sabato 25 ottobre 2008

Paolo Badini



Paolo Badini è sulla scena poetica nazionale a partire dagli anni settanta. Tanto che lo intervistarono Berardinelli e Cordelli ne Il pubblico della Poesia (Lerici, 1975), libro che certifica la fine della neoavanguardia e l'inizio della molteplicità poetica contemporanea. In quell'occasione, Badini, non ancora trentenne, affermò:"La scrittura poetica si pone come gesto caricato di una ra­gionevole piacevolezza nei confronti di un universo di gesti diretti a un fine, essa non ha scopo, esiste della propria esi­stenza. L'unico vero progetto è quello di creare un'alternativa verbale, una diversa via di comunicazione molto meno sog­getta all'usura del tempo. Il mercato e il pubblico sono problemi che uno scrittore di poesia soprattutto se giovane si deve porre in minima parte, in quanto essi non esistono (è divertente osservare la tiratura esigua dei volumi di versi di poesia contemporanea in Italia, rispetto a quella di altri paesi, anche con minor popolazione) e sono risolvibili solo politicamente cioè creando le strutture sociali per poter formare un mercato. Per quanto riguarda i rapporti con gli altri scrittori essi en­trano nell'ambito dei rapporti umani in generale e cioè: buoni-cattivi-affettuosi-umilianti-onesti-di convenienza, ecc. La mia situazione di scrittore di poesia è quella di essere uno scrittore di poesia".
Con questo spirito, Badini attraversò i decenni successivi, curando con sempre maggiore difficoltà le relazioni con la società letteraria, per rimanere nei pressi della sperimentazione anteremiana e della poesia visiva, del visivo, in genere, curando numerose mostre d'arte.

Mi mandò Il signore dei Testimoni Blu nel gennaio 2002, ed io gli scrissi la seguente lettera (allora non usavo le e-mail), che oggi in parte rivedrei, riconoscendogli più meriti di quelli che, allora, gli concessi.


"Gentile Badini,
ho ricevuto Il Signore dei Testimoni Blu; desidero perciò ringraziarla del dono. Devo ammettere che ho conosciuto la sua poesia soltanto di recente, dopo aver letto l’intensa presentazione di Lucio Saviani in Verso l’inizio. Mi sono trovato in particolare sintonia con i versi tratti da Tarzan / La cucina del diavolo, là dove il pensiero analogico tiene insieme biografia e sperimentazione. Il percorso successivo, almeno a partire da L’aquila azzurra (escludendo Il paradiso delle tempeste il quale, mi pare, recupera la lezione presente in Tarzan) fino a Il Signore dei Testimoni Blu, in cui biografia e sperimentazione piegano in favore di un racconto costruito per frammenti che volutamente mai combaciano, ma si rinviano l’uno all’altro, formando quello specchio in cui il lettore scopre la propria immagine franta, l’ho trovato più difficile. Mi è capitato, infatti, di sentirmi talvolta imprigionato da quello specchio, irretito dal silenzio e dal vuoto che esso mi rimandava, come se la mia immagine sparisse, in favore di un “fuori luogo” assolutamente spaesante. Per questa ragione, non sempre sono riuscito a realizzare quanto la sua poesia suggerisce, e cioè a nominare - di testo in testo - l’Inizio, quel luogo che mostra l’infondatezza di ogni decisione, la precarietà di ciascuna scelta, di ciascun vedere. L’esperienza è invece riuscita quando la parola mi teneva sulla soglia, su quel bordo in cui la finitezza, aggiogando autore e lettore, faceva risplendere l’origine di entrambi.
Consideri queste mie osservazioni critiche un segno di rispetto per chi, come lei, sta facendo un originale percorso creativo".

Rileggendo i testi, quel vuoto mi sembra oggi ricco di presenze, un paese abitabile, a partire, per esempio, da una fratellanza con la poesia di Corrado Costa. Più complessa la poesia recente, raccolta in Ata a' giaguaro, che si articola in lasse di varia lunghezza facenti sponda al magma coscienziale del poeta, in una discesa ebbra e infernale, dove nuotano parole-oggetti, grida e allegorie provenienti dal mito, visioni mistico-materiche che dicono qualcosa anche sulla creazione poetica, sulle voci - geologiche eppure luminose - cui essa appartiene.






da Il Signore dei Testimoni Blu


............................a Caterina

Dove la sorgente
Si cerca tra gli arbusti
Le piante basse
Altri tramonti ispirano
Neppure la rovina delle pietre
Un suono che innalza
Tacciono gli animali; le scimmie
Ammiccano all'ombra
L'indigeno conosce il luogo dove
La sorgente sgorga dall'acqua...




