lunedì 30 aprile 2007

Versi tra le sbarre


Talvolta un'antologia è necessaria. Non a crearci degli amici, non solo per questo. Talvolta un'antologia è necessaria perché diventa condivisione e resistenza, luogo nel quale piantare i piedi per guardare l'orizzonte. In questo caso, per chi ha una storia come la mia, si tratta di un orizzonte mitico, di un mito tuttavia che si è sgretolato con il tempo, con il tempo della storia, con quel succedersi dei fatti che ha valenza documetaria. William Navarrete, cubano in esilio parigino, ha curato questa antologia di "sette uomini straordinari" incarcerati nella primavera del 2003, quando 75 cubani vennero arrestati con l'accusa di opposizione al regime. Racconta Navarrete nella prefazione a Versi tra le sbarre (trad. it. Elisa Montanelli, ed. Il Foglio, 2006, p.95 euro 10,00): "Le 75 vittime del ferreo totalitarismo castrista vennero arrestate, processate per direttissima e condannate ingiustamente fino a 28 anni di carcere per il solo delitto di aver pensato liberamente e di aver fondato associazioni o forze pacifiche di opposizione che si battessero, servendosi della sola arma della parola, contro un regime oscuro, vivo da quattro decenni e capeggiato fin dalle origini dallo stesso dittatore. Fra i condannati c'erano scrittori e non pochi giornalisti indipendenti. E anche poeti."


In un'intervista curata da Gordiano Lupi, vero promotore dell'urgenza cubana in Italia oltre che Editore de Il Foglio, Navarrete spiega com'è riuscito a compilare l'antologia: "Ci sarà sempre un modo di comunicare attraverso la rete, sia con il computer di un amico straniero residente a Cuba o da una sede di un’ambasciata straniera solidale con la causa della dissidenza cubana. È così che è uscita da Cuba la poesia pubblicata ora in questa raccolta. È stato uno sforzo titanico soprattutto per le mogli e le madri dei prigionieri, le quali hanno trascritto, nel poco tempo di connessione che è stato concesso loro da qualche straniero solidale, le poesie degli incarcerati. Indispensabile è stato anche l’impegno di Cubanet, una rete di giornalismo indipendente cubano con sede a Miami, che trascrive continuamente tutto il materiale dissidente proveniente dall’isola."



Dei sette poeti, ho scelto tre poesie di Raùl Rivero Castañeda, il più importante poeta cubano vivente; qui trovate i capi d'imputazione per l'arresto, mentre qui si parla della sua libertà vigilata.


Cella cinque

Non ti videro attraversare
le sbarre con me.
Né il coro delle chiavi
che usurpava la tua musica
alterò la cadenza
dei suoi ritmi fatali.

Qui dove dormiamo
silenziosi e nobili
puniti ed estranei
il lignaggio nell'ombra
sei ancora invisibile
messaggera e messaggio.

Emozione evocata.
È domenica sulla terra
io sono prigioniero
tu, nessuno ti vede
nessuno sa chi sei
dolce, leggera e serena
prigioniera dell'aria.


Alta fedeltà

Si libereranno dal dolore del giradischi
torturato dallo strofinio e dalle punte.
Vivranno casti, lontani dal peccato
di cantare a cappella e con fame
in simulacri ed esibizioni
che i tiranni si regalano come scudi.

Gli uomini che restano a casa
canticchiando boleri
arriveranno alla saggezza.

Felice e serena
sarà per loro e i loro figli questa vita.
Leggera la cenere. Chiara l'eternità.



Mandato di perquisizione


Cosa cercano in casa mia questi signori?
Cosa fa questo ufficiale
che legge il foglio di carta
dove ho scritto
le parole "ambizione", "leggera" e "fragile"?

Quale sospetto di cospirazione
gli insinua la foto senza dedica
di mio padre in guayabera (e papillon nero)
davanti al Campidoglio dell'Avana?

Come interpreta le mie sentenze di divorzio?

Dove lo porteranno le sue tecniche di persecuzione
quando leggerà i miei ottonari
e scoprirà le ferite di guerra
del bisnonno?

Otto poliziotti
esaminano i testi e i disegni delle mie figlie
si insinuano nelle mie reti affettive
e vogliono sapere dove dorme Andreita
e cosa c'entra la sua asma
con le mie cartelle.


