mercoledì 21 giugno 2006

Taisen Deshimaru


Vorrei dedicare ad Alivento e a Rita le parole del maestro Taisen Deshimaru: "Spezzare i legami, le abitudini, amare senza desiderio di possesso, agire senza finalità personali, tenere le mani aperte, donare, abbandonare ogni cosa senza paura di perdere: ecco, la disciplina dell'adepto zen! La verità risiede nella semplicità. Rivolgiamo lo sguardo verso l'intimo, la parte notturna dell'essere, la nostra notte umana. Si leverà l'alba."

13 commenti:

  1. oh Stefano, grazie.
    Le cose che dice sono giuste e vere, la simbologia delle mani aperte, come segno di totale apertura e disponibilità verso l'altro e donoazione pure, spesso l'ho usata anche nelle mie poesie, l'amore, che non senso di possesso è un'idea di fromm, che già conosco, eppure sebbene razionalmente capisca e condivida, certe volte, certe notti, l'ansia invincibile mi assale.
    Sono mostri che libero in poesia.
    Mi sto riprendendo ma non sono ancora in forma. Davvero sarà il caldo, più probabilmente la stanchezza, quando è eccessiva mi fa male.
    E grazie

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  2. sì, l'amore come dono è in tutte le culture. Fromm, in Avere o essere la riprende proprio dalla cultura orientale, pensata come un tutt'uno.

    sono contento che tu stia un po' meglio: come sai, le cose che arrivano, poi passano. E' una legge naturale.

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  3. Roshi Glassman (discepolo di Maezumi Roshi, nel cui lignaggio anch'io fui ordinato come laico):"A me sembra che ogni religione e ogni pratica spirituale si siano impegnate nell’azione sociale. Non so da dove vengano tutti questi pregiudizi sul buddismo tradizionale. Le persone che ho incontrato parlavano di buddhismo Zen, ma non erano mai state in Giappone, non sapevano che un tempo le scuole, gli ospedali, gli ospizi per anziani erano tutti nei monasteri buddhisti. Un’altra cosa che mi infastidisce è che spesso i buddhisti sentono il dovere di giustificarsi per il loro impegno sociale, come se ciò fosse non buddhista. È incredibile pensare che l’azione sociale possa essere considerata non spirituale, che ci possano essere delle tradizioni spirituali non impegnate socialmente, che si considerino solo prajña, la saggezza o sila, la disciplina e si tralasci karuna, la compassione. Non funzionerebbe."

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  4. mi stai forse rimproverando maestro? compassione, anzitutto:-)

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  5. sono un piccolo buddha: un bidino:-)

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  6. volevo scrivere "budino":-)

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  7. stefano, dicci, ma se il tuo amico Giovanni Turra Zan si dice appartenente di un ordine spirituale (non so come chiamarlo, perdonatemi se dico castronerie) e tu parli sempre dell'Oriente... ma non è che uno di voi è un Lama (non quello che sputa!)?

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  8. Fabry, come dicevo sopra, certi insegnamenti appartengono alla saggezza collettiva, li abbiamo dentro, insomma: si tratta solo di ascoltarli, di stare concentrati e ascoltarli.

    Voc, in effetti il mio amico giovanni è stato in monastero in sri lanka e in florida. (ma come fai conoscerlo?)

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  9. no, no, nessun rimprovero, per carità. Solo un "ampliamento". Lo Zen non è una sublimazione: ogni Roshi piangerebbe la perdita di un proprio caro, in barba all'"amare senza desiderio di possesso". Spesso (e non mi riferisco a te...) incontro persone che hanno concezioni alquanto depresse e depressive dell'"abbandonare ogni cosa": lo Zen non è una rivolta contro il mondo moderno. Vocativo...ci conosciamo?

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  10. grazie giovanni per la precisazione.

    non credo che tu conosca voc., ma credo che sarebbe bello che accadesse

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  11. antipaticissima:-)))))

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  12. le cose, carissima rita, arrivano: basta saper riconoscerle.
    AUGURI BELLI!!!

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  13. auguri rita! :-)))) antonella

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