lunedì 16 aprile 2007

José Angel Valente

Scomparso nel 2000, José Angel Valente appartiene ai grandi autori della Spagna visionaria, dove corpo femminile e paessaggio si fondono nella luce calda inaugurata dalla poesia di Garcia Lorca. Qui, tuttavia, l'incisione si fa più densa, più scandita, a connotare la luminosa presenza di lei custodita nell'ombra, che il poeta rapisce per inoltrarsi ancor più nella notte. E' un viaggio che capovolge il biancore de La pioggia nel pineto dannunziana, una discesa agli inferi, sulla pelle della Grande Madre, di quel limo che coincide con l'Inzio, con le origini dei viventi e della poesia.



l'alba è il tuo corpo e tutto
il resto appartiene ancora all'ombra.

Le tue ondate lente forzano
l'esile membrana
del risveglio.

Annunci che: non il giorno,
bensì la quieta
durata del battito
nell'ombra matrice.

Ti annunci,
proseguita e continua come
la durata.

Durare, come dura la notte,
come la notte è solo corpo sommerso
della tua visibile luce.



Territorio

Ora entriamo nella penetrazione,
nel rovescio pungente
di ciò che infinitamente si divide.

Entriamo nell'ombra divisa,
nella copula della notte
con il dio che scoppia nelle sue viscere
nella scissione indolore della cellula,
nel rovescio della pupilla,
nell'estremità terminale della materia
o nel suo unico inizio.

Nessuno potrebbe strapparmi ora
al territorio impuro di questo canto
e nessuno ha in questo posto
autorità sul mio sogno.
Né dio né uomo.

Viene da sola dalla notte la notte,
come dalla durata l'interminabile,
come dalla parola il labirinto
che in essa trova l'entrata e l'uscita
e come dall'informe viene fino alla luce
il limo originale del vivente.

(trad. A. Ghignoli)

8 commenti:

  1. strano che nessuno commenti. la seconda la trovo strepitosa!

    gugl

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  2. hai ragione: la seconda è strepitosa. il luogo senza luogo, che però si fa forma, corpo, anima.
    E' dirompente. più eterea la prima, ma non di minor bellezza.
    Ancora e sempre felice, di essere stata qui ...

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  3. Un poeta di grande valore, senz'altro. In questi testi, comunque, molto vicino ad alcune intuizioni del primo Bonnefoy.

    Bellissime le traduzioni di Alessandro.

    fm

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  4. intendi il Bonnefoy di "Douve"?

    gugl

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  5. la seconda "è" strepitosa. un territorio strepitoso, una notte strepitosa, un labirinto che viene dalla parola e l'infinito dal finito. ciao a.

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  6. Lei in tuttacorporeità penetrabile/penetrante luminosa/pulsante immersa/emersa nella materia, nella notte, nel buio, nel limo/brodo primordiale del tuttovivente.

    Ciao gugl

    PS Eppure è così facile/difficile parlar d'amore.

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  7. Sì, Stefano, una "Douve" che si "rimembra" dopo una immersione nelle fonti della "metaphisica naturalis" della Zambrano.

    Era solo un parallelo, comunque. Che nulla toglie a una delle voci più autentiche e originali della letteratura spagnola contemporanea.

    Devo la sua conoscenza alle pagine di Anterem (come al solito!), dove compaiono già da qualche anno suoi testi. Ho letto, in particolare, uno dei suoi ultimi libri (almeno credo), il bellissimo "El dios del lugar". Non so se esistono traduzioni complete in italiano. Forse bisognerebbe chiedere ad Alessandro Ghignoli.

    Ciao, grande Gugl.

    fm

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  8. ciao donne mie quand'elle altri salutate: l'amore s'intende (e v'intende)!

    gugl

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