomma ho letto, volevo almeno dirlo che ci sono (un poco anche me ne intendo, riguardo il contenitore).

    ciao!

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  35. sul lato tecnico ho ben poco da dire, la materia già di per sé mi procura guai e limiti visibili,

    eppure il "progetto portale", se così lo si vuole definire, mi sembra fattibile in presenza di almeno un elemento (e non è questione di costi in prima battuta, concordo con Luigi, me lo insegnava anche un mio "vecchio" maestro): un conduttore (nella mia esperienza i progetti nati da estenuanti discussioni fra co-progettatori, quand'anche siano arrivati in porto, hanno sempre avuto vita breve).

    Un conduttore che abbia in testa un progetto chiaro e che abbia le competenze (soprattutto di tipo psicodinamico) per attivare un gruppo di lavoro attorno al suo progetto, e che abbia inoltre la grande elasticità di veder modificato il suo progetto dalle istanze che emergono man mano dal gruppo di lavoro (un pizzico di modestia, non falsa, e apertura dialettica non guasta mai), e che abbia soprattutto la disponibilità a vedersi modificare in misura non irrilevante la propria agenda professionale.

    (ecco, a me, per esempio, quest'ultima caratteristica manca del tutto, così come la prima, il progetto chiaro; sulle altre due, vent'anni tra formazione e ricerca e azione professionale e docenza sulla conduzione di gruppi di lavoro, in area artistica, pare mi abbiano lasciato qualche traccia indelebile, che metterei volentieri a disposizione di chi volesse accendere l'impresa magari ascoltando qualcuno che, avendo già fatto le sue brave cazzate e avendo capito, grazie a qualcun altro più esperto di lui, come risolverle, una dritta potrebbe darla)


    per sgombrare poi il campo da un altro macigno: apprezzo chi invoca AUTOREVOLEZZA in vista di una necessaria selezione "canonizzante" a fondamento della struttura di un portale, ma non capisco affatto sulla base di quali presupposti andrebbe unanimemente riconosciuta o delegata dentro una galassia motile di indipendent literary community, sì da offrire garanzie a chiunque, largamente, si accostasse ai contenuti del portale

    un gruppo di lavoro indipendente aggregato, e regolato-tutelato nelle sue dinamiche interne, da un conduttore indipendente può offrire una certa affidabilità, così come rifuggire dalle secche della cultura della delega (implicita o esplicita che sia), proprio perché riconoscibile come esperienza collettiva dotata di un orientamento progettuale non messianico, non separazionista, non universalistico (mi offro infatti come "consulente di conduzione" solo perché conosco nei dettagli i segnali d'allarme che i gruppi di lavoro funzionanti manifestano quando stanno per scivolare in queste naturalissime derive, che li strozzano nel giro di poche sessioni operative)

    basta con la critica. Voglio lasciare anche uno spunto positivo di riflessione e un augurio di tutto cuore a tutti gli amici e conoscenti che si stanno appassionando qui e altrove: http://www.poesiapresente.it/blog/10-blog/71-il-poeta-albero.html

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  36. p.s.
    nel pezzo di Giuliano Scabia di cui al link sopra, c'è una frase che trovo adatta a cogliere l'essenza del lavoro di scrittura di cui Fabiano Alborghetti ci ha dato esempio col suo "Registro dei fragili" (di cui al post precedente di Blanc): "Ci sono poeti camminanti che vanno in giro cercando non farsi vedere per meglio sentire."

    Un caro saluto e abbraccio.

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  37. Scusate, rispondo solo ora a questa discussione molto interessante perché sono rientrato dall'estero solo ieri sera...

    Ho finito ora di leggere i vari interventi, io credo che si sia fatto fino ad ora un ottimo 'brainstorming', ho pensato una soluzione piuttosto semplice che renderebbe tutti, o quasi, soddisfatti - premetto che io stesso odio le realtà caotiche e con un eccesso di pubblicazioni; l'idea sarebbe quella di ispirarsi al template di un quotidiano: semplice pulito e chiaro con una linea di pubblicazione standardizzata e precisa, una 'grammatica' della pubblicazione -, ma al di là di questo, fondamentale sarebbe che il sito risultasse essere solo "la punta dell'iceberg", che ci sia il portale sì, la vetrina, ma dietro di esso qualcosa di 'non accessibile se non con sottoscrizione' o quanto meno che non sia 'in piena vista', che sia a un livello più profondo, meno visibile: a me piace ragionare per esempi pratici, molti di voi avranno presente Spinoza, bene, dietro a Spinoza, il luogo dove 'viene fatto il lavoro' vero è proprio, è un forum, se noi questo splendido progetto lo dividiamo per aree regionali e mettiamo in evidenza in prima pagina solo le notizie settimanali più rilevanti, e poi corrediamo il tutto con dei settori di 'macro aree geografiche' come (settentrione, centro e meridione) e dietro a tutto ciò mettiamo un forum dove chi vuole scrive e si confronta dovremmo aver risolto sia il problema dell'orizzontalità e della gerarchizzazione.

    Ultima cosa, assieme a studenti e dottorandi di Lettere e Filosofia di Padova ho creato un sito di informazione culturale e politica, http://www.logoutnet.org/, è una sorta di banco di prova di molte delle cose di cui vi sto parlando, siamo partiti dall'idea di avere una grafica semplice, circa una pubblicazione al giorno per rubrica, siamo in una ventina a gestirlo, a più livelli, la grafica è mia (posso dare una mano per il nuovo progetto nel caso)...

    Francesco Terzago;

    P.s.: per chi era a Verona, domani appronto la mailing-list con i contatti che mi avete lasciato.

