sabato 13 gennaio 2007

Simone Weil


Vicino a Cristina Campo, non poteva mancare la sua autrice prediletta: Simone Weil.


Ebrea parigina (1909) insegnò filosofia in vari licei fino al 1934, poi fu operaia alla Renault. Nel 1936 partì volontaria repubblicana alla guerra civile spagnola: tornò dopo un anno, in seguito ad una ferita. Partì per gli Stati Uniti dove fece la contadina fino al 1942. L'ultimo anno della sua vita lo trascorse a Londra. Morì a soli 34 anni, nel sanatorio di Ashford in Inghilterra.


Simone Weil fu marxista con vocazione mistica, sostenitrice di un’etica della debolezza, che anticipò, sotto certi aspetti, la riflessione di Lévinas e dell’ermeneutica contemporanea. Di lei scelgo questo pensiero illuminante tratta da L’ombra e la grazia: “Assumere il senso di essere in patria mentre si è in esilio. Essere radicati nell’assenza di luogo”
ossia, come scrive Franco Rella ne L’enigma della bellezza, esprimere “il senso di quella ferita che ci mette nel cuore dell’universo e che porta l’universo dentro di noi”.
Anche la poesia, direi, è tutta qui.

8 commenti:

  1. Simone Weil la amo fin nel profondo. Per me è un'infinita fonte di ispirazione soprattuto di vita. Certo è dura specie per un fannullone come me.
    Grazie Stefano e ancora una volta VIVA LE DONNE! che sono in tutto e per tutto l'essenza più vera del mondo. Noi piccoli maschietti siamo solo un incidente di percorso, un accessorio utile solo per procreare con più efficenza.:o)) Quando le donne ne prenderanno piena coscienza faremo, meritatamente, la fine dei fuchi :o))
    pepe

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  2. e poi come faranno da sole: non avranno più nessuno da tormentare :-)

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  3. questo blog diventa sempre più fortificato. scusate la cosa, così gli spam, che non sanno scrivere, non entrano (spero)

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  4. eh sì, ma lanciare un commento è sempre più difficile, lo lasci e non sai mai se arriva. non potresti abbattere i muri della moderazione? buona notte antonella

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  5. arriva, arriva. solo che lo leggi qualche ora dopo. del resto, così si evitano anche i chiacchiericci estemporanei. oltretutto, non avere l'ansia del commento-subito (che aspetta la risposta subito) ci aiuta a stare alla giusta distanza da questo mezzo infernale.

    ciao anto, buona domenica.

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  6. mezzo infernale :)
    un pochino si, il termine si addice, un bel baratro dove potersi tuffare e il paracadute che non si sa se c'è o non c'è.

    "il senso di quella ferita che ci mette nel cuore dell’universo e che porta l’universo dentro di noi”

    dovrei annotarla come definizione di poesia, mi sembra paradigmatica
    certo, mi piacerebbe capire di più in cosa consiste l'etica della debolezza ma mi rendo conto che non è argomento da poter trattare in un commento di risposta a un blog

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  7. se cerchi in google trovi qualche introduzione alla filosofia della Weil. Potremmo dire che là dove domina la forza domina la contrapposizione (e così è stato finora), là dove io mi abbandono fiducioso all'altro, riconosco la mia vera natura, che si dà sempre nell'io-tu.

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  8. yo puedo decir que entra en medida de las cosas...cuando la vigilia y la espera permanecen entre la percepciòn de ese instante fulminante. Sòolo la vigilia puede sostener el anclaje con lo incierto. Eso era Simone, dejar en la vigilia la propia naturaleza...!

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