giovedì 10 luglio 2008

Il frutto, forse


L' Arca Felice è un'associazione culturale di Salerno, che "pubblica testi, spesso inediti e rari, di autori antichi e contemporanei (soprattutto filosofi e poeti)", con uno specifico interesse nel promuovere iniziative editoriali in cui s'incontrino poesia e segno: "ogni libretto, infatti, offre un dialogo fitto che si svolge tra i poeti e i pittori, le cui opere (dipinti e disegni) sono impresse fuori testo a tiratura limitata e accompagnano, come un’eco sospesa, l’apparizione della parola poetica".



Ringrazio l'editore e Mario Fresa per aver pubblicato, in 99 copie numerate, Il frutto, forse, con un'opera grafica di Enrico Oliviero.





Dove sboccio
è mattino; tu fiondi, invece
in mondiglio e gorgo, nero:

c'è che gente sgola, transita
laggiù, sventa, ma non tu
che sgravi, sola, con l'ala
guasta,
..........vedi?
come sorella vanga
abito la mano che tocca
la beata faglia
dove si pota e strama
e afferro il sabato
lo scrosto e rimo e spurgo...

È più poesia che pietra o mancia
corpo, direi. Frutto.

25 commenti:

  1. complimenti stefano, di cuore

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  2. Naturalmente è bellissima. Ed è tua senza nemmanco chiederlo.
    Si può dire nemmanco? :)
    E mondiglio? Ma cosa sarà mai il mondiglio?http://spazioinwind.libero.it/crazydiamond/mondiglio.htm

    Insomma se capisco cos'è il mondiglio il resto è chiarissimo ;)

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  3. dopo h nel link del commento sopra occorre aggiungere tm ed il link è completo

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  4. ciao Ali e grazie.

    "mondiglio" lo usa A. Giuliani in una sua vecchia poesia, che dice: "mondiglio stagnante a perdiocchio".
    E' un omaggio a lui che faccio, usandolo. nei miei versi, dovrebbe trasmettere l'idea di una condizione di sofferenza da parte di una donna che ha scelto di diventare "mondiglio e gorgo" (solo "gorgo" è "nero", però).

    gugl

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  5. mi piace sapere, tra le altre cose, che sai afferrare il sabato

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  6. (sopra ero molesini)

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  7. non sempre :-)

    gugl

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  8. oh gugl, perfettamente inteso, e universale direi

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  9. strano vederti in giro a quest'ora.
    sarà di buon auspicio? :-)

    gugl

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  10. sì di buon auspicio, ma per cosa?

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  11. per il libretto, ovviamente.

    ciao!
    gugl

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  12. :)

    è la mia seconda professione far da buon auspicio ai libretti

    ciao a te

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  13. Molto bella. Come in... 'altri tuoi contesti', anche qui mi piace la ricercatezza lessicale: mai eccessiva o banale, ma strumento funzionale ai molteplici significati che intendi evocare e al suono che speri riprodurre.

    L'estate accompagnerà la lettura del 'tuo resto' ;)

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  14. grazie Marinella. aspetto. (ma hai appunto tutta l'estate davanti, vai tranquilla :-)

    ciao Ali,doppiolavorista :-)

    gugl

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  15. Bella Glù.
    E l'incipit mi piace da morire,
    così chiaroscurale,
    così.
    E poi, quel "frutto" finale, alla grande, circolare, lo riprende.
    Metti altre tue cose,
    qui.
    :)
    Renée-Diciche

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  16. "c'è che gente sgola, transita / laggiù, sventa, ma non tu"

    quel "c'è che gente" è un colpo magistrale

    non lo dico per captatio benevolentiae, gugl, sai che non mi trattengo dal fustigare, anche i santi, se ce vo' ce vo'...