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  38. errata corrige, ho erroneamente dimenticato di cancellare la parte riguardante le regioni, solo aree regionali, è più funzionale. Ma ovviamente se ne può parlare, l'importante è che il lavoro proceda.
    Se volete posso interessarmi anche a riguardo degli eventuali costi di una operazione simile.

    Francesco Terzago

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  39. Qulunque cosa venga messa in cantiere, e carne al fuoco ne abbiamo come sempre messa tanta, deve essere comunicato, altrimenti rischiamo il portale frequentato da noi che sarà fatto meglio, magari, di altri , ma siamo noi che bene o male facciamo un contratto telecom e ci sentiamo tutti per telefono...Il punto è il risalto che trovi la connessione, lo slancio vitale verso l'esterno; quindi bene, come sottolinea Francesco Terzago, la suddivisione territoriale, ma se non sappiamo creare una sorta di relazione epidermica non abbiamo creato nulla. Pensare oggi anche solo alla progettualità di un microambiente, è pensare alla progettualità di una relazione. Esiste inoltre un richiamo alla volontà, che come Luigi sostiene spesso naufraga nel momento del fare, esitono anche modi di autofinanziare le iniziative che si vuole fare, non abbiamo sempre bisogno di rintanarci in questo paravento di disinteresse comunale o di realtà locali difficili, abbiamo bisogno di esporci e in qualche termine comunque costa.
    un caro saluto

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  40. Mi sembra che il progetto di Alborghetti sia quasi pronto. Contribuire alla sua realizzazione, affindando si a lui come "caporedattore" potrebbe essere un avvio importante.

    Anche quanto aggiunge Terzago lo trovo interessante e mi pare che egli abbia la voglia di lavorarci.
    Luigi e Mario potrebbero dialogare con lui, fare una "commissione", e costruire un progetto simile a quello di alboprghetti.

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  41. Se ci sono persone, come Alborghetti, che hanno un progetto già pronto ed abbozzato, credo che la cosa migliore (se se ne ha voglia) è di mettere in comune tutto e cercare di unire le idee per evitare che nascano ulteriori progetti "singoli". Sbaglio o l'idea è quella di unificare gli sforzi in uno slancio sinergico che gli dia più forza?

    Ripeto ancora una volta che aprire un blog su piattaforma wordpress o quello che vi pare per usarlo come luogo di discussione sul tema è questione di un minuto solo, se non si vuole continuare a discutere separatamente sul tema in maniera poco coerente.

    Si mette su un luogo COMUNE sul tema, si crea una mailing list di tutti i blog ed i luoghi poetici chepotrebbero essere interessati alla cosa e gli si invia una mail dicendo: si sta facendo questo, vieni e partecipa se credi sia una buona idea. Già la questione "dispersione" è parzialmente ridotta.

    Riguardo ciò che dice Mario, è circa 10 gg che ho un abbozzo di progetto con albero della struttura del portale da cui si potrebbe partire per delineare la struttura del portale, che è questo:

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  42. PORTALE POESIA 2.0
    OBIETTIVI
    1. Riunire sotto un’egida comune i principali rappresentanti della poesia contemporanea (italiana e non) per un discorso comune sulla poesia;
    2. Riunire in un contenitore comune la principale produzione poetica contemporanea (italiana e non) per segnare un percorso comune della poesia;
    3. Costruire, con tempo e pazienza, una “enciclopedia” poetica, che sia in grado di offrire a chi ne sia in cerca un approfondimento curato e critico sull’argomento poetico in tutti i suoi ambiti (produzione, critica, storiografia, antologia, saggistica, studi vari, sperimentalismi, estetica etc.);
    4. Riuscire a diventare un punto di riferimento nel web per una “cultura poetica” e per gli “addetti ai lavori” e a livello “istituzionale”, diventando uno strumento di supporto per l’insegnamento della poesia nelle scuole primarie e secondarie e di approfondimento per gli istituti universitari;
    5. Riuscire a diventare un importante veicolo di diffusione della poesia sul territorio, attraverso iniziative di stampo socio-culturale ed affini.

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  43. MODALITÀ
    1. Creare un portale su web che sia comune e che raccolga coerentemente e con ordine tutto il materiale utile ai fini di cui sopra;
    2. Creare una “redazione orizzontale” composta da tutti coloro i quali abbiano voglia di mettersi in gioco e siano capaci di apportare un “valore aggiunto” in linea con i principi “didattici” del progetto, i quali si suddivideranno le responsabilità curando ognuno un tema o un progetto distinti;
    3. Creare una rete sul territorio che colleghi fra loro le innumerevoli e distinte realtà che operano separatamente per gli stessi fini, cercando di offrire quel supporto sinergico in grado di potenziare le azioni che singolarmente spesso rischiano di non avere abbastanza eco;
    4. Creare una rete sul territorio che unisca tutti gli sforzi editoriali di quelle medie e piccole realtà che nonostante tutto ancora riescono a dedicare spazio alla poesia;
    5. Creare una rete sul territorio di luoghi in cui portare la poesia.

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  44. AZIONI
    1. Mappatura sul territorio delle piccole e medie case editrici;
    2. Mappatura sul territorio di luoghi di diffusione (bar, ristoranti, osterie, agriturismi, librerie, biblioteche);
    3. Azione di Pubbliche Relazioni con scuole, università, istituti di varia origine (affini al tema), associazioni socio-culturali, e potenziali personalità interessate al progetto (tutti i blog e i siti internet, le riviste e quant’altro vanno contattati per presentare la proposta e richiedere collaborazione)etc.
    4. Stilare una lista di partecipanti per la formazione di una redazione;
    5. divisione dei compiti e delle responsabilità;
    6. Portale Poesia 2.0 (nome assolutamente provvisorio)

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  45. PORTALE
    Il portale deve essere pulito, semplice, intuitivo e di facile esplorazione. L’ideale è un sito dinamico piuttosto che statico; lo stile potrebbe essere quello del blog con struttura a rivista.
    Sezioni principali:
    HOME
    MANIFESTO
    CHI SIAMO
    CONTATTI
    CATEGORIE

    Nella home presentare sempre l’ultimo articolo scritto per ogni categoria.

