domenica 8 aprile 2007

Buona Pasqua Zanzottiana

Così nel disagio del prato nell'oscuro del bosco
quasi sfrangiato scaduto male
o anche, al tramonto, animale
appello, richiesta di riconoscimento -

da sterilizzanti lunazioni e stonature
ritorno quasi affettuoso nell'oscuro
risarcimento dell'odore, nel lurido
del nido - noi scuotendo il capo - nostro umile:

forse entro abissi di bacche e fogliami superstite
prodursi in voto e profitto umano
d'oscuro da reinvestire in leggi
strappate-in-su, al reversibile, tendini

(e tu fuori mano annuisci povera bastarda folla,
entropie in barcollare riarso/oscuro, infittirsi di spettri
e strette nel bario, tiraemolla
di abitudini somme ed inani, d'invenzioni decrepite).

Dove valse cibarsi di fragole e lamponi, citando
citando la verità, dove delle ciliegie emersero i nòccioli
come pietredure nell'alone oscuro, evocando dal bando
del nottegiornoniente i più equivoci boccioli -

vedervi con uguale sgomento con uguale assenso
rinnovato in bianco, privo di riserva;
sentirvi, _ ā _ ē vicine come l'erba -->
oscuro del prato dove perii, dove perirò/sorgerò.

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