Vogliono la chiave di un messaggio di Zucu
e nella parte superiore
di un testo criptico (qui un lieve sorriso trionfale del camerata):
"Castelli con carillon. Non lascio uscire
il bambino con l'Uomo Nero. Compagno".

Arrivò una specialista di interstizi
un critico letterario col grado di capo ad interim
che auscultò con la pistola puntata
i dorsi dei libri di poesia.

Otto poliziotti
in casa mia
con un mandato di perquisizione
un'operazione pulita
una piena vittoria
dell'avanguardia del proletariato
che confiscò la mia macchina da scrivere
centoquarantadue pagine bianche
e un mucchio di fogli tristi e personali
ovvero quanto di più precario
avessi quell'estate.

49 commenti:

  1. Qui più di tutto è la valenza politica e liberatoria di queste poesie che salta nell'anima di chi legge. Per quel che mi riguarda poi ci sono dei malcelati sensi di colpa che dentro mi rosicchiano e mi autoaccusano quindi queste poesie sono anche contro di me.
    Cuba altro non è che uno Stato di polizia quando la smetteremo, parlo al plurale per non depenalizzarmi troppo, di dire sempre le stesse cazzate del tipo: "sì è una dittatura ma gli ospedali,la scuola, l'università sono gratis e il minimo indispensabile è garantito"? Quando la smetteremo di andarci in vacanza, comprarci le magliette con Che Guevara e scoparci le cubane così bone e disponibili?
    pepe

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  2. lo scorso anno Gianfranco Fabbri dedicò una "bacheca" a questo libro :)
    Fa bene, comunque, ricordare opere del genere

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  3. sì, sono d'accordo! un bacio ai miei cari amici, stef e pepe....(erminia, immersa fino al collo dal markings di test e saggi -----immagino anche tu, stefano!)

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  4. resto senza parole... davvero... non so che dire...

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  5. Gabriele: per tanti di noi, Cuba è ancora un "altrove" e, in quanto tale, sempre vincente sul "qui".
    Come dici tu, avere servizi gratis non compensa la libertà di scegliere. Rimane vero anche il contrario, ossia che la libertà di scegliere, nei paesi capitalisti, rimane un privilegio dei benestanti (tutti gli altri, rispondono secondo la legge di pavlov).

    Luigi: Frucco è sempre un passo avanti :-)

    Erminia: anch'io, sì, sono nel pieno delle verifiche e delle consegne di fine anno, ma è sempre meglio che lavorare in miniera o dietro un tornio.

    syssa: è un piacere sentirti da queste parti. Grazie.

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  6. Magari a Cuba ci fossero davvero i servizi gratis! Consiglio a chi si vuol documentare sulla vera Cuba il mio ALMENO IL PANE FIDEL (Stanpa Alternativa, 2006) e il prossimo libro di Alejandro Torreguitart "Cuba particlar - sesso all'Avana" (Stampa Alternativa - giugno 2007). Scoprirete che tante balle che ci propinano sono più balle di quanto credevate. Per quel che riguarda le cubane io ne ho sposata una e non me ne pento. Ci vivo insieme da dieci anni e non la cambierei con dieci italiane. Il discorso sulla disponibilità che fa "pepe" mi pare abbastanza volgare. Magari si confonde la disponibilità con la necessità (e qui si torna al discorso della Cuba vera e della Cuba immaginata). Le italiane al tempo di "Roma città aperta" erano altrettanto disponibili. Perchè?

    Gordiano Lupi
    www.infol.it/lupi

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  7. Cuba è un "altrove" dalla libertà,dal poter mangiare tutti i giorni, dal non dover prostituirsi per sbarcare il lunario, dal rispetto dei diritti civili... ecco, in questo senso Cuba per tutti noi è "altrove"...

    Alejandro Torres

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  8. vorrei precisare una cosa che per la fretta mi era sfuggita:

    ero d'accordo solo con questa frase di pepe

    " Quando la smetteremo di andarci in vacanza, comprarci le magliette con Che Guevara... "

    con il resto no! si vede che il marking mi sta letteralmente stracciando.

    Che Guevara e Castro sono due modelli di condotta politica e operativa possibili, per me,... non due miti. Non sono mai stata a Cuba...mi piacerebbe però.

    Auguri di pronta guarigione a Francesco Di Girolamo, il cui ritorno in rete aspettiamo tutti con impazienza.