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  46. CATEGORIE
    La strutturazione delle categorie è importantissima. Deve essere logica, semplice e in grado di condurre facilmente il lettore verso la fonte di informazione che sta cercando.
    Un esempio potrebbe essere il seguente:

    (Attraverso le categorie, costruire un Database per autore, per anno, per tema, per corrente poetica etc.)
    Poesia Contemporanea: critica e recensione della produzione recente; presentazione autori, bio-bibliografie; interviste etc.

    Storia della Poesia: studi ed articoli critico-antologici sulla poesia del passato (calssica, moderna, italiana, straniera, etc.) per autore, periodo storico, corrente poetico-letteraria.

    Critica: studi e pezzi critici su varie tematiche della e sulla poesia in genere.

    Biblioteca: raccolta di tutto il materiale presente in rete (e-book) con file downloadabili, stampabili e caricati su Issuu.com attraverso costruire delle “bacheche espositive” per presentare il materiale. Diviso per sezioni (Materiali inediti, e-book di poesia, riviste di poesia etc.), per autore e per genere.

    Videoteca: raccolta di videopoesie, video-interviste , interventi vari e eventuale possibilità di streaming con videocast (es.: video presentazioni, video recensioni).

    Poadcast: letture, audio interviste, musica e poesia, etc.

    Riprodurre l'albero della struttura qui è impossibile, spero comunque abbia reso l'idea.

    N.B.: questo è un abbozzo generale e ampio di un progetto in fieri. Prima di farti venire un infarto, ricorda che bisogna pensare a mille per fare dieci. Se poi si riesce a fare mille allora fatti pure venire un infarto.

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  47. Luigi,
    se in parte coincidiamo, per molti aspetti siamo fortemente divergenti.

    Propongo certamente di procedere, ma per il momento mi permetto di voler proseguire in parallelo.



    Ho già inviato a Vincenzo Della Mea una mail per chiedere la sua disponibilità a creare un portale (e come programmatore, sarà pagato; inoltre, è dentro la realtà poetica e potrà capire quanto gli chiedo ma con l'occhio del programmatore e non del poeta/autore/critico; infine di lui mi fido ciecamente)

    Attendo quindi, prima di muovere ulteriori passi, di sapere se lui si rende disponibile nei tempi che potrà, compatibilmente con il proprio lavoro e famiglia. Potrebbe anche dire no e muoverò di conseguenza.

    Fatto questo, ci riaggiorniamo.

    Fabiano Alborghetti

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  48. FAbiano, non capisco allora il senso dei tuoi interventi qui, se la tua intenzione era di "permetterti di procedere in parallelo" (permesso che credo tu non debba chiedere a nessuno).

    Ad ogni modo, in bocca al lupo per il tuo progetto! (lo dico senza sarcasmo :) )

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  49. Per ogni aggiornamento vi lascio a disposizione la mia mail, francesco.terzago@gmail.com e il mio contatto skype, Francesco Terzago.

    Ad ogni modo, se i problemi tecnici sono di difficile superamento (o la voglia e il tempo a disposizione non è molto), anche una strutturazione come questa, fornita da wordpress, quanto meno per iniziare, può essere sufficiente: http://teflonrivista.wordpress.com/

    Ad ogni modo, già il fatto che si stia qui a parlare è una buona cosa, vediamo che cosa ne uscirà.

    A presto, Francesco Terzago

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  50. Luigi scendi, non ha importanza quanto tu sia bravo, propositivo, entusiasta e capace: non sei nessuno.
    (ci vediamo a "casa".)

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  51. Ciao Natalia,
    non è questione di essere qualcuno o nessuno.
    Siamo tutti nessuno e molto spesso i nessuno lavorano molto meglio dei qualcuno, con più sincerità.

    L'unica nota che mi sento di aggiungere è di considerare bene i passi, perchè la fatica non vada dissipata
    o perchè non si apra semplicemente (con fatica..) una nuova piattaforma che poi naufraga.

    Fabiano Alborghetti

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  52. Sono d'accordo con l'ultima risposta di Fabiano, lancio un'ultima proposta che si potrebbe tenere in considerazione; una migrazione su un sito già esistente.

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  53. natàlia4/5/10 11:36

    bene, Fabiano, in tal caso propongo di scambiarvi fattivamente email e contatti e di lavorare seriamente, insieme, evitando dispersivi parallelismi, con amore, passione e sacrificio.
    buon lavoro.

