martedì 19 giugno 2007

autoritratto


In alcuni "appunti sulla poesia in carcere" (Poesia, n.176 ottobre 2003), Milo De Angelis scrive:


- In poesia nessuno è garantito da niente: ci si trova nudi di fronte alla parola, in una stretta frontale e bruciante;


- Carcere e poesia hanno in comune un regime di sorveglianza, di massima sorveglianza;


- Occorre insegnare una disciplina - la poesia è il luogo per eccellenza della disciplina - a chi non l'ha coltivata dentro di sé.


- La poesia è lo spazio dell'esattezza, dell'accostamento millimetrico, della sillaba insostituibile.



Ogni dichiarazione di poetica è un autoritratto

16 commenti:

  1. "Chi legge questa poesia è un traduttore.
    Ogni esistenza parla una lingua personale".
    Adrienne Rich.
    Un caro saluto,
    Ossodiseppia

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  2. si, questa è una cosa che mi appare sempre più chiara

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  3. -la sorveglianza mi spaventa
    -la disciplina mi affligge
    -comprendo perfettamente invece la necessità della necessità millimetrica
    Tuttavia queste ultime due cose diciplina/esattezza mi appaiono fortemente collegate ed entrambe, ritengo, si congiungono nel labor limae.
    Ci vuole costanza per temperare l'insofferenza alla disciplina, umiltà per accettare la delimitazione di un apparente ambito di libertà.
    E poi mi chiedo quando la stretta frontale trapassa in stretta mortale che succederà? E' per questo che tanti poeti scelgono la resa non alla poesia ma alla vita?
    Scusa Ste, forse sono uscita fuori tema.

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  4. Ali un po' sei uscita, ma il nocciolo c'è.

    Pertinente citazione Erminia.

    gugl

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  5. guarda che di erminia non mi ingelosisco professore, lo so bene che è molto preparata, invece sarebbe utile ai miei studi individuare il fuori tema.
    ci provo da sola
    copio incollo
    "E poi mi chiedo quando la stretta frontale trapassa in stretta mortale che succederà? E' per questo che tanti poeti scelgono la resa non alla poesia ma alla vita?"

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  6. ci sono due erminie, scopro adesso: allora erminia Ossodiseppia ha postato la citazione da A. Rich, ed io sono erminia piki (passannanti), che l'approva, e saluta.

    ciao.

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  7. esattamente ad Ali ed esattamente Erminia piki. Ossodiseppia è tarantina, anche lei insegnate: la trovi nel suo sito omonimo e nel nuovo blog "viadellebelledonne"

    gugl

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  8. Io non credo che la poesia sia lo spazio dell'esattezza. Che provi ad esserlo, forse. E' nel suo fallimento che una specie di anima sgorga, quando una sorta di indomato fulgore viene a dirci "ma chi vuoi prendere in giro?".
    Secondo me Freud la potrebbe paragonare al "mot d'éspri".

    Ovviamente questa è una dichiarazione di poetica.

    Silvia Molesina

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  9. grazie del chiarimento, stefano. dovrei crearmi un foto-avatar per differenziarmi, e non creare confusione, come mi ha suggerito di fare daniela.

    da oggi in poi userò questa recente foto col mio vecchio caro cappello nero che mi porto dietro dovunque (il cappello, non la foto!)

    ciao, erminia piki

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  10. Silvia, sulle dichiarazioni-autoritratto vietato metter lingua.
    Per me l'esattezza coincide con la forma riuscita. fomra che non è una linea, ma un moto tellurico in via di riconcilizione con gli uomini.

    Ok Erminia piki. Certo che con quel cappello hai bisogno di un cane per ciechi :-) Mi sembra un modello primi anni settata, mi sbaglio?

    ciao
    gugl

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  11. COMUNICATO: oggi e nei prossimi giorni, tra correzione compiti maturità e fiera del libro di poesia sarò poco presente nel blog, ma qualche sbirciatina la darò, per cui sono sempre graditi i commenti.

    gugl

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  12. Ehi, stefano, che bello che partecipi a questo convegno e mi piacerebbe venirci se non fosse che non ci sono in circolazione d'estate né ai monti e nemmeno al mare.

    Quanto al cappello , è vecchio per modo di dire. Infatti l'ho acquistato all'aeroporto di Londra sei sette anni or sono. Deve essere nello stile che dici, penso.

    E' bello e molto resistente. Ieri mi sono fatta coraggio e finalmente l'ho lavato superando la paura di rovinarlo.

    L'acqua si è tinta di tutta la sua esperienza blù, portata in giro nel deserto, sulla spiaggia, sui monti, per cavi archeologici, città, monumenti, vari mercatini, in ogni gita, ad ogni garden party...

    Spesso lo perdo, e per miracolo, la gente sempre me lo riporta.

    In effetti, appesi nell'ingresso, ho almeno altri sei o sette simili bellissimi cappelli - di cui due almeno di questo stesso tipo a falda larga di raffia - ma il mio nero, bucherellato, che rievoca il film Colazione da Tiffany, non riesco proprio a togliermelo di testa.

    Era un tributo dovuto a questo mio caro cappello.

    Tu porti cappelli? Immagino di sì, visto che vai spesso in montagna sotto il sole per le tue camminate e gite.

    beh, ciao, è tutto. adesso mi riposo.

    erminia piki

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  13. il cappello mi rende troppo visibile, io amo passare inosservato. comunque una foto con cappello ce l'ho, solo che non riesco a postarla nei commenti, magari faccio un post.

    un caro saluto a te e al tuo importante cappello.

    Niente maturità quest'anno?

    gugl

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  14. stefano, rispondo in privato alla tua domanda sugli esami.

    un bacio,

    in attesa della tua foto col cappello!


    cmq io il cappello lo uso perchè sennò mi vengono le lentiggini sul naso.
    non esco mai senza filtro solare e cappello a falda larga!

    erminia

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  15. una millimetrica sutura d'anima.
    un senso pieno che onn trabocca e non ha sete.

    questo inteso, non come "spazio dell'esattezza" .. ma "esattezza" coem completezza di sensi, tutti in sintesi assoluta con la parola.

    e per questo piena.

    Perdonami la latitanza da qui, ma davvero le ore "libere" si contano. in una mano.

    abbraccio tutti

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  16. trattandosi di poesia e carcere, le ore libere davvero sono importanti, cara Francesca! Bentornata.

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