*

Imparai a leggere il vuoto
Nell'occhio che risale il mondo
Ne assume l'imperio, come essere
Intento alla Fondazione.

Il punto di un dito proteso
Mente o grammatica
Racconta, dice, auto proclama
Si piega su incantevoli posizioni.

Roccia murale
II sito senza fortuna delle acque
Su cui volteggiano aquiloni
Sospinti dalle raffiche del vento.

Vernice del Novecento
Serpente, altri strumenti
Percorre i vasi collaudati dal tempo
Passa a spirale del collo la carotide
Cade un animale per volta:




*
I testimoni blu

III

Hai visto:

Il primo pianeta
La somma dei colori che danza
Su luci bianche.

Il fondamento dello Stato
Un rumore opaco
Altre catene di luci fredde.

Piccola mente marina dal cuore sapiente
Voli in alto per deporre la brama dei motti
Su cui dimora il bandito, lo sciacallo.

Il volto che anima la sua esecrabile figura
Ascoltare la notte madre al cieco e al veggente
Anziana guaritrice senza più prole.


VIII

Dove www. è già il passato
10.000 bambini in guerra
Navigando in automobile
I dadi rimbalzano sul tappeto.

Taxi che vanno al distretto
Presi dall'unico occhio invisibile
Riposti tra aloni, fogli di carta.

L'arpa rivela nel tempo
II ricordo ignoto
Una porta immensa il corpo disegnato
L'albero enorme.






da Ata a' giaguaro

Aer En Plano


Paesaggio di nuvole sopra la testa.
Tua torre di sicurezza e di controllo alla lunga.
Il nostro sguardo si muove in un tempo che non è più contemplato dagli orologi, e che ha molto a che fare con la dimensione che comprende tutta la luce.
Richiedere quindi tutti i dati essenziali: quei minuscoli puntini sopra le lettere dell'alfabeto...





Segnali di fumo



Nel tempo sufficiente per la proiezione
Di frammenti e di foto che incendiano il pino
Lo ardono nel breve termine
Dell'arte alle prese con le protezioni
Di fulgenti rose e la torma dei successi domestici
In vanità come la briciola ed il bruco
Tegumento di esili piante
Verso le nicchie scavate nella regione
Del delirio della farfalla, del fratellino
Presso la forma simmetrica allestita da fantasmi
E da tremiti che salpano in un vascello.


In andatura simile alle sagome della parola
Il tesoro va alla bottiglia nascosta fra le giunchiglie
Nel centro dell'ispirazione cercava
In un mezzo reclamato destro
Le coppie di famiglie in società feudali
Al tramonto del suo stesso modo
Ricoperto di nuvole e ciliegi
Dall'interno di messaggi che rivestivano il corpo
Diffondeva dei dettagli che restavano celati.


Il tempo passa. Questa cosa non dimentica
Dietro emergono i suoni celesti
Le campane della contemplazione
Di ogni giorno nel palazzo affondato nel terreno
Anfiteatro tra i reperti del nome segreto
Dell'unico sole che splende tra le rovine.


Fumo d'aria, delizia oltre il confine
Qualcosa di ampio, di sinistro
Tra le ellissi che ruotano attorno ad un immaginario
Pensiero nel crepuscolo
Mentre una lontana singola luna
In un termine già noto
Al tramonto tanto reale che tutti lo credono in fuga.







La scrittura del codice genetico
Creatura ritenuta oracolo appena risvegliata
Nella metamorfosi
Di un'entità simile che compare nel pensiero
In una esistenza che vive oltre la pania
Al di là del momento confuso.


Perforano il rotolo e le perle di vetro
In una frequenza di simboli giunti a formare una mappa
La morte e il freddo. L'Azoto liquido
Avventure linguistiche in una sequenza spiritica
Sotto il benedetto strato del cielo.