    RispondiElimina
  54. Iniziativa davvero apprezzabile. Da condividere, nell'ottica di ottimizzare tempo ed energie, la scelta di indirizzarsi su strutture già operative (Poecast); sempre a tal fine, potrebbe essere utile coinvolgere altri soggetti. Ad esempio, non so se esista un elenco di tutti i libri e le riviste di poesia pubblicati ogni anno, mese per mese; mi sembra importante che ci sia un elenco simile che darebbe visibilità ab origine a lavori pubblicati, ai loro autori e alle case editrici di varia dimensione. Ignoro se esista questa sorta di anagrafe aggiornata. In caso contrario, potrebbe proporsi questo compito alle stesse associazioni degli editori, i cui dati, in rete, sarebbero poi accessibili dal costituendo sito e non solo (con dati anche statistici di prima mano). Altro convolgimento potrebbe essere quello di laureandi, dottori di ricerca e ricercatori delle facoltà di lettere; potrebbe essere l'occasione per un avvicinamento storico tra realtà spesso distanti tra loro.
    Giovanni Nuscis

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  55. personalmente, trovo insensato aprire l'ennesimo luogo che inizialmente sarà comunque sconosciuto a molti, quando ci sono talmente tanti luoghi che possono essere utilizzati e ampliati.

    anila resuli

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  56. mi pare auspicabile che ci siano più progetti dialoganti tra loro. Quello di Alborghetti sta partendo. Quello di Luigi e Terzago stanno cercando collaboratori. Altri stanno partendo, quali quello di Absoluteville, al quale collaborerò, e quello di Di Scalzo.

    Ora è tempo che gli interessati si mettano in contatto diretto, comincino a costruire, cercando di coinvolgere, per esempio, i ricercatori universitari che girano per la rete, come dice Nuscis.

    RispondiElimina
  57. Anila, i luoghi già esistenti possono essere sicuramente ampliati. Credo, però, che la natura di ognuno di questi non sia la stessa di ciò che credo si stia parlando qui.

    I vari progetti sono tutti auspicabili allo stesso modo, però la necesità di averne uno che li accomuni in qualche modo e ne unisca gli sforzi sinergicamente è altrettanto auspicabile. E ne serve uno nuovo per non snaturare la natura dei già esistenti.

    La questione degli universitari e dei ricercatori era inclusa nell'abbozzo che ho postato, come era incluso il coinvolgimento delle principali istituzioni potenzialmente interessate. La questione è che se si va tutti sotto un unico nome piuttosto che con 10 progetti diversi, la possibilità di una collaborazione (ed eventualmente di un finanziamento) sono più elevati.

    Pare, comunque, che le decisioni siano già state prese - e prima della discussione a cui stiamo partecipando e di cui a questo punto ignoro il senso.

    Farò sapere di eventuali sviluppi, se ce ne saranno.

    L

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  58. caro Luigi, io apprezzo molto quello che dici e la volontà che ti anima. il fatto che il mondo non abbia bisogno d'esser guarito, tuttavia, mi fa credere che unificarlo sotto un unico ombrello sia una fatica insormontabile.

    nondimeno, non devi scoraggiarti: in due giorni nemmeno il padreterno ha combinato molto. e lui era solo a decidere ogni cosa. pensa qui che siamo almeno una decina e con esigenze differenti.

    il mio consiglio è che tu comincia prendere contatti diretti. scegliti i "colleghi" (3-4 persone); fate il conto delle risorse (tempo e denari) poi si costruisca un progetto conforme. il tuo è straordinario, mastodontico, è l'ideal-tipo, il modello platonico. da esso trarrete spunto per una copia in scala, funzionante, utile a chi la consulta e, soprattutto, gestibile. Poi, se funzione, si allargherà, troverà altri disposti a salirci sopra.

    dici che sono troppo prudente? sarà che a 50 anni gli entusiasmi calano? sarà che, come detto, le mie energie le vorrei usare per scrivere poesia e critica? per sndare a leggere qui e là?

    spero che la mia risposta la consideri sincera e non sia stata offensiva.

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  59. Affatto Stefano.
    Sono perfettamente consapevole della mastodonticità del progetto (su cui faccio molta autoironia)e delle difficoltà che ci sono nel mettere d'accordo più di due persone. Credevo, però, che almeno su un punto si fosse tutti d'accordo: la necessità di sinergia, di unificare. Proprio per questo non posso scegliermi 3 o 4 collaboratori: perché non è unificare qualcosa di mio; perché servono molto più di 4 persone e perché creare una mappatura sul territorio ha bisogno di qualcosa in più di 4 collaboratori.

    Persone con le quali collaborare ne avevo anche prima di queste iniziative. L'obiettivo però era molto più limitato ed essenzialmente diverso, proprio perché in 4 collaboratori. In 4 potrebbe venir fuori una buona rivista poetica, non un portale. Ad ogni modo, se si avrà modo di provarci ugualmente farò sapere.

    L

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  60. Luigi, scusa l'obiezione che spero pertinente:
    ma i collaboratori per il tuo portale li vuoi trovare in rete?

    Per quanto concerne me, io so MOLTO bene a chi mi rivolgerò e quali sono le ragioni che mi muovono verso quelle persone.
    E non potrei -ma sarà una fisima mia- iniziare un lavoro così vasto e lungo (in tempi) senza avere al fianco persone per le quali nutro una fiducia cieca, persone che considero anche come una famiglia, e con le quli il rapporto va ben oltre la sola poesia...

    Senza questo tipo di fiducia ma sopratutto CONOSCENZA, non vedo un rapporto di collaborazione duraturo.
    Però magari sbaglio.
    Sicuramente io non inizierei un lavoro del genere con persone conosciute solo in un blog o in FB.

    Fabiano Alborghetti

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  61. la mappatura regionale/provinciale è la ciliegina sulla torta. prima la torta. se è buona, vedrai che anch'io, per quanto riguarda la mia provincia, mi darò da fare.

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  62. mi pare saggio il commento di Fabiano.

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  63. Obiezone accolta, vostro onore :)))

    è giusto ciò che dici. Ma la rete "virtuale" di base, spesso e volentieri, corrisponde parzialmente anche ad una rete reale. Se io conosco te FAbiano via blog e scopriamo di avere un obiettivo comune:
    1. sia tu che io abbiamo alle spalle un contesto concreto e reale, di carne di cui ci fidiamo, che possiamo trascinare con noialtri ed unirlo in un unico gruppo di persone di fiducia;

    2. Se davvero Fabiano condivide un obiettivo in cui io credo, io l'aereo dalla Spagna alla svizzera sono disposto a prenderlo anche per una chiacchierata al bar.

