lunedì 18 settembre 2006

l'ultima poesia


Il 16 Marzo 2003, in un’azione a Rafah nella striscia di Gaza, ha perso la vita una giovane pacifista, Rachel Corrie di soli 23 anni. Era una studentessa dell’Università di Olympia (Washington), e faceva parte del movimento per la giustizia e la pace. Con la sua associazione aveva organizzato iniziative in occasione dell’anniversario dell’11 settembre, per ricordare sia le vittime delle stragi, sia quelle della guerra in Afghanistan.

“Era seduta sulla traiettoria del Bulldozer, il conducente l’ha vista, ha proseguito e le è passato sopra” ha dichiarato Joseph Smith, militante pacifista americano.

Questa è la sua ultima poesia

Questo è un momento perfetto
è un momento perfetto per molte ragioni
ma soprattutto perché tu ed io
ci stiamo svegliando
dalla nostra complicità sonnambula, tonta, ciucciadito
con i maestri dell'illusione e della distruzione.
Grazie a loro, da cui fluiscono
queste benedizioni dolorose,
ci stiamo svegliando.
Le loro guerre e torture,
i loro diavoli e confini
estinzioni di specie
e malattie nuove di zecca
il loro spiare e mentire
in nome del padre, sterilizzando semi
e brevettando l'acqua, rubando i nostri sogni e
cambiando i nostri nomi,
i loro brillanti spot pubblicitari,
le loro continue prove generali
per la fine del mondo.
Grazie a loro, da cui trasudano questi spaventosi
insegnamenti,
ci stiamo svegliando.
E come il cielo e la terra si incontrano,
come il sogno e la veglia si mescolano,
come il paradiso e gli inferi si intersecano,
notiamo il fatto esilarante e scioccante
che tocca a noi decidere-
tocca a noi decidere, a me e a te come
costruire un mondo nuovo di zecca.
Non in qualche lontano futuro o luogo distante
ma proprio qui ed ora.
Così sono radicalmente curiosa, compagni miei
creatori;
sul serio in delirio:
visto che tocca a noi
costruire un Mondo Nuovo di zecca,
da dove cominciamo?
Quali domande ci alimenteranno?
Eccotene una:
nel Mondo Nuovo
saprai con tutto te stesso
che la vita è pazzamente innamorata di te-
la vita è selvaggiamente
e innocentemente innamorata di te.
Nel Nuovo Mondo
saprai al di là di ogni dubbio che migliaia di alleati nascosti
stanno dandosi da fare per farti diventare
quella bellissima curiosa creatura
cui sei destinato per nascita.
Ma poi arriva la domanda fatale:
l'amore con cui la vita eternamente ti inonda
non è stato corrisposto al suo meglio,
ma c'è ancora modo per mostrarsi più espansivi,
se la vita è selvaggiamente
e innocentemente innamorata di te,
sei pronto a cominciare ad amare la vita così
come essa ti ama?
Nel Nuovo Mondo, lo farai.

12 commenti:

  1. Caro Gugl, e' un bel b-log il tuo, grazie per avercelo postato in quello della mitica Grace, ed oggi hai messo una poesia struggente, purtroppo, ma bellissima, complimenti !
    Ciao da Fadipao.

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  2. grazie Fedipao. Per la cronaca: la "mitica Grace" la trovate qui:
    http://comearancerosse.splinder.com/
    assieme alle poesie (di autori di valore) che lei raccoglie qui e là nei libri e nel web. provare per credere.

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  3. Forse non cambia la sostanza, ma un po' sì, perché la memoria conta qualcosa. E' successo il 16 marzo 2003, non quest'anno.
    Ciao,
    Vincenzo

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  4. grazie vincenzo. non cambia la sostanza e nemmeno la storia, ma l'informazione merita correttezza.

    ciao

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  5. Stavolta ci vai giù duro e noi siamo contenti così :)

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  6. Io sono il kosovaro
    che corre ad arruolarsi nell'UCK,
    sono il serbo che
    presidia i ponti di Belgrado;
    sono l'adolescente violentata e
    sgozzata dai miliziani e sono
    il carnefice che l'ha martirizzata;
    io sono il bambino che ha perduto i genitori e
    sono i genitori che non si danno pace per averlo perduto;
    io sono il pacifista che in silenzio manifesta di fronte
    alla caserma “alleata” e sono il marine
    di guardia che lo osserva e lo deride;
    io sono la moglie di questo stesso marine
    che esce con i bimbi, vede i pacifisti,
    e teme d’esser aggredita e
    sono il pacifista che non si dà pace
    che si possa vivere
    con la propria famiglia in una caserma;
    io sono il manifestante contro le bombe
    e il poliziotto che lo carica;
    io sono il pilota che scarica missili e la madre
    che porta terrorizzata i figli nel rifugio antiaereo;
    io sono il vecchio che ha perduto tutto
    quello per cui ha vissuto e
    sono il volontario che gli porge il pane;
    io sono il marine pronto a combattere e sono
    la guardia di frontiera che lo scruta da lontano,
    in attesa
    di ucciderlo.
    Mi viene in mente una vecchia canzone:
    "Tu carichi il fucile di chi ti spara e poi piangi
    che la vita e' troppo amara".

    Scritta ai tempi dell'attacco NATO alla Serbia e al Kosovo, quando andavo a sedermi in meditazione difronte alla caserma americana di Vicenza. Giò

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  7. Molto doloroso, ma anche molto bello.
    Gianfry

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  8. caro giò, la pienezza di cui parli forse non appartiene all'agire pratico, là dove cioè conta scegliere questo anziché quello.
    il testo che ci mostri è molto bello, molto vero, ma politicamente produce lo stallo. Peròso che tu agisci diversamente, so che stai con chi è debole.

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  9. cari Voc e Gianfry, mi pare che condividiate le scelta e ciò mi fa piacere. Fra l'altro, più che di poesia, in questo post di parla di violenza del potere su chi non ce l'ha e di violenza delle mecchine su chi va a piedi.

    ciao

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  10. Si può essere la foglia ingiallita sull'albero, d'autunno,
    e scrivergli una lettera d'addio,
    sapendo che non c'è
    ramo a cui aggrapparsi?

    Giò

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  11. Giò, si può tutto: è questo il bello della poesia.

    Red, la poesia, se è tale, non è mai inutile. Semmai, qualche volta, è la nostra vita a sembrare poco incisiva nelle sorti del mondo. ma il mondo è ovunque, anche nelle persone che saluti con il sorriso o che inviti a cena.

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