martedì 7 aprile 2009

Abd Assalam Misbah


Blanc ha sempre posto attenzione alle voci del mondo. Specie di quelle con le quali l'occidente borghese fatica a dialogare. Grazie alla disponibilità e la pazienza della traduttrice Asma Gherib, Direttrice della rivista letteraria araba online: Nostalgia نوستالجيا e, nel 2008, docente di lingua e cultura araba presso l’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe di Palermo (per il dettaglio vedi qui), ho il piacere di presentare alcune poesie d'amore di Abd Assalam Misbah.


Asma mi fa avere la seguente scheda, preziosa per comprendere il clima culturale e sociale in cui è cresciuto il poeta marocchino: "Abd Assalam Misbah nasce il 23 marzo 1947 a Chefchaoun, una piccola città a circa 400 km di Casablanca. Conduce i primi studi presso una scuola coranica, un kuttab, dove si imparava la lettura e la recitazione del Corano, la lingua araba, la matematica ed altre materie. Quando intraprende gli studi superiori, Misbah non riesce a conseguire il diploma di maturità ed interrompe gli studi. Nel 1972, due anni dopo, ricomincia a studiare per partecipare ad un concorso grazie al quale ottiene l’incarico di insegnante.
L’attività didattica dello scrittore inizia presso la scuola Hay mohammadi, oggi chiamata Imam Boukhari, dove rimane per più di sei anni fino quando non viene obbligato a trasferirsi presso la scuola Sidi Moumen, a causa del carattere ribelle dello scrittore e dei conseguenti screzi con il direttore scolastico.
Dopo due anni, comunque, riesce a tornare nel precedente quartiere ma non nel vecchio istituto. Esercita la professione presso la scuola Ibn Bassam.
Nel 1982, a Safi, partecipa e vince il concorso organizzato dai Centri Superiori Regionali dell’Educazione, ottenendo la cattedra per insegnare nelle classi delle scuole medie di Casablanca.
Misbah entra in contatto con il mondo della letteratura molto presto. Le ricerche scientifiche e pedagogiche in fatto di letteratura, arrivate in Marocco tramite l’Egitto, il Libano, la Palestina e la Siria, si rilevano molto importanti nella sensibilizzazione alla lettura «di migrazione» . Opere di scrittori arabi residenti in America ed in Russia, gli scritti delle nuove correnti di pensiero, delle due nuove Scuole letterarie Apollo e il Diwan, ma anche l’opera dei pionieri dell’epoca abbaside, influenzano i gusti dell’autore. A ciò si aggiunge il fatto che Titouan, città natale dell’autore, grazie alla posizione geografica, diventa un punto di contatto con la letteratura straniera; infatti, sin dagli studi liceali legge le opere di Pablo Neruda, Dario Ruben, Antonio Machado, Garcia Lorca, Rafael Alberti e altri ancora, arricchendo il proprio stile e scoprendo nuove forme del testo poetico, lontane da qualsiasi forma tradizionale.
Le sue poesie e differenti scritti letterari vengono pubblicati in diversi quotidiani, riviste marocchine e di altre nazioni. Inoltre, l’opera di Misbah spazia anche nella traduzione; egli ha tradotto un numero non indifferente di opere poetiche, teatrali, narrative appartenenti a scrittori spagnoli, cileni, boliviani, e del Nicaragua.
Di recente, ottiene due premi importanti: il primo dal Giornale «Al-Arab» di Londra e il secondo da «Dār Nu‘mān», premio alla cultura, per avere tradotto due testi teatrali di Garcia Lorca e di Gustavo Becquer.
Le opere pubblicate sono: H,ā’āt mutamarridah (1999), e Testi selezionati dalle poesie del capitano 2004".


Sogno


-1-

Sogno….
Sogno una donna capace
di scendere dalla costellazione dei pesci,
battezzata con l’erba
e con il profumo della terra,
una donna che lancia il suo grido
al volto del mare,
della sua tribù…
e poi si gira verso di me
per coronare con l’amore
e con il calore
la sua femminilità e la sua profezia.



-2-

Sogno…
Sogno una donna capace
di tramutarsi in una nuvola
dentro il mio corpo
e di formarsi come
un quadro dentro
le mie vene e arterie
mentre si sciolgono
i tesori della profezia
e delle parole
dentro il mio cuore.



