lunedì 26 ottobre 2009

Rafael Castellar das Neves



Navigando si leggono poesie inaspettate, a volte. Come per esempio queste, del blogger brasiliano Rafael Castellar das Neves. Aiutato da Alessandro Ghignoli e dallo stesso Rafael, posto la seguente traduzione senza pretese, utile se non altro ad avviciare il suo mondo, fatto di buone letture (c'è Baudelaire nella minha epreita?) e rancori amorosi e sociali. Il canto tradotto forse non decolla, ma il grido autentico per sopravvivere alla deriva - sua e dei suoi personaggi - mi sembra chiaro e cosi il tentativo di dargli forma. Certo c'è molto ancora da lavorare, magari a partire da un maggior coraggio nel sostenere l'immaginazione, così cara agli autori sudamericani. E poi nel modellare un verso meno lapidario, più amico della metamorfosi e del dubbio.


Improvavelmente...



E foi numa noite desta que o improvável deixou de sê-lo para tornarse impossível.
E por improvável, história não pode ser, pois nunca existiu.
Existiu em mim e em mim foi verdade, foi futuro: improvável, impossível.
E em mim será lembrança, terna e eterna, sem permissão de ser minha própria história.
Talvez, vez ou outra, possa ser provável em meus sonhos. Sonho!
E quando tudo sucumbiu, entre poeiras e ruínas, pude ver a mim mesmo, novamente.


São Paulo, 15 de janeiro de 2009.



Improbabilmente...


E fu in una notte come questa che l'improbabile smise di esserlo per farsi impossibile.
E improbabile, la storia lo dice, non è mai esistito.
È esistito in me ed in me fu verità, fu futuro: improbabile, impossibile.
Ed in me sarà ricordo, tenero ed eterno, senza permesso d'essere storia mia.
Magari, prima o poi, probabile mi vivrà nei sogni. Sogno!
E quando tutto soccomberà, fra polveri e rovine, potrò vedere da solo, nuovamente.


San Paolo, 15 di gennaio di 2009.



À minha espreita


Sei que está aí, me seguindo soturna como cobra furiosa, transbordando veneno.
Há tempos tem rondado meu caminho, escondendo-se nas minhas sombras, não é?
Lhe vejo nas curvas da estrada, do outro lado da rua, no carro que vem, no homem que se vai.
No meu retrovisor, sentada no banco de trás, sorrindo para mim. Irônica!

Seu olhar me arrepia, seu sorriso me petrifica, minhas mãos gelam, ao simples lhe notar.
Meu coração dispara e o sossego me some,
Minha testa se derrete em um suor frio e incontrolável. Sádica!

Está se divertindo, não está?
Não é capaz de se satisfazer nem mesmo com este genocídio purificador?
Se aquiete, descanse, tem feito muito ultimamente. Tire umas férias.

Haverá outros sem oportunidades com quem poderá se ocupar.
Não ouve os pedidos? As preces? As súplicas? Ora, deleite-se!

Agora vamos, saia de trás dessa porta e volta!
Diga a ele que agora não. Quem sabe depois, mas não agora.
Não é a hora, não quero, não lhe permito: há muito que ser feito, e o será!

Não adianta, lhe ignoro, lhe excomungo, rio de você. Criança!
Apenas espere por mim. Longe de mim.
Prometo que quando decidir, lhe chamo. Mas não agora!


São Paulo, 25 de janeiro de 2009.



A coli che mi sorveglia


Lo so che ci sei, che mi segui sorniona come biscia furiosa, traboccando veleno.
Talvolta fai ronda al mio cammino, nascondendoti nelle mia ombra, vero?
Ti vedo nelle curve della strada, nell’altro lato della via, nella macchina che viene,
nell’uomo che va.
Nello mio specchietto retrovisore, seduta alle mie spalle, ridi di me. Ironica!

Il suo sguardo mi fa rabbrividire, il suo sorriso m' impietra, le mie mani gelano, solo a guardarla.
Il mio cuore scoppia e la pace s'allontana da me,
La mia fronte si fonde in un sudore freddo e incontrollabile. Sadica!

Stai divertendoti, vero?
Nemmeno questo genocídio purificatore ti soddisfa?
Acquietati, riposati, hai fatto molto ultimamente. Va' in vacanza.

Ci saranno altri senza opportunità di cui ti potrai occupare.
Non ascolti richieste? Preghiere? Suppliche? Su, ora dilettati!

Vai, esci da questa porta e però torna!
Digli che adesso non puoi. Dopo, che lo sappia dopo, non adesso.
Non è l'ora, non voglio che lo sia, non permetterlo: c’è molto da fare, e lo sarà!

Basta, ti ignoro, ti scomunico, rido di te, bambina!
Semplicemente aspettami. Lontano da me.
Prometto che quando sarà l'ora, ti chiamerò. Ma non adesso!


Brasile, San Paolo, 25 di gennaio di 2009.




Moleque de rua


Lá vai ele: menino moleque!
Vai feito barata às janelas dos carros
Que se fecham em desespero à sua presença.

Menino fedido, que de nariz escorrendo à boca
Lambuza as portas dos carros com suas mãos imundas.
Embaça os vidros dos carros com seu hálito malicioso.

Arrasta os pés encardidos, com dedos rachados e unhas gastas
Que tentam se esconder no que resta do chinelo de tira estourada.