    Non mi sono posto questo problema più di tanto per due ragioni:
    1. credo che se c'è qualcuno qui dentro che spende delle ore a scrivere post di un certo livello tutti i giorni e altri che spendono delle ore a commentarli tutti i giorni è perché sono interessati;

    2. perché il progetto inizialmente non prevede nessuna forma di investimento reale e concreto a parte il tempo (se escludiamo il servizio di hosting che ingenuamente ho offerto a mie spese poiché a me non cambia nulla).

    Nel momento in cui dovesse capitare che chi poteva sembrare degno di fiducia in realtà non lo è, si capisce prima ancora di iniziare.

    Pero probabilmente sono troppo ingenuo io.

    L

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  64. trovo bello che Blanc faccia da ponte tra la spagna e la svizzera. c'è anche l'inghilterra di CiusCo.

    mi verrebbe da chiedere: ma gli italiani dove sono? ma poi, se rileggo tutti i commenti, vedo che ci sono e cominicio a credere che qualcosa di buono potrà succedere questa volta :-)

    RispondiElimina
  65. Fabiano, occhio alla famigliarità!!! (ma come, proprio tu che di famiglie ne hai pedinate...?)

    il cardine per la formazione di un gruppo di lavoro è l'adesione ad un progetto - poi possono anche venire la fiducia, l'affiatamento, e anche il sentimento di far parte di una grande famiglia, ma quelle sono sicuramente le conseguenze di un gruppo che, anche sul piano istituzionale, si aggrega attorno ad un progetto, sono cose che succedono lavorando insieme. Mai viceversa: teorie ed esperienze insegnano che dalle botte dei "tradimenti", e capitano statisticamente come gli straripamenti del Seveso ogni volta che vengono giù quattro gocce in più, da quelle botte non ti ripigli più, se prima di avviare un'azione comune hai fatto un grande opera di "cucito" relazionale e di analisi delle risorse umane.

    Lo so che ci sono anche fior fior di teorie che dicono esattamente l'opposto di quello che sostengo (sosteniamo, se allargo la cerchia a quanti ricercano attorno alle psicodinamiche di gruppo e mi sono stati maestri), ma alla fine è sui risultati che si devono tirare le somme. E per quanto ne so io, quelle altre teorie non aiutano a spiegare perché ogni Piero Pelù e Ghigo Renzulli che riescono a rimettere in piedi il progetto Litfiba dopo una bruttissima maretta, ce ne siano centinaia che finiscono come stelle cadenti (mi si passi la metafora d'estrazione rockettara).

    scusandomi per la veemenza e la ripetitività e il tono apodittico

    Mario Bertasa

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  66. ah, dimenticavo: un modo c'è per instaurare rapporti di duratura collaborazione con persone di fiducia coinvolte in un progetto esordiente: non farle mai incontrare tra di loro. Non permettere che formino un gruppo. Allora sì, ritiro il catastrofismo (non la mia visione del mondo, che come scherzosamente mi fanno notare alcuni amici, è assai in contatto con quella degli orsi. Homo homini lupus? macché!... Homo homini ursus).

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  67. Io leggo, Stefano, e come dici te, vorrei occuparmi di critica e di scrivere poesia. Se Vimercate ha scatenato tutta questa bella discussione e proponimenti, beh, mi sembra che l'obiettivo sia stato raggiunto. Non vorrei, certo che parlando di organizzazione e mezzi di diffusione, ci si dimenticasse di fruirla la poesia, attraverso il mezzo che ancora oggi, malgrado tutta la tecnologia, rimane il più diretto e il più carico di conseguenze: cioè la lettura. Poi se c'è da dare una mano a chiunque la chieda, come sempre ho fatto, la mano la si dà. Sempre che poi qualcuno la chieda!
    Sebastiano

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  68. www.lettereanessuno.splinder.com5/5/10 06:57

    ho detto ormai ovunque che prima di costruire aggregatori necessita instaurare aggregazioni ci sono , mi sembra, progetti in stato gia più avanzato che quello embrionale, che chi li ha messi in cantiere, giustamente intende portare avanti, per quello che serve e in quello che posso sono disponibile, rimango comunque nella convinzione che stiamo dialogando in modo errato e con sinergie minime siamo in otto su questa discussione e in merito a questo è meglio riflettere, la logica del chi mi ama mi segua fa scappar da ridere.
    alessandro assiri

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  69. Claudio Di Scalzo5/5/10 10:30