-3-

Sogno…
Sogno una donna capace
di supportare la mia irruenza,
i miei capricci,
le mie follie
e tutta la pazzia dei poeti
e degli amanti
rimanendo indifferente.



-4-

Sogno…
Sogno una donna capace di
Permettere a quel bambino addormentato
dentro di me di rompere l’idolatria,
le tradizioni,
e i costumi di una donna orientale,
una donna capace di
mandare al diavolo le tradizioni infiltrate
sotto la nostra pelle,
i nostri cuscini,
una donna che capovolge
la storia inculcata
e gli dei degli idoli.



-5-

Sogno…
Sogno una donna capace
di disegnare la costellazione dei pesci
con i colori di un arcobaleno,
e delle lettere…
Una donna che mi fa entrare
nei suoi pascoli
per dividere con me l’alba verde,
il bruno pane
e un po’ di fichi,
una donna che divide
con me il vasto mare,
la lingua tatuata con la poesia,
con i baci e con lo splendore.



-6-

Sogno…
Sogno una donna capace
di rinnovare la passione di giorno,
la pazzia di notte
e di scendere per
due
dieci
mille volte…
dalla costellazione dei pesci
verso quella dell’ariete,
con delicatezza
per mettere sopra di me
il bel vestito reale,
e farmi sedere sul trono
così da governare il regno
degli amanti
e quello dei poeti
sino all’ultimo respiro
e quando sarò
schiacciato dalla ferita verde
e dalla tristezza verde
lei mi accoglierà
come un bambino
appena tornato dai banchi della scuola
e mi darà il suo seno fatto
del profumo della terra,
del sangue dei martiri
e del polso dei poeti…
senza curarsi di nulla.



la versione in arabo la trovate qui

.

9 commenti:

  1. di poesia araba personalmente ne ho letta poca, forse qualcosa in internet tempo fa in una delle mie ricerche.
    trovavo però sempre, come in questa proposta, una visione della poesia molto diversa da noi.
    la poesia araba, qui, ha bisogno di spiegarsi in modo lineare, con sintassi poco contorta ed immagini metaforiche ma senza esagerare.
    è come se l'arabo fosse già di per se una lingua poetica.
    conosco infatti molte persone che studiano arabo e la descrivono come una lingua molto alta, poetica e ricercata.
    allora forse, a differenza di quella occidentale, la poesia diventa un punto d'incontro invece che un linguaggio d'élite?
    la poetessa che traduce cosa ne pensa?

    grazie per questa proposta,
    Anila

    RispondiElimina
  2. Gianuigi Cannella8/4/09 13:42

    Così come si legge è una poesia della natura dove convivono terra acqua il femminile e il maschile con il desiderio di far convivere tutto attraverso l'amore

    RispondiElimina
  3. Per esprimere il riposo di cui sanno queste poesie (riposo inteso in un senso profondamente umano, di natura rivela a se stessa) si rischia di banalizzare. Meglio mantenere intatta una lettura da cui lasciarsi pescare barlumi della stessa semplicità.

    RispondiElimina
  4. mi piace l'idea che la poesia sia "un punto di incontro".
    la tradizione poetica italiana è invece elitaria perché sin dapprincipio è stata una questione scritta e, dunque, riservata a pochi. i poeti italiani hanno spesso sofferto di questa condizione ed hanno cercato di uscirne mutuando il linguaggio comune. ma il linguaggio comune, in italia, non è pane, giacché è totalmente impastato con l'ideologia e dunque con la falsa coscienza.

    Affinché possa essere "relazione", occorre che il poeta operi dal suo interno, ne conosca i meccanismi retorici e dialettici e non si faccia ingannare dall'equivalenza comunicazione uguale verità.