    Un appello a Alivento: Al, quando esce la mia scelta poetica+motivazione nella tua rubrica? (Scusa Stefano se approfitto di questo spazio per contattare Ali.)

    baci, pepe: capisco la tua prospettiva: non vorrei vederti finire a spalare pietre in un campo di lavoro a Cuba per quello che ha detto...

    Quanto a me, vorrei essere una Cubana.

    Inoltre, Stef, delle volte, al tenere a bada una classe di scalmanati fin troppo adulti per i miei gusti per permettersi di mantenere certi atteggiamenti, preferirei il tornio.

    erminia

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  9. ricordo un uomo che si inginocchiò per tre dollari che avevo in mano. dovetti pregarlo di alzarlo mentre glieli porgevo.
    non so, ci penso ancora oggi. andai a cuba da turista. villaggio turistico. fidanzata e amici. sbagliai, probabilmente, questo è. e forse sbagliai anche a dare quei dollari a quell'uomo. e le biro ai ragazzi per strada. ma non potevo farne a meno. incredulo che una bic avesse un valore. non vedo nessuna libertà nei miei ricordi di quel viaggio. nessun servizio gratuito. vedo due pescatori che mi dicevano Polizia è male. Polizia è male.
    !?

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  10. Quello che dice Gabriele sulle donne cubane (e, in generale, sulle donne caraibiche-sudamericane) è un luogo comune che in effetti gira in italia (così come si dice per le donne slave). Conoscendolo, lo dice con disprezzo per chi tratta le persone in quel modo.

    In generale, quello che pare a me, è che in sudamerica non c'è più nessun pueblo disposto ai sacrifici per tenere in vita governi "bolivariani". Si veda il venezuela: per l'anno prossimo, Chavez ha intenzione di tenere in vita soltanto una casa editrice (ovvio la forza censoria della cosa), e pare che alle ultime elezioni fosse facile sapere per chi avevi votato (con conseguente iscrizione nella lista dei dissidenti), ciò anche se Chavez parla sempre del popolo come soggetto della politica: di fatto, populismo e democrazia non coincidono.

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  11. Un rapido passaggio per augurarti un buon primo maggio. Mi sa che stasera ripasso con calma perchè il tuo ultimo post mi interessa moltissimo. Sempre complimenti comunque ;> Ciao

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  12. Scusate credevo di esser stato chiaro ma invece vedo che mi sono espresso male. Con quel bone e disponibili volevo appunto rimarcare, in senso ironico, il motivo per cui molti italiani vanno a Cuba non volevo certo offendere le donne cubane. E' ovvio che quelle diciamo così disponibili lo sono solo ed esclusivamente per forte necessità e concordo in pieno con quello che aggiunge Gordiano Lupi sulla Cuba vera e quella propagandata.
    Scusate l'equivoco ma spesso sottovaluto i pericoli del mezzo che uso più come un telefono che come una lettera.
    Spero che stavolta sia riuscito a spiegarmi.
    pepe

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  13. Scusate ancora ma mi sono dimenticato di salutare Erminia e tutti gli altri amici.
    pepe

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  14. ciao ai passeggeri. ricordo che il blog è un mezzo infido, èer cui le parole vanno pesate sempre bene, omde evitare fraintendimenti.

    mi piacerebbe anche che qualcuno dicesse qualcosa sulle poesie: usarle come semplice mezzo per parlare d'altro (per quanto importante) non rende giustizia all'autore e alla sua lingua.

    gugl

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  15. Con riferimento a "Mandato di perquisizione" il poeta, alludendo al "rinvenimento " di versi illeciti da parte degli otto poliziotti, nobilita un'esperienza di invasione ed estraniamento da sé, dalla propria casa e dalla propria privacy che ogni perquisizione con mandato impone.

    Non dico chi sono tanto si capisce: ho subito un mandato di perquisizione quando da giovanissima negli anni ottanta, vivevo nella mia casa di proprietà e ospitavo gente varia. erano in tre o quattro, carabinieri, credo, con un foglietto tra le mani: imbarazzati direi, molto cauti e gentili. cercavano "armi e sostanze stupefacenti".....trovarono solo quelle di plastica di mio figlio di allora tre anni. come polveri sospette, zucchero a velo, farina e ossigeno.

    non nego che da parte mia ci fu una componente di irresponsabile assurdo divertimento, in quella "cortese e circospetta" perquisizione, il cui mandante probabilmente era il mio nobile cugino di sangue, Giudice Istruttore della Corte Suprema di Cassazione della mia città: misura cautelare, immagino.
    Erano i tempi dell'assassinio del povero Giudice Giacumbi.
    :)

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  16. Ed ecco la mia personale poesia di quella esperienza di PERQUISIZIONE (1993, PUBBLICATA NEL 2000) - N:B: - apologies for diverting the attention on my text.