    ogni commento, vive il "suo" idealismo volontaristico in totale dedizione al culto della Poesia senza mai sfiorare il problema dell'organizzazione dei Saperi sul Web, dei Poteri sul Web, e se sia il caso di operare uan scelta tra il Web-Pop liberista e decostruzionista e il Web-Soviet socialista che pone il problema della soggettività dentro questo mezzo di produzione. E della merce poesia-corpo-scrittura. Poi il blog se è una delle tante autocostruzioni del sé, come intendono "costruirlo", "praticarlo" nel futuro i poeti? Riproponendo il diario che già nel 900 ha avuto esempi altissimi, e dunque assumendo il ruolo di coriandolo fradicio? o cercare margini di autonomia creativa offerti dalle nuove tecniche di parola-immagine-suono? Nella mia breve esperienza di Blog, perché per cinque anni ho diretto Tellusfolio (perdendo la scommessa di dirigere con l'estetica la politica!), ho delle proposte da mostrare: TELLUSFOGLIO dove propongo le "Avventure del Golem e di Mara Zap", sorta di genere letterario scrittura-immagine a metà tra personaggi del fumetto e del romanticismo tedesco, COMPAGNA TELLUS dove attraverso i Comunismi, TELLUS IN LOVE per coniugare eros e amore, VECCHIANO UN PAESE il glocale a partire dal mio luogo di nascita. Insomma operare sui generi e i "racconti" anche ideologici. Questi Blog poi li accoglierò, insieme ad altri, di altri autori, nell'OLANDESE VOLANTE (on line a fine maggio). Confido così di avere margini di autonomia rispetto alla "vetrinizzazione dell'io" se vado in facebook e di resistere al Caos delle Scritture e al totalitarismo delle minoranze che afferrano lembi dei saperi praticando poesia ridotta a eterno sottogenere. Poi vedremo. In ogni caso ogni utopia di libertà assoluta sia in poesia che in politica è bene metterla da parte. Il Web non la garantisce affatto. Il controllo c'è ed è spietato a volte e altre liofilizzato. Ma c'è. Anche sulla poesia se opera una riflessione prassi libertaria che va a incidere sul modello vincente oggi che è il Web-Pop. A Verona, Con Assiri, a "C'era una volta nella poesia ol line", (Logo che mi piace molto perché avventuroso) ho accennato a queste dinamiche.

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  70. @ Assiri: a me il chi mi ama mi segua, invece, in questa occasione nata con uno spirito di sinergia e condivisione, scoraggia.

    Rispondendo anche @ Claudio, i progetti in fieri o già pronti nessuno vuole fermarli. L'idea del portalone era appunto una rappresentazione virtuale di realtà distanti aggregate assieme. Una raccolta dei principali articoli etc etc etc (già spiegato tutto).
    Il potenziale uso del web è aggregare senza annullare la soggettività.

    Luigi

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  71. 1)
    Scusate se appaio ogni tanto ed in ritardo; uno dei difetti dei blog è che, se è facile tracciare i post, è meno facile tracciare i commenti.

    Cerco di abbozzare alcune note su cosa penso io di questo o questi portali/aggregatori/facilitatori/ecc. Spero di arrivare in fondo con un'idea più chiara di quella che ho ora.

    Prima premessa: Poecast "è mio" ma è di tutti, ne faccio quel che vuole la comunità che lo usa: l'unico guadagno che ne ottengo è che sia utile a qualcuno. Entro i limiti di tempo che ho.

    Poi prendo un paio di spunti da due commenti: Mario dice "il cardine per la formazione di un gruppo di lavoro è l'adesione ad un progetto", Luigi dice "Il potenziale uso del web è aggregare senza annullare la soggettività". Il problema sta lì in mezzo.

    Il Poecast così com'è abdica all'idea di ricondurre sotto un progetto comune le singole soggettività. Il blog, singolo o collettivo, è uno spazio dove chi scrive scrive a nome proprio, eventualmente entro l'idea generica di progetto della testata ma senza che ciò implichi un progetto editoriale reale, una pianificazione di contenuti. Poecast prende ciò che autonomamente altri producono, senza imporre strutture di alcun tipo (nel bene e nel male). E' alternativo all'idea di rivista dove ci si muove, il più delle volte per un tempo limitato, aderendo ad un progetto. Per me, un qualsiasi portale con le caratteristiche indicate sia da Luigi che da Fabiano è più simile ad una rivista e come la rivista ha bisogno di un lavoro editoriale. Con questo non intendo dire che non è da farsi o che è da farsi: è un oggetto di quel tipo, la cui novità può venire dallo sfruttare al massimo le tecnologie disponibili ora ed in futuro, ma dal punto di vista dei contenuti sappiamo cosa ci può stare.

    Ora qualcosa sulle tecnologie.
    Tecnicamente si fa tutto, vedo sempre dura la questione dei contenuti.

    Il Web 2.0 vede una maggiore partecipazione attiva degli utenti, anche in forma di rimescolatori postmoderni di contenuti prodotti da altri. Perché ciò avvenga, i contenuti devono essere, tecnicamente, riusabili. Il futuro sarà il Semantic Web, dove si associa un significato a ciò che si scrive.Il primo passo è il feed: ci abbiamo messo un po', ma ora tutti i blog e buona parte delle riviste online hanno un feed.
    E' il primo passo, ma è quasi l'unico che sono riuscito a sfruttare su Poecast.

    L'altro passo interessante sono i tag (non alla Facebook) e categorie: etichette che descrivono sinteticamente il contenuto dei post. Nel caso delle categorie, il senso è classificare genericamente i post; nel caso dei tag, identificare specificamente di cosa parla un post al di là della sua categorizzazione grossolana.
    Al momento esistono due approcci alla scelta di tag e categorie, il secondo dei quali è quello più in stile Web 2.0. Nel primo approccio si prendono le categorie da un vocabolario controllato, che descrive i possibili temi di interesse per un determinato dominio. Il vocabolario, spesso organizzato gerarchicamente, viene prodotto da qualcuno, ovviamente, che decide quali sono i temi, e che aggiorna la lista ogni tanto. Nel secondo approccio non c'è alcun vincolo alla scelta, poiché si suppone che pian pianino si converga verso una cosiddetta folksonomy, una base di termini nata dal basso e sufficientemente comprensibile ai più, anche se purtroppo meno usabile in termini automatici.
    Un esempio del primo caso: la classificazione dei siti web che si trova in Dmoz . Un esempio del secondo caso: le nuvole di tag come quelle di Technorati (sempre meno nuvole in realtà). Un esempio misto, nel senso che c'è una struttura in cui si possono proporre ulteriori temi, è quello che si trova su Academia.edu per i temi di ricerca scientifica.