    La poesia araba ha un'altra storia e, appunto perciò, un altro rapporto con il pubblico.

    un caro saluto a tutti
    gugl

    RispondiElimina
  5. Assalamu 'Alykum
    (che la pace sia con voi).
    Ringrazio vivamente Stefano Gugliemin per il lavoro che ha realizzato, pubblicando in lingua italiana su "Blanc de ta nuque", "sogno" di , Abdessalam Misbah e per la pazienza avuta nel postare la versione araba.
    Concludo il mio ringraziamento con una famosa frase di "Deng Xiaoping": «se dovessi aprire la finestra per rinnovare l’aria della camera,ti esporresti all’ingresso di mosche e zanzare, ma questo non ti deve impedire di aprirla ugualmente, basta che metti una zanzariera.” , augurando così , che "blanc de ta nuqe" resti una vera meta per i miglior testi di poesia italiana e straniera.
    Asmà Gherib

    RispondiElimina
  6. Grazie Asmà per la convincente immagine e per l'augurio che fai a Blanc.

    gugl

    RispondiElimina
  7. Per AnilaResuli:
    Penso sia un buon indizio, trovare diversa la poesia araba per chi non ha avuto l’opportunità di conoscere la lingua e la storia della civiltà araba, un indizio che i versi abbiano iniziato il loro percorso d’incontro, di conoscenza, di stupore e quindi di accettazione o di rifiuto dentro l’intelletto di chi li ha già letti o di chi sta ancora per viaggiare dentro.
    La lingua araba è per eccellenza una lingua poetica, il patrimonio letterario arabo lasciato dal periodo preislamico fino agli anni trenta conferma questa realtà. La poesia moderna e contemporanea ha invece deluso la maggioranza dei critici arabi e non, in quanto i poeti senza rendersene conto, persero la loro identità letteraria nel nome della modernità, della modernizzazione e dell’occidentalizzazione. Questo, non vuol dire che non ci siano comparsi dei nomi che hanno segnato e segnano tutt’oggi il cammino della poesia araba moderna, basta pensare ad esempio a M. darwish, Nizar Qabbani, M. Bennis, A. Mejati, Adonis, M. Hilmi Ar-Risha, Nazi al-Malaika, Fadwa Toqan e tanti altri ancora.
    La creatività letteraria è un dono che ha semplicemente bisogno di essere coltivato, essa ha un unico colore, quello del sangue umano e non riconosce diversità di lingua, di razza o di classe sociale, motivo per cui la poesia, come il resto delle manifestazioni della creatività è un linguaggio universale, che dovrebbe unire e non separare.

    RispondiElimina
  8. Anila Resuli10/4/09 22:22

    Grazie Asma per la tua risposta.
    Avevo visto bene allora...

    Che poi ho anche sempre pensato che, per come nei paesi di lingua di base araba si impari a leggere il Corano fin da piccoli e lo si reciti anche a memoria, credo che i paesi arabi siano addirittura allenati alla poesia... ho sempre avuto questa impressione...

    a.

    RispondiElimina
  9. Per Anila:

    Il « Kuttab » é stato da diversi anni un tema molto caro a tanti scrittori arabi, alcuni lo ricordavano come un luogo di beatitudine e di chietezza spirituale infinita, altri lo criticavano in quanto istituzione responsabile della diffusione dell’ignoranza, dell’arretratezza e della dipendenza totale di tutto ciò che era religione, I giorni di Taha Hussein, rimane il libro per eccellenza in cui fu criticato, il « kuttab » del villaggio natale e alcuni maestri dell’Azhar, compreso l’intero sistema dell’insegnamento arcaico di tutta la struttura. Oggi « I giorni » di Taha Hussein, è letto con più prudenza e più analisi.
    Le sfumature concettuali del « Kuttab » sono varie e diversificate e dipendono dall’aria geografica, storica e politica di ogni zona, il « Kuttab » nei paesi del Maghreb ad esempio, non ha nulla a che fare con quello della penisola arabica o con quello della zona dello sham.
    Nel vicino passato, quasi tutti i ragazzi venivano mandati al « Kuttab », oggi, le cose sono cambiate, la nozione e l’importanza del « Kuttab » nella vita dei cittadini musulmani, non è più la stessa, per non dire che è quasi svanita.
    Non c’è più bisogno di andare al « Kuttab » tradizionale, perché oggi, il Corano si studia nelle scuole, elementari e medie ; pubbliche o anche private, il Ministero dell’Educazione e dell’Istruzione, ha stabilito un numero minimo di ore durante la settimana per una materia alla quale fu dato il nome di, « educazione islamica ». Per la teologia e le scienze del pensiero islamico e della filosofia, si inizia a studiarle al liceo. Per gli studi islamici superiori invece, ci sono delle facoltà ben precise all’interno del sistema universitario dei paesi musulmani, arabi o non.
    Asmà

    RispondiElimina