martedì 19 febbraio 2008

Omaggio a Alain Robbe-Grillet


Ricordando il maestro appena scomparso, pubblico un inedito che scrissi una decina di anni fa.


Negli anni Cinquanta, Alain Robbe-Grillet tentò di raccontare quel silenzio, quella neutralità, quella cosa che parla splendidamente in Beckett in quanto cosa senza voce personale. Perché, secondo l’autore francese, le cose sono indipendentemente da chi le guarda; sono là anche se qualcuno le guarda. Anche se qualcuno non le guarda. Robbe-Grillet ce lo disse e ce lo fece vedere. E vedere è il verbo esatto. Esatto e neutro. E descrivibile. Fu per questa ragione che egli cominciò a descrivere tutte le cose che il suo occhio mortale percepiva; che percepiva ma non assorbiva. Perché con lui accade questo, che l’io sta da una parte mentre le cose stanno dall’altra. E tutto si rivela menzogna, o possibilità di mentire: a sé o all’altro; di mentire anche al codice di appartenenza. Per esempio scrivendo un poliziesco che non abbia nulla da nascondere.


Con Robbe-Grillet, non c’è più nulla che si possa nominare con una certa convinzione e nella sua interezza, nemmeno il nulla. Come l’autore stesso sostiene nel Progetto per una rivoluzione a New York, lo scrittore “riesce a far uscire dall’ombra solo qualche particolare talmente ingrandito dalla vicinanza immediata che è impossibile attribuirgli un senso, e a maggior ragione collocarlo in un insieme”. La verità è dunque sempre troppo grande, sempre troppo piccola, è sempre troppa per noi, che vorremmo incasellarla in un mondo pensato come un archivio, come uno schedario. La verità sta dunque muta ed assente nella propria neutralità di cosa in sé. C’è, ma non si può, senza mentire, nominarla esaustivamente.


Ne Lo specchio che ritorna, Robbe-Grillet ribadisce appunto che rivolgersi “esclusivamente a dettagli concreti” non significa sostenere che essi siano anche “obiettivi”. Anche qui la verità entra in gioco: essa, nella sua formulazione ontologica, corrisponde alla totalità del reale; la letteratura può al massimo coglierne la radice coscienziale. Il mondo e l’inconscio, che non appartengono alla codificazione della lingua, rimangono invece indicibili. Tuttavia, allo scrittore che insegue quest’impossibile progetto di rappresentazione totale della verità, egli suggerisce di rappresentarla per “accumulazione” e per “eccesso” così da superare le “sue necessarie menzogne”. E’ la lezione di Th.W. Adorno nei Minima moralia, e di tutti coloro che verso l’evidenza borghese nutrono qualche sospetto.


Il conte Henri, in Angelica o l’incanto di Robbe-Grillet, lascia un’unica copia del suo lavoro ad un editore parigino, il quale la farà sparire per sempre, obbligando così gli eredi ad una ricostruzione della stessa destinata a fallire. E cos’altro fa uno scrittore, segugio dell’origine, se non tentare di ricomporre i frammenti di un mosaico che ritiene essenziale, ma del quale non può ontologicamente possedere tutte le pietre?
Si potrebbe credere che Robbe-Grillet monti per questo sulle spalle di Beckett e veda più lontano: basterebbe incasellarli in una Storia della letteratura europea, nella quale si esemplifichi il progressivo illuminarsi di un’impossibilità, quella di credere nella verità. Penso invece che convenga, per rispetto dell’uno e dell’altro autore, dar credito alle loro parole, prima d’ogni storicizzazione; pensarle pronunciate da una collocazione irripetibile, mortalmente segnata dalla finitezza e, in quanto tale, da rimettere in circolo, in un colloquio disposto a condividere, anzitutto, quella finitezza.

19 commenti:

  1. Io ricordo con molto gusto La gelosia...

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  2. con il doppio senso del termine :-)

    gugl

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  3. "Le rien c'est n'importe quoi mais ce n'est pas rien pour autant".."In realtà la questione dell'oggetto non è centrale, è la coscienza del mondo, come prendo coscienza del mondo. L'oggetto gioca subito un ruolo, ma non è il primo".(A.R.Grillet) Questo'sguardo'libero,aperto sulle cose,sul mondo,senza giudizio,possesso,questo stato germinante-fecondante-immaginante del pensiero creativo..lascia 'essere' le cose semplicemente..la realtà si fa senso solo attraverso presenze intuibili,intraviste,nell'atto spontaneo del loro irrompere...essenti che non vogliono essere,che vivono per un istante,che persistono oscuri tra la vita e l'assenza, nella presenza che sparisce...
    Stefy

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  4. ciao Stefy, benvenuta.

    gugl

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  5. You have a most interesting blog.

    Stay on groovin' safari,
    Tor

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  6. thanks Tor, you too!

    gugl

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  7. very interesting!
    per coerenza di lingua, ed anche se scritto così sembra tanto uno spam, è quello che veramente penso :)
    ali

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  8. ottimo pezzo critico.
    corrado benigni

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  9. ciao corrado, ci vediamo in maggio?

    gugl

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  10. certo. qui siamo già al lavoro per l'evento. ciao
    cb

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  11. estremamente affascinante, davvero. quanto amo tutto questo....

    buona notte!

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  12. senz'altro incuriosito, perché ignorante, ho fatto la mossa di cercare notizie su Robbe-Grillet a partire da wikipedia, scoprendo così che è defunto proprio lunedì scorso

    e subito impressionato per come in un'enciclopedia online accada ciò che nessuno avrebbe mai sognato nelle vecchie cartacee, dove il dato che un autore fosse ancora in vita anni e anni dopo la sua scomparsa, poteva essere ammendato solo attendendo pazientemente l'uscita di un aggiornamento prossimo venturo...

    grazie gugl!

    Mario Bertasa

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  13. caro Mario, se passavi il cursore sopra il nome di questo post, andavi appunto su Wikipedia.

    un caro aluto anche a patty (che oggi ho interrogato :-)

    gugl

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  14. .....e ho preso solo 8... dannazione.
    certo che,stamattina non ho detto nulla, se no lei faceva ancora più il bastardo, ma considerando che ho perso il libro d'italiano e riguardo i testi sono andata soltanto a scavare nella memoria di quello che avevamo fatto in classe... sono stata brava! :)))

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  15. sono stato buono. se uno non legge i testi, non merita nemmeno di entrare in classe! :-)

    gugl

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  16. ma che diamine! se ho perso il libro, e per salvare il culo alla classe(che poi questa è la prova del fatto che, in realtà, la mia cattiveria è solo un elemento scenografico) sono dovuta venir fuori comunque! non è colpa mia! Uffi! :)
    Patty!

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  17. se hai perso il libro è colpa tua,se sei uscita per salvare la classe è somma vanità. però non si può essere perfetti :-)

    gugl

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  18. ahhhh......... quanto la detesto...........

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