    "Strip-tease"

    apritemi buongiorno vi denuncio
    (calma. calma. frena la lingua.)

    ci dica cosa vuole, Servoschiavo.

    e venuto a trovarci? come va, la demenza?
    chiederei, senza offesa, che contiene l'essenza.

    niente?
    vuol dire che oggi non verra' a punirci.

    lo chiamavamo allora l'Angelo Azzurro
    giungeva a noi
    da una vallata d'erba, inetto di dolcezza nel giudizio
    (calma. calma. frena la lingua.)
    nella sua peculiare emptiness,
    persuasivo e padrone nella sua featurelessness.
    bendato. come una mummia mummificata. nel metro.

    ecco che avanza cieco e discinto tra la folla

    si parte in due fazioni l'acqua biblica
    l'attimo e immoto.
    (ma che contiene l'icona?)
    pure ondeggia qualcosa. non so esprimerla.

    a che pensavo?
    a fare l'uovo. disseminare il campo d'uova d'oro.

    ma non me ne preoccupavo, io
    con le mie risposte avventate,
    l'enigma irrisolto. non si risolve
    (interessante notare come mi si incolpa).
    quanto alla garza, arrivederci e grazie.
    e lunga lercia lenta
    (si disfa mi disfa) ne' mi dispiace
    d'estate farne senza.

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  17. Ferma restando la condanna umana, etica e politica di ogni forma di regime che nega i più elementari diritti alla libera espressione del pensiero, credo che senza una precisa contestualizzazione e senza il rigore di uno sguardo storico obiettivo, l'operazione finisca, magari contro la volontà di chi l'ha realizzata, per essere concretamente ideologica, di segno opposto ma speculare a quella che vuole condannare.

    Non si può liquidare un'esperienza, come quella cubana, con un paio di battute in un commento. Almeno credo.

    fm

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  18. Caro Francesco, credo anch'io che la questione cubana sia complessa, e di sicuro questi commenti non rendono giustizia ad essa. Il difficile, credo, sta nel conciliare libertà (quella più elementare: di parola, di associazione, di impresa) e soddisfacimento dei bisogni. Il consumismo capitalistico non è la via migliore, ma nemmeno, lo è, la paura che il sistema si rompa se esiste la dissidenza.

    E ormai non so se tiene l'ipotesi che l'embargo americano ha costretto Fidel alla linea dura.

    Erminia, la pula non sempre è così gentile.

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  19. La mia era solo una considerazione a schermo aperto, Stefano, non una critica, e sono contento che tu ne abbia subito raccolto il senso e lo spirito.

    Anche se non giustifica assolutamente la deriva totalitaria degli ultimi anni, credo comunque che l'elemento che tu hai tirato in ballo aggiunga già un altro fattore di cui tenere conto. E, come ben sai, non è l'unico.

    Faccenda oltremodo complessa, comunque.

    Un caro saluto.

    fm

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  20. Caro Francesco è difficile riassumere in poche righe una storia ricca e complessa come quella della rivoluzione cubana hai perfettamente ragione. Infatti il mio commento forse un po' troppo tirato voleva mettere l'accento su quello che oggi, purtroppo, è Cuba per molti cosiddetti turisti. Inoltre proprio perché la storia avvincente dell'utopia cubana è sangue del mio sangue, io sono nato nel 57, tanto più forte è la rabbia, profondo il dolore per l'ennesimo brutto risveglio da un sogno che invece era nato con ben altre prospettive.
    Più o meno sapete come la penso, non ho mai nascosto la mia appartenenza, la mia storia, i miei errori, i miei ideali, quindi non è che devo ogni volta spiegare da dove provengo.
    La maggioranza dei cubani non aspettano altro che il ritorno degli americani e dei dollari pur non rinnegando i gloriosi momenti della rivoluzione. E' una faccenda complicata Cuba infatti lo sappiamo tutti...
    pepe

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  21. Gabriele, sottoscrivo anche le virgole dei primi due capoversi del tuo commento: è esattamente quello che penso.