    è una di quelle cosette che uno si porta a casa, come un tesoretto di tecnica compositiva, un fantastico spiazzamento di un più piano "c'è gente che", o di un contorto, e parlatissimo, "c'è che c'è della gente che..."

    dopo due nette sagomature di due soggetti contrapposti, un "io" e un "tu", che presto si scoprirà femminile, bam! ecco un "gli altri" che si staglia sullo sfondo e permette il recupero di una relazione nella contrapposizione, perché il netto contrasto è con quegli "altri", da cui si stacca "ma non tu"

    e così il ".......... vedi?" apre una richiesta interlocutoria, spalanca un desiderio di farsi guardare dentro ("abito la mano"), che non può rimanere senza risposta, già presagita nel "Frutto" di chiusura.

    C'è un tempo che "io" scopre come apertura ontologica ("Dove sboccio / è mattino") e "tu" come rigetto ("fiondi" e non "ti fiondi", si badi bene, molto più ambivalente, messo così suona infatti transitivo e intransitivo al tempo stesso), tempo che per "altri" è transito effimero nel quale il rigetto si staglia in tutta la sua evidenza, negativo ma non effimero, quindi degno di sguardo, di richiesta, di parola

    e in questo sabbath, inondato del lavorio incessante dell'apertura ontologica che esso provoca, il seme promette di schiudersi


    a proposito di "mondiglio", andate a vedere questo link e fatevi qualche sorriso: http://spazioinwind.libero.it/crazydiamond/mondiglio.htm

    Mario Bertasa

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  17. Renèe hai colto un legame tra "sboccio" e "frutto" davvero da specialista.

    Mario, analisi migliore non si poteva fare.

    GRAZIE A TUTTI E DUE!!!

    gugl

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  18. il link che segnali è lo stesso di Alivento (secondo commento) :-)

    gugl

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  19. è molto bella, proprio per la ricerca dei suoni, coniugata ai versi. Mi piacciono le poesie che hanno in se una geografia, una distribuzione delle parole, che sia al tempo conscia e concreta, senza cadere nel vezzo e nel superfluo.
    vincenzo (cino720)

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  20. grazie Vincenzo. Sei il benvenuto in questo blog.

    gugl

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  21. ops... link avvisato mezzo salvato...

    però accorgermi di aver compiuto senza saperlo il medesimo moto occhio-cervello-mano di alivento mi ha provocato emozioni piacevoli

    sguazzando fra dizionari trovo, alla voce "mondiglia":

    - quello che rimane nel vaglio, mondando il grano; mondatura

    - residuo della mondatura; per estensione: scoria, rifiuto

    - insieme di corpi estranei mescolati ai semi o ai frutti di piante coltivate, che vengono separati tramite la vagliatura

    - in numismatica: lega di metalli poco pregiati che i falsari usavano per diminuire il valore delle monete d’oro

    però Alfredo Giuliani lo verte al maschile, e si direbbe lo esiga l'aggettivo "stagnante" e un vago sentore di risaia appena mondata che ne risulta

    ho rimediato al mio lapsus?
    Mario

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  22. certamente!!! :-)

    gugl

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  23. Dunque mondiglio è neologismo di giuliani, che nel suo "mondiglio stagnante a perdiocchio" credo a questo punto abbia ben presente risaie e scorie, acqua e marcio.

    Nel componimento di stefano il mondiglio diventa condizione di sofferenza della donna, forse luogo in cui essa si dibatte, acquitrino, pantano; allora una sua (della donna) scelta più che quella di diventare mondiglio, è quella di fare del mondiglio gorgo. Il gorgo muove, anche se nero, contrasta, risucchia, spurga, al limite purifica o tenta di farlo quel che di marcio, putrefatto, stagnante c'è in un mondiglio ingolfante, immobile, soffocante.

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  24. sì, potrebbe essere. il "mondiglio", da come lo vedi tu, è la condizione acquatica del femminile, il suo essere naturalmente palude; "gorgo" invece la libera; ma da che cosa? dalla sua natura femminile?
    forse il gorgo appartiene al mondiglio, ne è l'elemento mobile, ma infernale, giacché non smette mai di spurgare.

    (basta commenti, però adesso: vado a vedere l'arrivo della tappa pirenaica :-)

    ciao e grazie per il pensiero.

    gugl

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