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  72. 2)
    Io ho provato a usare le categorie ed i tag presenti nei blog, per l'accesso tematico ai post pubblicati su Poecast: ma come ho detto a Vimercate, i poeti usano questi strumenti in modo del tutto inconsapevole, per cui alla fine invece di avere una nuvola dei tag che identifichi in modo pratico i temi dei post, si ottiene un elenco piatto che poco aiuta.

    Esistono tecniche per compattare assieme le parole che dicono più o meno la stessa cosa; infatti un tempo su Technorati tra i tag potevamo trovare Sport e Sports come fossero due cose diverse, ora non più, a prescindere da cosa hanno scritto i blogger nei loro post (ed inclusi gli errori tipografici).

    Esistono anche altri modi per capire di cosa parla un post. Qualcuno (immagino GiusCo) ha citato la Internet of things. Le cose di cui si parla su Internet sono in generale identificabili con un URI (di cui gli URL sono solo un sottoinsieme). I libri, che sono l'oggetto principale che ci interessa, sono da molto tempo identificati col numero ISBN: i post dove trovo, in una forma concordata, un numero ISBN, sono probabilmente post che parlano di libri.Quando sul mio blog personale io metto una microrecensione di un libro, lo linko a IBS (ma potrei anche ad altri siti) in modo che BlogBabel capisca che sto parlando di un libro: e così vengo incluso nella sezione Libri di Blogbabel, che autonomamente recupera copertina, autore, casa editrice.

    Quando i poeti parlano di libri, difficilmente mettono il link. Certo, è più complesso che scrivere il titolo e basta, ma se lo scopo è facilitare i possibili lettori, attrarre persone, allora tocca anche fare una fatica tecnologica in più.

    Anche i nomi delle persone possono essere estratti quasi automaticamente, ma di solito ci si basa anche su degli elenchi, dinamici, con i nomi "che contano". Date un'occhiata a Wikio , nel settore "Names in the News".
    La geografia è quasi più facile, perché diversamente da altri domini, è molto stabile. E' facile capire se un post parla di Genova; più difficile è capire se il blogger è di Genova. Questo permette una localizzazione delle notizie che può essere quasi automatica.

    Quando avviene una discussione come questa, sparsa su più blog, usare i link verso le altre discussioni (e idealmente anche il pingback, che permette al blog citato di sapere automaticamente che è stato citato) aiuta a tenere assieme discorsi che vanno avanti in luoghi diversi, altrimenti è come vivere in posti diversi, e questo già si fa nel mondo delle cose.

    Riusare ciò che è stato scritto è quel che fanno ormai molti portali ed aggregatori. Per avere un esempio delle cose di cui ho parlato, date un'occhiata a BlogBabel: discussioni del momento, per località, libri, video... loro non fanno quasi niente, è tutto aggregato cum grano salis automatico. Anche il padrone di Blogbabel, Liquida, fa un buon lavoro di organizzazione (esempio col padrone di casa).

    Riusare per me ha senso anche più ampiamente: esiste Anobii, non sarebbe male una presenza organizzata dentro Anobii. Tanto ormai tutti i siti hanno una loro API (ovvero di che permettere l'accesso a programmi terzi) che aiuta a non riscrivere cose di qua e di là: io registro ciò che leggo su Anobii ed automaticamente finisce su Facebook.

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  73. 3)
    Torno ora a Poecast.
    Ormai più di un anno fa, con Massimo Orgiazzi, avevo cercato di categorizzare i blog aggregati a Poecast, per offrire una fruizione un po' diversa. I blog, non i post: per quello dovrebbe pensarci l'autore. Le tre categorie che avevamo identificato erano riviste, dialoghi, officina (l'ultima per i blog più personali). Non ho mai reso pubblica la pagina con cui testavo la suddivisione, perché poi ho deciso io come farla e mi è parsa troppo arbitraria (per chi volesse dare un'occhiata, è qua ).

    La realtà è che serve la collaborazione attiva, in stile 2.0, di chi partecipa.
    Ci fosse sufficiente interesse, a prescindere da possibili altri portali o evoluzioni suggerite, io proporrei a chi è in Poecast di identificare (si spera correttamente) i propri post con dei tag condivisi, che poi potrei usare per disporre i post a video in modo un po' più organizzato .
    Per intenderci, che ci sia sempre "recensione" se si tratta di una recensione e che ci sia sempre un link che identifichi il libro di cui parla; che ci sia un tag col nome del poeta in forma riconoscibile; ecc. Scegliamo assieme.
    Io adeguerei volentieri il Poecast, ditemi voi. Rubriche e contenuti speciali potrebbero essere sì interni, ma potrebbero anche essere pescati dai blog partecipanti grazie a categorie speciali (es librodelmese). Insomma, non è necessario rinunciare alla propria individualità: scrivo sul mio blog, vengo rilanciato (con intelligenza) dal portale. Possibilmente solo per ciò che riguarda la poesia... al momento, qualunque cosa si scriva passa su Poecast (io personalmente nel mio blog ho un sub-feed apposta, corrispondente alla categoria DoubleVie: solo i post che ritengo da Poecast vengono aggregati).
    A questo proposito, Luigi, SEO va bene, ma bisogna poi vedere se la gente viene per la poesia o per altro... basta qualche post su temi di attualità per tirare su i contatti, ma serve alla poesia?