    Un caro saluto.

    fm

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  22. io vorrei idealmente vivere a Cuba, ne ho abbastanza dell'insulsa decadente europa. della corrotta europa. della ideolgicamente morta europa.

    erminia

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  23. è quasi inevitabile non capirsi, nel web. Più che nel mondo reale ..
    L'importante è capirsi, spiegandosi, poi ... Della questione cubana, anche io credo che sia riduttivo parlarne in linea generale ...
    mi soffermerei piuttosto ad osservare ciò che mi ha rapito, in questi testi: un senso di invasione del privato, vissuto con dolore, come una subordinazione forzata ... Mi ha disarmato. Completamente.

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  24. seguendo il filo di Francesca: la poesia moderna è poesia lirica; la poesia lirica canta il privato e lo pensa come giardino inviolabile ma già da sempre violato (da qui il dolore); la poesia lirica nasce quando tra pubblico e privato c'è una distanza immedicabile; se il pubblico diventa palesemente intrusivo, la poesia lirica diventa civile: mi pare il caso di Raùl Rivero Castañeda.

    ad Erminia: credo che tu stia facendo i conti con il tuo "altrove".

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  25. caro Alessandro, sei stato molto chiaro. morire giocani, cone Guevara, diminuisce la possibilità di esercitare il potere (e dunque di essere ingiusti, come direbbe Jacopo Ortis) e aumenta quella di diventare eroi. Di sicuro, poi, Guevara aveva un carattere differente da Castro e anche differenti obiettivi, vista la sua carriera da combattente e la sua tragica fine.

    Pound, in affetti, aveva eletto il suo altrove in italia, come altri, del resto. Che egli fosse un grullo, non direi. certo le sue idee politiche non sono le mie.

    ciao

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  26. neanche don chisciotte era fesso, quando non parlava di cavalleria!!!
    io apprezzo pound come poeta, ma la sua cecità politica era sconvolgente, ed era un vero don chisciotte... la pagò cara, ma rimanere attaccati al fascismo fino alla fine era da grulli eccome: molti altri se ne accorsero ben prima, pensa a pirandello, ma pound invece no. Inoltre aveva pure la testa piena di scemenze antisemite, cosa diffusa all'epoca (veramente è da poco che si condanna questa tendenza...), ma comunque poco confacente ad un intellettuale...
    A volte il genio e il cretino coincidono davvero, io almeno la penso così, anche se ho più del cretino che del genio!!!
    ciao,
    alessandro

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  27. ripeto, all'italia preferisco Cuba.

    erminia

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  28. Erminia: bisognerebbe provare!

    Alessandro: anche l'adesione al fascismo e la fuga di molti quando il fascismo cominciò ad affondare, è un evento complesso. Credo almeno altrettanto della questione cubana che qui stiamo discutendo.

    ciao
    gugl

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  29. ciao Gugl, sono libera di preferire un regime all'altro dato che non vedo istanze di reale libertà; è che questo in cui mi trovo non mi sembra un meno opprimente regime. mi ci trovo male: vedo i suoi intrighi, li disprezzo.
    sono felice di altre cose su questa terra, ma non vedo che Stati di regime, anche se patinati di falsa democrazia.

    erminia

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  30. E' difficile riassumere la storia della rivoluzione cubana in un post. Se volete informarvi su Cuba vi consiglio www.tellusfolius.it.
    Ho compreso bene quello che voleva dire Pepe e non c'è nessun problema. Mi spiace di più vedere che regge ancora il mito di Cuba e che ci sono persone che vorrebbero vivere a Cuba mentre i cubani vogliono scappare, con ogni mezzo. Cuba non è una società comunista, è uno stato di polizia dove le persone guadagnano 5 dollari al mese e per campare ce ne vogliono almeno 100. Un posto dove non si può fare niente che il regime non voglia, neppure avere idee proprie e difformi da quelle del governo. Si va in galera per questo. Se a Cuba uno sale su un palco e dice le cose che ha detto quell'attore ieri pomeriggio, riferite a Fidel, finisce dentro. E ci rimane per chissà quanto! Chi dice di voler vivere da cubano dovrebbe provare a farlo per un mese, poi me lo racconta. Posso affermare di conoscere molto bene Cuba, la storia di Cuba, della sua rivoluzione e la sua letteratura. Non conosco così bene l'Italia come conosco Cuba.