Viaggiando oltre i confini
Nella percezione. Sarebbero
Ferali indifferenze, baccelli o placente floreali
Le mille statue illusorie. Sarebbero
In un cambio legale di cognome. Sotto lo strato del cielo
Nell' uovo
Sopra mari lunari
Scavati dalle meteoriti
Nell'assenza di grandi manovre di brina
Di uccello nel sole.


C'era un po' di sabbia in quel circuito di silicio
Piccolo mare di rena bianca e quindi un'isola di pietra
Nel tuo sogno che passa
Si arresta e risorge all'idea del Tempo
Che consiste in poche parole
Per tutti.


I temuti dati ereditari di tonalità rosso-viola
Recitavano orazioni in laboratori dell'anima
Per acquisire
In un robusto strato di politene, tutte le moli
Le maschere illusorie e le reali bocche di Cromo
Tentacoli di gomma.




Ci eravamo uniti nel sonno
In segreta competizione nel cielo
Muniti di risonanza in una coscienza gloriosa
Seguivamo donne.
Perdute nell'innalzare le macchine magiche.


Al vasto
Tappeto dal Lungo Sonno, in una città che cammina
Ricompare l'impronta
Insetto-Macigno color porpora attraverso periodiche crisi
Fosforescenza azzurra della parete
Immagini geniali che riaprono le terre dell'Est
Nel bosco abbreviato da lame. La luce.


Un vento caldissimo
La loro cultura. Si concentravano le tracce
Faccia di colore Blu intenso nel tempo rallentato
Nelle genti delle terre ignote
Attraverso l'ansa della porta
In piccoli scambi oramai noti.


Nella pietra vive solo
Il cervello di
Fortificazioni di uomini arruolati tra i civili
Sul sentiero che porta verso la Casa da Gioco
Nel ronzio di salotti fosforescenti inclinati
...........................................nelle feste del Sole
Nella Valle degli arcobaleni.


L'uomo dalla mano bianca in una Scuola di Medicina
Uomo a cavallo che esplora la cera delle api
In una veneranda immagine sacra
La cui nascita schiude la terza era
E l'avvenire delle fortezze volanti.



Vento


Per aver disteso un gioco di parole
Al grido confortante dell'Oceano
Ha generato la terra
E il cielo che resta più freddo
Avrà paura fino a farsi coraggio
Per muoversi senza fare troppe domande
Dove i gufi lanciano richiami
Ed il forte sospiro dell'acqua.


Il polline dorato che colora il vello
Di legno reso tenace da fili di lana
Mentre i sogni si differivano dalle notizie
Su coppe incise o storie irragionevoli
Nel recinto del triangolo equilatero
In un profondo solco a forma di V.


Sulla vetta di una lontana montagna
Un gran pezzo di buio al ronzio del passaggio
Al gruppo che si dirigeva nella completa inesistenza
Figmento numero sette su figure di paese reale
Almanacco delle torri nel gioco degli scacchi.


Il colore sicuro dei miei giardini pensili
Macchineria cerca mia macchina
Dell'alfabeto senza fine al libro errante
Invitato senza capo né coda al piccolo circuito chiuso
Tam-tam monocromo, il giardino, chiusi gli occhi
La notte è fatta solo per aprirle le porte.


Nella torre dell'Indovino gli orologi hanno le lancette
segnate
Risuonano del canto inascoltato della terra
Dell'uccello variopinto
Del dipinto sopra l'occhio del cacciatore
Si riga nello specchio di una venatura.

[...]


Paolo Badini è nato a Bologna nel 1947. Per Anterem Edizioni ha curato l'antologia di poesia femminile Il volto la scena (1985). È stato redattore della rivista «Anterem». Come poeta visuale ha presentato 12 mostre personali ed è presente in numerose collettive. È anche critico d'arte. Ha scritto anche tre romanzi e libri d'arte: Le meraviglie dello spirito del Senatore No, con tavole di Giuliano Della Casa; Le anime morte, con tavole di Germano Sartelli; La rivolta degli oggetti parlanti, con riproduzioni delle opere di Luciano Laghi. Di poesia, ha pubblicato: La pietra d'oro (Geiger, 1975); La guerra totale (id., 1976); Tarzan / la cucina del diavolo (North Press, 1979); La Terra incantata (Altri Termini, 1979); La porta dei demoni (Nuovo ruolo, 1986); Il Cammino della conoscenza (Campanotto, 1987); L'aquila azzurra (Anterem, 1987); Il paradiso delle tempeste (id., 1996); La caverna della luna (Fudenji, 1996); Cartella vuota (Circolo degli artisti, 1997); Il Signore dei Testimoni Blu (Anterem Edizioni, 2001), Ata a'giaguaro (suppl. a "Offerta Speciale", 2007)

15 commenti:

  1. Paolo Badini, se leggi questo blog torna a farti sentire... Ci sono dei vuoti nella storia della poesia italiana degli ultimi 40 anni che sono davvero insensati.
    Grazie a "Blanc..."