    Rimane infine un ultimo problema che è sempre lo stesso: il guardiano della soglia. Fabiano nota che Poecast è poco selettivo: eppure non ci sono tutti i blog che chiedono di entrare. Nelle regolette (che non piacciono a tutti) c'è scritto che si entra su suggerimento di chi ci è già. Mica è facile decidere chi e cosa deve entrare: anche solo con questa decisione qualsiasi portale o aggregatore diventa un po' più simile ad una rivista (il che, di nuovo, non è un male ma bisogna tenerlo presente).

    Saluti,
    Vincenzo

    RispondiElimina
  74. caro Vincenzo, molto preciso il tuo intervento. da parte mia, metterò "recensione" (e aggiornerò quelle già fatte, piano piano) e il link del libro (intendi: dove si può acquistare?)

    il resto che dici è troppo difficile per me. spero che ci siano le persone che sono invece dentro questo linguaggio,le quali abbiano voglia di seguirti nella proposta di lavoro.

    attendo notizie sull'evoluzione del progetto (dei progetti possibili)

    RispondiElimina
  75. Non immediatamente: prima accordiamoci, altrimenti se lo fai solo tu non serve a molto.
    Riguardo il link, si tratta di scegliere alcune possibilità da cui si possano rintracciare i dati dei libri, ma questo viene dopo (BlogBabel accetta IBS, Amazon e qualcos'altro).

    RispondiElimina
  76. Ciao Vincenzo,
    che la natura di poecast sia diversa è abbastanza evidenet (essendo un aggregatore di "notizie" rivolto alla poesia). Per questo motivo io avevo suggerito di tenere i due percorsi separati: da un lato il lavoro di Poecast con delle migliorie dove e quando possibile,e dall'altro il portale di produzione diretta di contenuti come punto di riferimento e di raccolta dei più "importanti" contenuti e materiali riguardanti la poesia

    Riguardo il portale di produzione diretta: ho acquistato ieri un dominio e ci sto lavorando su. Sto cercando di costruire un template che sia il più chiaro possibile su piattaforma joomla. Quando la bozza sarà pronta farò sapere e se ci sarà chi vorrà partecipare è ovviamente il benvenuto (che non è lo spirito di "chi mi ama mi segua", ma un esperimento che mi sono intestardito nel voler fare e dunque dinamico e assolutamente modificabile).

    Per quel che riguarda il discorso SEO: l'ho detto solo perché Stefano mi ha chiesto cosa veniva fuori da una ricerca su Google e, come già gli risposi, quando io ero in cerca ho avuto parecchie difficoltà nel trovare. Per due ragioni: la prima è che si, come tu dici, i blogger di poesia forse utilizzano uno strumento non nel pieno delle sue potenzialità e un poco inconsapevolmente. Il secondo è che la poesia poco si presta alla ottimizzazione del web: usare parole chiave, ripetizioni, il titolo in funzione delle parole chiave, le tag e le categorie etc. hanno una importanza secondaria rispetto al contenuto del post. (In proposito sto scrivendo un articolo a riguardo: ovvero come il web 2.0 influenza lo stile e sta cambiando il modo di scrivere riducendolo alle sue necessità).

    L'altra ragione del SEO riguarda anche Poecast. Fintanto che ci sono i feed, nessun problema: l'aggregatore riceve le notizie. Ma se inserisci anche una ricerca su google news, la possibilità che ti arrivino articoli non via feed da google per una semplice ricerca per parola chiave o categoria è complicato e un sito non di poesia ben posizionato apparirà sempre più e meglio di uno di poesia ma non posizionato.

    Un ultima cosa già detta e ridetta: il miglior SEO è quello esterno: far conoscere alla gente ciò che si fa e dove andarlo a cercare. Ma soprattuto far capire alla gente perché cercarlo. Altrimenti, si può avere per le mani il miglior strumento del mondo ma inutile perché nessuno lo usa.

    Luigi

    RispondiElimina
  77. aspettiamo il portale, caro Luigi. Grazie per questo inizio.

    un caro saluto anche a Vincenzo.

    RispondiElimina
  78. "Un ultima cosa già detta e ridetta: il miglior SEO è quello esterno: far conoscere alla gente ciò che si fa e dove andarlo a cercare. Ma soprattuto far capire alla gente perché cercarlo. Altrimenti, si può avere per le mani il miglior strumento del mondo ma inutile perché nessuno lo usa."

    Partendo dal presupposto ohe queste di Luigi sono parole sante e totalmente condivisibili, credo ceh in questa discussione sia emerso molto del lavoro da fare, prendiamoci il tempo per sedimentare le idee e facciamoci carico di organizzare un incontro o una piattaforma che ci permetta di confrontarci in modo più ampio
    un caro saluto
    ale

    RispondiElimina
  79. Fatto Ale: è stato appena aperto un google group "Poesia 2.0".

    L'indirizzo è

    http://groups.google.es/group/poesia2punto0

    il gruppo è chiuso per questione di "ordine" ed organizzazione. Bisogna richiedere l'ingresso al gruppo. Ciò può essere fatto sia direttamente dall'indirizzo postato più su, oppure mandandomi una mail (anche vuota) via mio blog (perché se metto qui il mio indirizzo personale divento la spazzatura del web in meno di 24 ore con tutto lo spam sul viagra che c'è in giro).

    Dunque, chiunque fosse interessato può andare all'indirizzo di cui sopra o contattarmi. Prego tutti di fare un po' di passaparola.

    Nel gruppo (che funziona come un forum online seguibile via web o via mail) è stato caricato un file word su cui sono state abbozzate alcune basiche linee guida del progetto, file visibile a tutti i membri.

    Luigi

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  80. margherita ealla7/5/10 18:57

    credo che uno degli aspetti fondamentali sia quello indicato da VDM nell'intervento 1) e poi nel 2)

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