    Gordiano Lupi
    www.infol.it/lupi
    (A costo di apparire uno che si autopromuove vi invito a leggere ALMENO IL PANE FIDEL - Stampa Alternativa 2006 e se non lo volete comprare mandatemi una mail a lupi@infol.it che vi passo alcuni e-book gratuiti su Cuba, non mi interessano i soldi ma diffondere la verità su Cuba)

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  31. Mi pare che le posizioni di tutti siano chiare. Personalmente credo anch'io che Cuba sia un regime e che in Italia ci sia più libertà. Su quest'ultimo fatto, mi sembra evidente. Che poi, l'Italia sia piena di furbetti, di ragionieri del capitale e di burocrati mi sembra altrettanto evidente. Tristemente evidente.

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  32. Nessuno dice che il nostro è un paese perfetto. L'Italia fa schifo pure a me, ma rispetto a Cuba è un paradiso, solo per il fatto che si può dire e scrivere ciò che si vuole. Non mi piacciono neppure gli Stati Uniti, se è per questo, ma non posso difendere un regime dittatoriale perchè non amo il capitalismo.

    Lupi

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  33. oggi una signora mi stava investendo, e mi ha urtato con il parafango della macchina la gamba: ero di passaggio in un pezzo di strada cantiere chiuso al traffico perché rifacevano i marciapiedi e camminavo come tutti sul brecciato su una fascia tra le macchine che appiattivano i mattoncini in quel cantiere stradale tra due palazzi al centro.

    la signora dopo avermi semi-investita ha abbassato il finestrino e mi ha aggredita anche verbalmente perché camminavo in mezzo alla strada! la strada era chiusa alle macchine! poi ha continuato a gridarmi contro quando ha visto che chiamavo la polizia...un'aggressione spaventosa. poi ha pensato bene di scapparsene. la polizia è comunque arrivata dopo un'ora e passa. era rassegnata alla faccenda. mi ha detto:

    "non c'è nulla da fare! sà, questa gente è strana...faccia, una denuncia...contro anonimi..."

    nemmeno si sono presi la briga di sentire i testimoni.

    "BELLA SIGNORA! meno male che non si è fatta nulla. La gente è strana, pazza...stia attenta ai pirati della strada..."

    Questa è la polizia italiana - pigra, sconfitta, indifferente e demotivata - quando non spara ai protestant, ammazzandoli, ma per sbaglio e per paura di essere ammazzati.

    Non si vive meglio che a Cuba in un'Italia inefficiente e non protetta, dove i cittadini vivono allo sbaraglio, dove impera la delinquenza organizzata e la polizia è in molti casi connivente.

    vi raccontate belle-balle sull'Italia. Non è uno stato di polizia perché lo è stato un regime, ma ha fallito! sconfitti dalla loro incapacità di essere regime, essendo ùfagocitati dal leone tedesco, vero regime su tutti i regimi.

    anche in tempo di apparente democrazia, il regime ti controlla e domina. non c'entra nulal quanto guadagni, e quanto spendi. sono parametri illusori.A Tokio la gente si ammazza di lavoro, guadagna e spende tutto: tutto costa troppo: dicono che chi vive a Tokio è sotto la dittatura dello Ien, disumanizzante.

    E l'Italia , la povera sorella semi-pezzente delle potenze dell'unione europea che quasi viene cacciata?

    l'Italia si è nascosta in una democrazia finta, coperta dal regime più tollerante e buono, quello della mafia.

    mafia di poveracci ma anche mafia di palazzo..

    non bisogna mentire sull'Italia: ancora additare i difetti altrui: CUba! Cuba! La Russia! La Cina! Gli spauracchi storici.

    questa libertà costa cara: è una falsa libertà....ti fanno avere l'illusione di potere parlare, ma ti silurano in un altro modo, con l'inefficienza statale.

    Avete vissuto un poco in Germania?

    basta bisbigliare: "Polizia!" e ti arriva una squadra dopo due secondi...sanno chi tu sia dopo tre secondi che hai messo piede in Germania. Non ti toglie l'occhio di dosso, la polizia tedesca, nemmeno per un attimo.


    e.