    Elio Grasso
    elio.g@tin.it

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  2. ciao Elio. Ho informato Paolo di questo post.

    Spero anch'io che passi di qui.

    gugl

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  3. COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: il server Blogger sta verificando se questo blog è uno spam. Nel frattempo non posso postare articoli nuovi. Speriamo bene: il rischio è che BLANC DE TA NUQUE sia cancellato!!!

    gugl

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  4. e perché dovrebbe essere uno spam? GTZ

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  5. lo ha deciso il computer di "blogger": ora gli umani del medesimo pianeta devono verificare se ha preso un granchio. In effetti, la cultura è un mare magnum.

    gugl

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  6. sarebbe un bel guaio. ascolti signore dei blogger questo non è spam.
    stefano ma ti sei fatto una copia di tutto? spero di sì! ciao antonella

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  7. non sono capace di fare una copia di tutto. poi il buddismo aiuta :-)

    gugl

    ps. comunque, se hanno buon senso, la cosa si risolverà bene.

    ciao!

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  8. da wordpress si può importare da blogger, basta aprire un blog wordpress e chiedere a blogger l'autorizzazione.

    Salve! Questo importatore permette di importare articoli e commenti da un account Blogger nel vostro blog WordPress.

    Per poter usare questo strumento di importazione, devi avere un account Google, un Blog (Nuovo, era Beta prima) aggiornato ed ospitato su blogspot.com o su un proprio dominio (non FTP).

    La prima cosa che devi fare è dire a Blogger di lasciare che WordPress acceda al tuo account. Sarai mandato indietro qui dopo che l'autorizzazione è stata concessa.

    tutto è impermanente, anche un blog :-) ma ti auguro di risolvere lo stesso. ciao a.

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  9. grazie del suggerimento. Aspetto la risposta di blogger: se sarà negativa proverò a fare questo "trapasso".

    ciao e buona giornata!
    gugl

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  10. ehi, ma quanto ci mettono a capire, quelli di blogspot...?

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  11. vediamo se tra un paio di giorni (lavorativi) sbloccheranno.

    ciao Silvia!

    gugl

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  12. per colpa di questa pausa forzata, ho dimezzato i lettori. spero almeno che siano quelli che entrano nel blog per cercare poesia!

    gugl

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  13. io sono della metà che rimane.
    un saluto affettuoso per molti motivi.

    ft

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  14. lo speravo.

    gugl

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  15. Quel Poeta della guerra totale
    nel cielo che si arrossa e splende questa sera

    Nel Fascicolo del P.M. contenuto ne "L'Assassinio dei Poei come una delle Belle Arti" dell'Anonimo del Gaud(copyright 1999-2003), ho vito una scheda che riguarda il Poeta della guerra totale, in cui si legge che "valutata la produzione del Poeta e fatta una serrata analisi sematica, con documentata perizia dei Semiologi di Bologna, Maestri dello stesso Poeta, gli Inquirenti hanno appuntato l'indagine su "Il sottomarino atomico".I luoghi al vaglio del P.M. per rinvenirne traccia furono, tra gli altri, questi: 1.Nel profondo dei mari terrestri 2.Nella casa antica 3. Nel palazzo del vecchio imperatore 4.Dentro un battello subacqueo che se la giri di qua e di là 5.Su una specie di basso umido 9.Nel cielo che si arrossa e splende questa sera 12.Nella camera silenziosa nei sotterranei del mare 15.Sopra l'occhio dela frede nella scienza 16.In qualche libro 17.In un abito di farfalla 19.Davanti allo scafo 22.In iscrizioni antiche in quaderni a quadrtti 23.Sotto la chin della collina 25.Nel mare del regno futuro.

    V.S.Gaudio

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