Sua mão é ligeira aos olhos cuidadosos.
Sua língua é afiada aos ouvidos misericordiosos.
Sua face é tirana aos corações piedosos.

Leva essas moedas que não são suas.
Míseros centavos que nunca justificam sua existência
E ao menos compram seu veneno.

Deita moleque menino,
Estira ao relento esse corpo usado,
Talvez amanhã alguém lhe note,
Se o caminho atrapalhar.

Não se preocupe, menino sem nome,
Os jornais nada dirão,
Os números não mudarão,
Você nunca foi estatística.

Descansa menino imprestável,
Como você, outros virão,
Sua falta nunca será sentida,
Mas talvez de seus centavos.

Voa anjo pagão!
Seus pecados já foram pagos
Por todas suas vidas.



Monello di strada


Lui va lì: bimbo monello!
s'è perso alle finestre delle macchine
Che si chiudono alla sua presenza.

Bambino fetente, che di naso scorrendo alla bocca
Imbratta gli sportelli delle auto con le sue mani immonde.
Ne appanna i vetri con il suo alito malizioso.

Strascica i piedi rocciosi con le dita spaccate e le unghie logorate
Che tentano di nascondersi in ciò che rimane della babbuccia slacciata.

La sua mano è veloce agli occhi attenti.
La sua lingua è affilata alle orecchie misericordiose.
La sua faccia è tiranna ai cuori pietosi.

Porta queste monete che non sono sue.
Miseri quattrini che mai giustificano la sua esistenza
E almeno comprano il suo veleno.

Sdraia monello, stendi
Alla rugiada questo corpo usato,
Forse domani qualcuno lo nota,
Se il loro cammino impaccia.

Non preoccuparti, bimbo senza nome,
I giornali non diranno niente,
I numeri non muteranno:
Mai sei stato statistica.

Riposa bambino birichino,
Come te, altri verranno,
Mai sentiranno la tua mancanza,
Se non forse dei loro quattrini.

Vola angelo pagano!
I suoi peccati sono già pagati
Per le altre sue vite.


Brasile, San Paolo, 5 agosto, 2008



Rafael Castellar das Neves, was born in Santa Gertrudes 30 year ago and nowadays live in São Paulo city. Graduated in Computing Engineering, is an enthusiast in literature, music and general artistic expressions. Retract his feeling in many moments of his life by his visceral poetry, which goes from an extreme to another, awaking for social questions. He works at prototypes of books under existentialistic themes. Divulge his work between friends and publish them at his internet blog  Desce Mais Uma!, from where has got exciting recognition of his work, like for example, the publication of one of his poetry in the January edition of the Italian magazine Multipoesia.

9 commenti:

  1. già,già... lo sapevo bene che mi sarei presto dovuta far rivedere da queste parti, stefy. c'è sempre qualcosa d'interessante!

    forse la traduzione non decolla, ecco... ma la prima e la seconda, qualche cosa, plasmano... calde immagini dense, direi.

    a presto.

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  2. Ciao Stefano!!

    Non tengo parole per descrivere quanto contento sono con questo "post". È molto buono avere nostro lavoro riconosciuto e divulgato per quelli che non sono nostri amici o famiglia, principalmente in altro paese! Tutto sul'Italia me piace troppissimo e sono molto felice!

    Grazie mille amico,

    Saluti brasiliane a tutti!

    Rafael

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  3. ciao ex-patty.

    ciao Rafael, il piacere è mio.

    gugl

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  4. marghe ealla27/10/09 21:17

    a parte pochi momenti che mi trovano un po' distante (non nel senso, anzi!), ma nel lessico ("genocídio purificatore" per es. oppure "immonde", "pietose", "cuori misericordiosi", lemmi che tuttavia hanno un loro perché nell'enfatizzare o forse sottolineare la condanna perbenista del contorno nel quale si muove l'attore, il bambino nomade e accattone per es.)
    trovo molto viva questa poesia, molto umana nello sguardo
    capace anche di usare uno specchio non solo per le proprie minuzie esistenziali, ma per com-prendere l'altro.

    Inoltre mi piace moltissimo il "movimento" appunto di questo sguardo
    in genere è proprio quello che mi attrae e mi entusiasma.

    E, sempre a mio gusto, ottime diverse parti
    "sorniona come biscia furiosa" ad es.
    ma più di tutte questa strofa (e non solo perché a me vicina)

    "Non preoccuparti, bimbo senza nome,
    I giornali non diranno niente,
    I numeri non muteranno:
    Mai sei stato statistica."

    ciao

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  5. sono d'accordo con te.

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  6. Ciao Marghe!!

    Sono gratificanti parole sul miei testi. Sono contento per sapere che loro provocano queste sensazioni e che te piacciono!

    Grazie per il gentile commento!!

    Rafael

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  7. Bela homenagem!
    Le poesie sono fantastiche e la traduzione è perfetta, complimenti!

    Saluti,
    Ana Martins

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  8. Grazie Ana per essere anche qui!!

    sono grato per il commento nello mio blog...

    Saluti...

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  9. vi ringrazio anch'io per la partecipazxione e, Anan per il complimento. non certo per merito mio la traduzione è decente, visto che non parlo una parola di portoghese. io ho solo fatto suonare bene (spero) una traduzione letterale.

    ciao!

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