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  34. Non vorrei entrare in questa discussione: nessuno può dire a me dove devo stare o non stare, e dove devo amare stare o non stare. questa censura rappresenta una limitazione della mia libertà di pensiero, che non mi aspetto mi venga da un italiano come lupo libero e tollerante, che sa di non dovere e potere convincere nessuno a non fare e a non pensare quello che ella/egli ha deciso e discriminato di pensare e fare.
    solo a Cuba ti vengono a dire queste cose, o no?!
    erminia (la polizia ideologica, la polizia del pensiero: mi piace Cuba! stop...in un paese libero non si tenta nemmeno di criticare il pensiero altrui, ma solo è dato di ascoltarlo e prenderne atto).

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  35. democrazia è anche la capacità di discutere senza litigare. mi pare che voi siate riusciti a farlo.

    infine credo che difendere una fetta di mondo sia impresa da cavalieri che hanno bisogno di una fede. D'altro canto, leopardi non appoggiò il risorgimento italiano credendolo gesto inutile rispetto alla natura matrigna. per me si sbagliava.

    io dico: uomini e natura benvenuti. poi, come insegna il taoismo, stare in sintonia con tutto non significa evitare la scelta.

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  36. Approvo punto per punto quello che dice Erminia ma per me il vero problema non è difendere Cuba rispetto all'Italia o all'America o viceversa ma comprendere che Cuba non è un'alternativa credibile al regime capitalista anzi Cuba lo rafforza in virtù degli evidenti abusi che in quel luogo si compiono. Io non voglio difendere ciò che comunismo non è ma voglio invece impegnarmi affinché risorga e si affermi un'idea di società di uomini e donne uguali e liberi; un comunismo dove libertà, rispetto delle differenze ma affermazione di uguali diritti e doveri, solidarietà, regnino sovrani. E questo sarà difficile da perseguire se continueremo a difendere l'indifendibile in nome di un grande e nobile ideale che a Cuba però ogni giorno viene calpestato. Se non comprendiamo questa semplice verità il capitalismo resterà imbattibile.
    pepe

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  37. quella che tu dici, Gabriele, credo si possa chiamare democrazia.
    il vecchio problema è se il capitalismo abbia una natura salvifica oppure no. Così come stanno andando le cose, direi di no. il comunismo reale è stato un fallimento perché è stato in un solo paese e perché non basta essere classe egemone per saper governare.

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  38. alessandro ha usato termini nei miei confronti per i quali dovrei richiedere che il suo post venga cancellato. egli per giungere al suo punto ha fatto ipotesi offensive sul mio conto. ipotesi che nell'assurdo comunque inoltravano offese legate al mio nome.
    non si può portare avanti la propria idea tirando in ballo offese (aggettivi offensivi) riferite ad un nome pubblicamente noto, dunque chiedo formalmente che questo post di Alessandro venga cancellato appellandomi ai criteri della netiquette. può certamente riscrivere il suo post, usando la forma impersonale..."uno...."
    Ti prego di cancellare il post di Alessandro, Stefano, perchè il mio nome viene associato ad ipotesi di insulto, come spesso capita sul web quando io come donna vengo a confrontarmi con degli uomini che la vogliono vinta a tutti i costi. ringarzio anticipatamente per la cortese risposta al sollecito.

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  39. cara Erminia, vediamo prima di sentire Ghia. Credo che lui ti stimi, lo si legge chiaramente nel commento che qui ha scritto.

    Provo a cercarlo.

    con affetto

    gugl

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  40. Allora chiamiamolo comunismo democratico anche se io preferisco libertario.
    Neanche a farlo apposta avete visto cosa è successo oggi a Cuba?
    pepe

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  41. erminia, ho usato certi aggettivi non attribuendoli a te, ma anzi per sottolineare che non lo pensavo: quando non si condivide una corrente di pensiero od una religione è facile sembrare di offendere... ma ti ripeto che non ti ritengo pazza, anche se non posso assolutamente condividere le tue idee su cuba: insomma anche quando dici ad un credente che non credi, egli potrebbe sentirsi dare dell'idiota, perché dal momento stesso che neghi un dio, la sua fede appare superstizione. Eppure sappiamo che non è così: qui la situazione è simile, solo che si parla di politica, o società se preferisci. Io non vivrei mai volontariamente sotto un regime, e mi riesce difficile capire come tu possa gradirlo, nello stesso modo in cui non capisco come un cattolico pigli l'ostia. Però è vero che ognuno ha la sua vita con le sue esperienze, quindi posso rispettare le tue opinioni anche se non le condivido. ripeto che quegli aggettivi erano lì proprio per evitare fraintendimenti e pensavo fosse evidente.
    Se comunque ti ho offesa, mi scuso perché non era mia intenzione; ed ancora una volta ti ribadisco la mia stima per la tua opera di poetessa ed anche come persona; poiché, seppure lontana dal mio modo di veder le cose, credo che tu difenda quello in cui credi senza ipocrisia.
    ciao,
    alessandro

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  42. dimenticavo: io non la voglio vinta a tutti i costi, perché non concepisco il dialogo come un agone, ma come un confronto di opinioni, senza necessariamente un vincitore e non sto a guardare il sesso di chi mi sta di fronte.
    ciao,
    alessandro

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  43. ancora una cosa: se erminia si sente offesa, cancella pure tutto quello che ho scritto, per me non è un problema.

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  44. Grazie alessandro delle parole di stima e della spiegazione: ho bisogno tuttavia che il commento in questione venga cancellato e riscritto usando la forma impersonale “se uno pensa che non è…., o ….”, per una questione di mia libertà di intervento. Non posso sentirmi limitata ad intervenire per paura che possano le mie opinioni suscitare scorrettezza verso la mia persona, o verso quella di chiunque.

    È vero che chi la pensa diversamente da noi crea scandalo (presso di noi), ed è qui l capacita di dialogo: capire il pensiero diverso e tuttavia rimanere sobri. Facile dare del pazzo – parlo in linea generale – a chi la pensa diversamente. Ed ecco che il passo dal dire “sei pazzo”, al dichiarare il dissidente “pazzo” e additarlo e perseguitarlo e metterlo in prigione è breve.

    Adesso vengo al clue: nel mio dire “Mi piace Cuba”, stavo facendo una chiara provocazione e sono stata a guardare le reazioni. Le ipotesi contro il mio equilibrio mentale sono venute a me in vari stili, direttamente ed indirettamente.

    Qua sta la questione. Nel criticarmi perla mia affermazione si dimentica un dettaglio: potrei pensarla profondamente come Fidel Castro. Ipoteticamente. Potrei stare esponendo alla stessa maniera in cui altri si dicono contro una dittatura comunista una chiara preferenza per la dittatura comunista. Potrei stare ipotizzando ad esempio qualcosa di simile anche per il mio Paese.
    Sono autorizzata? In una democrazia sono autorizzata per paradosso a concepire l’opposto della democrazia? Sì. Solo in una dittatura reale, e non di fatto, si può concepire di impedire il pensiero altrui, quantunque conturbante.

    Per me la Chiesa Cattolica è una dittatura delle anime. È un regime come un altro che tiene prigionieri i propri cittadini, che li controlla, domina, interdice, gestisce, comanda e condanna.
    Per me il papa non è diverso da Fidel Castro che impone determinate regole imprescindibili ai suoi cittadini.

    Chiederei che si cancelli e riscriva in modo impersonale il pensiero di Alessandro evitando gli appellativi che mi arrecano offesa: ashimè, sì. Mi scuso per questo. Ma è per la mia libertà di partecipazione, che non mi si chiami …..o ,……

    saluti cari a tutti, erminia

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  45. bene, mi fa piacere che ci sia chiariti e, come puoi vedere ho eliminato il commento scomodo.
    ciao,
    alessandro

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  46. Scusate: devo riscriverela la frase perchè mi sono distratta:

    " Solo in una dittatura reale, di fatto, si può concepire di impedire il pensiero altrui, quantunque conturbante."

    spero che la frase adesso abbia senso ...Thanks, ermi

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  47. bene, mi fa piacere che vi siate rappacificati.

    in effetti solo in democrazia si puòessere antidemocratici e farla franca :-)

    un saluto e tutti e due

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  48. Il confine fra il bene e il male e sempre più che sottile,le sperienze di vita sono più che legitime e purtroppo a cuba cosi come in ogni posto al mondo dove chi ha il potere decide cosa e il bene e dove sta il male ci sono persone coraggiose che fanno diventare la soferenza lo strumento per rompere il silenzio a il quale sono sottoposti.Per questo motivoa Cuba non bisogna lasciarla sola.(http://cubaisuoivolti.blogspot.com/search/label/Voci%20dalla%20Dissidenza...Non%20lasciatela%20sola

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  49. Grazie Roberto per la testimonianza, tanto più preziosa, visto che sie viassuto a Cuba per molto tempo.
    consiglio gli amici di andare a leggere il suo sito.

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